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DANNO COLLATERALE CONTINUO:
Elenco degli Autori, Editori, Consiglieri, Coordinatore di Progetto e copyright in ultima.
(Edizione Italiana a cura del dott. Michele Di Paolantonio, Consigliere Internazionale Italiano dell'IPPNW, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985: www.ippnw.org; www.medact.org;
www.geocities.com/ippnwitalia)
Le conseguenze sulla salute della guerra in Iraq del 2003 saranno sentite dal popolo iracheno per anni, e generazioni.
Questo rapporto stabilisce l'impatto della guerra sulla salute fisica e mentale dei civili e dei combattenti e sull'ambiente. Le sue conclusioni possono aiutare a determinare se la vastità della guerra in Iraq sia stata più o meno dannosa rispetto ad azioni alternative; quale sia il modo migliore di condurre gli affari del dopoguerra per minimizzare l'ulteriore perdita di vite umane e massimizzare il guadagno di salute; e come approcciare simili argomenti nei dibattiti relativi ad altri conflitti.
Esso di fonda sul nostro rapporto 2002, Danno Collaterale: i costi sulla salute e sull'ambiente della guerra in Iraq, che concludeva che la salute del popolo Iracheno era stata deteriorata in modo allarmante fin dalla guerra del Golfo del 1990-91 e prediceva che un ulteriore conflitto avrebbe avuto effetti calamitosi. Noi abbiamo lanciato l'Iraq Health Monitorino Project, il Progetto di Monitoraggio della Salute in Iraq nella primavera 2003, mirando a ricercare, documentare, analizzare e divulgare informazioni relative alle conseguenze sanitarie della guerra. Un secondo obiettivo è stato lo sviluppo di un modello di misurazione degli impatti fondamentali della guerra sulla salute; attualmente non ne esiste alcuno nonostante il continuo impatto massivo sulla salute dei conflitti in tutto il mondo.
Il progetto ha raccolto informazioni su una serie di indicatori sanitari da fonti di pubblico dominio e discussioni con una varietà di organizzazioni e di individui esperti attivi in Iraq, sia stranieri che Iracheni. Il suo compito già complesso è styato ostacolato dalla mancanza di dati validi e attendibili. Molte delle informazioni necessarie a dipingere un quadro completo non sono disponibili, non raccolte e/o non pubblicate. C'è anche il pericolo di fattori di disturbo in differenti fonti nella situazione polarizzata prodotta da un conflitto.
Il rapporto inizia con una descr 222h76c izione della guerra e dell'impatto delle armi usate, particolarmente di quelle illegali o usate in modo illegale: L'impatto della guerra sulla salute e sull'ambiente è quindi stabilito, inclusi i suoi effetti diretti ed indiretti sulla salute fisica e mentale nel breve e lungo periodo. La guerra affligge la salute ad un livello individuale e sociale attraverso molteplici vie dirette ed indirette, e viene esaminato il suo impatto su aspetti delle infrastrutture fisiche e sociali che predispongono la salute alla malattia, finendo con una ricognizione sulla stato attuale della salute degli Iracheni. Viene esplorato l'impatto della ricostruzione postbellica sulla salute e sul sistema sanitario. Il rapporto termina con una serie di raccomandazioni, alcune delle quali debbono essere soddisfatte immediatamente per arrestare un ulteriore declino della salute.
Sono state utilizzate la migliore evidenza ed opinione esperta disponibili, ma come passano i mesi rimane impossibile calcolare il preciso impatto della guerra sulla salute nel passato, nel presente e nel futuro. Quel che è certo è che la salute di civili e combattenti ha sofferto grandemente e continua a soffrire. Oltre ai morti c'è un enorme carico di disabilità e malattia mentale e fisica, ed implicazioni a lungo termine per lo sviluppo di individui, comunità e società Iracheni nel loro complesso.
Il nostro rapporto 2002 suggeriva che il totale delle possibili morti da tutte le parti derivante da un conflitto convenzionale e dai successivi tre mesi poteva collocarsi tra 49.000 e 261.000. I nostri tentativi di stima ora suggeriscono una variabilità attuale compresa tra 21.000 e 55.000. Tali stime sono "basse" perché la resistenza militare Irachena è collassata più in fretta di quanto chiunque potesse aspettarsi e non ci sono stati scambi di colpi con armi di distruzione di massa. Nel frattempo l'attuale situazione continua a danneggiare la salute e l'ambiente in Iraq e oltre. Noi non possiamo stabilire l'impatto sulla salute che questa distruzione ha comportato ma l'evidenza presentata in questo rapporto suggerisce che esso può essere stato considerevole. La Convenzione di Ginevra impone alle potenze occupanti di proteggere la salute delle popolazioni, ed il numero delle morti continua a salire. Noi cominciamo dall'esaminare l'impatto sulla salute di alcuni degli armamenti usati durante la guerra.
