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E. CASSIRER - Filosofia dell'illuminismo

filosofia



E. CASSIRER - Filosofia dell'illuminismo


Prefazione

l    Illuminismo dal p.d.v. storico ha unico centro dal quale si irradia sia verso passato che verso futuro (è molto attaccato idee precedenti che sviluppa - soprattutto chiarificazione processo universale filosofare);

l    Cassirer ne analizza anche forze interne (come si intuisce spirito filosofico - FENOMENOLOGIA) nell'illuminismo;

l    si percepisce filosofia come formatrice di conoscenza, non come forma di conoscenza (diventa costitutrice scienze umane e fisiche e non è più separata da essi);



l    rispetto al XVII secolo si supera idea di filosofia fatta di sistemi diversi per ogni autore, poiché illuminismo è movimento irriducibile a singole dottrine di singoli individui (ci si occupa di pochi grandi pensieri fondamentali)

l    merito maggiore illuminismo è scoperta autonomia RAGIONE (anche se vi è critica "romantica", ovvero illuminismo prende proprie misure e verità come assolute e uniche possibili).



I. Mentalità epoca illuminismo


l    Per D'Alembert Illuminismo è preceduto da 3 grandi fenomeni, ovvero XV sec. Rinascimento, XVI sec. riforma luterana, XVII sec. filosofia Cartesio;

l    egli crede che XVIII sec. sia secolo della filosofia, dove ogni idea è vista sotto nuova luce (ri-analizzata per conoscerne origine e meta, senza lasciarcisi trascinare);

l    in quest'epoca PENSIERO si allarga, si oggettivizza, ma si rivolge anche a sé per auto-conoscersi (progresso spirituale del pensiero che ora analizza anche se stesso);

l    la RAGIONE diviene punto focale, l'energia comune del movimento illuminista (se ne teorizza l'unità e l'immobilità nel tempo/spazio = ovunque, da sempre stessa Ragione negli uomini);

l    per Cassirer, XVII sec. ha grandi sistemi filosofici creati per deduzione (da generale a particolare), mentre illuminismo applica processo contrario (per induzione attraverso analisi - da fenomeno particolare e osservabile si elaborano teorie generali, i princìpi - ex. Newton);

l    D'Alembert - Condillac, si ergono contro dogmi creati dai concetti singoli che non si attengono ai fatti (Ragione a priori dei sistemi del XVII sec.), fatti che rappresentano, invece, l'unico materiale indagabile per illuminismo;

l    ma dai fatti si deve ricavare una formulazione intellettuale, come in natu 727e41h ra, così per il pensiero (non si parte da leggi eterne o innate, ma da scomposizione esatta dei fenomeni fin nelle minime parti, per poi ricostruire la legge che li unisce - è facoltà pensiero);

l    Ragione, dunque, serve per sciogliere e legare, struttura la realtà in modo coscienzioso e analitico;

l    anche se matematica è modello Ragione, essa non ne esaurisce il contenuto e si deve separare lo spirito matematico dallo spirito filosofico (altro discostamento da sistemi filosofici del precedente secolo);

l    fatto ciò, Ragione e sua analisi è estendibile anche all'essere sia psichico che sociale, poiché vi sono elementi fondamentali costanti anche nell'Uomo;

l    Condillac a proposito indaga Anima per vedere come riceve - combina - distingue i dati sensibili (egli riduce, in pratica, l'interiorità a leggi fisiche);

l    lo stesso spirito analitico si rivolge anche a Stato e società, viste come volontà generale composta da volontà individuali (questo già da Hobbes - idea del CONTRATTO SOCIALE);

l    Montesquieu - ricerca massima libertà possibile per individuo in società (essa si ricava quando ogni libertà personale è arginata da libertà opposta dell'altro individuo- equilibrio statico società);

l    metodo Ragione nell'illuminismo è identico dunque per analisi natura - mente - società = osservare - trovare fatti - scovarne le dipendenze - creare aggregati - chiuderli a sistema (da particolare a universale, possibile perché i fatti già racchiudono universale in sé);

l    Helvétius espone altro metodo che porta ad esasperazione Ragione, poiché analizzando etica uomo trova come fatto originario le "basse passioni", alla base di ogni alta morale (stesse basse passioni che società riesce solo a sublimare e non a eliminare;

l    questo metodo crea princìpi che sono relativamente validi, ovvero sono temporaneo punto di arresto che potrà essere abbandonato in seguito, se analisi porterà ad altri risultati (NO relativismo, NO scetticismo, solo non si vuole avere limiti per indagini).



l    struttura spirituale XVIII sec. è unione di sistema Cartesio (classica forma analisi) e sistema Leibniz, filosofi quasi opposti, ma che racchiudono le successive indagini degli illuministi;

l    vi è in Cartesio  e Leibniz una diversa concezione metafisica, dove il primo è dualista (res cogitans - res extensia / mente - corpo / intelletto - estensione) e il secondo unitarista (unità che però è corrisposta all'infinito);

l    mentre in Cartesio, come in Spinoza, ha forza il principio d'identità (cosa a valore in sé e per sé, visione del Tutto come meccanico, come somma di parti), in Leibniz ha successo il principio di continuità, dove vi è unità nella pluralità (per comprendere questo si deve tenere sott'occhio la sua gnoseologia, la sua spiegazione dell'origine della conoscenza, dove da Verità eterne discendono Verità contingenti non subordinate ad esse, ma anzi che le racchiudono e le motivano, dando così vita ad un Tutto organico che non è somma di parti ma precede le parti per renderle possibili - Monade);

l    da questo si ricava il "principio della Ragion sufficiente" di Leibniz, il quale afferma che i fatti si devono inserire in più ampio sistema motivando per ciascuno la continuità con gli altri fatti e per ciascuno risalire al principio universale che lo racchiude;

l    avanza, il Leibniz, definendo il concetto di Monade come Tutto dinamico, Monade che ha infinite manifestazioni e unico centro, Monade della quale si può dire che E', ma non cosa è, che racchiude ogni individualità, che la comprende e legittima;

l    l'Armonia si forma così, sempre per lui, poiché universale e individuale si spiegano a vicenda, l'uno riflesso dell'altro, l'uno riflesso nell'altro;

l    il XVIII sec. tuttavia ricava le idee di Leibniz solo per via indiretta, attraverso un suo seguace, Wolff, il quale però modifica le idee del maestro, che ritorna in tutta la sua forza solo nel sistema di Baumgarten (soprattutto per quanto riguarda scienze naturali e concetto leibniziano evoluzione specie =  specie hanno forza in sé che è già divenire e che si manifesta autonomamente nel tempo);

l    Voltaire critica Leibniz nel "Candido o l'ottimismo", ma riconosce ampio valore sue idee, così anche Diderot e D'Alembert.




