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Un conflitto
infinito. Dalla guerra del '48 a quella dei sei giorni del 1967,
dall'Intifada ad oggi il Medio Oriente continua ad essere terra di sangue. A
nulla sono valsi nel corso degli anni i tentativi diplomatici di mettere pace
tra israelia 818f54i ni e palestinesi. | |||||||||
Chi dopo Arafat? Yasser potrebbe lasciare la guida dell'Anp molto presto
Yasser Arafat potrebbe lasciare la guida
dell'Autorità nazionale palestinese. Bloccato a Ramallah ed isolato a livello
internazionale, il vecchio leader potrebbe nominare un premier e ritagliare
per sé un ruolo più simbolico che decisionale. Vediamo chi potrebbe
raccogliere l'eredità di Yasser. | |||||||||
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Una
terra contesa, due popoli in cerca di una nazione, i tentativi di portare
avanti un colloquio e il continuo ricorso alla violenza. Dal crollo dell'Impero
ottomano alle vittime di oggi. Date, luoghi e protagonisti di una storia
tutt'altro che chiusa.
1917-1949: La fine dell'Impero ottomano, il mandato britannico e la
creazione dello Stato di Israele
In una dichiarazione del 2 novembre 1917, il ministro degli Esteri britannico Arthur
James Balfour esprimeva il consenso del proprio governo alle "aspirazioni
sioniste ebraiche" e alla creazione di un "focolare nazionale
ebraico" in Palestina.
L'11 dicembre, l'entrata in Gerusalemme del generale Allenby poneva fine
a quattro secoli di dominio ottomano in Terrasanta e dava inizio ad un mandato
britannico sulla Palestina che sarebbe durato trent'anni. Durante tale periodo
l'immigrazione degli ebrei in Palestina si intensificò enormemente, alimentata
soprattutto dalle centinaia di migliaia di ebrei che fuggivano precipitosamente
dall'Europa orientale a seguito della rivoluzione d'Ottobre e della guerra
civile russa. Se fino a quel momento la comunità ebraica in Palestina era
cresciuta assai lentamente (gli ebrei a Gerusalemme erano 17 mila nel 1880, 25
mila nel 1890, 35 mila nel 1900, 45 mila nel 1910), ora gli insediamenti
sionisti iniziavano ora ad aumentare enormemente. Ebrei e arabi, che fino ad
allora avevano convissuto pacificamente, iniziavano a diventare più sospettosi
e ostili. Disordini si verificarono nel 1920, 1921, 1929 e dal 1936 al 1939,
anno in cui l'Inghilterra assicurò agli arabi la sospensione dell'immigrazione
ebraica e l'indipendenza della Palestina entro dieci anni.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale e il succedersi degli eventi ad essa
connessi fecero sorgere all'interno della comunità ebraica due opposte
correnti: una sostenitrice degli Alleati e una di resistenza armata contro la
decisione del governo mandatario di chiudere le frontiere palestinesi ai
profughi superstiti della persecuzione nazista (i milioni di vittime della Shoah
creeranno tra l'altro di lì a poco un elemento di "pressione" morale
sull'Onu).
Al termine della guerra, l'intensificarsi del terrorismo ebraico contro il
governo britannico e l'incapacità della Gran Bretagna di assicurare la pace nei
territori palestinesi, condussero alla decisione dell'assemblea dell'Onu (29
novembre 1947) di spartire la Palestina in uno stato ebraico e in uno stato
arabo e di internazionalizzare per dieci anni Gerusalemme, ponendola sotto il
controllo delle Nazioni Unite. La risoluzione fu accettata dagli ebrei, ma
respinta dai palestinesi sotto la forte pressione dei Paesi arabi (il 17
dicembre successivo la Lega araba dichiarò che si sarebbe opposta con la forza
alla spartizione). Seguirono mesi di guerriglia tra forze irregolari arabe ed
ebraiche. Il governo britannico decise di ritirare le proprie truppe; il
mandato britannico sulla Palestina terminò ufficialmente il 15 maggio1948. Il
giorno precedente un governo provvisorio ebraico capeggiato da Ben Gurion
aveva proclamato lo Stato d'Israele.
