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IL SETTORE PRIMARIO
Il Canada è un paese ricchissimo, autosufficiente e comunque enormemente favorito pressochè in ogni genere di materie prime, sia minerarie sia agricole.
Paese oggi ad avanzatissima economia,il Canada fu caratterizzato, sino a buona parte del 19° secolo, dall'utilizzazione immediata delle sue immense risorse naturali: agli inizi la caccia agli animali da pelliccia, in seguito la pesca e lo sfruttamento forestale, più tardi la valorizzazione agricola delle province atlantiche e delle pianure centrali, infine l'estrazione minerarie. 919e43j
Politicamente questa prima fase coincise in pratica con la soggettazione coloniale alla Gran Bretagna, ma già alla fine del secolo, con l'accrescersi della potenza economica degli Stati Uniti, tale soggezione rallentò, mentre il paese passava gradualmente nella sfera d'influenza statunitense.
Furono costruite le prime importanti ferrovie e si svilupparono i commerci, mentre le materie prime, in particolare il legname e i minerali, presero a essere trasformati localmente, dando origine alle prime importanti industrie.
Il paese prese però a svolgere un effettivo ruolo di grande potenza economica solo a partire dal secondo dopoguerra, quando l'industria ampliò enormemente il proprio panorama di applicazioni nell'ambito manifatturiero ad alta tecnologia, raggiungendo così altissimi livelli remunerativi.
All'elevata produttività dell'industri e all'efficienza dei servizi si deve un livello di vita della popolazione oggi paragonabile a quello degli Stati Uniti.
La composizione delle forze di lavoro esprime chiaramente le trasformazioni avvenute nella struttura economica canadese: in poco più di un secolo la percentuale degli addetti alle attività agricolo-minerarie è scesa dal 70% al 5%, mentre l'industria impiega il 29% e il settore terziario addirittura il 66% della popolazione attiva.
Il regime economico è essenzialmente liberistico, come negli Stati Uniti; non mancano tuttavia interventi governativi a volte fondamentali.Tra questi sono prioritari: l0'incentivazione di determinate attività locali allo scopo di attenuare gli squilibri regionali (in tale ambito si pongono gli ormai duri contrasti interni a proposito dell'autonomia della provincia del Quebec); le manovre fiscali e monetarie messe in atto per combattere l'inflazione e la disoccupazione che, indotte dalla crisi internazionale, non risparmiano neppure un paese così straordinariamente favorito (nel 1978 l'inflazione si è aggirata sul 10% e la disoccupazione sull' 8% per scendere al 5,9% la prima nell'83, mentre la seconda ha toccato la punta dell'11,8%); gli interventi nel campo del commercio estero, così da acquisire nuovi mercati e sottrarre il Canada a un interscambio che si svolge per quasi il 70% con gli Stati Uniti, dai quali risulta di necessità fortemente condizionato.
Date le condizioni
ambientali (4,6% della superficie territoriale) ma pur sempre assai estese. E'
diffusa un'agricoltura estensiva e fortemente meccanizzata(soprattutto
cereali), che si accompagna alla grande proprietà terriera. Come nella contigua
area statunitense, l'attività ha una spiccata impostazione commerciale: circa
metà della produzione totale è diretta all'esportazione. Tra i cereali
predomina il frumento (da 250 a 300 milioni di q annui), seguita da orzo
(100-130 milioni di q), mais (50-70 milioni di q), avena (20-30 milioni di q) e
segale (7-9 milioni di q). si prestano bene all'ambiente canadese le patate (30
milioni di q) e le barbabietole da zucchero (4-10 milioni di q), coltivate
soprattutto nelle province atlantiche. Qui i terreni sono adatti anche a piante
industriali come il lino (con circa 9 milioni di q di semi il Canada è il primo
produttore del mondo), la colza (33 milioni di q), la soia e il tabacco.
Nell'Ontario meridionale e nella Columbia Britannica prospera la frutticoltura
(mele soprattutto); è una cultura assai specializzata, praticata in aziende di
estensione praticamente ridotta.