II. Natura e conoscenza natura nel pensiero e filosofia illuministica


l    già a partire dal XVI e XVII sec. vi è rottura con antica concezione mondo = cosmo, ovvero si sorpassa l'idea che esso sia intuibile, finito, statico (ci si allarga verso infinito, si percepisce l'infinità dei mondi dove ciascuno non è che una fase transitoria del grande ed inesauribile procedere dell'universo);

l    eppure la forza dell'Uomo consiste nel potersi affermare di fronte all'infinito, trovare il suo profondo significato in esso (già da G. Bruno);

l    Cartesio, Spinoza e Leibniz partecipano a questo mutamento ontologico (percezione dell'essere), trovando nella Ragione l'unica possibile indagatrice delle leggi dell'infinito (per i primi due si opera una radicale distinzione tra sensi/intelletto, tra mondo sensibile/mondo intelligibile);

l    nel medioevo, invece, valore dell'essere era dato dalla maggiore o minore distanza che esso aveva dalla causa prima (perciò in ordine Dio - Anima - mondo, più vicino a Dio più valore aveva...);

l    per loro solo il sapere naturale, la conoscenza della natura, poteva appoggiarsi sulla Ragione dell'uomo, mentre il resto, la conoscenza del Regno di Grazia, era dato da Dio tramite RIVELAZIONE;

l    la Ragione aveva comunque la forza di avvicinare l'uomo alle leggi della natura, leggi divine tuttavia, passaggio che mostra come la Ragione doveva sottostare, asservire la Fede e i suoi dogmi;

l    nel XVI - XVII sec. cerca di eliminare l'antitesi tra creato e creatore, tra Dio e mondo, attraverso la concezione della Natura come creatrice anch'essa, partecipe dunque dell'azione divina (così come Dio non è più visto come causa movente esterna, ma come moto presente nel divenire del mondo);

l    così la parte si afferma nel tutto, la Natura in Dio, acquistando dignità (e le leggi matematiche servono apposta a questo scopo...);

l    scienziati in quei secoli si scontrano con ortodossia Chiesa, la quale critica il metodo scientifico di Galilei poiché ricerca le Verità nell'opera di Dio (mondo) e non nella sua Parola (Bibbia);

l    ma la parola è polisemantica, ha più significati e sensi, mentre la natura si rifà al piano generale dell'universo, fatto di leggi e sistemi, perciò il maggior valore lo ottiene il metodo galileiano;

l    Newton estende il metodo galileiano all'universo intero, al Tutto, con la teoria della gravitazione;

l    ora viene stabilito il rapporto tra natura e conoscenza umana, dove nella prima non è possibile trovare leggi soggettive, visto che per decifrarla si utilizzano categorie pure dell'intelletto;

l    esse (natura e conoscenza) sono altresì autonome tra loro, autonomia che viene garantita dal metodo d'indagine = osservazione - esperimento - calcolo - misurazione, e dal fatto che sono princìpi puri e immanenti (si svelano e si comprendono dalla loro stessa essenza senza bisogno di avere una parola rivelata da Dio per spiegarsi - la fine della dipendenza della Ragione dalla Fede...);

l    Royal Society - 1660 - Inghilterra, Académie des Sciences - 1666 - Francia (fondata da Colbert) = in questi centri si convogliano tutte le maggiori ricerche della fisica, fondate dal metodo rigoroso che tutto debba essere vagliato da prove empiriche prima di essere sostenuto e accettato;

l    XVIII sec. si spinge oltre e cerca di rendere autonome anche le scienze umane, "dello spirito", anche se prima si deve liberare del tutto le scienze naturali dalla fisica che la Bibbia suggerisce (vi sono difensori sacre scritture - Fabricius e Lesser - ma difesa si rompe di fronte alla nascita della geologia che rompe la brevità del tempo e dei cambiamenti climatici che la Bibbia suggerisce);

l    per qualcuno - Burnet - si deve intendere il tempo biblico come allegorico (non è vera durata che è descritta,  passaggi da intendere simbolicamente = è comunque verità oggettiva);

l    studiosi dell'evoluzione della Terra come Buffon preferiscono tacere sulla realtà del testo biblico, silenzio che è eloquente, vista la sua Fede di cristiano (Chiesa pian piano accetta impossibilità tempi descritti in sacre scritture...).



l    Cartesio indaga la natura come fenomeno fisico/geometrico, interessandosi alle categorie di tempo, spazio ed estensione (dalle leggi universali moto ricavare l'esatta espressione matematica che descriva il fenomeno causa/effetto nel mondo);

l    ma questa catena chiusa di deduzioni non regge alla prova empirica e Newton preferisce avanzare separando la geometria dalla fisica, oltre che ricavando le leggi dall'osservazione dei fenomeni e non viceversa;

l    oltre ciò si deve progredire nello scovare leggi soltanto al ritmo dell'osservazione, senza arrischiarsi a stabilire princìpi ultimi prima dell'indagine (per lui ogni base è appoggio relativo che si deve essere pronti ad abbandonare se analisi lo permette);

l    questo permette alla fisica di allontanarsi dai sistemi chiusi e metafisici del XVII sec. (adesso da lei ci si aspetta solo osservazione dei fenomeni - Condillac);

l    si può sintetizzare così il cambio nella prospettiva di come si conosce: Cartesio crede nel sapere come conoscenza dei princìpi primi dell'intelletto, di cui Dio è garante, perché i fatti sono incerti e il mondo è illusione - Newton e Locke credono nell'originalità del fatto, fatto che è l'unico fenomeno analizzabile, mentre i princìpi non esistono in sé, solo il fatto li motiva e li giustifica;

l    qui sorge un problema, il crollo della garanzia che la Natura sia immutabile e che sottosta a leggi eterne e universali, nasce se si dissocia Natura e Dio (prima Natura origine divina e come Dio partecipe di un'essenza e un'esistenza - unità tra loro);

l    questo dubbio origina la scepsi di Hume (empirismo), scepsi che lo porta a non credere a leggi eterne (tutte le associazioni, causa/effetto compresa, sono frutto abitudine nell'uomo);

l    mentre la matematica pone come assioma per atto di fede l'uniformità della Natura (fatto che è indimostrabile), Hume crede che questa esigenza nell'uomo sia una necessità psicologica più che religiosa o morale, dovuta ad un bisogno pragmatico = per imparare appoggiarsi ad esperienza.