Seguì la guerra dell'indipendenza che terminò nel 1949 con i trattati
d'armistizio di Rodi (febbraio-luglio 1949).
Il governo d'Israele fu tenuto da una serie di coalizioni di centro-sinistra
dirette da Ben Gurion, leader del partito laburista.
Anni '50: Tra accordi e conflitti si intensifica il rapporto Occidente-Medio
Oriente
Negli anni Cinquanta si assistette ad un graduale avvicinamento di Israele agli
Stati Uniti, causato principalmente dalla politica antisionista ed antisemita
adottata da Stalin negli ultimi mesi del proprio regime; ciò portò alla rottura
delle relazioni diplomatiche fra Unione Sovietica e Israele e al miglioramento
dei rapporti tra Urss e i paesi arabi.
Il 23 gennaio 1950, in contrasto con le risoluzioni delle Nazioni Unite,
Israele trasferì la propria capitale da Tel Aviv alla parte est di Gerusalemme.
Nel 1956, la nazionalizzazione del canale di Suez da parte del presidente
egiziano Gamal Abdel Nasser e, più in generale, la politica panaraba
intrapresa (una politica, cioè, che perseguiva l'unità del mondo arabo e che
mirava alla rinascita della grandezza araba contro la supremazia occidentale)
diedero luogo ad una crisi che sfociò nella guerra del Sinai, che vide
contrapposte Francia, Inghilterra e Israele da una parte ed Egitto dall'altra.
Il conflitto terminò con la vittoria militare israeliana, ma in realtà favorì
il trionfo politico di Nasser e non apportò risultati duraturi per Israele.
Anni '60: La guerra dei sei giorni e l'occupazione dei territori
Le lotte politiche al suo interno, infatti, si susseguirono e raggiunsero una
tale durezza da indurre, nel 1963, Ben Gurion alle dimissioni. Il nuovo
primo ministro, Levi Eshkol, continuò come aveva fatto il suo
predecessore, a sviluppare con successo rapporti con Stati Uniti, Europa
occidentale e Terzo Mondo, ma dovette anche affrontare gravi problemi sia di
politica interna che di sicurezza militare per l'intensificarsi delle
incursioni e delle azioni di guerriglia delle forze arabe.
Nel 1967, la politica panaraba di Nasser giunse ad un nuovo apice:
chiese il ritiro delle forze di sicurezza dell'Onu poste a presidiare il
confine del Sinai, proclamò la chiusura del Golfo di Aqaba alle navi israeliane
(di fondamentale importanza per gli approvvigionamenti di Israele) e siglò un
patto militare con la Giordania. La reazione non tardò. Israele sferrò, nel
giugno del medesimo anno, un attacco aereo simultaneo contro le forze arabe e
diede inizio ad un conflitto che durò poche ore (guerra dei sei giorni) e che
si concluse con una sbalorditiva vittoria militare. Le forze israeliane
occuparono Gerusalemme est, la Cisgiordania, la striscia di Gaza e le alture
del Golan. Circa trecentoventimila profughi palestinesi fuggirono dai territori
occupati riversandosi in Egitto, in Giordania e in Siria.
Anni '70: Verso l'accordo di Camp David
Nei primi anni Settanta la rivendicazione dei profughi palestinesi residenti
nei Paesi arabi (circa due milioni e mezzo in totale) di aver riconosciuto uno
Stato nazionale otteneva consensi anche nei Paesi occidentali. Israele si
trovava così sempre più isolato sul piano diplomatico internazionale. La guerra
dello Yom Kippur (ottobre 1973) inoltre evidenziò la debolezza politica ed
economica dei tre milioni di israeliani di fronte alla coalizione araba, resa
ancor più forte dall'appoggio sovietico e dalle ricchezze petrolifere
utilizzate come arma di ricatto con i sostenitori occidentali di Israele. La
crisi toccò particolarmente il Partito laburista che dovette sempre più
appoggiarsi alle frazioni conservatrici. Il nuovo governo Rabin,
tuttavia, riuscì a raggiungere importanti obiettivi sia in politica estera
(accordo con l'Egitto) che in politica interna (potenziamento capacità militare
e riforme finanziarie). Ciononostante, a causa dei dissensi interni alla
coalizione, nel dicembre 1976 Rabin si dimise e convocò nuove elezioni.