Popolazione 25 milioni (50% sotto i 18 anni), inclusi 5 milioni nella capitale Bagdad
Altre città maggiori Arbil, Bassora, Diyala, Kirkuk, Mosul
Area 438.317 chilometri quadrati, confinanti con Iran, Arabia Saudita, Kuwait, Giordania, Siria, Turchia
Geografia Deserto, pianure fertili nel centro tra i fiumi Tigri ed Eufrate, e montagne al nord
Lingue principali Arabo (ufficiale e predominante) e Curdo
Gruppi etnici Arabo (75-80%), Curdo (15-20%), altri 5%
Religione Islam (97%). La maggior parte dei Musulmani Sciiti (60-65%) vive nel sud, ed i Musulmani Sunniti (32-37%) soprattutto nel centro e nel sud. Cristiani ed altri 3%
Economia Possiede il 10% delle riserve mondiali di petrolio. Popolazione soprattutto urbana ma con una sostanziale produzione agricola
Sviluppo umano 126° delle 174 nazioni nell'Indice dello Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (UN Human Development Index) che paragona ogni livello di sviluppo dei paesi. Nel 1990 50° su 130, e nel 1995 106° su 174
(Unicef 2002; The World Guide 2001/2002)
L'Iraq fu attaccato il 20 marzo 2003 da una coalizione comprendente Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Polonia (forze terrestri), e Danimarca e Spagna (forze navali). La "caduta di Bagdad" giunse meno di tre settimane dopo e gli Stati Uniti annunciarono la fine della guerra il 1° maggio 2003. Le operazioni di combattimento sono state principalmente "convenzionali", per esempio bombardamenti aerei e attacchi missilistici. La maggior parte delle armi usate è stata convenzionale, cioè non chimica, biologica o nucleare. Le forze armate sono consistite principalmente in aerei ed artiglieria pesante, sebbene le forze Irachene hanno usato armi leggere.
Tuttavia, alcune delle armi usate durante il conflitto hanno effetti indiscriminati, per es. esse hanno un impatto sia sui combattenti che sui civili: non solo bombe a grappolo, mine terrestri ed uranio impoverito sono verosimilmente capaci di causare vittime civili durante le operazioni di combattimento, ma restano anche come una minaccia potenziale alla salute delle popolazioni locali per anni dopo il conflitto. Considerando che il Protocollo 1 delle Convenzioni di Ginevra proibisce attacchi indiscriminati (Art.51.4) e prescrive la protezione dei civili (Art.51.1), l'uso di tali armi indiscriminate, specialmente in aree costruite (tabella 1), può essere considerato controverso, o di dubbia legalità.
Questa sezione riguarda queste armi controverse, il loro potenziale distruttivo ed i conseguenti effetti sulla salute. La Tavola 1 offre quantità e descrizioni di ogni arma così come una piccola selezione rappresentativa di incidenti. Essa è basata su informazioni pubblicamente disponibili e senza significati esaustivi, a causa della segretezza governativa e di dati inattendibili. Quando disponibili, quantità ufficiali sono figure presentate come quantità totali dai governi o dal personale della difesa - e possono non rappresentare l'intera verità.
Le armi a grappolo contengono submunizioni dette "bomblets"- proiettili esplosivi disegnati per separarsi e spargersi quando vengono rilasciati. Quando esplodono, frammenti di munizioni penetrano il corpo, mutilando o provocando letali emorragie interne. Questo "effetto frammentazione" è un obiettivo volutamente disegnato. Circa il 30% delle vittime muore anche con un buon supporto vitale (Husum et al. 2000). Le "bomblets" sono disegnate per esplodere all'impatto, ma molte non esplodono e diventano di fatto mine terrestri. La nuova L20 usata dalle forze Britanniche è disegnata per autodistruggersi quando non esplode, ma la sua probabilità di errore è pari al 2%. Ma la vecchia BL-755 non ha alcun meccanismo di auto-distruzione ed ha un'alta probabilità di errore (circa il 10%). Gli USA hanno impiegato la loro nuova bomba CBU-105 a guida di precisione ma non hanno ammesso l'uso di tipi più vecchi di bombe a grappolo, che sono probabilmente responsabili fra le altre delle atrocità di Bassora e di al-Hillah. Essi inoltre rifiutano di fornire informazioni relative a munizioni a grappolo lanciate da terra, usate in grandissime quantità, ma lo Human Rights Watch ha identificato l'uso del Multiple Launch Rocket System (Sistema di Lancio multiplo di Razzi) (che spara munizioni a grappolo), che ha una probabilità di errore del 16% (1.4.03).
L'uranio impoverito (DU) è usato in munizioni anti-carro perché esso è denso e pesante, e penetra corazze pesanti. Dopo l'esplosione, esso rilascia una polvere chimicamente tossica, ma soltanto persone che inalano significative quantità di polvere sono suscettibili di avvelenamenti con uranio impoverito. L'uranio impoverito è anche debolmente radioattivo ma possono sorgere seri rischi di cancro soltanto da una irradiazione interna, per esempio da polvere inalata conficcata nei polmoni (Royal Society 2001). Nessuno studio scientifico esaustivo è stato mai sviluppato sia per provare che l'uranio impoverito ha giocato un ruolo nel documentato aumento di cancri in Iraq e di nati malfermi o nella Sindrome della Guerra del Golfo dopo la guerra del 1990-91. Comunque, uno studio del Programma Ambientale 2003 delle Nazioni Unite ha trovato prove di contaminazione di acque profonde sette anni dopo il conflitto in Bosnia ed Erzegovina, ed ha raccomandato l'uso di risorse idriche alternative. Nonostante questo, gli USA hanno affermato di non avere intenzione di rimuovere i residui delle armi all'uranio impoverito (BBC News Online 14.4.03), e non hanno fornito alcuna immagine delle munizioni all'uranio impoverito sparate da parte di carri armati. Esperti stimano che durante il conflitto sono state usate tra 1.100 e 2.200 tonnellate di uranio impoverito, a fronte di 350 tonnellate usate nel 1991 (The Guardian 25.4.03).