l    matematica vicina a scetticismo (niente è dimostrabile se manca la possibilità di avere una base salda = uniformità e immutabilità Natura), ma scienze naturali invece sono sempre più vigorose;

l    esse tolgono velo mistero su Natura, velo che era residuo dell'antico valore trascendente Natura, per impossessarsi totalmente del mondo reale (di cui i dati sensibili rappresentano l'inizio e la fine della sua conoscenza, niente misticismi, divinità o affini);

l    si afferma fisiologia come chiave conoscenza (indagare essenza Uomo per conoscere essenza Natura, dalla parte al Tutto);

l    se Condillac crede di potere ridurre l'uomo alle sensazioni che lo pervadono, Diderot lo smentisce, dando importanza anche all'organismo fisico (organismo come orologio costruito con enorme abilità - non più separazione mente/corpo per loro diversa sostanza come Cartesio, poiché negli effetti l'una non esiste senza l'altro);

l    Holbac ribadisce il materialismo come imperativo, per il quale la Natura non ha connotazioni morali (bene - male - disordine - colpa) e in essa tutto è equilibrato (tutto come deve essere, ma non c'è libertà nemmeno per Uomo così!) = affrancare totalmente Natura da religione;

l    egli reputa la teologia come prima nemica della scienza e della politica e si scaglia contro l'idea di Dio, d'immortalità, di libertà, poiché vanno contro l'ordine razionale delle cose (con lui anche La Mettrie, il quale dice che l'uomo è felice se ateo);

l    anche Diderot reputa il fato, la necessità come il motore del pensiero umano, anche se  uomo oscilla tra libertà e necessità (mentre Natura è al di sopra questa opposizione, rende unità tutto ed elimina ogni dualismo);

l    Voltaire critica Holbac e per lo stile del libro e per il fatto che critica i dogmi religiosi rilanciando anche lui un altro dogma = adorare natura come forza cieca e meccanica che agisce per necessità.



l    Diderot vuole che la matematica non abbia più il ruolo da prima diva tra le scienze naturali, visto che essa ha un mondo suo fatto di concetti propri avulsi dalla realtà empirica (se si vuole imbrigliare il mondo in numeri si ha nuova metafisica - per questo si deve restare nell'ambito dell'osservazione e della descrizione dei fenomeni, supportati da esperimenti);

l    nuovo ideale da Newton in poi = scienza che sia meramente DESCRITTIVA della forma specifica dei fenomeni che analizza;

l    oltre numeri si svalutano altre classificazioni come classe - specie, perché per Buffon e Diderot queste non colgono molteplicità reale e danno solo un sistema di nomenclatura, senza afferrare sistema Natura nella sua totalità (nominalismo Buffon = in Natura non esistono specie e generi, ma solo individui).



l    Francia influsso Cartesio - Germania influsso Leibniz - Inghilterra influssi vari che vanno da neoplatonismo a naturalismo rinascimentale ed empirismo;

l    è la scuola di Cambridge che riassume queste tendenze, partendo da Cartesio (finché More non vede nella distinzione res cogitans - res extensia un abisso troppo profondo che realtà non conferma - conferma anzi un nesso tra mente e corpo, intelletto e sensazione);

l    More formula teoria delle nature plastiche (che non cito), teoria criticata da Leibniz con la sua monadologia (afferma principio spiegazione fisico-matematica Natura che sfocia in sistema metafisico dove monade è principio di ogni evento che segue ordine teleologico e non causa/effetto = divenire degli esseri è elevazione dell'essenza della monade che cerca la sua perfezione - filosofia organica della Natura, dove ogni energia ha fine intimo che persegue e esteriormente sembra meccanico);

l    vi è anche nuova visione estetica di Shaftesbury, dove mondo è opera d'arte, nella quale vi è Genio creatore del Tutto, che si manifesta nell'atto del creare (annulla distinzione sopra/sotto, Dio/Natura, poiché vede la parte nel Tutto e viceversa - importante per Romanticismo e Goethe);

l    ponte delle idee di Leibniz tra Francia e Germania è Maupertuis;

l    egli serve d'ispirazione a Diderot, per una prima fase, superata poi dall'enciclopedista nel corso del XVIII sec. (Diderot non arriverà mai a definire realtà Natura - universo, perché per lui sono sfuggevoli ed è impossibile racchiuderli definitivamente in idee = usa più definizioni per circondare dinamismo del reale);

l    Diderot non trova niente di più effimero del credere che mondo è ciò che è in questo momento = suo essere è istante passeggero nell'immensità del suo divenire.




