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CHI SIAMO - la storia della diversità umana

sociologia
















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F 929f56j 929f56j 929f56j   De Nucci Laura   125309

F 929f56j 929f56j 929f56j    Fortunato Serena 124474

F 929f56j 929f56j 929f56j    La Pietra Manuela 124430

F 929f56j 929f56j 929f56j    Quici Romina    124752

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F 929f56j 929f56j 929f56j    Sollazzo Elisabetta    124142

F 929f56j 929f56j 929f56j    Tomaiello Carmelina    124118



929f56j   Pag 4 Introduzione che cos'è la sociologia

929f56j 929f56j    Pag 5 Prefazione un uomo è un uomo

929f56j 929f56j 929f56j Pag 6 Una galleria di antenati

Nel 1868 in Francia, comparvero i resti di altri uomini. Anch'essi hanno preso nome dalla località dove furono scoperti, Cro-Magnon. Tutti gli uomini viventi appartengono alla stessa specie, Homo sapiens.

Distinguiamo almeno tre specie nel genere Homo: Homo habilis, il primo e il più vecchio; poi Homo erectus, che troviamo dai due milioni fino a circa mezzo milione di anni fa; infine Homo sapiens, che siamo noi.

929f56j 929f56j    Pag 11 L'evoluzione dell'uomo


A contraddistinguere le due diverse "specie" umane quale sono appunto il Neandertal e il Sapiens, ci sono alcune differenze sostanziali di tipo biologico e culturale. Evoluzione umana è possibile ricostruirla dando peso alla ricerca dei gruppi sanguigni da cui si ricavano ipotesi come la deriva genetica e la selezione naturale.

929f56j 929f56j    Pag 16 L'agricoltura


L'inizio delle attività agricola è collegata al neolitico o età della pietra nuova perchè nascono i primi strumenti di pietra che servivano per l'agricoltura e non solo alla caccia,

il neolitico nasce intorno a 10000 anni fà.


929f56j 929f56j    Pag 20 I pigmei e il più antico stile di vita.


I pigmei, piccoli uomini, cacciavano grandi animali, di questo l'autore si meravigliava. I pigmei non ometteranno mai di cacciare. Prima dell'agricoltura si viveva di caccia e raccolta soprattutto di pesca, che nel Pacifico era facilissima. Gli Indiani d'America erano in prevalenza cacciatori-raccoglitori e vivevano di caccia al bufalo. In Australia, vivevano in "bande di caccia", sicuramente in numerosità inferiore rispetto alle tribù; le bande tendono ad essere endogame, cioè i matrimoni si svolgono nella stessa tribù. Invece i pigmei, dicono di sposarsi lontani per poter allargare il territorio da coltivare.





929f56j 929f56j 929f56j Pag 24 La torre di Babele


Qualunque sia l'origine di una persona essa può imparare qualisiasi lingua purchè le venga insegnata nei primi anni di vita.


929f56j 929f56j 929f56j Pag 26 Eredità culturale, eredità genetica

Tra i diversi popoli esistono differenze abissali, sia come tradizioni e stili di vita, ma anche e soprattutto a livello cultulare.

Nell'uomo vi sono dei periodi, cosiddetti "critici" in cui vi è una maggiore sensibilità a certe influenze, soprattutto quelle dei genitori, e questo accade nella giovane età.


929f56j 929f56j 929f56j Pag 29 La teoria dell'evoluzione

E' compito della selezione naturale scegliere, favorendo le trasformazioni vantaggiose ed eliminando quelle svantaggiose, permettendo così alle popolazioni un adeguamento alle nuove condizioni di vita che il loro ambiente presenta. L'umanità, insediandosi in diverse regioni del pianeta, è andata via via differenziandosi nel corso del tempo, per adattarsi alle specifiche condizioni ambientali.


929f56j 929f56j 929f56j   Pag 34 Il razzismo

Per comprendere il razzismo bisogna innanzi tutto far luce sul significato di razza. Il termine può far riferimento ad una nazione, ad un popolo o solo ad un gruppo etnico. I razzisti si preoccupano sopra ogni cosa della "purezza della razza".












Il termine sociologia fu introdotto nel 1938 dal francese Auguste Comte, per indicare lo studio dei fenomeni sociali. Il neologismo "sociologia" ha origine dal latino e dal greco che stanno a significare "discorso intorno al sociale, intorno alla società. La sociologia quindi è una scienza che si basa sullo studio della società, dei fenomeni sociali. Come le altre discipline, anche la sociologia utilizza dei propri metodi e tecniche per comprendere la struttura della società, dei gruppi sociali e delle relazioni che intercorrono tra essi. L'oggetto di questa scienza è l'uomo ed il suo comportamento. Rispetto ad altre discipline che studiano l'essere umano, la sociologia si differenzia da esse in quanto pone l'accento sui comportamenti e di come questi influenzano, o sono influenzati dal contesto in cui nascono. Sotto questo punto di vista ci sono pareri contrastanti. Alcuni sociologi sono del parere che i comportamenti degli individui sono influenzati dal contesto in cui vivono (macro-sociologia). Altri, invece, credono che siano gli individui a creare e a determinare strutture sociali,prodotte in base ad un libero comportamento (micro-sociologia). La sociologia, in quanto scienza, fa uso di metodi scientifici, e si occupa solo di fenomeni del mondo reale. La scienza si caratterizza come conoscenza:


§ 929f56j 929f56j empirica; che ha a che fare con tutto ciò che è reale.

§ 929f56j 929f56j Sistematica; lo studio si basa mediante l'applicazione di procedure.

§ 929f56j 929f56j Suscettibile di controllo empirico; in modo da poter essere sottoposta a critiche e al confronto.

§ 929f56j 929f56j Pubblica; deve essere accessibile alla comunità.


La sociologia è nata durante la rivoluzione industriale .Non è un caso, dato che in questo periodo ci furono trasformazioni sociali radicali sia sotto il punto di vista lavorativo,urbanistico, relazionale tra gli individui, che sotto il profilo delle scoperte scientifiche.






PREFAZIONE

UN UOMO UN UOMO

Zo we Zo : in una lingua dell' Africa centrale, significa "un uomo è un uomo". Una persona è una persona: ciascun essere umano ha uguale dignità. Questa è una verità antica, ma offuscata da tante cattiverie, per la quale non si è ancora trovata una soluzione e probabilmente non si troverà mai. L' autore,Francesco Cavalli-Sforza racconta che questo libro è frutto di suo padre, che ha dedicato la sua vita alla ricerca sull' evoluzione delle popolazioni umane. Luca, il padre, ha deciso di traversare il deserto del Sahara per poi raggiungere i pigmei nelle foresta equatoriale, ma il figlio ha preferito non andare, nonostante sia sempre stato affascinato dalla storia. Giova ricordare che ciò che ci rende simili è preponderante da ciò che ci rende dissimili. Il colore della pelle e la forma del corpo, la lingua e la cultura; queste diversità che testimoniano la nostra capacità di far fronte al cambiamento, è la migliore garanzia per il futuro della specie umana.

