Mine terrestri usate dall'Iraq hanno incluso mine anti-uomo (AP), mine a frammentazione e mine a scoppio.Queste causano ferite alle gambe e all'inguine ed infezioni secondarie che spesso portano ad amputazioni, estensivi ricoveri ospedalieri e riabilitazioni (ICBL 1999). Riserve di mine terrestri Irachene sono state trovate sparse nel territorio, incluse in costruzioni civili ed in una moschea, e centinaia sono state lasciate in contenitori di acque, dentro e fuori le città, su strade e porti e in pozzi petroliferi (Landmine Action 2003). Il Trattato di Ottawa del 1997 mette al bando le mine terrestri, ma l'Iraq non lo ha sottoscritto ed ha usato molti tipi di mine terrestri che continuano a costituire una delle maggiori minacce alla vita ed alla salute in Iraq.
Residui bellici esplosivi (Esplosive remnants of war) (ERWs) sono munizioni attive lasciate dopo la guerra. Da figure pubblicate in Hansard (tavola 1), è possibile calcolare che le bombe a grappolo britanniche hanno lasciato da sole tra 2.000 e 3.000 ERWs. E' impossibile stimare le ERWs USA a causa di dati incompleti. I soldati Iracheni scappando hanno abbandonato grandi quantità di munizioni, spesso in luoghi facilmente accessibili, inclusi 100 missili Iracheni terra-aria intorno a Bagdad (Unicef 2003). Da maggio, l'Humanitarian Operations Centre a Bagdad ha localizzato 317 mine terrestri e 1.102 luoghi colpiti da attacchi con munizioni a grappolo della Coalizione (Landmine Action 2003). Una conferenza dell'Unicef ha precisato che, dalla fine della guerra, più di 1.000 bambini sono stati feriti da ERWs, specialmente da "bomblets" a grappolo che sono colorate o luccicanti, e "giungono sotto forme interessanti che sono attraenti per i bambini" (2003). La bonifica è lenta, accurata e pericolosa per cui il problema persisterà per anni.
Prima e durante la guerra, i leader di Gran Bretagna e Stati Uniti sostennero molto l'abilità di bombe di precisione di minimizzare i danni sui civili. Comunque, la guerra ha dimostrato che lo sviluppo di bombe guidate dal laser o dal satellite non è necessariamente sinonimo di minori offese al diritto umanitario o minori danni sui civili, perché le truppe della Coalizione hanno usato anche tipi di armi più vecchie o hanno impiegato armi di precisione in aree densamente popolate. Le strutture civili colpite dalla Coalizione comprendono numerose abitazioni, mercati e fattorie (Herold 2003), tre ospedali, diverse strutture per la comunicazione, e l'hotel Palesatine dove erano alloggiati giornalisti stranieri. Fonti ufficiali degli stati uniti hanno ammesso che 26 delle 1.500 bombe a grappolo americane sono state gettate 500 metri all'interno di aree civili (US Department of Defence 25.4.03). Anche mine terrestri ed armi all'uranio impoverito sono state usate dentro ed attorno a città (tabella 1). Tutte queste armi sembrano porre significativi rischi a lungo termine per le popolazioni civili, mettere a dura prova i servizi sanitari, e rallentare il processo di ricostruzione.
Esercito Tipo di arma Quantità ufficiali Descrizione dell'arma Obiettivi e specifici incidenti
(morti e danni causati, se noti)
GB Bombe a grappolo 66 bombe a grappolo Ogni bomba contiene Nessun rapporto specifico-molti
BL-755 lanciate 147 munizioni attacchi sono consistiti in un insieme
Dall'aria (bomblets anti-carro e di bombe di USA e di GB
(Hansard 16.6.03) A frammentazione) Adam Ingram, ministro della difesa
Di GB ha ammesso che bombe a
Probabilità di errore grappolo sono state sganciate in aree
Dichiarata circa 5-6% edificate (Radio BBC 4 29.05.03)
Probabilità di errore
Stimata circa 10%
2.098 munizioni L20 Ogni bomba contiene Nessun rapporto specifico
lanciate da terra 49 bomblets
(Hansard 16.6.03)
Probabilità di errore
Dichiarata circa 2%
Uranio impoverito tonnellate (t) 1,9 Sparato da carri Nessun rapporto specifico
(DU) (Hansard 4.4.03) Challenger II
USA Bombe a grappolo 1500 bombe a La CBU-105 è a guida 22 Marzo: aerei da caccia F-16
Grappolo lanciate di precisione. Essa sganciano bombe a grappolo sulla
Dall'aria contiene 10 bomblets periferia di Bassora: tra 40 ed 80
(Dipartimento alla distruttrici di armature civili muoiono (The Guardian
Difesa degli USA corazzate. 24.3.03).