L'allevamento è legato all'agricoltura ed è soprattutto concentrato nelle province orientali, in prosecuzione del Dairy Belt statunitense. Qui si trova la maggior parte dei bovini da latte; nelle pianure interne prevale, invece, l'allevamento di bovini da carne (complessivamente 12 milioni di capi), cui segue quello dei suini ( circa 10 milioni di capi). Grande rilievo presentano l'allevamento degli animali da pelliccia (visoni, castori, cincillà, volpi, linci, ecc.) e quello, tecnicamente avanzatissimo, degli animali da cortile (117 milioni di capi); entrambi i settori danno un forte contributo all'esportazione.
Conserva tutta la sua importanza la pesca (1,5 milioni di t), che sfrutta le acque pescose sia presso la costa atlantica (il banco di Terranova è particolarmente ricco di merluzzi) sia lungo quella del pacifico (salmoni); fiumi e laghi sono ricchi di trote, storioni e lucci.
FORESTE
Una delle maggiori ricchezze del Canada è rappresentata dalle foreste di abeti, betulle, aceri, pini, ecc., che coprono il 35,9% della superficie nazionale e forniscono circa 170 milioni di metri cubi annui di legname, di cui il Canada è uno dei massimi produttori mondiali. L'attività forestale sfrutta le vie d'acqua interne per il trasporto del legname verso i Grandi Laghi e il San Lorenzo, dove sono situate le grandi industrie ( cartiere, mobilifici, ecc.) di Ottawa, Hull, Trois-Rivières, Toronto, Montréal, ecc.
RISORSE MINERARIE
Il paese è molto ricco di minerali metalliferi, ma lo sfruttamento di parecchi giacimenti è reso assai arduo dalle difficoltà ambientali, essendo molti di essi ubicati nelle estreme regioni settentrionali.
Tutt'ora il Canada resta il massimo produttore mondiale di minerali di nichel ( 199000 t.), estratto soprattutto nel distretto di Sudbury (Ontario), e di zinco ( 1175000 t.); si trova al terzo posto per l'amianto (705000 t.), ed è anche tra i maggiori produttori di molibdeno (13000 t.), sali potassici (6 milioni di t.); è tra i primi per i minerali di uranio (11200 t.), oro, argento, rame, piombo, tungsteno.
Buona la produzione di ferro (24 milioni di t. di minerale contenuto), con giacimenti nell'Ontario, nel Quebec e nella Columbia Britannica, e di altri minerali quali zolfo, antimonio, cobalto, platino, ecc.
FONTI ENERGETICHE
Relativamente modesta è la produzione di carbone (38,7 milioni di t): i bacini carboniferi si trovano oltretutto sparsi, sicché risulta meno costoso importare il minerale dagli Stati Uniti attraverso la via dei Grandi Laghi. Grazie soprattutto ai giacimenti dell'Alberta, il Canada è, invece, un buon produttore di petrolio, (76 milioni di t nel 1989); le aree petrolifere danno anche gas naturale (circa 96000 milioni di metri cubi): Medicine-Hat, nell'Alberta, è chiamata la "Natural Gas City".
Fittissima è la rete
di oleodotti e di gasdotti (rispettivamente 47800 e 14100 Km) che in parte si
raccordano a centri statunitensi; il Canada possiede il più lungo gasdotto del
mondo, la Trans-Canada Line, di oltre 9200 Km, che collega giacimenti collegati
nella zona di confine tra l'Alberta e il Saskatchewan con Toronto e Montéal.
Rilevante è l'industria di raffinazione, che ha capacità di oltre 100 milioni
annui di t e lavora anche grezzo di importazione. Ma la grande risorsa energetica
del Canada è data dai fiumi, ricchi d'acqua, adatti ad essere sbarrati e
interrotti da frequenti salti. Gli impianti sono già numerosi, concentrati però
nella zona del San Lorenzo e dei Grandi Laghi; è in programma un più intenso
sfruttamento del bacino del fiume Columbia con il concorso degli Stati Uniti.
In rapido aumento è anche la produzione di energia termica: su una complessiva
potenza installata di 98,8 milioni di kW, oltre il 30% è di origine termica.
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