UNA GALLERIA DI ANTENATI



Nel primo Seicento James Ussher, determina con scrupolo la data della creazione del mondo nel 4004 a.C., basandosi sulla Bibbia.

Si riteneva che Dio avesse creato l'uomo poco tempo prima dell'inizio della storia, a circa 5000 anni fa, con i primi documenti scritti sumeri ed egiziani.

La paleontologia, lo studio dei fossili e delle antiche forme di vita, è più antica. Erodoto, il greco "padre della storia", ci parla di conchiglie ritrovate sui monti d'Egitto e le cita a dimostrazione che parte dell'Egitto era anticamente occupata dal mare.

Alcuni reperti fossili umani erano stati rinvenuti già al principio dell'Ottocento, ma è solo con la scoperta del primo Neandertal, nel 1856, che il mondo ha cominciato a rendersi conto che potevano essere esistiti in tempi antichi uomini diversi da noi.

Il ritrovamento avvenne per caso all'interno di una caverna dove furono ritrovate delle ossa.

Le ossa mostravano uno spessore e una robustezza inconsueta nelle ossa umane. C'era poi un cranio schiacciato, sprofondato rispetto alla faccia, con arcate sopracciliari molto pronunziate, enormi.

Rudolf Virchow, patologo e antropologo tedesco, interpretò le ossa di Neandertal come il risultato di una malattia subita dall'uomo cui erano appartenute in vita.
















Ci volle un po' di tempo perché si accettasse l'idea che si trattava delle ossa di un uomo primitivo; influenzò al riguardo i suoi contemporanei, portando avanti l'idea dell'evoluzione dell'uomo e delle scimmie a partire da antenati comuni. Thomas Hunkley era amico e sostenitore di Charles Darwin, il più grande studioso dell'evoluzione. Darwin sosteneva che organismi animali e vegetali cambiano con il tempo e le innumerevoli specie, generi e famiglie di organismi, ciascuno nell'ambito della propria classe o gruppo, discendono tutti da antenati comuni e sono andati tutti incontro a modificazione nel corso delle generazioni.

Egli fu più prudente nel parlare dell'origine comune di uomini e scimmie, per timore che un intervento in forze delle chiese cristiane potesse sotterrare la teoria dell'evoluzione prima che avesse il tempo di diffondersi.

Nei decenni successivi vennero alla luce molti altri esempi di uomini di Neandertal, somiglianti al precedente, e confermarono che era esistito un essere diverso da noi abbastanza simile a noi da doverlo considerare un uomo.

Nel 1868 in Francia, comparvero i resti di altri uomini. Anch'essi hanno preso nome dalla località dove furono scoperti, Cro-Magnon.

Le principali scoperte di resti umani sono avvenuti in Africa. Nel 1924 Raymond Dart,professore di anatomia trova in Sudafrica i primi australopitechi. Il nome austrolopiteco significa scimmia dell'emisfero australe.










Gli austrolopitechi sono vissuti a partire da 4 milione da anni fa. Il più famoso è stato battezzato Lucy, è una femmina ed è stata scoperta nel 1974 in Africa orientale, in un deserto dell'Etiopia tra Addis Abeba e Gibuti.

Il nome scientifico, Austrolopithecus afarensis, attribuito ai simili di Lucy, indica che provengono dal territorio degli Afar.

Nel Settecento è stata introdotta, dallo svedese Linneo, la nomenclatura consueta. Un organismo vivente è contrassegnato da due nomi latini: il primo è il nome del genere, cioè di un gruppo di specie affini, il secondo è il nome della specie, che viene definita come l'insieme degli individui capaci di dare origine a figli che possano avere prole feconda.

Tutti gli uomini viventi appartengono alla stessa specie, Homo sapiens.

Non sono più proto-scimmie e non sono ancora uomini; di questi sono state denominate almeno cinque specie: afarensis, africanus, robustus, aethiopicus, boisei.

Distinguiamo almeno tre specie nel genere Homo: Homo habilis, il primo e il più vecchio; poi Homo erectus, che troviamo dai due milioni fino a circa mezzo milione di anni fa; infine Homo sapiens, che siamo noi.

In realtà non sappiamo con certezza se Homo habilis e Homo erectus siano davvero appartenuti a specie diverse da Homo sapiens.

Gli austrolopitechi presentavano una scatola cranica decisamente piccola rispetto alla faccia e avevano presumibilmente un aspetto scimmiesco; è molto importante il fatto che essi avessero la stazione eretta.










Ciò che ci porta ad individuare invece, Homo habilis come il capostipite della nostra specie, è l'aumento delle dimensioni del cranio, la comparsa di strumenti di pietra lavorata e cammina eretto anche se continua a essere molto piccolo con braccia lunghe come quelle di Lucy.

Homo habilis sta a significare "operaio, abile, tuttofare", con riferimento alla sua capacità di usare strumenti. Questi erano assai grezzi, molti sono schegge, che venivano usate come raschiatoi, o pietre più grosse usate come scuri. Insieme alle pietre si trovano anche ossa di animali, usati come strumenti che servivano a staccare la carne dalle ossa e a romperle per mangiarne il midollo.

Il tipo umano immediatamente successivo è stato battezzato Homo erectus.

Il passaggio da Homo habilis a Homo erectus è contrassegnato dall'aumento di volume del cervello, che continua a crescere e passa da una media di 630 a poco più di 1000cc, mentre gli strumenti continuano a divenire più numerosi, specializzati e perfezionati; come le scuri a due frecce che in seguito non cambieranno molto nel tempo.

I primi reperti della nostra specie sono datati fra i 500.000 e i 300.000 anni fa.

A partire da circa 300.000 anni fa si trova in Europa un tipo di Homo sapiens arcaico diverso da quello africano o cinese: lo si designa come la sottospecie Homo sapiens neanderthalensis. L'uomo di Neandertal trova così posto verso la fine della nostra galleria degli antenati. Intorno ai 60.000 anni fa lo si ritrova anche al di fuori d'Europa, in Medio Oriente.









