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L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE E LA FAMIGLIA

attualita



L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE E LA FAMIGLIA


Il processo di emancipazione della donna e l'evoluzione della famiglia in Italia negli ultimi decenni.

Tipologia B: saggio breve Ambito: socio-economico

Divisione in paragrafi:

1) Il processo di emancipazione della donna 2) Il modello di famiglia patriarcale

3) Il modello di famiglia moderna


1) La famiglia, istituto fondamentale della società civile, ha conosciuto nel nostro Paese, nel corso del Novecento, trasforma­zioni profonde, parallele all' evoluzione piùgenerale della società. Due fattori hanno in­ciso in modo particol 919j98j are su tale processo di trasformazione della famiglia: lo sviluppo democratico del nostro Paese e il processo di emancipazione femminile.



Questi due fattori hanno determinato una riscoperta, da parte della donna, del pro­prio valore assoluto in quanto persona e di conseguenza la richiesta del riconoscimento dei propri diritti all'interno della società.

In passato la donna era vissuta in una condizione di sottomissione all'uomo ed il suo vero movimento di liberazione comin­ciò a svilupparsi solo quando l'industrializ­zazione e l'urbanesimo trasformarono la struttura e i compiti della famiglia. L'ingres­so delle donne nel mondo del lavoro fece in­fatti maturare una coscienza sociale e sinda­cale che consentì di cogliere non solo le in­giustizie e le carenze della loro condizione

di lavoratrici, ma anche quelle che caratte­rizzavano la loro condizione nella famiglia e nella società. E cosÌ, negli anni Settanta, esplose, quasi come appendice alla conte­stazione sessantottesca, il movimento fem­minista: per la prima volta nella storia prese corpo un movimento generale d'idee e d'azione attorno alla tematica della libera­zione della donna.

Nel 1975 fu posta una pietra miliare in questo percorso: la legge di riforma del di­ritto di famiglia, scaturita dall'esigenza di una più efficace ed organica visione della famiglia, nella quale i poteri e doveri dei singoli membri fossero meglio inquadrati e coordinati per raggiungere i nuovi obiettivi che la vita familiare si propone, tenendo conto dell'evoluzione politico-sociale che ha caratterizzato la storia del dopoguerra nel nostro Paese e il processo di emancipazione della donna sul piano politico, economico e sociale.

Nella nuova legge la vecchia concezio­ne istituzionalistica e quella individualistica sono state sostituite dalla concezione comu­nitaria, secondo la quale la famiglia è una società di persone di pubblico interesse, dove cioè ognuno collabora al benessere di tutti. Con il nuovo diritto di famiglia è ga­rantita l'assoluta parità dei coniugi, in quan­to viene cancellata la figura del marito capo­famiglia e la donna assume, nell'ambito fa­miliare, gli stessi diritti e gli stessi doveri dell'uomo.

2) In tal modo è arrivato a compimento il processo di trasformazione della famiglia

italiana dal modello patriarcale, proprio del­le società preindustriali, a quello moderno. La famiglia patriarcale era la famiglia­

tipo di una società contadina e artigiana, dove spesso le considerazioni economiche e sociali erano alla base del matrimonio e il padre-patriarca esercitava il proprio potere di dominio e di controllo sulla moglie e sui figli, la cui dipendenza si protraeva anche dopo la maggiore età ed il matrimonio.

3) Nella famiglia moderna, intesa come rifugio tranquillo e sicuro, si afferma il valo­re dell'amore come esperienza che accomu­na l'uomo e la donna e si aggiungono inoltre i valori della libertà e dell'autogestione, che permettono di rivalutare !'individuo.

L'uomo e la donna sono uguali sul pia­no dei valori e dei diritti umani, anche se de­vono tendere entrambi a diventare comple­mentari nello scambio dei compiti e nella fi­ducia reciproca che l'unione familiare mette continuamente alla prova.

Nella famiglia moderna inoltre la don­na ha raggiunto, come moglie e come ma­dre, una condizione di parità con l'uomo sia nella gestione della vita familiare sia nel­l'educazione dei figli. La condizione di la­voratrice, infatti, se le può creare alcune dif­ficoltà quando i figli sono ancora in tenera età, incide senza dubbio positivamente sul suo ruolo all'interno della famiglia e, in ge­nerale, nella società, determinando una maggiore apertura nell'educazione dei figli ed una maggiore comprensione, solidarietà e scambio d'esperienze tra i coniugi.

Certo, non possiamo nasconderci che tanto il papà quanto la mamma sono presi dalle loro attività lavorative, divisi da orari spesso assurdi e costretti a trascorrere gran parte della loro giornata fuori casa. Per quel poco che stanno in casa, spesso in orari di­versi, sono ancora presi da tante faccende minute, mille operazioni costituenti il nor­male ménage familiare: dalla spesa alla pu­lizia della casa, dalla cucina alla manuten­zione del vestiario e, posto che si crei qual­che pausa, sono allora troppo stanchi, trop­po provati per potersi dedicare ai problemi piccoli e grandi dei loro figli.

Per ovviare a questo problema che è tanto grave quanto diffuso, si è fatto ricorso all' estensione della scolarità (che si tratti di scuola vera e propria come il tempo pieno, oppure di servizi sociali come gli asili-nido, i doposcuola, ecc.) almeno per "tamponare" gli effetti più macroscopici del fenomeno.

Tuttavia, quando ci sono equilibrio in­teriore, armonia fra i coniugi e rispetto reci­proco, si possono meglio affrontare tutti quei sacrifici che comporta l'assenza di una casalinga a tempo pieno. In compenso, ma­rito e moglie possono instaurare un rapporto basato sul dialogo, sullo scambio fecondo di opinioni e sullo stare insieme, proprio per­ché, essendocene più raramente la possibili­tà, l'incontro diventa un momento desidera­to e non monotono.

Inoltre questo modello di vita familiare ha rivalutato il padre, che non rappresenta più una figura emblematica e dogmatica a cui rivolgersi con timore. Egli si occupa dei figli allo stesso modo della madre, quindi li può conoscere più da vicino, può capirne le _sigenze ed i problemi, può offrire la sua _sperienza come aiuto. Improntando la loro _ducazione al dialogo, all'uguaglianza, alla valorizzazione di sentimenti più umani e ci­vili, i genitori possono ottenere dai figli una maggiore riconoscenza.





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