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Pëtr Il'ic Ciajkovskij
Pëtr Il'ic Ciajkovskij nacque tra il 25 aprile e il 7 maggio 1840 a
Kamsko-Votkinsk (governatorato di Vjatka, a circa un migliaio di chilometri da
Mosca) da padre ingegnere minerario e dirigente d'azienda e da madre di origine
francese. Sin dall'infanzia venne istruito dalla governante di casa, Fanny
Dürbach, che subito comprese la personalità del giovane e che seguì con amore e
passione tutti i suoi progressi. Dalla madre , Pëtr ereditò, sin dalla prima
giovinezza, oltre ad una spiccata sensibilità, la passione per il pianoforte.
Tuttavia solo dal 1861 Ciajkovskij decide di dedicarsi completamente alla
musica: prima di allora studiò Giurisprudenza a San 515g67f Pietroburgo, dove la
famiglia era andata ad abitare dal 1852. Nel 1854, poi, la morte per colera
della madre fu per Ciajkovskij un'esperienza gravemente dolorosa, poiché le era
legato da un affetto incredibile: la mamma era l'unica donna che Ciajkovskij
amò veramente, e la sua scomparsa segnò inevitabilmente l'omosessualità
dell'artista. Dal 1859 al 1861 Ciajkovskij trova impiego al Ministero della
Giustizia, che abbandonò dopo pochi anni per seguire le sue aspirazioni
artistiche: nel 1862 studiò al conservatorio di San Pietroburgo nella classe di
composizione di Anton Rubinstein. Le idee innovative di Rubinstein in fatto di
musica trovano subito in Ciajkovskij una personalità artistica dalle grandi
promesse, e già dalle prime sue composizioni traspirava un prodigioso talento
musicale. Nel 1866, infatti, ottienne la cattedra di armonia al Conservatorio
di Mosca, allora appena fondato, che avrebbe conservato fino al 1876 quando,
aiutato dal generoso sostegno economico da parte di un'ammiratrice, si
dedicherà completamente alla composizione. Uno dei suoi allievi fu, tra gli
altri, Rimsky-Korsakov. Da insegnante Ciajkovskij creò la maggior parte delle
sue composizioni, tra cui la Prima Sinfonia, l'Ouverture festiva sull'inno
nazionale danese e le opere Voivoda e Ondina. Nel poema sinfonico Fatum, poi,
traspaiono diversi riferimenti autobiografici, e in particolare all'unica
vicenda sentimentale della sua vita, con la cantante Désirée Artôt, che si era
conclusa in pochi mesi (1868). Nel 1869 nacque Romeo e Giulietta, uno dei
capolavori di Ciajkovskij, su consiglio di Balakirev, lieder del famoso
"Gruppo dei Cinque"; e proprio il supporto entusiasta del gruppo di
compositori della scuola nazionale, diede l'idea per una Seconda Sinfonia
("Piccola Russia") (1873). Ma già nel 1871 Ciajkovskij incontrava il
successo fuori dalla Russia con il suo Primo quartetto per archi: una serie di
commissioni faranno spostare al 1872 la stesura finale dell'Opricnik,
incominciata nel 1870 - tuttavia criticata aspramente da Ciajkovskij ma che,
essendo già stati venduti i diritti d'autore, non poté distruggere. Il 1873
vede la nascita, oltre che della Seconda Sinfonia, anche della musica di scena
per La fanciulla di neve di Ostrovskij e l'inizio della fantasia sinfonica La
Tempesta. L'anno successivo compose in pochi mesi Il fabbro Vakula, rielaborata
nel 1885 per essere poi ribattezzata I cerevicki - siamo all'apice del
nazionalismo del compositore. Nazionalismo che tanto ha impegnato Ciajkovskij
ma che fu destinato a cadere dopo le critiche di Rubinstein per il Primo
Concerto per pianoforte e orchestra. La Terza Sinfonia (1875) fu per questo
motivo ispirata alla terza sinfonia di Schumann, il compositore romantico
preferito da Ciajkovskij. Nello stesso tempo, cominciò la stesura del balletto
Il Lago dei Cigni, che conseguì un completo fallimento nell'anno della sua prima
rappresentazione, il 1876. Successivamente a Le Stagioni, una serie di piccoli
concerti per pianoforte, si notarono, tuttavia, le prime manifestazioni della
crisi emotiva di Ciajkovskij nel Terzo Quartetto per archi, iniziato durante il
soggiorno a Parigi. Il legame tra la musica e le lacerazioni psicologiche
dell'autore vennero ancora meglio a delinearsi però nella fantasia sinfonica