Circa 35.000 anni fa scompare. Archeologi e paleoantropologi sono divisi in due partiti: quelli secondo i quali Neandertal si è estinto, e quelli che ritengono che Neandertal si sia trasformato nell'uomo moderno europeo.

Negli ultimi 100.000 anni poi compare l'uomo moderno, cioè indistinguibile da noi, l'unico che sopravviva oggi, che è stato battezzato Homo sapiens sapiens.

Porta cambiamenti importanti, compare un linguaggio più avanzato e gli strumenti di pietra vanno incontro a modificazione significative. Verso la fine del periodo del sapiens arcaico comincia un nuovo metodo di fabbricazione degli strumenti, che fa uso soprattutto di schegge di forme molto diverse, lavorate a scaglie e continuamente ritoccate nel corso del tempo per migliorarne l'efficienza. La nuova tecnica prende il nome di «musteriana», dal nome della grotta francese di Le Moustier, vicino a Cro-Magnon. Il musteriano scompare insieme con Neandertal.


















L'EVOLUZIONE DELL'UOMO



Secondo l'autore del testo,l'evoluzione dell'uomo deve essere analizzata sotto due diversi punti di vista, uno archeologico e uno biologico.Secondo il punto di vista archeologico che fa riferimento ai resti fossili ritrovati in diverse parti del mondo e datati facendo uso di due metodi di datazione di recente invenzione quali la TERMOLUMINESCENZA che serve in particolare per materiale che è stato esposto ad alte temperature al tempo di cui si cerca di stabilire la data e l'altro metodo,molto simile a questo descritto,che è l'ELECTON SPIN RESONANCE;nel corso del tempo,si sono susseguite diverse "specie"di uomini. A partire da 300.000 anni fa quando vari tipi di homo sapiens arcaico abitavano in diverse parti del mondo,a 200.000/100.000anni fa quando iniziano a scomparire le parti più primitive della fisionomia e si assiste ad una notevole evoluzione degli strumenti dando origine a:200.000 anni fa la comparsa dell'uomo di Neandertal in Europa e 100.000 anni fa all'homo sapiens (uomo moderno) in Africa,in Israele e poi nei 60.000/70.000 anni successivi raggiunge ogni angolo del mondo dando prova di sapersi adattare agli ambienti più diversi e uno spiccato senso dell'avventura.














60000 anni fa arriva in Cina, Nuova Guinea, Australia mentre il Neandertal era in quello stesso periodo, in Medio Oriente ove però non vi è traccia contemporanea dell'uomo moderno; 40000/35000 anni fa è arriva in Europa, prima in Francia e poi altrove ed infine si spinge verso l'Asia, la Siberia e 15000 anni fa nelle Americhe.

Secondo alcuni studiosi il fatto che in Africa si fosse sviluppato un tipo di "sapiens" arcaico che sembrava un po' più simile di Neandertal, all'uomo moderno, pone questa al centro dell'origine e dell'evoluzione dell'uomo moderno; mentre per altri è la Cina, dove i reperti di homo Erectus sarebbero somiglianti ai cinesi odierni, ad ipotizzare che l'uomo moderno non si sia sviluppato in una zona particolare ma su un'area vastissima, il mondo intero. A contraddistinguere le due diverse "specie" umane quale sono appunto il Neandertal e il Sapiens, sono alcune differenze sostanziali di tipo sia biologico che culturale. Per quanto riguarda il punto di vista culturale, una prima differenza riguarda lo strumentario ossia le tecniche utilizzate dalle due specie per costruire utensili e oggetti vari. L'altra differenza di carattere culturale, riguarda l'interesse artistico. L'uomo moderno rivela a differenza dell'uomo di Neandertal, un enorme interesse per l'arte tant'è che si scoprono ovunque graffiti e dipinti sulla roccia; oltre alle pitture rupestri si trovano rocce scolpite, statuette in pietra e oggetti personali come collane e altri ornamenti realizzati con denti di animali, conchiglie, avorio, ossa, pietre morbide eseguite con tecniche elaborate.












Un'innovazione importante riguarda l'uso dell'arco; l'uomo di Neandertal era un cacciatore e nomade mentre l'homo sapiens oltre ad essere cacciatore era anche un ottimo pescatore e come il Neandertal viveva in caverne che però non abbandonava mai in quanto sedentario, ma modificava per renderle più abitabili e per vivervi a lungo e costruiva anche tende e capanne. A differenza del Neandertal fabbricava vestiti di pelle e di pelliccia e inventa l'ago per cucirli. Secondo il punto di vista biologico che fa riferimento propriamente all'evoluzione biologica, 19000 anni fa in una singola donna l' "EVA AFRICANA" è avvenuta la prima mutazione nel DNA mitocondriale per cui una sua figlia è risultata diversa dagli altri.

L'"Eva Africana" per cui indica l'idea che ci sia stata un'unica progenitrice per la nostra specie e che questa abbia trasmesso i propri mitocondri ai figli dal momento che solo la madre può farlo. Il mitocondrio è un piccolo organo cellulare che ha una propria indipendenza dal resto della cellula ed è provvisto di un suo cromosoma contenente, come tutti gli altri, DNA. Il DNA è sede dell'informazione genetica ed è per questo la struttura portante dell'ereditarietà grazie alla quale i caratteri genetici si trasmettono da genitori a figli. I cromosomi di cui è composto il DNA sono uguali in tutte le cellule e sono caratteristici di quell'individuo particolare e dalll'ordine in cui sono disposti i nucleotidi nei cromosomi dipenderà il fenotipo. Ogni mitocondrio contiene uno o più filamenti di DNA e ogni cromosoma mitocondriale serve per fare altri mitocondri secondo un certo ordine.









Vi sono casi in cui però, nel DNA mitocondriale avvengono delle mutazioni e ciò comporta il fatto che uno o più nucleotidi viene sostituito da altri per cui da quel momento in avanti i discendenti di una stessa madre avranno quel filamento di DNA nella forma mutata.

Ecco quindi spiegato il mistero dell' "Eva Africana" in cui verificatasi la mutazione trasmessa ad una figlia i discendenti di quest'ultima furono diversi tra loro e migrarono in diverse zone del mondo.

Secondo Fisher l'evoluzione umana è possibile ricostruirla dando peso alla ricerca dei gruppi sanguigni da cui si ricavano ipotesi come la deriva genetica e la selezione naturale. Studiando le trasfusioni si era potuto ricavare l'unica variazione genetica che fa appunto riferimento ai gruppi sanguigni.