25.4.03) 30 Marzo: Bombe a grappolo
Incluse 6 CBU-106 Probabilità di errore sganciate vicino ad al-Hillah:
(BBC News Online circa 5% almeno 61 morti e 200 feriti
(80% civili) registrati dal locale
ospedale (The Independent 9.4.03)
Uranio impoverito 300.000 bomblets Sganciate da aerei 28 Marzo: un aereo bruciatore di
(DU) all'uranio A-10 Warthog carri A-10 sgancia un proiettile al
impoverito DU, uccidendo un soldato Britannico
circa 75 t (Christian Il Bruciatore di bunker e ferendone 3 sotto "fuoco amico"
Science Monitor GBU-28 BLU-113 (Sunday Herald 30.3.03)
15.5.03) contiene DU nella 28 Marzo: ufficiali USA affermano
Un colonnello USA testata. Che 2 bombe bruciatori di bunker
Dice 500 t Penetra 6 metri corazzati GBU-28 sono state usate su Bagdad,
(Coalition for Free o 30 metri di terra colpendo una torre di comunicazioni
Thoughts in the nel centro (BBC News Online 7.4.03)
Media 5.5.03) 8 Aprile: aerei A-10 sganciano
Proiettili al DU contro il palazzo di
Un ministero del governo (The
Independent
Bombe al napalm Un colonnello USA Le bombe infuocate Mark Data sconosciuta: "Dozzine" di
Dice che 30 77 usano il kerosene bombe sganciate sui ponti del Canale
Bidoni di invece che petrolio; perciò Saddam e del fiume Tigri a sud di
Napalm sono stati il Pentagono nega l'uso Bagdad (The Independent 10.8.03)
Usati in 30 giorni di del napalm. Ma MK77 e 21 Marzo: attacco al napalm su un
Guerra napalm hanno esattamente posto di osservazione Iracheno a
(Monitor-TV 7.8.03 gli stessi effetti (James Safwan Hill vicino al confine con il
Snyder in Monitor-TV Kuwait (The Independent 10.8.03)
IRAQ Mine terrestri Nessuna quantità -69 mine terrestri a 2 Aprile: quattro giornalisti entrano
ufficiale frammentazione Valmara in un campo minato Iracheno anti-
- mine a scoppio anti-uomo carro a Kifri. Il Cameraman
PMN freelance Iraniano Kaveh
- mine anti-veicolo VS 1.6 Golestan muore, il produttore della
(Landmine Action 2003) BBC Stuart Hughes perde il piede
destro (BBC News Online 5.4.03)
L'impatto della guerra sui combattenti e sui civili sorge sia dagli effetti diretti della battaglia, nominalmente morti e feriti in campo di battaglia, e sia dalle conseguenze indirette della guerra che continuano ad essere avvertite anni dopo la fine del conflitto (Ghobarah et al 2002). Esso comprende sia traumi fisici che mentali, sebbene questi ultimi siano meno spesso conosciuti e quantizzati in statitistiche di guerra.
Condurre un'accurata conta dei corpi in tempo di guerra è un atto di responsabilità ed un ricordo storico. Le difficoltà nel fare un conteggio sono ovvie - cessa la certificazione di morte, ed i corpi sono ridotti a pezzi, sepolti sotto rovine, bruciati dopo la ricognizione cadaverica o sepolti rapidamente, in accordo con il costume islamico.
Il numero di civili uccisi sin dall'inizio della guerra e fino al 20 ottobre 2003 è stimato in modo indipendente compreso tra 7.757 e 9.565 (Iraq Body Count) (Tabella 2). Queste stime vengono correntemente corroborate da ricercatori in uno studio casa-casa controllando ogni morte contro diverse fonti e visitando ospedali, camere mortuarie e cimiteri (CIVIC).
E' difficile ottenere numeri affidabili di civili uccisi durante il conflitto. Gli operatori sanitari non hanno tempo di registrare e la carenza di rapporti è verosimilmente dovuta alla rapida rimozione dei feriti dalla scena dell'incidente. Una valutazione che utilizza rapporti dei mezzi di comunicazione di massa e di organizzazioni non governative stima almeno 20.000 civili feriti da luglio - tre volte il numero dei morti (Iraq Body Count). Di questi 8.000 erano nella sola area di Bagdad; non c'è una piena immagine di tutto il paese. Morti e feriti da ordigni inesplosi continuano ad essere verosimilmente sottostimati, secondo il Mines Advisory Group.
Il numero di soldati Iracheni morti è sconosciuto, e le stime sono comprese tra 13.500 e 45.000. Esse sono basate sulla estrapolazione dalla percentuale di morti compresa tra il 3 ed il 10% trovata nelle unità attorno a Bagdad, sebbene si creda che la percentuale di feriti sia più vicina alla parte più bassa del grafico (The Guardian 28.05.03). I militari USA stimano 2.320 morti di militari Iracheni a causa dei combattimenti dentro ed intorno alla sola Bagdad (Reuters). L' Iraqi Red Crescent sta riesumando fosse comuni per identificare morti di guerra Iracheni, inclusi quelli morti all'aeroporto dove ha avuto luogo il combattimento più intenso (The Guardian 19.08.03).