Nel maggio 1977 il Partito laburista perse la maggioranza che deteneva da quasi
trent'anni; salì al potere una coalizione di centro-destra guidata dal Partito
Likud il cui leader Menahem Begin divenne primo ministro. Fautore di una
politica intransigente verso il mondo arabo, appoggiò e favorì l'insediamento
di coloni israeliani nella Cisgiordania occupata. Nel novembre 1977 il
presidente egiziano Anwar Sadat compì un gesto sensazionale recandosi in
visita a Gerusalemme dove ebbe un colloquio con Begin e tenne un discorso alla
Knesset. Il mese successivo lo stesso primo ministro israeliano ricambiò la
visita recandosi in Egitto.
Ma il sostanziale fallimento di queste visite creò la base per un accordo che
portò gli Stati Uniti al centro del processo di pace. Dopo otto mesi di intensa
diplomazia Begin, Sadat e il presidente americano Jimmy Carter si
incontrarono, nel settembre 1978, a Camp David siglando un accordo diviso in
due parti: nella prima si stabilivano le basi per un trattato di pace fra
Israele e ciascuno dei suoi vicini; nella seconda parte, solamente fra Egitto e
Israele. Ma solo questo secondo punto fu sottoscritto, a Washington, nel marzo
1979. Mediante tale accordo l'Egitto ottenne la restituzione del Sinai, mentre
l'anno seguente vennero ristabilite le relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
Il mondo arabo, tuttavia, fu in tal modo spaccato e la questione palestinese
rimase irrisolta e ancor più complessa.
Anni '80: L'invasione del Libano e la nascita dell'Intifada
Nei primi anni Ottanta entrò in scena un piccolo stato fino ad allora rimasto
ai margini del conflitto arabo-israeliano, il Libano. Scosso all'interno dagli
attriti delle diverse fazioni religiose, era anche sede, dopo che furono
espulsi nel "settembre nero" (1970) dalla Giordania, della leadership
dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) e di molti suoi
militanti. Dal Libano l'Olp compì, con una intensificazione sempre maggiore a
partire dal 1981, bombardamenti e raid che minacciavano gli insediamenti
israeliani del Nord. Israele rispose nel giugno 1982 con l'invasione del
Libano, avanzando fin verso la stessa Beirut per cacciare le basi dell'Olp.
Venne inviata una forza multinazionale di pace da parte di Stati Uniti,
Francia, Italia e Gran Bretagna che ha consentito l'evacuazione (verso la
Tunisia) dei combattenti dell'Olp, ma che non ha consentito di riportare la
calma nel paese. La forza venne ritirata nel 1984.
A partire dalla fine del 1987 i palestinesi dei territori occupati diedero vita
ad una lunga e diffusa rivolta (Intifada) contro Israele, che reagì con una
dura repressione. L'Olp, che sosteneva tale rivolta nata comunque
spontaneamente, abbandonò il suo ruolo di aperta lotta armata contro Israele e
nel dicembre 1988 il suo presidente, Yasser Arafat, annunciò uno storico
cambiamento nella politica dell'Organizzazione che abbandonava la strategia del
terrorismo.