Questi sono i gruppi delle persone che possono scambiare sangue tra di loro senza reazioni avverse e il motivo per cui non è possibile scambiare sangue liberamente tra individui diversi è che l'organismo reagisce in modo molto specifico all'introduzione di sostanze eterogenee, fabbricando anticorpi che ne favoriscono l'eliminazione. Esistono 4 tipi diversi di gruppi sanguigni: 0, A, B, AB. 0 è detto dei donatori universali poiché individui di questo gruppo possono donare sangue a chiunque, mentre AB0 e Rh sono i più importanti gruppi poiché entrambi essenziali per le trasfusioni. L'esistenza di individui di gruppo Rh fu osservata nei baschi e da qui l'ipotesi che il punto di partenza dell'evoluzione umana sia avvenuta in Asia mentre, la presenza di gruppi AB0 negli indiani d'America e la totale assenza di AB su quasi tutto il resto del continente, ha spinto ad ipotizzare che se ai fondatori di una specie manca un particolare tipo genetico questo poi non si forma più a meno che non arrivi poi per mutazione genetica,









nuove migrazioni o perché comunque la selezione naturale avesse fatto sparire gli altri gruppi sanguigni poiché solo il gruppo 0 si era rivelato più resistente a certe malattie. Utilizzando un metodo d'analisi di ricostruzione degli alberi genetici basato sul principio detto di "minima evoluzione" è stato possibile ricostruire il nostro passato. Parecchi geni mostravano pochissime differenze tra popolazioni; ve ne erano alcuni che avevano una frequenza costante dappertutto cioè erano presenti nelle stesse proporzioni in tutte le popolazioni del mondo, altri invece variavano maggiormente da un popolo all'altro. Per ricostruire la storia dell'umanità è stato necessario fare una media dei dati dei geni, trovare un valore unico che tiene conto di tutti i geni disponibili e che è detto "distanza genetica".

Anche le informazioni riguardanti l'aspetto esterno del corpo e le misure antropometriche possono essere utili alla ricostruzione del nostro passato ma solo in maniera molto limitata in quanto queste sono in parte determinate dall'eredità e in parte da fattori ambientali. Ciò che è importante per lo studio dell'evoluzione sono i così detti "marcatori genetici" ossia tutti quei geni che mostrano le differenze tra gli individui e quindi servono per marcare le popolazioni attraverso il materiale ereditario. Questo metodo rafforza l'ipotesi che l'uomo moderno abbia avuto origine in Africa

















L'AGRICOLTURA



Sono stati necessari 10.000 anni affinché l'uomo passasse da un'economia di caccia e raccolta alla produzione diretta del cibo. Infatti fino ad allora l'uomo viveva di ciò che trovava in natura.

Gli studi della rivoluzione agricola sono nati fondamentalmente dal tentativo di stabilire una connessione tra genetica e archeologia, tutto nacque quando si noto con gran stupore che costruzioni preistoriche in pietra molto simili tra loro erano collocate in siti a migliaia di chilometri di distanza, non solo nel mediterraneo ma anche ma in una fascia che si estende dall'oceano atlantico all'India e fin quasi al Giappone.

Ciò fa pensare che tali costruzioni siano state innalzate da un unico popolo di colonizzatori chiamati che chiameremo "Megalitici".

Sull'origini di quest'ultimi ci sono svariate ipotesi ma la più appropriata colloca la loro nascita in Francia, Spagna e Gran Bretagna, infatti e li che sono stati trovati i più celebre e antiche costruzioni (es. Stonage).

Anche l'Italia possiede antiche costruzioni situate sia in Sardegna che in Puglia, nella prima si trovano i nuraghi enormi costruzioni in blocchi di pietra a secco, possono essere definite delle vere e proprie torri che probabilmente servivano da fortezza e abitazione.












Vennero costruite a partire da 3800 anni fa per circa 1000 anni.

In Puglia nonostante siano esistiti numerosi costruzioni preistoriche chiamate specchie, ma molto simili ai nuraghi oggi si hanno solo dei resti in mucchi di sassi in quanto distrutte.

Tornando ai megalitici e cercando di ti trovare un contatto tra archeologia e popoli basandosi su queste similitudini, si pensò di confrontare geneticamente i residenti originari che abitano le diverse zone dove sono state trovate le costruzioni preistoriche, con lo scopo di individuare caratteristiche genetiche e somiglianze dei popoli che hanno costruito questi monumenti. Il tentativo, però di realizzare una connessione tra archeologia e genetica fu un vero fallimento in quanto come si poteva dedurre non c'era nessuna assomiglianza tra sardi e pugliesi e neppure tra le popolazioni che abitano da sempre i siti dove le costruzioni preistoriche abbondano.

Per questo l'altra strada che può essere percorsa per poter spiegare la similitudine delle costruzioni preistoriche è quella di dare la responsabilità di tutto ciò ad un unica popolazione che arrivata in queste regioni riusciva con le buone o con le cattive a farsi aiutare nella costruzione dei nuraghi o specchi che potevano avere più scopi, da quello religioso a quello militare da quello politico a quello astronomico...

Quindi i megalitici, più che coloni possono identificarsi come una sorta di diplomatici della preistorica di casta sacerdotale e non così numerosi da diffondere i propri geni.











Proprio dal fallimento di creare una connessione diretta tra genetica e archeologia si incomincio a studiare ed ad occuparsi del evoluzione dell'agricoltura che è la causa fondamentale del boom demografico.

L'inizio delle attività agricola è collegata al neolitico o età della pietra nuova perchè nascono i primi strumenti di pietra che servivano per l'agricoltura e non solo alla caccia, il neolitico nasce intorno a 10000 anni fa.

La zona dove si pensa sia nata l'agricoltura è il medio oriente o meglio dire la mezzaluna fertile cioè la zona che si trova tra il tigre e l'Eufrate dove si trovavano molte piante selvatiche di cereali.

Accanto alla coltivazione che ha consentito un controllo sulla qualità e quantità e ubicazione di cibo si affianca anche la prima forma di allevamento. Il primo beneficio della agricoltura è stato quello di poter nutrire un numero di persone più alto e di poter diventare sedentario quindi senza il problema di spostarsi con troppi figli e di non poter nutrirli.

L'espansione dell'agricoltura deve essere avvenuta perchè si è creata una forma di sovrappopolamento, quindi i figli dei primi contadini hanno dovuto cercare nuovi campi da coltivare, tanto il mondo era ancora interamente disponibile da colonizzare.

Infatti nel giro di 4000 anni i contadini arrivarono addirittura a toccare le coste della Gran Bretagna, quindi si pensa che i neolitici sapessero anche navigare anche perchè facevano un gran uso di ossidiana (materiale vulcanico) per costruire, infatti questo materiale e il precursore del primo commercio.










