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CANTO V PURGATORIO - Negligenti morti di morte violenta che si pentirono solo in punto di morte

letteratura



CANTO V PURGATORIO

LUOGO

Antipurgatorio

ESPIANTI

Negligenti morti di morte violenta che si pentirono solo in punto di morte

CUSTODE

Catone l'Uticense

PENA

Debbono attendere nell'antipurgatorio, prima di essere ammessi all'espiazione nel monte del purgatorio, tanto tempo quanto vissero

SINTESI

Dante e Virgilio lasciano le anime dei pigri, continuano il loro cammino e riprendono la salita del monte.



Alcune anime che si meravigliano per la presenza di un vivo, attirano l'attenzione di Dante distogli 545i87f endolo dall'impegno della salita.

Virgilio temendo che quelle manifestazioni di meraviglia attardassero il cammino di Dante. rimprovera il poeta fiorentino, che un po' temporeggia, di riprendere il cammino e di non curarsi di coloro che lo osservano e bisbigliano e che nessun indugio è consentito a chi ha iniziato la via della penitenza e della purificazione. Lunga la costa si fa incontro a loro un'altra schiera di anime che avanzano cantando il salmo "Miserere" a versetti alternati. Sono le anime dei morti di morte violenta, che si pentirono in punto di morte; Appena si accorgono che Dante è vivo, mutarono il canto in un prolungato «oh!» di meraviglia, due di loro corsero incontro , come se fossero dei  messaggeri, a chiedere gentilmente spiegazioni.

Virgilio rassicura i due inviati, affermando che il corpo di Dante è di vera carne, e di poter riferire alle altre anime che potrebbe riuscir loro di aiuto .

Virgilio invita Dante a non fermarsi dicendo che siccome sono Molte le anime desiderosi di Conoscenza , di ascoltarle durante il cammino.

Sapendolo vivo, sperano conosca qualcuno dei loro cari,Dante non riconosce nessuno, tuttavia giura di voler fare per gli spiriti che lo hanno avvicinato quanto desiderano.

Anch'esse ora chiedono preghiere per affrettare la purificazione. Le prime tre anime che si affrettano a presentarsi e narrare la loro tragica fine a Dante , sono :

Jacopo del Cassero , prega Dante di ricordarlo ai cittadini di Fano, la sua città nativa , dicendo che egli era esperto nell'uso delle armi, fu ucciso in località Oriamo nei pressi di padova dai sicari di Azzo VIII  d'Este , signore di Ferrara, del quale era stato avversario.

Prende poi la parola Il Capitano dell'esercito ghibellino Buonconte da Montefeltro , egli si lamenta della sua vedova, Giovanna, che lo ha dimenticato, e dei suoi stessi consanguinei . Dicendo che è scomparso nella battaglia di Campaldino,

Dante gliene chiede la ragione per la quale nn fu mai ritrovato il corpo e Buonconte racconta a Dante ai piedi del Casentino traversa un fiume che ha nome Archiano dove la sua acqua si riversa nell'Arno. Giunto fin li a piedi, e ferito a morte alla gola , perse i sensi e morì,invocando il nome di Maria chiedendo perdono.qui caddi e rimase solo il mio corpo fisico.

Durante la disputa tra l'angelo e il demonio per il possesso della sua anima,l'angelo vinse e quindi riusci a strappare la sua anima al diavolo .Il demonio sconfitto si vendicò facendo straripare il fiume Archiano che lo trascinò nell'Arno dove fu sommerso sul fondo.

Svelata la sua fine del suo sconosciuto luogo di sepoltura e lo svolgersi della vicenda, che Dante avrebbe portato alla conoscenza umana.

Appena egli termina il suo racconto Chiude il canto la terza anima:

Pia dei Tolomei, Della famiglia senese dei Tolomei nata a Siena e morta in Maremma per opera di colui che l'aveva fatta sua sposa.Su Pia circolano varie leggende.Non si sa se morì, fatta uccidere o uccisa direttamente dal marito, a causa di motivi ancora in parte sconosciuti.Essa durante le sue parole ha un rimpianto per la sua esistenza terrena, per un matrimonio che poteva essere felice e che invece è stato spezzato da una violenza terribile.Conclude invitando Dante a ricordarla ai vivi dicendo di essere stata uccisa in Maremma, il come lo sa colui che, avendola sposata, le aveva posto al dito il suo anello.




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