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Benedetti Giovanni n° 195984
Laboratorio di Progettazione Architettonica
"Ogni storia è inevitabilmente condizionata dal modo di guardare, ed e' impossibile scrivere 232j94c LA storia [.]" .
Con questa frase si apre il prefazio scritto da Frampton, una frase ricca di significato, che non lascia adito a seconde interpretazioni. Non esiste una storia oggettiva; ogni storico, quale che sia, e' costretto a fare i conti con un personale modo di vedere le cose, ancora piu' arduo risulta il compito di delineare in modo fermo e deciso, la storia degli ultimi due secoli in poco piu' di quattrocento pagine.
Frampton riesce ad analizzare la storia in un modo diverso da tutti gli altri, non tende mai a soffermarsi eccessivamente su quelle che lui chiama "culto delle star", ma riesce a darci un quadro generale, di tutte le correnti artistiche moderne. A differenza del Benevolo, il linguaggio e' meno ricco, raggiunge subito la radice del problema, creando una sorta di mappa storica e geografica formata dalla suddivisione in tre parti.
La prima parte costituisce gli sviluppi culturali e i presupposti tecnici nel periodo compreso tra il 1970 e 1939, la seconda parte che comprende il "grosso" del testo studia in modo accurato tutte le avanguardie e i movimenti architettonici ( nei quali si inseriscono anche Le Corbusier, Mies e Wright ) compresi tra il 1836 e il 1967; infine l'ultima parte comprende la storia piu' vicina al nostro secolo quella tra il 1925 e il 1991.
In questa lunga analisi storica Frampton non si dimentica tuttavia di dar spazio anche a quelle che sono le "voci" di coloro che dell'architettura hanno fatto veramente la storia, un modo sicuramente per dare maggior oggettività e chiarezza agli stessi contenuti.
L'unico vero grande problema del testo risulta spesso la mancanza di richiami o legami con quella che si puo' definire la storia contemporanea agli eventi trattati, infatti non si puo' analizzare l'architettura se non alla base di quelli che sono stati cambiamenti storici a livello sociale, politico ed economico. Frampton tende quindi per certi versi a scartare o meglio a tralasciare (lasciando posto solo a brevi citazioni) questi collegamenti, senza argomentare invece in modo opportuno questi "punti scoperti".
Il grande punto di forza di questo testo sta quindi sicuramente in un'analisi sintetica e accurata di periodi, aree e movimenti spesso trascurati, che invece in questo caso vengono introdotti con la dovuta importanza; ma allo stesso tempo, questi eventi, per la scelta di un'analisi critica selezionata, spesso risultano esser slegati dalle vicende storiche, o meglio risultano impliciti alcuni legami con avvenimenti che hanno nonostante tutto cambiato assetti e posizioni in tutto il mondo.
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