Il numero ufficiale di combattenti Americani e Britannici morti dopo il 1° maggio è stato di 172. La fase postbellica ha visto più feriti americani in cinque mesi che durante la guerra. Dall'8 ottobre altri 156 Americani e 17 appartenenti al personale di servizio Britannico sono morti, molti per azione ostile (Iraq Coalition Casualty Count) ma altri per incidenti , malattia e suicidio (The Guardian 4.8.03).
Il numero di Americani feriti in Iraq tra il 20 marzo e il 19 ottobre è ufficialmente indicato in 1.927, metà dei quali dopo la guerra,sebbene stime non ufficiali siano molto più alte (Coalition Casualty Count, The Guardian 4.8.03).Si pensa che più di 6.000 membri del personale Americano sono stati evacuati a causa di malattia fisica o mentale (Washington Post 2.9.03). Poco si sa di loro ma esiste una comune preoccupazione circa gli effetti sanitari a lungo termine e potenzialmente fatali a causa dell'esposizione all'uranio impoverito (DU) o delle vaccinazioni obbligatorie contro l'antrace, entrambe ritenute essere tra le cause scatenanti della Sindrome della Guerra del Golfo.
A differenza di combattenti di USA e GB, pochissimi combattenti iracheni hanno accesso ad adeguati servizi sanitari o sociali o di riabilitazione a lungo termine. Non esistono dati affidabili ma il numero dei feriti è generalmente calcolato come tre volte il numero di morti, che dà un valore compreso tra 40.500 e 135.000 combattenti iracheni feriti.
TABLE 2 Morti direttamente attribuibili alla guerra
Militari Iracheni morti 13.500-45.000
Civili Iracheni uccisi durante la guerra 6.708-7.356
Civili Iracheni uccisi dopo il conflitto 2.049-2.208
(2 maggio-20 ottobre 2003)
Combattenti USA e GB uccisi 172
Durante la guerra (20 marzo-1 maggio 2003)
Combattenti USA e GB uccisi 222
Nel dopoguerra (2 maggio-20 ottobre 2003)
TOTALE 21.700-55.000
(Iraq Body Count and Iraq Coalition Casualty Count, The Guardian 28.5.03)
La condizione dell'ambiente di un paese e della infrastruttura fisica ha un significativo impatto diretto ed indiretto sulla salute della sua popolazione. Già seriamente danneggiato dalle precedenti guerre e dalle sanzioni, l'infrastruttura fisica ha subito un ulteriore degrado nella guerra del 2003. Meno tangibile ma ugualmente importante è l'infrastruttura sociale, colpita dall'oppressione e dalla guerra. Violenza, povertà, disoccupazione e relazioni famiglia/comunità influenzano tutte la salute e le prospettive per lo sviluppo dell'individuo e della comunità.
Il conflitto si aggiunse agli stress cronici ambientali che si sono accumulati in Iraq in venti anni (UN Environmental Programme 2003). Le minacce maggiori comprendono il degrado ambientale e la distruzione dei sistemi idrici e igienici. Il taglio e la mancanza di energia bloccano le pompe per la rimozione di liquami e per la circolazione di acqua fresca, portando all'inquinamento e a rischi per la salute, e colpiscono anche le pompe che rimuovono acqua salata da terre irrigate, portando ad ulteriori acquitrini e salinizzazione.
Il fumo proveniente dall'incendio di pompe di petrolio e da fossati incendiati ha causato inquinamento atmosferico e contaminazione del suolo. Bombardamenti pesanti e movimenti di grandi numeri di veicoli e di truppe hanno degradato gli ecosistemi naturali ed agricoli. Grandi quantità di polveri militari, inclusi ordigni inesplosi, si sono sparsi disordinatamente nell'ambiente. L'uranio impoverito usato nelle armi e nelle corazze è conosciuto come un contaminante ambientale. Il saccheggio dei siti nucleari ha causato dispersione di materiali radioattivi e la contaminazione dell'ambiente, oltre alla possibilità che materiali radioattivi cadano in mani sbagliate (vedasi riquadro).
Acqua pulita e buona igiene sono prerequisiti per la salute; in loro assenza, le malattie infettive fioriscono ed uccidono persone vulnerabili, specialmente bambini. I sistemi idrici ed igienici dell'Iraq furono duramente colpiti nella Guerra del Golfo 1990-91 e non riparati fino agli standard precedenti. Dal 2000, il 96% della popolazione ebbe accesso a servizi idrici supplementari in aree urbane e solo il 48% nelle aree rurali (OMS ed Unicef bibl.). Il sistema idrico fu duramente colpito dalla guerra: a Bagdad, circa il 40% della rete fu danneggiato, portando alla perdita o alla contaminazione dell'acqua dei rubinetti. Poco tempo dopo l'inizio della guerra il 40% della popolazione di Bassora ha avuto poca o nessuna quantità d'acqua ed ha bevuto direttamente dal fiume inquinato. Furono comuni il sabotaggio, e la rottura di tubi degli acquedotti per usare l'acqua, anche se contaminata. Autobotti dell'ONU stanno rifornendo molte aree mentre l'80% della capacità prebellica è stata ora ripristinata a Bagdad (The Guardian 16.8.03).