Francesca da Rimini, ispirata ad un episodio dell'Inferno di Dante; alla fine
dello stesso anno, il 1876, si ebbe la composizione di Variazioni su un tema
rococò. In quel periodo Ciajkovskij ricevette una lettera da parte di Nadezda
Filaretovna von Meck, una sua grandissima ammiratrice, inaugurando così una
corrispondenza che durerà per oltre 14 anni, durante i quali i due si
confesseranno ogni più recondito pensiero. Pochi sapevano di questa lunga
corrispondenza, anche perché entrambi avevano espresso il desiderio di non
incontrarsi mai di persona: l'uno doveva rimanere per l'altra una figura
ideale, alla quale poter esprimere i propri tormenti interiori, in una sorta di
reciproca liberazione dai dolori più intimi. Ma un'altra figura femminile era
destinata ad entrare nella vita del musicista, dopo l'esperienza fallita con
Désirée Artôt del '68. Nel luglio del 1877, infatti, gli venne recapitata una
lettera da un'altra ammiratrice, Antonina Miljukova, la quale confessava di
amarlo segretamente da molti anni, dal tempo del Conservatorio. Ciajkovskij
però, preso com'era dalla composizione della sua nuova opera ispirata all'Evgenij
Onegin di Puskin, si dimenticò presto della lettera: qualche mese dopo, mentre
scriveva la musica per la scena in cui l'eroina Tatjana scrive una lettera
d'amore ad Onegin, che la respingerà, ricevette una seconda lettera d'amore da
parte di questa nuova ammiratrice. Un parallelo così strano tra la sua vita e
la musica che andava componendo non andava sottovalutato, e Ciajkovskij decise
di incontrare Antonina; dopo averla avvertita che non sarebbe riuscito ad
amarla, tuttavia l'avrebbe sposata se solo lei l'avesse chiesto. Questo avrebbe
contribuito ad allontanare le voci che la gente mormorava circa la sua
omosessualità. E così iniziò un'esperienza durata tre settimane - il matrimonio
si sfaldò subito e si concluse drammaticamente. Disperato per l'avversione
fisica nei confronti di Antonina, Ciajkovskij tentò il suicidio, ma poi, spinto
dal fratello, che lo aveva trovato in uno stato prossimo al delirio, andò a
curarsi in Svizzera; la moglie, invece, venne internata in un manicomio. Da
questa drammatica esperienza uscì la Quarta sinfonia, nella quale Ciajkovskij
esprime in maniera ampia e potente il proprio dissidio interiore, di cui fu
sempre al corrente Nadezda che riuscì sempre a sostenerlo nei momenti più cupi.
Nel 1878 Ciajkovskij rassegnò le dimissioni dal Conservatorio, e negli anni
seguenti, grazie alla relativa sicurezza economica della von Meck, trascorse
molto tempo all'estero; tornerà a Mosca o a San Pietroburgo solamente per
sbrigare questioni familiari o sulla sua attività da musicista. La terribile
esperienza del matrimonio ha prodotto però una sorta di frattura nella
personalità di Ciajkovskij: venne ad interrompersi quella felice sintesi fra
intelligenza creativa ed emotività, fatta di sensazioni gioiose e struggenti,
che aveva caratterizzato le migliori opere giovanili; i lavori successivi,
infatti, sono per la maggior parte meri esercizi formali. I più significativi
lavori di questa fase di "stasi creativa" sono comunque il Concerto
per violino, le prime tre Suites per orchestra, la Sonata per pianoforte,
iniziata contemporaneamente al Concerto per violino, la Serenata per archi
(1880). Il fallimento della Pulzella d'Orléans (1879) venne riscattato dal
successo, dovuto ad un parziale ritorno alla musica nazionale, di un'altra
opera, la Mazeppa. Sempre su ispirazione nazionalistica, abbiamo la creazione
nel 1880 dell'Ouverture solennelle 1812; alla fine dello stesso anno, quasi in
contrasto con l'ouverture, che esaltava la vittoria russa su Napoleone, viene
composto il Capriccio Italiano, frutto dei sentimenti nati nel musicista
durante il viaggio in Italia. Una citazione a parte se la merita la
composizione corale Liturgia di S. Giovanni Crisosotomo, composta nel 1878. In
Russia l'esecuzione della musica sacra era monopolizzata e controllata dalla
Cappella Reale: Ciajkovskij si era avventurato in questo campo
