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IL REFERENDUM ABROGATIVO

diritto



IL REFERENDUM ABROGATIVO


Il referendum è il principale istituto di democrazia diretta previsto dal nostro ordinamento costituzionale, poiché consente a tutti coloro aventi diritto al voto di esprimere direttamente la propria volontà rispondendo con un si o con un no alla domanda che vi 939i83j ene loro rivolta. Con questo strumento si possono abrogare le leggi ordinarie o quelle aventi forza di legge, non è ammesso però abrogare leggi di bilancio, tributarie, di amnistia e indulto[1] (di clemenza penale) e riguardanti i trattati internazionali .



Per decisione della Corte Costituzionale, sono escluse le domande di referendum non chiare e non univoche e relative a leggi collegate alla Costituzione e attenuative di trattati internazionali.

Il referendum può essere richiesto da 500.000 elettori o da 5 consigli regionali, e le richieste sono controllate dall'Ufficio0 centrale per i referendum sotto la Corte di cassazione (CONTROLLO DI REGOLARITA') e dalla Corte costituzionale (CONTROLLO DI AMMISSIBILITA'). La legge viene abrogata se abbia partecipato la maggioranza degli aventi diritto al voto e se la maggioranza dei votanti si esprime per il "si".

Il Parlamento può abrogare la legge su cui è stato richiesto il referendum. In tal caso, il referendum non ha più corso. Se però  la vecchia legge viene sostituita da un'altra dal contenuto simile, il referendum viene trasferito sulla nuova legge.



Provvedimenti di clemenza previsti dalla Costituzione ai quali si dovrebbe ricorrere solo in casi eccezionali.Con l'amnistia  si ha l'estinzione del reato; con l'indulto si condona in tutto o in parte la pena, senza estinguere il reato. Anche se non lo si dichiara apertamente in ricorso a questi provvedimenti è dovuto all'esigenza di contenere l'affollamento nelle carceri.

Trattative BILATERALI o PLURILATERALI sottoscritte dal Ministro degli Esteri e svolte dal Governo. In Italia entrano in vigore attraverso uno strumento, la RATIFICA,  attuato dal Presidente della Repubblica. Per i trattati di natura politica o quelli che comportano variazioni territoriali od oneri finanziari devono essere autorizzati dal Parlamento.






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