III. Psicologia e gnoseologia


l    XVIII sec. problemi natura/conoscenza strettamente legati, poiché Pensiero si rivolge all'esterno quanto a esso stesso;

l    psicologia si assume il compito di fondare la critica gnoseologia (= come e che cosa conosciamo) e oltre afferrare processi psichici vuole anche conoscere le ragioni ultime della VITA PSICHICA (= diventare scienza analitica dell'Anima, ma ci riesce solo fino a Kant, il quale separa metodo trascendentale da metodo psicologico);

l    precedentemente (XVII sec.) il sistema razionalistico di Cartesio concepiva l'essenza della conoscenza umana come rintracciabile unicamente in se stessa (ogni conoscenza si fonda su idee innate -  forme/modelli/concetti originari segno del divino nell'individuo e applicabili a realtà poiché provengono da stesso artefice della natura - Dio);

l    Cartesio fa proseliti, come Malebranche, il quale crede nella vera conoscenza solo se le percezioni provenienti dal mondo sensibile si rifanno a idee della Ragione pura (conoscenza Natura si ha se si fa risalire Natura a Dio, ovvero conoscenza = unità con Dio che è il garante di questo ordine logico-metafisico);

l    come già detto Illuminismo cerca di rendere indipendenti Natura e conoscenza e di eliminare ogni istanza estranea dal loro rapporto, rapporto che va a fondarsi sul terreno dell'esperienza per non avere soluzioni illusorie basate sull'ignoto (Dio per ex.) = processo SECOLARIZZAZIONE pensiero;

l    Voltaire - se si eliminano i mediatori nel rapporto tra soggetto conoscente e oggetto dell'analisi, si instaura un rapporto diretto tra soggetto e oggetto, dando vita ad un'azione dell'uno sull'altro che rappresenta l'unica mediazione accettata nel processo conoscitivo (anche se si teorizza l'esistenza di un'impressione precedente a rappresentazione che struttura il nostro modo di ordinare l'esperienza = assioma empirismo, paradossale ma così...);

l    empirismo non rinuncia neppure a stillare princìpi universali, dati però da singoli fatti legati tra loro da un nesso empirico e non da concetti puri innati;

l    per Maupertuis tanto più si analizza la realtà, tanto più la si collega a dati sensoriali e gli fa eco Condillac che, criticando Locke, asserisce che facoltà superiori psiche (paragonare - distinguere - giudicare - volere) non sono innate ma si acquistano con esperienza e apprendimento;

l    Condillac non si riduce però a sensualismo (= uomo è solo fascio di percezioni - Hume), crede che vi sia sostanza nell'anima che si modifica a seconda delle impressioni che riceve dal corpo, cioè i sensi sono solo causa accidentale di conoscenza che deriva sempre da parti più profonde dentro noi;

l    ma ultime forze del divenire, ciò che mette in moto anima, sono formate da desideri ed aspirazioni, le quali creano irrequietezza/disagio che per Condillac e Locke è alla base di tutte le sensazioni, tese a cercare migliore condizione per uomo (al di là empirismo - costruzione sistematica);

l    dunque Anima in primis apprende ciò che sensi offrono, poi osserva con attenzione selettiva scegliendo ciò che interessa a sensi (e anche memoria trattiene ciò di cui istintivamente si ha bisogno) = rappresentazione si fonda su volontà, è importante ciò che via via interessa all'individuo per potersi conservare;

l    già da XVII sec. si dà importanza crescente a bisogni e passioni, anche se etica di quel secolo li vede negativamente (passioni perturbanti per Ragione - libertà è libertà da passioni);

l    XVIII sec. segna la rivincita delle passioni ed affetti, reputandoli necessari all'attività psichica (ex. Leibniz e la monade che unisce rappresentazione ed aspirazione - Hume e la Ragione che si deve fare aiutare dalle basse energie psichiche per strutturare reale, come il principio causale che dà sicurezza);

l    Vauvenargues - Diderot - Voltaire - Helvétius, tutti sono favorevoli nel credere che Uomo non è governato da Ragione, ma da impulsi primari irrazionali (e queste passioni tirano fuori le sue parti + eccellenti - anche se armonia anima è data da armonia Ragione/passioni).



l    principale nodo problematico XVIII sec. per gnoseologia, è teoria delle PERCEZIONI (sviluppata da Molyneux - Berkeley - Condillac);

l    Condillac - percezione è chiave di tutta la psicologia, poiché per lui bastano sensi per costruire forma mondo oggettivo - altre forze psichiche non sono necessarie;

l    Berkeley - sensazioni non contengono le forme della realtà intuitiva che servono per strutturare il mondo e le percezioni (forme = tempo/spazio, le quali ordinano tutte le sensazioni e pongono la base per mondo oggettivo, anche se non si conosce perché e come si arrivi ad ordinare le percezioni esattamente come vanno dispiegandosi);

l    sempre per Berkeley nel regno dei fenomeni la distanza spaziale è indispensabile, anche se, come ogni percezione, è insieme di sensazione e rappresentazione = risulta dal rapporto fra tutti gli oggetti nello spazio visibile ed è processo di cui uomo non coglie fasi intermedie, vista la sua velocità di applicazione dentro la mente;

l    Voltaire, visti questi risultati esclama: "noi impariamo a vedere" (spazio non è dato a priori e non è universale, visto che è dato da esperienza, ovvero  se si modifica esperienza cambia l'essenza dello spazio = SOGGETTIVITà delle qualità sensibili;

l    poiché le idee devono avere un riscontro nelle prove empiriche: Chedelsen guarisce cieco dala nascita e nota come facoltà visive siano acquisite gradualmente, le impara, appunto (= spazio fisico è astrazione e ogni senso ha suo spazio qualitativamente diverso dall'altro, con una sua struttura specifica);

l    allora non ha significato cercare comune denominatore tra i sensi, non esiste spazio oggettivo e onnicomprensivo di tutti loro (ogni spazio è vero, reale, va studiato a sé e per sé = relativismo);

l    questo tema è trattato anche da letteratura da Diderot - Swift - Voltaire (Diderot nella Lettera ai ciechi - siamo ciò che percepiamo, visto che modificazione nella costituzione organica comporta modificazioni in tutto l'essere, anche nello spirito);

l    Condillac cerca di superare relativismo attraverso idea che tutta conoscenza mondo esteriore deriva dal senso del tatto, il quale trasmette sia la percezione dell'oggetto toccato, sia la percezione della parte del corpo coinvolta dal senso (conoscenza deriva dai sensi, ma sensazioni sono qualità di noi stessi = non si sorpassa mai limite IO - per questo si cerca di sorpassare limite con teoria tatto).