Anni '90: Arafat e Rabin si stringono la mano
Il 18 gennaio 1991, ventiquattr'ore dopo l'inizio della Guerra del Golfo,
missili Scud lanciati da una postazione al confine iracheno-giordano colpivano
i sobborghi di Tel Aviv. Fu un attacco a sorpresa contro una popolazione inerme
ed estranea alle ragioni del conflitto. I calcoli di Saddam Hussein di
porsi come il difensore della causa araba - e palestinese in particolare - e di
mettere in difficoltà la coalizione antiirachena, non portarono i risultati
sperati. George Bush, infatti, si era premunito facendo accettare al
primo ministro israeliano Shamir l'impegno a non scatenare rappresaglie.
Il 20 agosto 1993 rappresentanti di Israele e dell'Olp si incontrano ad Oslo
per un accordo di pace. Rispettivamente il 9 ed il 10 settembre successivi Yasser
Arafat e il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin si scambiano
lettere di mutuo riconoscimento. Nella sua lettera a Rabin, Arafat riconosce
"il diritto dello Stato di Israele ad esistere in pace e sicurezza" e
rinuncia all'"uso del terrorismo e della violenza". Nella sua
lettera, Rabin riconosce l'Olp come "rappresentante del popolo
palestinese". Il 13 settembre a Washington ha luogo la famosa stretta di
mano tra Arafat e Rabin i quali firmano una Dichiarazione dei principi alla
presenza del presidente statunitense Bill Clinton.
Il 4 maggio 1994 Israele e l'Olp siglano un accordo riguardante la striscia di
Gaza e l'area di Gerico. Il 1° luglio Arafat torna in Palestina; arriva a Gaza
il 12 dello stesso mese e qui stabilisce il proprio quartier generale, accolto
e acclamato da decine di migliaia di palestinesi. Il 26 ottobre un Trattato di
Pace viene siglato anche da Israele e Giordania.
Il 4 novembre 1995, Yitzhak Rabin - al quale l'anno precedente era stato
consegnato il premio Nobel per la pace insieme a Yasser Arafat e al ministro
degli Affari esteri di Israele Shimon Peres - viene assassinato a Tel
Aviv da un estremista israeliano.
Il 30 maggio 1996 viene eletto primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu e
viene formato un governo di destra. Per decisione di tale governo il 24
settembre si inizia ad aprire un tunnel sotto la Città Vecchia in Gerusalemme
Est. Seguono scontri nella città e nei territori occupati tra polizia e civili
palestinesi da una parte e esercito israeliano dall'altra. Il 28 settembre il Consiglio
di Sicurezza dell'Onu adotta una risoluzione per la cessazione dell'apertura
del tunnel.
Il 23 ottobre 1998, alla presenza di Bill Clinton e del re Hussein,
Arafat e Netanyahu siglano l'accordo di Wye River attraverso il quale si
impegnano ad adempiere agli accordi precedenti. Sulla stessa linea si pone
l'accordo di Sharm el-Sheikh del 5 settembre 1999.
Nei primi mesi del 1999, il primo ministro Netanyahu viene indagato per
illeciti finanziari. L'inchiesta, dalla quale comunque uscirà assolto, provoca
la crisi del governo e lo costringe a presentare le proprie dimissioni. Vengono
indette le elezioni anticipate che, tenute il 17 maggio dello stesso anno,
vengono vinte dal laburista Ehud Barak che, con il 56 per cento dei
consensi, viene eletto primo ministro di Israele.
2000: l'Intifada di al-Aqsa
L'11 luglio 2000 ha luogo una conferenza a Camp David che però non sembra
portare a risultati soddisfacenti per il processo di pace. La situazione si
aggrava enormemente a partire dalla fine del settembre successivo: il 28 il
presidente del Likud Ariel Sharon (che verrà poi eletto primo ministro
d'Israele nel febbraio 2001) si reca in visita alla Spianata delle Moschee,
un'azione provocatoria tendente a ribadire la sovranità israeliana sulla zona.
Ne segue la cosiddetta "Intifada di al-Aqsa" che alla metà del maggio
2001 fa registrare, quali vittime degli scontri fra palestinesi e milizie
israeliane, più di 500 morti, per massima parte arabi.