Un'altra regione dove si sono verificati gli stessi sviluppi è la Cina in particolare la zona vicino la vecchia capitale Xian dove degli scavi recenti hanno confermato un villaggio neolitico. In questa zona si onorava soprattutto la donna che era l'addetta alla raccolta, quindi era lei a conoscere le piante e a trarre il beneficio massimo dalla coltivazione.








































I PIGMEI E IL PIU' ANTICO STILE DI VITA





L' autore dice di non essere un cacciatore, ma trovatosi in Austria in una riserva di caccia, non ha resistito. Uccise un capriolo e fu costretto a seguire il rito antico che celebrava la morte dell'animale ; pensava che sarebbe stata la sua ultima battuta di caccia, ma qualche anno dopo iniziò una ricerca sui pigmei africani, i quali vivevano di caccia. I pigmei, piccoli uomini, cacciavano grandi animali, di questo l'autore si meravigliava. Per poter andare a caccia con i pigmei, era necessario che tutti i componenti della società fossero d'accordo, poiché essi non avevano un'autorità, ma una persona come punto di riferimento "IL CAPO". Si accampano nella foresta, le donne costruiscono le capanne e gli uomini posizionano le reti per catturare gli animali. La selvaggina doveva essere divisa tra tutte le persone che prendono parte alla battuta di caccia. I pigmei non ometteranno mai di cacciare. L'autore è un genetista e si è occupato soprattutto dell'evoluzione delle popolazioni umane. La GENETICA è la scienza che studia la generazione degli esseri viventi. Per oltre il 99% della sua storia, l'umanità è vissuta di caccia e raccolta; oggi gli unici a vivere di caccia sono i pigmei, ed è per questo che l'autore ha deciso di svolgere una ricerca che spiegasse l'evoluzione degli stessi con piccole quantità di sangue.












I pigmei sono nomadi o seminomadi, tribù composte da non più di 2000 persone, si dividono in bande, gruppi formati anche da 30 persone. I pigmei sono nudi, l'unico indumento era un CACHE-SEXE, un perizoma di corteccia d'albero e che essi dipingevano. Si sono specializzati in molte cose, tra cui preparare medicine con le erbe, veleni, ma la loro più grande competenza è l'etologia, lo studio dei comportamenti animali. I pigmei sono persone straordinarie, pacifiche e gentili, discutono, ma senza arrivare alle armi; c'è parità tra uomini e donne e provano un grande amore per i figli e i bambini in genere. Hanno una forte sensibilità anche verso gli anziani e i disabili. I pigmei non hanno una lingua propria, perché si spostano continuamente. La loro divinità è la foresta e ciò che conta per loro è il presente. Per loro la vita va rispettata, quando muore un uomo, lo bruciano e lo lasciano nella capanna, aspettando che si dissolva nel terreno. Il matrimonio ha un rito elaborato, per potersi sposare gli uomini dovevano saper cacciare, in modo da poter nutrire la famiglia. I pigmei amano molto danzare; essi sono gli uomini più bassi del mondo,la loro statura si aggira intorno a 143 cm per gli uomini e 137 per le donne. Si presuppone che siano aumentati di statura, ma non si ha la certezza.

Nelle foreste gli uomini sono piccoli per le temperature umide; essi si proteggono attraverso due meccanismi diversi:

· 929f56j     Se la statura è piccola, la superficie del corpo è più grande rispetto al volume del corpo e poiché il calore è prodotto nella massa del corpo   si disperde attraverso la superficie, se questa è relativamente più grande, perché siamo più piccoli, il calore si disperde più facilmente e l'azione di raffreddamento è più efficace. Quindi è conveniente essere piccoli.












· 929f56j     Un altro vantaggio della piccola statura e che si spende meno energia per muovere il proprio peso.

Inoltre hanno occhi lunghissimi e il naso più largo del mondo.

I pigmei lavorano la terra degli agricoltori per 4 o 6 mesi l'anno. Essi vengono pagati con alcool, tabacco, banane e manioca, una pianta che iniziarono a coltivare essi stessi, perché richiede pochissimo controllo e si sposa bene con altri alimenti. Prima dell'agricoltura si viveva di caccia e raccolta soprattutto di pesca, che nel Pacifico era facilissima. Si è notato che la nascita dell' agricoltura, ha provocato un' esplosione demografica. Gli Indiani d'America erano in prevalenza cacciatori-raccoglitori e vivevano di caccia al bufalo. I "pellegrini" inglesi, invece, si dovettero procurare granoturco e altri cibi dagli indiani, altrimenti con le loro provviste non sarebbero sopravissuti. Anche nell'America del sud, c'erano ancora cacciatori-raccoglitori, ma nel Centramerica e nelle Ande era già sviluppata l'agricoltura, mentre nell'estremo sud delle Ande e nella Terra del Fuoco, dove la zona era molto povera, l'agricoltura non era ancora arrivata. A giudicare dal numero di lingue esistenti si presuppone che ci siano ancora 5000 popolazioni umane.













Di cacciatori-raccoglitori sono rimasti solo alcuni pigmei e i khoisan in Africa e gli aborigeni australiani. Khoisan è il nome coniato per mettere khoi (gli ottentotti) e san (i boscimani), essi vivevano più o meno come i pigmei. In Australia, vivevano in "bande di caccia", sicuramente in numerosità inferiore rispetto alle tribù; le bande tendono ad essere endogame, cioè i matrimoni si svolgono nella stessa tribù. Invece i pigmei, dicono di sposarsi lontani per poter allargare il territorio da coltivare.

I cacciatori-raccoglitori esistenti ancora oggi, hanno costumi in comune tra loro, anche se vanno scomparendo, vivono sempre in gruppi piccoli, non hanno un'organizzazione gerarchica, vivono di rispetto reciproco. Di solito hanno un'etica avanzata, non sono affatto primitivi sul piano morale. Per i cacciatori-raccoglitori è importante il territorio di caccia, se un pigmeo viene sorpreso in un territorio non suo, deve pagare una multa, ma in natura. Tra i pigmei è assai diffusa una malattia dovuta a una spirocheta estremamente simile a quella sella sifilide, ma trasmessa a contatto della pelle; è guaribile con una siringa di penicillina.