l    attraverso Wolff in Germania si studia Anima (=  "mente"), con concetti leibniziani della monade, base della psicologia razionale ed empirica (fenomeno primo anima è agire e non patire ed essa è per postulato unitaria e si divide in facoltà solo per esporre ciò che percepisce, anche se tutto sottosta a facoltà RAPPRESENTAZIONE);

l    diverso è il caso di Francia e Inghilterra dove filosofia sfugge da concetti e aiuti che si rivolgano a piani metafisici o innatisti (concetti che si trovano in Leibniz e monade, dove si conserva principio immanenza = tutto ciò che ella è e sarà lo si trova in ella stessa come suo fondamento);

l    Leibniz - la realtà è formata da forze formatrici ed immagini, compito della psicologia e gnoseologia è cercare questi fattori;

l    fenomenologia spirito Tetens risente di queste idee e attua separazione tra sensazione (= descrive qualità oggetto) e sentimento (= modificazione che avviene in noi - è soggettiva), anche se per illuminismo tedesco sentimento segue delle norme precise e regolari (si vede nell'arte);

l    Tetens crede che il pensiero formi i concetti partendo dalle sensazioni, anche se poi esso si innalza verso ideale, attraverso una forza poetica creatrice (da impressione sensibile si avanza grazie a facoltà fantasia teorica, attività che ci permette di formulare leggi e concetti astratti - non è grazie a consuetudine derivante da regolarità sensazioni che si struttura realtà - Hume).




IV. Idea religione

l    per Illuminismo lotta contro religione è tratto fondamentale (anche se più accentuato in Francia, dove la si percepisce come il principale ostacolo verso progresso Ragione);

l    Holbac - religione educa a schiavismo sia su piano metafisico che terreno (temere tiranni in cielo porta a sottostare a tiranni in terra);

l    Diderot - è deista, ma vede distacco da religione come unica via per liberare Uomo (in ogni epoca vi sono 3 leggi: natura - società - religione, leggi che non sono mai in armonia tra loro);

l    Illuminismo non è però epoca irreligiosa (cambia idea Fede/religione, anche se problemi spirituali sono gli stessi inerenti a conoscenza/moralità).



dogma peccato originale e problema teodicea

l    problemi affrontati XVIII sec. sono già impostati da Rinascimento (volontà rinnovamento, dove religione è mutamento spirituale che dà valore ad ogni fenomeno in sé, perché essenza Divino è ovunque e afferrabile solo nell'insieme delle sue parti = valore anche a mondo reale e non solo a mondo spirito);

l    ma Riforma Lutero placa questa religione umanistica e ridà valore al dogma del peccato originale (dogma che scredita mondo terreno poiché da Agostino in poi si crede nella corruzione umanità, corruzione che solo Fede e attinenza a Bibbia può cancellare, per intercessione divina = uomo non è libero e sue azioni non possono fare nulla per discolparlo);

l    Lutero concede una mezza verità al libero arbitrio, anche se dal protestantesimo arriva dottrina Ber f o predestinazione, mentre Erasmo cerca di ridare valore all'agire dell'Uomo, in tipico stile umanista (ma vince idea che Uomo e suo agire non possono avvicinarsi a comprensione opera Dio);

l    tutti filosofi illuministi si uniscono per combattere dogma peccato originale ma ci si arriva per gradi;

l    in Francia problema si pone con Pascal - per lui Ragione non basta per avere certezze di alcunché = Ragione si deve assoggettare a Fede (Uomo più alta creatura Terra, più bassa nel cosmo) ----> tutti i francesi dal XVII sec. in poi si confrontano con Pascal;

l    Voltaire lo critica perché ciò che è contraddizione nella natura Uomo per Pascal, l'illuminista crede sia ciò che rende Uomo versatile e ricco;

l    ma se origine e forza Male non si trova nel peccato originale si deve porre altrove (ex. Leibniz - male non esiste e tutto è bene, tutto è come deve essere / Voltaire - ricade nella conclusione Pascal che Ragione da sola non basta a spiegare tutto poiché Ragione genera scepsi = radicale dubbio e criticismo senza basi per nulla);

l    problema teodicea si sviluppa su due percorsi, da fede a scienza (Maupertuis) e da fede ad abisso irrazionale (Pascal), percorsi che traggono nuovi impulsi da soluzioni immanenti per evitare che si sorpassi il mondo in nome di terre spirituali da indagare (due rami: estetica - Shaftesbury / diritto e Stato - Rousseau);

l    Rousseau trova felicità/miseria Uomo risolte nel suo ESSERE SOCIALE, dove ogni bene guadagnato in evoluzione società lo ha allontanato da sua origine e significato (in società individui sono uniti sulla base di illusioni ed egoismi quali la tendenza a prevaricare e dominare = decadenza umanità come in Pascal);

l    Rousseau è totalmente contro idea peccato originale e descrive la natura dell'uomo come buona e innocente in principio (teorizza Stato di natura dove uomo è compassionevole con altri e ci si aiuta per preservarsi intatti gli uni con gli altri - dualismo bene/male nell'uomo è dovuta a sua esistenza empirica, lo si diventa = non intervengono cause metafisiche a gettarci nel male o nel bene perché Dio è assoluto e non caratterizzato moralmente);

l    teoria etico-politica di Rousseau dà colpa male a nuovo soggetto = società (anche se vi è possibilità redenzione attraverso contratto sociale, dove ogni uomo sceglie autonomamente  di sottostare a dei princìpi che ritiene inclini al diritto naturale = non ogni tipo di società è fomentatrice del male!);

l    problema male dunque esce da cerchia teologia e religione = si secolarizza.



