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AFGANISTAN
GEOGRAFIA. Stato dell'Asia centrale, privo di sbocco al mare, compreso fra Turkmenistan, Uzbekistan, Tadžikistan, Iran e Pakistan.. È un emirato islamico.
▪ Ambiente naturale. Territorio montuoso con catene (montuose) che raggiungono
altissimme vette. rende l'A. un paese ricco di corsi d'acqua.
Il clima dipende direttamente dalla configurazione del rilievo.
La vegetazione varia anch'essa fra la regione meridionale, desertica e
pressoché priva di copertura arborea, e l'altopiano settentrionale, dove a
volte la vegetazione diventa lussureggiante.
▪ Popolazione. Le stime della popolazione sono rese assai difficili dalla
travagliata situazione del paese, con un numero elevatissimo di vittim 555e43f e dei
combattimenti e di rifugiati all’estero; nel 1998 gli abitanti erano
valutati 21.354.000 (ma i profughi erano
circa 5 milioni, in Pakistan e Iran). Gli afghani costituiscono un complesso
mosaico etnico e linguistico. Si distinguono generalmente due grandi ceppi:
l'iraniano, nettamente predominante, che comprende i pashtun e i tagiki e il mongolo, fra cui si segnalano gli
uzbechi, gli hazari e i turkmeni.
La popolazione afghana è per larghissima parte rurale, nomade e semi-nomade. I
nomadi sono per lo più pastori pashtun che migrano stagionalmente al seguito
degli armenti (cammelli, asini e ovini). Circa un quinto della popolazione è
urbana. Kabul, la capitale, ha subito un forte incremento di abitanti in fuga
dalle zone di guerra: i 913.164 ab. del 1979 sono diventati forse più di
2.000.000 nel 1995. Ad essa seguono per dimensione Kandahar, Herāt,
Mazar-i-Sharif.
Il coefficiente di accrescimento è del 7,4%. La speranza di vita alla
nascita è di 45 anni, la più bassa al
mondo con la Guinea Bissau, il tasso di mortalità infantile del 146‰. Diffuso l’analfabetismo (l 70%).
L'indice dello sviluppo umano colloca l’A. all'ultimo posto tra i paesi
asiatici e tra gli ultimi al mondo. Pressoché l'intera popolazione è musulmana
(sunnita, 75%, e sciita, 24%)
.
▪ Economia., con un livello di industrializzazione trascurabile e
un reddito pro capite fra i minori del mondo, si basa su una diffusa ma
povera attività agricolo-pastorale, che occupa più di metà della popolazione
attiva.
Il territorio del paese è sfruttato ancora in misura molto limitata. Tra le
colture alimentari vanno ricordati i cereali (frumento, mais, riso, orzo), la
frutta (uva, albicocche, prugne, mele, pesche, arance). Tra le colture
industriali spiccano il cotone e la barbabietola. Tutte queste produzioni sono
state gravemente compromesse dalla guerra; l’unica in espansione è quella del
papavero da oppio. Migliore la situazione dell'allevamento, sia bovino sia
ovino, anche se le mine abbandonate hanno reso i pascoli pericolosi.
Grave invece la crisi del settore industriale. Pur essendoci grandi
quantità di gas naturale, di ferro,
carbone, rame, ferro, zinco, berillio,minerali preziosi sono poco sfruttati. Le
potenzialità idroelettriche sono enormi, data l'abbondanza di corsi d'acqua, ma
la produzione di energia copre solo il 41% del fabbisogno.
In alcune province la produzione
artigianale di tappeti rimane l'unica attività al di fuori dell'agricoltura e
dell'allevamento. La persistente turbolenza politica degli anni ’80 e ’90 ha definitivamente
scoraggiato il turismo, che pure potrebbe essere attirato dalle bellezze
naturali e artistiche.
▪ Commercio e comunicazioni. Privo di una rete ferroviaria, l'A. possiede una rete
stradale relativamente estesa anche se in cattive condizioni. Per quanto
riguarda il commercio, i principali prodotti d’esportazione ufficiale restano
gas naturale, frutta, cotone, lana, tappeti. Fra le importazioni si segnalano
prodotti industriali e beni di consumo. Sfugge alle rilevazioni ufficiali il
proficuo commercio dell’oppio, esportato per la lavorazione dell'eroina in
Pakistan.
STORIA. ▪ I territori che oggi costituiscono l'A. formarono nell'antichità l'estrema parte nordorientale dell'impero persiano, Nel 330-329 a. C. l'A. fu conquistato da Alessandro Magno,. Dal 1880 al 1920 la Gran Bretagna impose all'A. il proprio protettorato.
Nel corso degli anni'50 vi furono numerosi momenti di tensione fra l'A. e il Pakistan. Il più drammatico si registrò nel biennio 1955-56.
▪ Gli ultimi decenni sono stati
caratterizzati da aspra lotta fra le varie etinie interne che hanno colpito
pesantemente l'economia del paese.
Nonostante gli accordi del marzo 1993 le fazioni continuarono a combattersi
aspramente, fino alla comparsa (1994) di una nuova forza politica, i taliban,
letteralmente «studenti di teologia», formatisi nelle madrasa , scuole
religiose al confine con il Pakistan. Il movimento dei taliban affermò
rapidamente la propria supremazia militare sulle altre fazioni, ciò che gli
consentì la conquista di gran parte del territorio afghano e di Kabul (ottobre
1996). Giunti al potere, essi imposero un regime dispotico rigidamente
teocratico che conculcò con violenza i diritti civili, in particolare delle
donne.
Sul piano internazionale, dal novembre
1999 l’A. ha subito sanzioni economiche previste dal Consiglio di sicurezza
dell'ONU in seguito al rifiuto del governo dei taliban a concedere
l’estradizione di Osama bin Laden, il miliardario islamico accusato di essere
il capo dell’organizzazione terroristica responsabile degli attentati alle
ambasciate statunitensi nell’agosto 1998 e quelli disastrosi del settembre 2001
a New York e a Washington. In seguito a tali avvenimenti, circa un mese dopo,
gli Stati Uniti appoggiati dai paesi membri della NATO hanno iniziato azioni di
guerra in suolo afghano, nell'intento di catturare Osama bin Laden e di
rovesciare il regime dei taliban che lo sosteneva. Nel dicembre 2001 il regime
talibano è stato sconfitto e Hamid Karzai, capo dinastico di una delle più
importanti tribù afghane è stato nominato leader di un governo di transizione
etutt'ora ne è il primo ministro.
By:matteox99@hotmail.com
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