Nel 2000, più di 4.8 milioni di persone non ebbero accesso ad alcun tipo di servizio igienico (OMS e Unicef bibl.) ed il sistema è ora in uno stato anche peggiore (Care International 22.5.03). Gli impianti per il trattamento dei liquami furono spogliati durante il saccheggio ed i liquami galleggiano di nuovo nei fiumi: potrebbe essere necessario più di un anno per cambiare la situazione. Nel frattempo la popolazione è inconsapevole di misure preventive basilari e ci sono pochi operatori sanitari per insegnargliele.
Durante il saccheggio dell'impianto nucleare di Tuwaitha la popolazione ha ribaltato l'uranio presente sul terreno, in modo da usare i suoi contenitori per conservare cibo ed acqua. Circa 150 dei 500 contenitori mancano ancora al conteggio e personale di soccorso ha lasciato scoperto un barattolo di latta contenente diversi chili di uranio. I livelli di radioattività nelle case contenenti una fonte di radioattività sono 10.000 volte superiori al normale. Rapporti locali descrivono la popolazione colpita da sanguinamento nasale, vomito, difficoltà di respirazione e problemi dermatologici.
Le forze di occupazione hanno rifiutato l'accesso illimitato all'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA). Comunque, un inventario limitato ad una sola località valuta che 10 chili di uranio composto potrebbero essere stati dispersi e richiede uno sforzo concertato per recuperarlo e custodirlo. E' essenziale che sia dato alla AIEA un pieno mandato per perseguire una stima e decontaminare città e villaggi intorno a Tuwaitha e sviluppare una piena valutazione della situazione di tutti i siti nucleari in Iraq.
(Greenpeace, BBC News Online 6.6.03; AIEA)
La malnutrizione,che risulta dalla scarsità di cibo o da una dieta sbilanciata o da entrambi, è la causa maggiore e determinante della povertà di salute in Iraq. Prima dell'invasione del Kuwait nel 1990 e della imposizione delle sanzioni da parte dell'ONU, l'Iraq era uno dei paesi più nutriti nel Medio Oriente ed importava due terzi delle sue necessità: Dal 1997 alla guerra del 2003, lo stato nutrizionale di 3 su 5 Iracheni dipendeva da razioni di cibo distribuite sotto il Programma oil for Food (OfF), Cibo in cambio di Petrolio, ma queste non garantirono una dieta nutrizionalmente adeguata e varia (FAO e WFP bibl.). I pacchi di cibo raramente arrivavano alla fine del mese ed erano privi di importanti nutrienti come vitamine A e C, riboflavina, folati e ferro: Alcune famiglie hanno aggiunto cibo proveniente da mercati locali, ma molte famiglie non erano in grado di acquistare degli extra e sono rimaste particolarmente vulnerabili alla malnutrizione.
Durante i preparativi di guerra il governo Iracheno ha fornito doppie e triple razioni e la popolazione ha immagazzinato tutto quello che poteva. Durante la guerra mancanze di cibo sono state evitate grazie all'immagazzinamento e all'interruzione relativamente breve del Programma OfF, che è stato esteso fino al febbraio 2004. Sono necessari programmi vitali per fronteggiare futuri bisogni alimentari, una estesissima disoccupazione e povertà hanno eroso il potere di acquisto domestico, e poche famiglie saranno autosufficienti. Alcuni proprietari di casa hanno venduto parte delle propeie razioni per acquistare vestiti e medicine essenziali, mentre un quarto delle famiglie intervistate nel povero distretto di Shu'la in Bagdad non aveva alcuna notizia del tutto (Save the Children 2003).
Queste razioni pesantemente sostenute dovrebbero essere rimpiazzate da aiuti mirati alla popolazione vulnerabile secondo quanto definito dalla valutazione dei bisogni nutrizionali. La produzione casalinga di cibo deve essere ristabilita per ridurre l'affidamento sull'aiuto esterno e sulle importazioni di alimenti. Comunque, conflitto, sanzioni e siccità , e la spoliazione da parte del regime di terreni fertili nel Kurdistan a nord e nella Shia a sud, hanno condotto in rovina l'agricoltura e l'economia rurale (FAO), mentre le truppe USA hanno distrutto frutteti di aranci, limoni e palme di datteri (The Independent, 11.10.03). Gli agricoltori hanno perso semenze, fertilizzanti, pesticidi, macchinari, carburanti, pezzi di ricambio e altri attrezzi, mangimi, e vaccini e medicine per il bestiame. La mancanza di servizi veterinari e di controlli quarantenari potrebbero causare la diffusione di malattie tra gli animali, con serie implicazioni per l'intera regione (FAO).