idea tolleranza e fondamento "religione naturale"

l    si ritiene dogma più pericoloso del dubbio in ogni campo del sapere (inclusa la Fede), poiché è ignoranza che si spaccia per verità (vero contrario fede non è incredulità ma superstizione, la quale intacca radici religione genuina);

l    Bayle - non critica contenuto fede ma è contro tentativo di motivarla con ogni mezzo, anche con illusioni (superstizione - idolatria);

l    Cartesio - conoscenza umana è ingannevole e inganni hanno causa nei sensi e nella fantasia, ma sta a intelletto lasciarsi trasportare in errore o meno = errore è fallo giudizio di cui uomo è pienamente responsabile, si deve giudicare solo attraverso idee chiare e distinte;

l    riprendendo questo leit motif, l'Illuminismo si dichiara come il tentativo di trasportare l'uomo al di fuori della minorità dovuta a sua colpa (a cominciare da idea che si possa conoscere ciò che è inconoscibile e infinito = Dio e universo);

l    ma ciò nonostante vedono come limite maggiore non critica a contenuto conoscenza, ma Fede che vuole bloccare essenza, forma, principio della libera indagine, anche se essa ha limiti naturali e inviolabili (che non devono essere stabiliti però da ministri di Dio);

l    caratteristica innovativa Illuminismo = libertà di fede e di coscienza, plasmabile interiormente da uomo, senza doverla accettare in ogni suo contenuto per obbligo;

l    Bayle - libertà di religione non è manifesto per un credo soltanto ma vuole essere estendibile ad ogni culto o dottrina (ovunque vi sia contrasto tra Sacre scritture e coscienza morale, si deve dare priorità a quest'ultima = interpretazione Bibbia che pecchi contro princìpi morali + alti è falsa);

l    Voltaire - TOLLERANZA è nucleo centrale filosofia e vera esigenza fondamentale Ragione  (Diderot - per questo ogni religione positiva/storica non è buona poiché proclama la propria superiorità sulle altre = a favore religione naturale, l'unica che non ha avuto inizio e non avrà fine mai, basata su rivelazioni che appartengono a umanità senza confini spazio/tempo e su pace tra uomini come vera essenza Dio);

l    Lessing - assurdo è tentativo di spiegazione intellettuale esistenza Dio dei sistemi XVII sec., tramite dimostrazioni teoriche (Kant - religione è conoscenza nostri doveri come comandamenti divini, norme morali che hanno valore universale e assoluto);

l    in Germania non si dissocia contenuti fede da contenuti Ragione, anzi si crede che esse si debbano completare a vicenda (neologia - si studiano contenuti dogmi e si scopre loro storicità = sono aggiunte successive innestate su messaggio autentico fede pura);

l    Mendelssohn crede che vera dimostrazione verità fede sta nella pace dell'anima, pace che né dogmi né sola Ragione possono dare, ma che caratterizza la reale essenza della religione interiore;

l    Hume scardina la nuova fede deista (o religione naturale) poiché anch'essa pone un dogma alla base della sua dottrina, il postulato dell'unità del genere umano e della sua natura, il quale non è che un'ipotesi indimostrabile;

l    ancora Hume crede che la reale base del bisogno di religiosità non sia la volontà dell'anima d'elevarsi alla perfezione, ma un semplice bisogno indotto da basse passioni e paure istintive insite nell'Uomo (speranza - timore);

l    questo autore riprende il concetto tipicamente scettico dell'epoché (= astensione dal giudizio), unica soluzione che egli trova esaminando il problema della religione.



religione e storia

l    XVIII sec. - ragione messa in rapporto con storia e storia con ragione (studiare formulazione norme eterne e immutabili, tenendo conto del loro sviluppo storico = vera illuminazione spirito nasce da questa analisi);

l    Riforma mirava a dimostrare verità Scrittura come ispirazione, bastante a dimostrare ordine divino, senza scissioni o divisioni, ma principio dubbio metodico di Cartesio (anche se lui lo voleva applicato solo a scienza) non risparmia nemmeno questo campo;

l    pure Spinoza che crede nell'origine della certezza da trovarsi nell'essenza immutabile del essere supremo (Dio) e per questo vede la conoscenza empirica e storica come illusione da abbandonare, mette in dubbio l'autorità biblica (= anche Bibbia è frammento storico che va trattato come ogni altra conoscenza empirica);

l    Erasmo è il vero portavoce dell'esegesi biblica - egli vuole epurare Bibbia da tutte aggiunte successive per ripristinare il messaggio cristiano autentico (Grozio - prima analisi scientifica del testo biblico, poi ripresa alla voce "bible" dell'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert, vero manifesto programmatico della successiva esegesi biblica);

l    Bibbia è storicamente determinata e per Spinoza non è altro che serie di antropomorfismi (= aggiunte che uomo fa a sua immagine e somiglianza, di certo non dettate da essere che di umano non ha nulla);

l    Spinoza trova la verità, la certezza nella libertà interiore e nella comprensione razionale, limitando passioni e affetti e subordinando gli stessi al dominio della Ragione (= Bibbia è piena di visioni e suggestioni emotive dei profeti dimostrano come le loro parole non hanno valore universale ma solo soggettivo - profeti non colgono essenza, sostanza, natura Dio, poiché lo caratterizzano in determinato modo e così facendo lo negano, vista la sua assolutezza);

l    Lessing fa rivalutare Spinoza, prima in penombra, ma lo supera (egli non vede la determinazione individuale come annullamento essenza, anzi crede che nell'insieme delle specifiche caratterizzazioni individuali si trovi un esauriente e completa descrizione del reale = religione ha valore solo se se ne comprendono tutte le forme storiche che via via ha assunto -----> unica religione vera e universale è quella che assume in sé la totalità delle forme storiche del fatto religioso);

l    Lessing - religione è piano educativo che Dio dà a uomo per progredire nello spirito (giustificazione religione non da Dio, ma da meta divenire religione = illuminare uomo);

l    così storia acquista valore e non è più opposta a razionalità = è via per giungere a realizzazione razionalità.