Le ultime società di primitivi non hanno futuro. Si sono ridotti in gruppi di pochi individui e le economie industriali e monetarie stanno distruggendo il loro habitat naturale e il loro stile di vita. Un altro gruppo importante sono gli eschimesi, vivono in Canada e Alaska, campano grazie al sussidio sociale. Hanno sviluppato la scultura e hanno appreso da un artista canadese, John Huston, la tecnica dell'incisione. Il pigmeo va ancora a caccia e il suo futuro è la foresta, che man mano viene distrutta; anche la foresta Amazzonica in Brasile, somiglia molto alla foresta africana, i due territori una volta erano uniti, ma negli ultimi anni anche la foresta delle Amazzoni è stata distrutta, travolgendo le tribù indiane.



LA TORRE DI BABELE



La Bibbia dice che i babilonesi volevano costruire una città indistruttibile con una torre che puntava ai cieli ma questo progetto non piacque a Dio che lo impedì confondendo le lingue di tutta la terra.

Questa è una legenda ma possiamo constatare che le differense linquistiche tra un popolo ed un altro a volte sono enormi.

Anche se la Bibbia ci indica una periodo storico di cambiamento linquistico dobbiamo ammettere che le differenze tra le linque sono nate molto tempo prima.

Innanzitutto dobbiamo subito affermare che per attuare un cambiamento della lingua tra un popolo bastano solo 1000 anni, questo lo possiamo dire perchè 1500 anni fà in europa si parlava solo latino ora sia la Francia l'Italia che la Spagna hanno una lingua propria, oppure possiamo prendere d'esempio i vari dialetti che padroneggiano nelle nostre regioni, infatti non credo che un lombardo capirebbe bene un dialetto siculo. Nonostante l'enorme differenze tra le lingue alcuni fatti fondamentali ci portano ad un unità di base. Qualunque sia l'origine di una persona essa può imparare qualisiasi lingua purchè le venga insegnata nei primi anni di vita.

Ma come si differenziano le lingue? Esse o meglio direla lingua si differenzia in molti modi:

1nel suono (fonetica)

2 nei significati (semantica)

3 nella grammatica e sintassi


Passando da una lingua all'altra si assiste spesso a cambiamenti di significato, magari sottili ma tavolta importanti. L'italiano "moglie", che è ben distinto da "donna", viene dal latino "mulier" che significa donna o moglie.



In francese sia moglie che donna si dicono "femme", che proviene dal latino feomina, per donna. In inglese "wife" è la moglie, e della stessa radice viene "weib" che è moglie.

Quindi si può classificare le lingue in famiglie o in gruppi di appartenenza dalle quali spiccano anche se sottili e avvolte impercettibili molte similitudini.

L'uomo grande catalogatore si è avventato in questo arduo compito e ha scoperto che nel mondo esistono ben 5000 lingue che risultano raggruppate in 17 famiglie, quattro di esse si trovano in Africa, una in Austrialia, una in Nuova Guinea, tre in America, due in Europa e le altre in Asia, la loro distribuzione geografica nel mondo può essere messa in relazione con la storia della difusione dell'uomo moderno ed è in buono accordo con quanto abbiamo visto finor con le migrazioni e l'espanzioni.



















EREDITA' CULTURALE, EREDITA' GENETICA



Tra i diversi popoli esistono differenze abissali, sia come tradizioni e stili di vita, ma anche e soprattutto a livello cultulare. Tuttavia in alcuni Paesi Europei queste differenze sono eccezionalmente minime, in quanto l'Europa tende molto spesso a costruire un eredità culturale, con la quale trasmettere alla generazioni successive tutte quelle azioni conoscenze e comportamenti che la caratterizzano.

Per quanto riguarda l'ereditarietà genetica, invece, le leggi di Mendel spiegarono perchè una popolazione biologica resta sempre praticamente identica da una generazione all'altra, a meno che non intervengano mutazioni evolutive come selezione naturale e deriva genetica.

Nell'uomo vi sono dei periodi, cosiddetti "critici" in cui vi è una maggiore sensibilità a certe influenze, soprattutto quelle dei genitori, e questo accade nella giovane età. Questo tipo di trasmissione la chiamiamo verticale che è, appunto, quella che avviene dai genitori ai figli perchè segue la freccia del tempo e dell'età. La trasmissione orizzontale, invece, è simultanea, in cui età e generazioni non contano, ma viene semplicemente da una persona ad un'altra, ad esempio un insegnante che impartisce le sue conoscenze ad un allievo.

Nel corso degli anni ci sono stati degli studi per determinare un'analisi genetica dei caratteri di comportamento dell'uomo, ma questo è risultato piuttosto complicato, in quanto quest'ultimo è particolarmente influenzato da esperienze personali. L'unico carattere comportamentale che è stato misurato con cura è il famoso Quoziente Intellettivo. A questo proposito un docente della School of Education di Berkeley sostenne che la differenza di Q.I. tra bianchi e neri è in media di 15b punti a favore dei primi.








In realtà si dimostrò che tale differenza è dovuta dai diversi stili di vita: qualità delle scuole, ambiente sociale, condizioni economiche, educazione ricevuta dai genitori ecc..

Infatti mettendo a confronto i ragazzi bianchi con quelli neri che sono stati adottati subito dopo la nascita da buone famiglie, le differenze furono minime. Questo dimostra che non esiste alcuna differenza genetica, ma che la vera differenza è dovuta all'ambiente sociale di sviluppo.

In questi ultimi anni la popolazione sta aumentando notevolmente perchè un numero sempre maggiore di malattie genetiche può essere evitato attraverso ad esempio l'interruzione di gravidanza; infatti in questo modo vi è una sorta di selezione naturale in cui è necessario che alcuni muoiano là dove altri sopravvivono. Diverse religione considerano l'aborto come un delitto, ma in certi casi può essere un intervento necessario, benché doloroso. Nel 1883 Francis Galton, pioniere degli studi di genetica umana, introdusse il termine di "eugenica" per esprimere l'idea di migliorare il patrimonio genetico della specie umana. Esiste l'eugenica negativa e quella positiva. La prima è l'eliminazione dei difetti fisici e psichici attraverso varie tecniche come ad esempio l'aborto o la sterilizzazione degli individui portatori, quest'ultima però non è sempre efficace, in quanto esistono diversi tipi di malattie, recessive che si nascondono e vengono alla luce solo se due portatori sani si sposano ed hanno un figlio, e malattie dominanti che si manifestano nel portatore ma intorno ai 40 anni, età in cui, in genere, ci sono già stati dei figli.