L'apporto elettrico in Iraq prima della guerra era insufficiente e sbagliato, con case, servizi pubblici e industrie spesso costretti a contare sui loro propri generatori per lunghi periodi. La guerra ha causato un temporaneo deterioramento dell'apporto elettrico in molte aree. Un razionamento dell'elettricità significa un'illuminazione intermittente delle strade, inefficace pompaggio dell'acqua, mancanza di conservazione fredda per vaccini e farmaci essenziali, più incidenti e mancanza di condizionamento dell'aria; questo rende difficile il funzionamento di ospedali e di centri sanitari.
Il quadro cambia a livello nazionale. Nei quartieri popolari di Bagdad manca l'elettricità per la maggior parte del tempo, mentre al nord l'erogazione elettrica è vicina alla norma per la prima volta in anni. Circa 500 tralicci elettrici nella regione di Bassora sono stati abbattuti da sabotatori, inclusi lavoratori dei servizi elettrici ansiosi di mantenere l'erogazione elettrica per se stessi invece che per Bagdad (The Guardian 4.10.03). Altrove il rame è stato rubato dalle linee elettriche. Avere potenza per 24 ore al giorno richiederà 10 miliardi di dollari e potrebbe richiedere ben tre anni di tempo (The Guardian 17.9.03).
Nonostante un'abbondante produzione di petrolio, i problemi con la rete elettrica e le raffinerie in rovina stanno causando mancanze nell'approvvigionamento di combustibili per auto e per uso domestico o commerciale, con lunghe code ed alti prezzi. Rivolte per la benzina sono esplose a Basora in agosto, mentre ufficiali dell'ONU predicono per l'inverno la mancanza di kerosene, usato per il riscaldamento delle case al nord (New York Times 11.8.03).
Bombardamenti aerei e combattimenti terrestri in aree urbane hanno distrutto o danneggiato molte costruzioni, incluse scuole e industrie, ma non è disponibile alcuna informazione sul loro numero, o sulle persone rese senzatetto ed ora viventi in condizioni di sovraffollamento con parenti e vicini. Queste condizioni di vita e questo sconvolgimento sono una minaccia alla salute fisica e mentale. Movimenti di popolazioni ed affollamento in rifugi temporanei aumentano il rischio di malattie trasmesse per via aerea o idrica come colera, tifo, tubercolosi e dissenteria. La guerra non ha causato alcun movimento di massa di rifugiati, ma migliaia di persone sono state temporaneamente spostate. Alcuni gruppi minoritari una volta protetti dal governo Iracheno sono stati lasciati alla paura della persecuzione (UNHCR).
Rima del 1990, il sistema sanitario Iracheno era considerato essere uno dei migliori in Medio Oriente e lo stato di salute del popolo Iracheno era comparabile a quello di altri paesi di medio-reddito. Il sistema sanitario era finanziato dal governo centrale e garantiva l'assistenza sanitaria gratuita a tutti gli Iracheni senza distinzione di reddito.
La Guerra del Golfo del 1991 ed oltre un decennio di sanzioni hanno causato un drastico declino nel sistema sanitario pubblico e programmi di prevenzione subirono un significativo deterioramento. Problemi con la manutenzione di attrezzature mediche essenziali afflissero il funzionamento dei servizi sanitari. Nel 1997 il governo Iracheno fu capace di affrontare il 10-15% dei bisogni di medicine da parte del paese e soltanto un quarto delle attrezzature mediche fu considerato operativo. I servizi di laboratorio furono seriamente danneggiati ed un embargo intellettuale ebbe serie conseguenze per l'aggiornamento medico con la mancanza nel paese negli anni '90 di libri di testo e giornali medici.
Il sistema sanitario già in rovina è stato ulteriormente danneggiato dai combattimenti terrestri, dai bombardamenti aerei e dal saccheggio durante la guerra recente. Circa il 7% degli ospedali fu danneggiato durante il combattimento con almeno tre ospedali direttamente colpiti (Associated Press 31.3.03; 11.4.03) e circa il 12% fu saccheggiato. La sicurezza rimane il principale problema sanitario del paese: tanto come ragione evidente per cercare assistenza medica quanto nel limitare l'accesso ai servizi (The Lancet 18.10.03).
Il conflitto ha causato una rottura del sistema della catena del freddo usato per conservare i vaccini, che ha significato qualcosa come la mancanza di ogni immunizzazione per 210.000 nuovi nati ed il rischio di malattie prevenibili come il morbillo. Gruppi politici e/o religiosi , molti con guardie armate, ora gestiscono la metà degli ospedali pubblici a Bagdad. Ci sono continue insufficienze di organico, di medicine specialistiche (per malattie cardiovascolari, diabete e cancro) ed attrezzature e personale sono severamente sovraccaricati di lavoro poiché le corsie sono traboccanti di vittime dell'illegalità.
Gli studi sull'impatto della guerra sulla salute tendono a tralasciare effetti meno visibili come la rottura dello sviluppo individuale e sociale (Ugalde et al. 2000).