"proibito" per uscirne soltanto dopo una faticosa battaglia legale
verso la stessa Cappella, riuscendo a spezzare i limiti da essa imposti e a far
eseguire la sua opera. Per la Mazeppa, Ciajkovskij ottenne dallo zar
un'importante onorificenza, che rappresentò una sorta di riabilitazione nella
società russa: dopo lo scandalo del suo matrimonio, infatti, Ciajkovskij aveva
preferito allontanarsi dalla Russia. Da allora il successo in patria e all'estero
continuò a crescere, e il compositore ritrovò quella fiducia in se stesso che
aveva perduto negli anni della "crisi"; la sua posizione sociale si
consolidò, e gli permise di acquistare una casa a Maidanova, presso Mosca, dove
trascorse il rimanente della propria esistenza. Tra il 1884 e il 1887 produsse
opere di notevole interesse, come la Terza Suite, la sinfonia Manfred e l'opera
La Maliarda. Dopo le prime 4 repliche della Maliarda, Ciajkovskij partì per una
tournée come direttore d'orchestra in Europa. In Germania, dove fu accolto
trionfalmente, egli incontrò Brahms e Grieg e riallacciò i rapporti con Désirée
Artôt. Il compositore nutrì scarsa considerazione per la musica di Brahms e si
sentiva a disagio in sua compagnia, sebbene Brahms facesse ogni sforzo
possibile per mostrarsi affidabile. Diresse concerti anche in Francia e in
Inghilterra. Rientrato in Russia nell'aprile 1888 egli ben presto intraprese la
composizione della Quinta Sinfonia; prima di terminarla iniziò anche la
mirabile ouverture fantasia Amleto.
Durante l'ultimo periodo della sua vita, Ciajkovskij giunse ad concentrare le proprie energie creative sulle opere destinate al teatro; il balletto La bella addormentata, terminato nel settembre 1889, è uno dei suoi capolavori. La successiva composizione, La dama di picche, fu composta durante una visita a Firenze all'inizio del 1890. Nell'ottobre dello stesso anno, però, la von Meck gli scrisse improvvisamente che aveva fatto bancarotta e che non avrebbe più potuto versagli l'annuale vitalizio. Egli non aveva più bisogno del suo aiuto finanziario, ma rimase profondamente colpito quando apprese che ella non era affatto incorsa in un fallimento, e che semplicemente non aveva più intenzione di rispondere alle sue lettere. Sulla scena internazionale i riconoscimenti crescevano con passi da gigante. Nella primavera 1891 Ciajkovskij attraversò gli Stati Uniti festeggiato ovunque; la sua visita fu però funestata dalla triste notizia della morte della cara sorella Sasa: egli ne giunse a conoscenza casualmente, durante la lettura di un giornale. Venne quindi eletto membro corrispondente dell'Académie Française e nel 1893 ricevette dall'Università di Cambridge la laurea in musica honoris causa. Ovunque le sue tournées, durante le quali egli diresse le proprie musiche, si rivelarono un grande successo personale. Questo contrasto tra il crescente successo esteriore e la sempre più profonda amarezza interiore, si riflette, secondo alcuni critici (che non approvo), nelle ultime musiche: il rutilante balletto Lo Schiaccianoci contiene alcuni fra i brani più gioiosi di Ciajkovskij, tuttavia la sostanza della musica è scarsa, talvolta banale, e questo balletto, come l'ultima opera Iolanda, non è fra le cose migliori di Ciajkovskij Ma fu nella sua sesta ed ultima sinfonia, la Patetica, che Ciajkovskij mostrò la sua vera essenza degli ultimi anni: un violento arcobaleno di sentimenti interiori, di drammi e di sofferenze, ma anche di gioia e passione. La Sesta Sinfonia fu ascoltata per la prima volta il 28 ottobre 1893: nove giorni dopo Ciajkovskij moriva. Si cercò di far passare la sua morte come conseguenza del colera, ma in seguito non vi fu più alcun dubbio che Ciajkovskij si era ucciso. La sua grande fama in patria gli meritò le esequie funebri nella Cattedrale di Kazan a S. Pietroburgo, che per la prima volta riservò questo onore ad un personaggio non nobile. Sessantamila persone richiesero i biglietti per seguire le esequie.
ritratto del compositore con la
moglie Basilea
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