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CAMILLO BENSO conte di CAVOUR
Camillo Benso, conte di Cavour
(1816-1861), di Torino, uomo politico e statista. Dopo
aver soggiornato a Ginevra, Parigi e Londra e aver compiuto seri studi di
economia e politica, si dedicò in un primo tempo alla conduzione della
proprietà terriera paterna. Deputato al parlamento subalpino, fu ministro
dell'Agricoltura e Commercio (1850), poi delle Finanze e presidente del
Consiglio dei Ministri nel 252i83c '52. Intuendone l'importanza diplomatica partecipò
alla guerra in Crimea, a fianco dei franco-inglesi e portò per primo a una
conferenza europea (Congresso di Parigi, 1856) il problema dell'unità d'Italia.
Nel convegno a Plombières nel '58 si assicurò l'appoggio di Napoleone III° nell'imminente guerra con
l'Austria ('59). Dimissosi dopo l'armistizio di Villafranca (8 luglio '59)
ritornò al potere nel '60. Contrastando di fatto il passo a Garibaldi , lo costrinse, minacciando una
guerra civile, a cedere Napoli e la Sicilia al futuro Re d'Italia. Con i
plebisciti delle Due Sicilie e dei territori pontifici Cavour poté nel 1861
trasformare il regno sabaudo di Sardegna in regno d'Italia (14 marzo '61) e far
proclamare Vittorio Emanuele II° Re d'Italia il 17 marzo dello stesso anno.
GIUSEPPE MAZZINI
Giuseppe Mazzini (1805-72),
di Genova, patriota, uomo politico e scrittore. Entrato giovanissimo nella Carboneria fu denunciato nel 1830 e
costretto all'esilio. A Marsiglia fondò
allora la Giovine Italia il cui ideale era di rendere
l'Italia "una, libera, indipendente, repubblicana". Nel '34, fallito
un tentativo insurrezionale in Savoia, dovette riparare in Svizzera, dove fondò
la Giovine Europa . Allo scoppio dei moti
del'48 si recò a Milano e a Roma, dove fu eletto triumviro della Repubblica, ma
con la caduta di questa dovette di nuovo rifugiarsi all'estero. Nel contempo
riprese la sua attività rivoluzionaria : nel '53 fallì un tentativo di
insurrezione a Milano, come miseramente fallirono analoghi tentativi in
Lunigiana, Valtellina e quello condotto da Pisacane a Sapri ('57). Contrario alla
monarchia, tentò nel '70 di sbarcare a Palermo per marciare su Roma, ma fu
arrestato e imprigionato. Trascorse l'ultimo periodo della sua vita a Pisa
sotto il falso nome di Brown.
GIUSEPPE GARIBALDI
Giuseppe Garibaldi (1807-82),
generale e patriota italiano nato a Nizza. Nel '33 aderì alla Giovine Italia . Partecipò con insuccesso
ai moti di Genova e dovette sfuggire alla polizia
che gli aveva decretata la pena di morte. In Brasile, dove si era recato
combatté con gli insorti del Rio Grande. Ivi conobbe Anita, che lo seguì in
Uruguay, dove Garibaldi riportò una strepitosa vittoria contro il dittatore
Rosas. Tornato in Italia, partecipò alla prima guerra d'Indipendenza. L'anno
successivo, nel '49, era a Roma a combattere per la Repubblica Romana. A
seguito della fuga da Roma, durante la quale Anita morì, tornò in esilio :
New York, Perù, Cina.
Scoppiata la seconda guerra d'Indipendenza nel '59 in Italia, comandò i Cacciatori delle Alpi conseguendo splendide vittorie. Nel '60 organizza l'epica spedizione dei Mille e conquista all'Italia il Mezzogiorno. Nel 1862 tenta la conquista di Roma. Durante la terza guerra d'Indipendenza nel '66 conduce vittoriosamente le sue truppe a Monte Suello e a Bezzecca. Nel '70 è a fianco dei francesi a Digione contro i Prussiani. Fu un grande condottiero di uomini, un tattico insuperabile, ma ebbe scarsa comprensione per i problemi strategici. Morì a Caprera nell' '82, dove si era ritirato negli ultimi anni.
Napoleone III°
Eletto nel dicembre del 1848
presidente della Sconda Repubblica con l'appoggio dei liberali moderati, con il
motto "ordine, pace, giustizia", in aperto contrasto con i socilaisti
e i repubblicani, Carlo Luigi Napoleone Bonaparte aveva dapprima dato al suo
governo un indirizzo conservatore per acquistarsi l'appoggio della borghesia, e
nello stesso tempo aperta alle istanze clericali (fatto che lo aveva portato a
proclamarsi strenuo difensore del potere temporale del Papa - questione romana
del 1849 -) col proposito dichiarato di legare a sé i cattolici,
particolarmente influenti dal punto di vista politico nella Francia del tempo.
Particolarmente stretto fu il rapporto tra il suo governo e gli interessi del nascente capitalismo finanziario francese: il suo secondo Impero (dal 1850 al 1870) si caratterizzò infatti per i grandiosi progetti di opere pubbliche che miravano insieme ad affermare la grandezza della Francia, a favorire gli investimenti e ad assicurare lavoro salariato.
Il rapporto con il Cavour era uno dei mezzi per affermare la egemonia politica e militare francese sul vecchio continente.
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