V. Conquista mondo storico

l    XVIII sec. non è secolo anti-storico (opinione Romanticismo per andare contro passata filosofia), anzi è Illuminismo che pone quesito fondamentale storia = quali sono le condizioni  possibilità studio storico;

l    per assurdo Romanticismo secolo della Storia, si dimostra inadatto a studiare storicamente epoca precedente (XVIII sec.).



l    Illuminismo - si applicano stessi metodi d'indagine e per Natura e per storia, problemi ricondotti a unità e indagabili dalla Ragione universale;

l    se per studio Natura gli illuministi hanno già base precedente (da Rinascimento in poi), per storia essi trovano un terreno vergine (attraverso storia si dà più valore a scienze umane o dello spirito, emancipandole da teologia);

l    campo storico esce da prospettiva indagine Cartesio, il quale crede nella matematica - logica e nelle idee chiare e distinte derivanti da quel campo del sapere come l'unica prospettiva fondata per ottenere conoscenza;

l    Bayle si discosta da cercare prime cause assolute dell'essere attraverso pensiero logico-matematico e si fissa nel suo Dizionario su piccoli particolari insulsi e inutili, evitando di trattare fenomeni importanti, tenuti a margine (fatti storici hanno diverso ordine verità che certezze matematiche, è verità di fatti = storiografia moderna non traccia soltanto grandi linee storia, ma scende nei particolari e li illustra criticamente);

l    Bossuet - tenta interpretazione religiosa e universale storia fondata su autorità Bibbia, che si appoggia su autorità Chiesa (Bayle vuole invece liberare storia da Bibbia e si occupa di medesimo lavoro per storiografia di quello di Galilei per fisica);

l    storia deve essere libera per Bayle da opinioni politiche e religiose, oltre che distaccata da pregiudizi di ogni genere (tentativo di rendere storia una materia oggettiva e non semplice guazzabuglio di avvenimenti).



l    Montesquieu e lo Spirito delle leggi - egli cerca attraverso analisi storica di rifarsi ad un piano generale - universale, al di là della verità dei fatti di Bayle;

l    attraverso questo metodo trova il principio fondante della repubblica nella virtù borghese, come il principio della monarchia nell'onore e del dispotismo sulla paura;

l    Montesquieu introduce novità sociologiche nei suoi studi come il "metodo del tipo ideale" (ripreso poi da Weber) e il "rapporto correlativo" (egli enuncia più princìpi di filosofia politica piuttosto che filosofia storia attraverso modelli d'indagine di fatti statici e non dinamici come occorre a storia);

l    ma per lui anche il divenire non è che un aggregato, come l'essere e perciò si possono trarre, se viste da ampia prospettiva, coordinate generali, princìpi, tipi statici di sviluppo (= fenomeno è riportato a causa e interpretato in base a questa, lontano da sua verità come fatto a sé);

l    anche circostanze fisiche sottostanno a questo metodo ed egli ricava determinate forme Stato - leggi in base alla morfologia del territorio e al clima tipico dell'area (= ambientalismo);

l    Montesquieu cerca filosofia storia più per trovare categorie interpretative che aiutino Uomo a prevedere sviluppi ulteriori mondo - per poterlo plasmare).



l    Voltaire visto da Lessing - Saggio sui costumi cerca di analizzare storia al di là del fenomeno individuale e contingente, per cercare lo spirito delle nazioni, dei tempi (partendo dai fatti elevarsi ai princìpi, non contenuti nei destini umani, fugaci e mutevoli = costruire storia spirito);

l    per Voltaire storiografia precedente sbaglia perché rende mitici gli avvenimenti e costruisce eroi e suo culto;

l    Montesquieu - eventi politici centro indagine storica perché da essi si costruisce storia Stato, che coincide con storia leggi = spirito umanità (Voltaire invece amplia orizzonte spirito e comprende in esso anche evoluzione e mutamenti interiori che umanità conquista per raggiungere conoscenza di se stessa = ideale progresso);

l    dunque chiarificazione concetto Ragione risulta essere il vero processo del divenire storico = storia che è storia della filosofia = visione progresso è tuttavia visione teleologica che illuministi cercano invano di combattere;

l    Voltaire apprezza più della storia della vita politica un'analisi dal gusto antropologico del passato (costumi - religione - abitudini - LINGUA - arti & mestieri - vita familiare);

l    anche D'Alembert riprende motivi indagine Voltaire, ma egli vede nel progresso anche valore morale che storia e Uomo devono raccogliere;

l    Hume dà valore storia non come progresso Ragione ma come tripudio della fantasia dell'Uomo (rinuncia a volere svelare piani teleologici o intima unione piano storico e dà valore a individualità e a particolarità - ne rivendica diritto d'esistenza, grazie a dottrina monade Leibniz = è questa che rivaluta individuo).



l    è in Leibniz che individuale riprende valore appunto, poiché l'infinità acquista valore e senso solo se messa in rapporto di reciprocità con l'individuo, così come quest'ultimo solo se rapportato alla totalità;

l    Wolff vede ogni disciplina come divisa in due parti, una razionale astratta (= indaga il possibile, la possibilità), una empirica e concreta (= storica in senso stretto, ovvero indaga ciò che realmente c'è);

l    egli reputa la filosofia come appartenente unicamente al primo campo (essa indaga le cause e non gli effetti o i fatti, lasciati alla storia che è senza chiarezza logico-matematica);

l    Herder rompe il cerchio del principio d'identità nella storia perché essa non conosce nulla di realmente identico a se stesso, nessun ritorno uguale all'altro = ogni fase storica ha valore a sé, immanente e necessario, ma ciascuna parte è indispensabile al tutto, indispensabile ad una visione unitaria del processo storico (che è processo e non uguaglianza d'esistenza);

l    Herder supera Illuminismo e concezione uniformità del genere umano (per lui ciascun popolo o epoca hanno valore intrinseco che non permette ad analisi di renderli omogenei).




VI. Diritto, Stato e società


idea diritto e principio diritti inalienabili

l    Illuminismo è epoca rivoluzionaria, ma tende non a distruggere ma a ricostruire grazie a passato, antichi diritti umanità (esso vuole ristabilire non diritto storico, solo diritti nati con Uomo = naturali)

l    si riprende problema di Platone del rapporto tra diritto e potere dove il diritto puro non deve scendere a patti con potere né farsi motivare dal potere soltanto;

l    prima - Leibniz si appoggia a Grozio e vede diritto come insieme di definizioni che dipendono da logica e sue dimostrazioni (assolutamente non da fatti o esperienze = matematizzazione del diritto tipica del XVII sec.);

l    XVII sec. - come spirito ha facoltà creare da se stesso numeri e quantità, ha anche facoltà creare diritto lontano da contingente e solo partendo da norme originali ricavate dalle sue idee innate (DIRITTO NATURALE da difendere contro Stato e teologia);