L'eugenica positiva, invece, è l'idea di migliorare la specie umana attraverso unioni di persone selezionate per aumentare la frequenza di determinate qualità. Sembra ovvio che è desiderabile produrre individui buoni, belli, intelligenti, ma la realtà è che non sappiamo fino a che punto esista un controllo genetico di queste doti e come funziona. Per poter conoscere bene il genoma umano bisognerebbe immergersi in studi interminabili e costosissimi, e tutto questo per ogni singolo individuo, in quanto ognuno di noi ha un corredo genetico diverso.

A questo proposito un gruppo d'esperti è riuscito ad avviare un programma di ricerche nonostante piccoli problemi pratici, quali ad esempio la raccolta del sangue, in quanto quest'ultimo, per essere analizzato, deve essere appena prelevato, e ciò significa che i campioni devono essere portati in laboratorio al massimo entro due giorni dal prelievo.

Un altro aspetto interessante del programma è la sua multidisciplinarietà, infatti nel gruppo ogni collega si occupa di una disciplina diversa, e questo è indispensabile, in quanto vi è un continuo confronto tra i diversi membri, ma soprattutto diventa una stimolo in più ad avere nuovi interessi.   





















PERCHE' SIAMO DIVERSI ?

La teoria dell'evoluzione




La diversità fra individui può essere determinata da svariati fattori: tanto da modificazioni volontarie quanto da fattori biologici, cioè di carattere naturale. Le diversità di carattere naturale si originano durante la generazione dell'individuo .Quando le cellule sessuali, ovvero lo spermatozoo nell'uomo e la cellula uovo nella donna si sono incontrati, inizia il processo di trasmissione dei caratteri ereditari. Tale processo avviene per mezzo della duplicazione: il DNA della cellula madre viene copiato e le due versioni di DNA trasmesso alle due cellule figlie sono identiche a quello di partenza. Il DNA è appunto la sostanza chimica responsabile dell'ereditarietà.

Al momento della duplicazione possono avvenire delle mutazioni, e cioè che la sequenza dei nucleotidi che formano il DNA, cambi a causa di uno di essi.

La mutazione è solitamente un fenomeno abbastanza raro. La sua rarità è dovuta a dei meccanismi di controllo e di correzione delle copie di DNA appena fatte, per cui il margine d'errore è ridotto. Nel corso del tempo i mutamenti si accumulano. La mutazione non è però l'unico fattore a rendere gli individui e le popolazioni biologicamente diverse tra loro. Oltre alla mutazione vi sono infatti la selezione naturale e il caso.















Mutazione, selezione e caso sono strettamente collegati . Le mutazioni si possono poi suddividere in 3 grandi categorie: quelle che danneggiano l'individuo, perché ne modificano una funzione in modo sfavorevole; quelle che non hanno nessun effetto sulla funzione e quelle che migliorano il funzionamento dell'individuo nelle condizioni particolari in cui vive.

E' compito della selezione naturale scegliere, favorendo le trasformazioni vantaggiose ed eliminando quelle svantaggiose, permettendo così alle popolazioni un adeguamento alle nuove condizioni di vita che il loro ambiente presenta. Il colore della pelle può essere un esempio chiarificatore , in quanto ha un significato adattivo importante in relazione al clima e all'alimentazione : le popolazioni che abitano le zone calde hanno la pelle scura poiché in questo modo si proteggono dai raggi ultravioletti, che in questi luoghi sono più forti, ma il loro organismo non riesce a produrre la vitamina D, indispensabile contro il rachitismo, che viene però introdotta integrando nell'alimentazione la carne e il pesce. Al contrario, in Europa, specie nelle zone nordiche, dove i raggi solari sono meno potenti, gli abitanti hanno la pelle chiara e la loro alimentazione è basata in prevalenza sui cereali che non producono vitamina D, quindi la natura ha fornito loro una pelle in grado di assorbire una quantità sufficiente di raggi ultravioletti, necessari per combattere il rachitismo.












Da ciò si comprende che la selezione naturale garantisce la sopravvivenza del più adatto a sopravvivere in un certo luogo e in certe condizioni: clima, fonti d'alimentazione, resistenza a malattie sono i fattori più importanti. L'umanità, insediandosi in diverse regioni del pianeta, è andata via via differenziandosi nel corso del tempo, per adattarsi alle specifiche condizioni ambientali. In parte queste innovazioni sono state biologiche, cioè mutazioni particolari, introdotte dal caso e favorite dall'ambiente; ma accanto a questi cambiamenti biologici si sono avute importanti rinnovazioni culturali, dirette allo stesso scopo: il fuoco, l'uso di pellicce, di vestiti, di capanne calde. Oltre alla mutazione alla selezione naturale, c'è una terza componente molto importante nel determinare l'evoluzione.

Tecnicamente viene denominata <deriva genetica>, ma si può semplicemente chiamarla il "caso". Il caso gioca un ruolo fondamentale specie fra le popolazioni fatte di pochi individui, come nel caso degli abitanti delle isole o delle valli di montagna , dove villaggi sono piccoli e gli scambi migratori sono meno importanti. Si tratta di mutazioni avvenute in passato, che non sono state eliminate, ma hanno casualmente fortuna e sono aumentate di frequenza in singoli luoghi. La deriva genetica è dunque responsabile di tutte queste situazioni eccezionali, originate per l'effetto del caso, ma essa non è limitata alle malattie genetiche, bensì si estende a tutti i caratteri ereditari. Inoltre, c'è da dire che questo principio non vale solo per popolazioni isolate geograficamente,ma si estende a qualunque gruppo umano che si trovi in una condizione d'isolamento genetico. In pratica, la deriva genetica si può definire come <la fluttuazione casuale delle frequenze dei geni da una generazione all'altra>.







E' prevedibile in base a 2 dati demografici: il numero d'individui per popolazione e gli scambi migratori tra esse. Il cambiamento genetico più importante nella storia dell'uomo è stato l'aumento delle dimensioni e lo sviluppo di nuove funzioni del cervello,a partire da circa 3 milioni d'anni fa. Di certo non si è trattato solo di un fatto quantitativo,ci sono state anche variazioni qualitative:si è sviluppata ad esempio la parte del cervello destinata alla produzione e comprensione del linguaggio,che costituisce la più grande differenza fra l'uomo e gli animali. Altre mutazioni fondamentali hanno portato l'essere umano a sviluppare le capacità mentali,che hanno consentito la creazione di strumenti perfezionati,una caratteristica esclusiva della specie umana. Tale cambiamento è stato possibile grazie a mutazioni avvenute in precedenza,per cui l'uomo non camminava su 4 arti,ma bensì su 2 lasciando libere le mani per le nuove funzioni. Fra i fattori responsabili dell'evoluzione si suole annoverare anche la migrazione. Qualunque specie,quella umana compresa,è suddivisa in molte popolazioni che vivono distanti l'uno dall'altra.

