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La crisi del 1929 e il New Deal
Le dinamiche economiche e sociali fra le due guerre
Gli anni venti e trenta registrarono la completa affermazione della società industriale di massa. Nelle officine si impose l'organizzazione scientifica del lavoro, basata sulla divisione rigida delle mansioni e sul lavoro seriale, reso possibile dalla catena di montaggio, utilizzata specialmente nell'industria dell'auto. Alla trasformazione del lavoro operaio si affiancò l'espansione del ceto medio impiegatizio, i cosiddetti "colletti bianchi" .
La rottura dello sviluppo: la crisi del 1929
La decadenza britannica rese questo meccanismo alquanto instabile. Il
boom statunitense degli anni venti non mancò di generare acute contraddizioni
nel sistema economico. La crisi esplose violentemente nell'ottobre 1929 con il
crollo della Borsa di Wall Street. Alla crisi di sovrapproduzione, causata
dall'indebolimento della domanda conseguente al rapporto squilibrato tra
crescita dei profitti e crescita dei salari, si unì un brusco ridimensionamento
del settore agricolo, che si era rafforzato durante la guerra e che ora era
nuovamente costretto a fare i conti con la competizione europea. Accanto a
problemi strettamente produttivi, si verificarono pericolosi fenomeni
speculativi, nella convinzione che
Una risposta democratica alla crisi: il New Deal
L'elezione di Roosevelt alla presidenza (1933) segnò l'inizio di un "nuovo corso" nella storia statunitense. Il New Deal impose il nuovo ruolo dello stato in economia: la spesa pubblica doveva sostenere la domanda (opere pubbliche, salario minimo) e i prezzi, soprattutto agricoli. Il rafforzamento della legislazione sociale, una nuova politica sindacale e un'intensa opera di propaganda fecero di Roosevelt il più amato e popolare presidente della storia degli Stati Uniti d'America.
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