l    Calvino - esiste predestinazione = Dio se ne frega del diritto universale di tutti e premia chi vuole in base a elezione incomprensibile per ragione umana (Grozio parte da questo per rivendicare, invece, universalità diritto naturale);

l    Grozio si oppone oltre che a onnipotenza Dio anche onnipotenza Stato, percepito in quei secoli sempre + potente e di libertà illimitate (grazie a idee Bodin - Machiavelli), rivendicando un diritto precedente ogni potere umano e divino e da essi indipendente;

l    platonismo nel diritto Grozio - egli innalza idea bene/giusto al di sopra di ogni essere = diritto entra nel campo del trascendente ma ugualmente si emancipa da motivazione basata su rivelazione e testi rivelati (diritto ha sua legittimità in sé e si auto-afferma);

l    Montesquieu trova lo spirito delle leggi, dove nell'apparente molteplicità ed eterogeneità delle singole leggi si scopre un filo comune che le lega tutte insieme in pochi princìpi determinati;

l    egli riprende i motivi di Grozio della giustizia uguale per tutti se basata su diritto naturale e della struttura oggettiva del diritto, quasi matematica e perciò immodificabile da qualunque autorità;

l    ma Illuminismo, che rivendica ogni idea proveniente dai sensi ha difficoltà accettare diritto come necessario e invariabile (anche se vincono entusiastiche idee facoltà originarie della ragione morale e esistenza diritto primitivo);

l    Voltaire e Locke - non esistono idee innate, anche se vi è predisposizione interiore ed originaria dentro Uomo per morale (= leggi naturali che ogni Uomo in diversi tempi/spazi condivide anche se se ne hanno diverse applicazioni pratiche);

l    Diderot - portavoce diverso concetto Natura = Uomo è accomunato ad altri uomini non per comandamenti razionali, ma per uniformità istinti - passioni sensuali, ovvero etica si stabilisce per utilità comune e non per un a-priori astratto;

l    diritto naturale è alla base della dottrina diritti uomo e cittadino, così come si pone a fondamento della costituzione americana post-rivoluzionaria (in Inghilterra Locke - contratto sociale che singoli formano tra loro non è alla base relazione giuridica tra individui, la quale si forma solo sulla base di legami originari precedenti ad ogni formazione statale);

l    Stato per Locke non deve fare altro che proteggere quei legami, i diritti naturali, fondanti l'ordine stesso della società (principalmente diritto libertà personale e diritto proprietà) ----------> Francia non scopre esistenza da sola dei diritti naturali, ma ne fa un vero e proprio "vangelo morale", a differenza d'altri Stati;

l    libertà per Voltaire è conoscenza, conoscenza dei diritti umani naturali, conoscenza che porta a volerli realizzare e diffondere - ovunque si crede che nuovo ordine statale si debba fondare su diritti inalienabili Uomo (sicurezza - parola - uguaglianza - partecipazione alla legislazione).



idea contratto e metodo scienze sociali

l    filosofia sociale Hobbes - applicare a politica metodo componente e risolvente Galilei = scomporre elementi fino a unità prime (si trova volontà individuale come primo fattore);

l    ma volontà individuale è isolata e tuttavia si ricompone in unità sotto associazione uomini (dominio e sottomissione alla base della volontà d'unirsi insieme che è ciò che compone Stato = delegare a sovrano propria volontà a condizione che tutti lo facciano - dominio assoluto condizione esistenza dello Stato siffatto);

l    per Grozio invece volontà unione uomini è istintiva e non esiste per fini meramente utilitari = è ciò che rende uomo uomo, il suo essere sociale (Stato non deve utilizzar coercizione fisica per imporsi, poiché leggi naturali sono insite nell'uomo profondamente che le rispetta da sé - contratto sociale non si deve imporre poiché è libera promessa);

l    Rousseau intreccia motivi Hobbes - Grozio ma li modifica (respinge idea appetito sociale, naturale socievolezza Uomo di Grozio, pensando Uomo come singolo non legato ad altri);

l    allo stesso tempo si allontana da Hobbes perché vede Uomo allo stato di natura senza tendenze di dominazione -prevaricazione - violenza (= tutte passioni artificiali che uomo impara quando entra in società);

l    contratto sociale per Rousseau non si deve imporre con coercizione (sarebbe anti-razionale - nullo - assurdo) perché legherebbe singole volontà solo esteriormente (= singolo si deve sottomettere volontariamente a questo contratto);

l    nel contratto sociale ogni individuo si sottomette a volontà generale complessiva perdendo la propria, ma diventa libero se si sottomette a questa legge che egli erige sopra di sé (ma per fare questo legge deve essere espressione sua volontà = alla fine singolo ubbidisce a se stesso, come promotore di quella legge alla quale egli è sottomesso);

l    Uomo allora rinuncia a legge naturale che governa stato di natura, dove egli era solo fascio di istinti e passioni, ma così egli diviene individuo in senso superiore, vero soggetto volontà che ora governa;

l    per Rousseau individuo si realizza nel rispetto legge perché se legge domina con sua reale purezza egli trova sue esigenze morali immediatamente realizzate;

l    questo filosofo va contro Stati dove uno o pochi governano imponendo loro autorità in modo arbitrario, predicando assoluta sovranità volontà statale solo dove essa si basa su riconoscimento volontà generale come unica fonte legislativa (= potere governativo è legale solo se deriva da popolo e da esso confermato);

l    metodo Rousseau sembra portare o legittimare rivoluzione del popolo, così molti enciclopedisti (Holbac - Diderot) si volgono ad altri metodi, come educare popolo attraverso cultura per fare si che esso si emancipi da solo con progresso civiltà (= non violento);

l    Rousseau tuttavia crede che società abbai corrotto troppo a fondo individui, cosicché essi non possano utilizzare la stessa cultura (= degenerata nel tempo e corrotta anch'essa), per ripristinare quello Stato etico ch'egli auspica;

l    teorizza così stato natura come ipotesi, utile per la sua indagine e utile a società per specchiarcisi e capire dove essa abbia perso la sua energia morale (tornare a stato natura per riedificare tutto palazzo società, stavolta senza farsi trascinare da passioni e istinti, ma scegliendo con giudizio percorso formativo Stato).





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