Se l'isolamento tra 2 gruppi è completo,cioè non vi è migrazione d'individui da l'uno all'altro,i gruppi tendono a differenziarsi,e addirittura,se l'isolamento continua ad essere completo,si potrà arrivare a specie diverse. Di solito la migrazione avviene tra vicini con il risultato che i villaggi più prossimi sono geneticamente più simili fra di loro rispetto a quelli più lontani. Ma sussiste un altro tipo di migrazione: quando un gruppo intero cambia residenza e si stabilisce altrove,talora assai lontano.











Migrazioni simili sono frequenti in tempi critici,per fuggire carestie,disastri naturali, guerre o semplicemente la sovrappopolazione. Queste migrazioni dette di "massa" sono state numerose nella storia dell'umanità ed hanno permesso l'occupazione di nuove regioni e continenti. Tale tipologia di migrazioni porta quindi a scissioni ed ad un aumento della differenziazione tra gruppi, mentre la migrazione individuale fra vicini riduce la differenziazione.









































RAZZISMO



Differenze genetiche e culturali possono sfociare in razzismo. Per comprendere il razzismo bisogna innanzi tutto far luce sul significato di razza. La parola "razza" ,indica un complesso di individui che appartengono ad una stessa specie, che si distinguono per caratteri comuni trasmissibili ai discendenti. Il termine può far riferimento ad una nazione, ad un popolo o solo ad un gruppo etnico. La terra è suddivisa in molteplici razze, diventa difficile però, stabilirne il numero con esattezza. Spesso popolazioni vicine tra loro geograficamente presentano caratteri simili, che possono dipendere da tradizioni comuni, dal clima, o per essere stati colonizzati in passato dalle stesse civiltà. E' complicato per questo riuscire a definire i confini tra una razza e l'altra, anche a causa di secoli di migrazioni e di conseguenza ad una mescolanza tra popolazioni diverse. Le origini del razzismo sono dovute a molte cause, che in comune hanno, la non accettazione del "miscuglio" tra razze, in quanto comporta, per alcuni, la decadenza di una civiltà. I razzisti si preoccupano sopra ogni cosa della "purezza della razza". Questo erroneo ideale fu alla base dei purtroppo noti eventi dello sterminio degli ebrei, messo in atto da Hitler. La visione distorta della razza ebraica, era dovuta forse, alla loro compattezza culturale e al loro alto status nella società, che aveva provocato invidia in Hitler. Egli in quanto governatore della Germania, aveva lo scopo di portare il suo popolo al di sopra di tutti, e per arrivare a questo bisognava, quindi, segregare, far perdere la dignità ed annientare i suoi nemici.








Purtroppo non solo gli ebrei sono stati oggetto di discriminazioni. Alla fine dell'IX secolo e agli inizi del XX, furono molti gli emigranti italiani che partirono con le loro valige di cartone in cerca di un lavoro verso il "nuovo mondo" , ed anch'essi furono sottoposti a violenze d'ogni tipo. Nell'America degli anni '20 affiorarono dei programmi per il miglioramento genetico della specie umana, volti a ridurre la riproduzione degli essere "inferiori", cioè, degli immigrati considerati deficienti mentali. Questo in parte corrispondeva alla realtà, in quanto, tra gli emigrati del sud Italia si presentava un'alta percentuale d'analfabetismo. In Italia dal punto di vista genetico troviamo delle notevoli differenze tra nord e sud, dovute alle diverse civiltà che hanno colonizzato l'Italia nei secoli passati. La parte meridionale fu colonizzata da popolazioni greche, che influenzarono il linguaggio, e si conservano anche cognomi simili, secondo uno studio di G. Zei. Mentre nell'Italia settentrionale ci fu un influsso da parte di popolazioni celtiche provenienti dall'Europa del nord, che ne influenzarono (almeno fino all'arrivo dei romani) il linguaggio e la cultura. Allargando lo sguardo sull'Europa moderna, ci troviamo di fronte all'espansione politica ed economica di stati come l'Inghilterra, Francia e Spagna attraverso il colonialismo (in larga parte in Africa, Medio Oriente e America latina). Il fatto di appartenere ad uno stato sovrano, può portare a ritenersi superiori ai popoli sottomessi. L'origine del razzismo può dipendere da diversi fattori, e si manifesta in differenti forme. La forma di razzismo più diffusa è la xenofobia, vale a dire, la paura o l'odio per gli stranieri.










L'idea razzista in un individuo può affiorare in seguito alla sua affermazione nel gruppo sociale a cui appartiene. Il gruppo sociale rappresenta uno scudo, un appoggio, un sentirsi legati ad altri individui dalle stesse idee e da una stessa cultura. Durante la nostra vita prendiamo parte a più gruppi sociali. Dalla nascita il primo è rappresentato dalla famiglia. Con il passare degli anni il gruppo sociale è composto dagli amici, dalle diverse associazioni o gruppi di lavoro. Non sono questi gli unici elementi a far trasparire il razzismo, anche il pregiudizio può portare odio ed esclusione nei confronti di altre razze. Il razzismo è diffuso ovunque, per questo, per arginare il problema ci vorrebbe alla base, una maggiore educazione a livello scolastico e familiare sin dai primi anni di vita. In seguito, il Governo di ogni paese dovrebbe far fronte alla questione,intervenendo su diversi punti. In primis, dovrebbe assumere una rigida funzione di controllo rispetto ad azioni di tipo razziale e cercare di difendere e garantire la sicurezza delle fasce più deboli della società. Inoltre bisognerebbe trovare soluzioni per rallentare l'immigrazione, soprattutto nell'Unione Europea, che sembra offrire stili di vita agiati a coloro che arrivano dai paesi più poveri del Mondo. La Comunità Europea, non è in grado di fornire lavoro e case dignitose a migliaia di extracomunitari. Non è la migliore soluzione fare la parte degli altruisti ospitando migliaia di immigrati, senza dare nessuna garanzia e sicurezza. E' razionale dunque, limitare l'immigrazione e fare in modo che coloro che hanno trovato lavoro lontani da casa, dopo un periodo ritorni, con un bagaglio di conoscenze che possa permettergli di svolgere il proprio mestiere, nel paese d'origine. Per risolvere la questione c'è bisogno di una maggiore educazione, da parte della famiglia e delle istituzioni, che si basi sui principi di uguaglianza dei popoli, e lo stato contemporaneamente dovrebbe prevenire e "curare" questa "malattia sociale" attraverso politiche idonee.






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