The Balfour Declaration
November 2, 1917
Foreign Office
November 2nd, 1917
Dear Lord Rothschild,
I have much pleasure in conveying to you, on behalf of His Majesty's
Government, the following declaration of sympathy with Jewish Zionist
aspirations which has been submitted to, and approved by, the Cabinet.
"His Majesty's Government view with favour the establishment in Palestine
of a national home for the Jewish people, and will use their best endeavours to
facilitate the achievement of this object, it being clearly understood that
nothing shall be done which may prejudice the civil and religious rights of
existing non-Jewish communities in Palestine, or the rights and political
status enjoyed by Jews in any other country."
I should be grateful if you would bring this declaration to the knowledge of
the Zionist Federation.
Yours
sincerely,
Arthur James Balfour
La Dichiarazione di Balfour
2 novembre 1917
Ufficio degli Esteri
2 novembre 1917
Egregio Lord Rothschild,
ho il piacere di comunicarvi, a nome del Governo di Sua Maestà, la seguente
dichiarazione di simpatia per le aspirazioni sioniste ebraiche che è stata
presentata ed approvata dal Governo.
"Il Governo di Sua Maestà guarda con favore la costituzione in Palestina
d'un focolare nazionale per il popolo ebraico e applicherà tutti i suoi sforzi
per facilitare il raggiungimento di questo obiettivo, essendo stato assodato
chiaramente che non sarà fatto niente che possa pregiudicare i diritti civili e
religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina, o i diritti e lo
statuto politico goduti dagli ebrei in qualunque altro paese".
Vi sarei riconoscente se portaste questa dichiarazione alla conoscenza della
Federazione Sionista.
Sinceramente vostro,
Arthur James Balfour
mi son sempre chiesto perchè e cos è la questione palestinese,e mi son documentato.i palestinesi della striscia di gaza e dei territori cosidetti occupati dagli israeliani reclamano indipendenza e che israele lasci i territori occupati.ma i territori non sono occupati ilegalmente ma legalmente dagli israeliani,dalla guerre succedutesi dal 1948 fino all'ultima quella del 1967 gli stati mediorientali anno cercato di distruggere israele che si e ben difesa conquistando ed estendendo i suoi confini a quelli attuali,gaza una volta era egiziana e se l'egitto non avesse attacato israele non avrebbe perso la striscia di gaza cosi vale per i territori confinanti ad ovest con israele erano della giordania che li ha persi nel tentativo di distruggere con varie guerre israele,ed adesso quel terrorista di arafat coi suoi scagnozzi pretende uno stato la palestina che esiste solo nella sua mente malata di terrorista pensionato.i territori cossidetti occupati devono essere annessi ad israele e se i cosidetti palestinesi che altro non sono che ex cittadini giordani ho vendono le loro case e se ne vanno in giordania,oppure diventino cittadini israeliani con tutti i diritti e doveri che ogni democrazia compresa quella israeliana da hai propi cittadini,pensate che sia impossibile che gli ex giordani che oggi si spaccino per palestinesi possono vivere normalmente come cittadini israeliani?be se pensate che sia impossibile sbagliate perchè il 20% dei cittadini israeliani erano giordani che una volta vitosi le loro citta inglobate ad israele anno preso cittadinanza israeliana e tuttora vivono tranquillamente vivendo una vita onesta come tutti gli israeliani.e per questo che la palestina non ha diritto di esistere secondo me ovviamente,perchè sono territori persi col l'ultima guerra tra arabi e israeliani disputatosi nel lontano 1967,non vi siete mai chiesti perchè l'egitto non ha richiesto la striscia di gaza in dietro dagli israeliani visto che era un suo territorio e la giordania perchè non anno fatto altrettanto,semplice perchè dopo la guerra del 1967 anno rinunciato hai territori preduti,per questo non sussiste la questione palestinese dal mio punto di vista,se vogliono restare che restino come cittadini israeliani e la cosa e possibile altrimenti pseudo palestinesi del ultima ora AVETE SOLO DA SLOGGIARE.ciao by davide.priolo.
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