L'impatto psicologico sui civili
L'iniziale "colpisci ed intimidisci" ("shock and awe) della campagna di bombardamenti indubbiamente ha generato ansietà acuta tra civili e combattenti Iracheni che scatenerà un significativo aumento dei comuni disordini mentali di ansietà e follia (Dyer 2003). La prevalenza di comuni disordini mentali sembra essere simile alle aree destabilizzate di conflitto e molto più grande che in paesi stabili (de Jong, Comproe e Ommeren 2003). La morbilità a lungo termine includerà più suicidi, una maggiore disabilità, un aumento dell'abuso di droghe ed alcool e maggiore violenza sociale e domestica - maggiori ostacoli al ristabilimento di una società stabile.
L'incidenza delle psicosi maggiori abitualmente non viene modificata dalla guerra, ma chi soffre è vulnerabile in altri modi. L'unico ospedale psichiatrico per lungodegenze dell'Iraq, l'Al-Rashid a Bagdad, è stato saccheggiato permettendo ai suoi 1.200 pazienti di allontanarsi. Circa 600 di questi non sono tornati e la loro sorte è sconosciuta.
L'incidenza di disordini del comportamento ed emozionali è verosimilmente alta tra i bambini e gli adolescenti, ed interagisce con le più vaste emergenze sociali causate dal collasso morale, dalla violenza e dal fallimento educazionale. Disordini cognitivi di sviluppo sono verosimilmente aumentati attraverso l'associazione con la malnutrizione ed una salute generale povera.
Salute mentale dei combattenti
Sta crescendo sempre più il riconoscimentodello stress psicologico vissuto dai combattenti e le sue conseguenze a lungo-termine (Stuart e Halverson 1997), ma non esistono dati forti sui combattenti in questa guerra. Il benessere mentale nel conflitto è generalmente protetto da un senso di attaccamento al proposito del conflitto, ma molti Iracheni furono soldati di leva con scarsa lealtà verso il regime.
Le forze della coalizione hanno molto più supporto psicologico disponibile sebbene ci sia controversia sull'adeguatezza di tale supporto. La situazione postbellica nella quale il personale di servizio resta obiettivo di violenza è altamente stressante, giudicando dall'evidenza fornita dall'ex Jugoslavia (Hotopf et al. 2003).
Impatto sociale
A partire dalla guerra, furti, scassi, rapimenti e violenza si sono diffuse largamente e le autorità stanno combattendo per ristabilire legge ed ordine. L'esercito USA ha troppo pochi soldati per mantenere la pace efficacemente. Soltanto 150 delle 400 corti di giustizia sono ritenute operative (The Independent 9.8.03). La rimozione del regime ed il licenziamento dei quattro avvocati generali dello Stato hanno creato un vuoto di potere. I nuovi ufficiali promossi hanno scarsa esperienza in alto comando, politica, e posti di direzione.
La decisione di congedare i militari e di epurare la maggior parte dei membri del Partito Baath dai posti di governo con alcuna reintegrazione o creazione di lavoro ha portato la disoccupazione dal 50% prima della guerra a circa l'80% (BBC News Online 7.7.03). Inoltre, migliaia di prigionieri sono stati rilasciati dal regime: La disoccupazione di massa rafforza il ciclo di deprivazione, mancanza di lavoro, povertà e malattia. Gli iracheni che lavorano soffrono per pericolosi livelli di danni professionali alla salute, inclusi infortuni e malattie. La maggior parte ora lavora nell'economia informale (lavoro nero) con poche garanzie. Occupazioni pericolose come lavoro sessuale e contrabbando si sono diffuse, mentre l'assistenza sociale è diminuita.
La crisi di legge ed ordine minaccia la popolazione vulnerabile, con racconti di stupri e rapimenti di donne e bambini, e reti organizzate per il traffico di essere umani (CARE Int 22.5.03). Più bambini vivono sulle strade; molte famiglie e reti di comunità che le proteggono non funzionano e sono probabili lo sfruttamento sessuale e la riduzione in schiavitù (Unicef). Per ogni Alì Abbas, il ragazzo gravemente ferito che ha perso 16 familiari e viene curato ora in GB, ci sono migliaia di bambini che non ricevono alcun aiuto qualificato.
La percentuale di frequenza scolastica è scesa dopo la guerra ad una media del 65% ed anche meno per le ragazze (Unicef). Sebbene siano stati forniti nuovi libri di testo e nuove premesse, molti genitori stanno tenendo i propri bambini a casa a causa di paure per la sicurezza. Un'istruzione povera, soprattutto tra le femmine, ha un impatto negativo sulla salute, mentre un buon sistema di educazione primaria garantisce protezione contro lo sfruttamento e l'offesa, e permette ai bambini di recuperare un senso di normalità così come di sviluppare esperienza per il futuro.
La situazione della sicurezza e l'emergere di simboli di gruppi di conservatorismo religioso che restringono le scelte delle donne, ha un impatto particolarmente negativo sulle donne. Prima del 1990 l'Iraq stava nel fronte dei paesi Arabi che promuovevano educazione ed occupazione per le donne, ma questo fatto si è invertito. Vedovanza a causa della guerra, deprofessionalizzazione, aumento della disoccupazione e vaste differenze di educazione danneggiano il loro status e le loro prospettive. Il declino è particolarmente acuto nelle zone rurali. Tutti questi fattori possono contribuire ad un peggioramento dello stato di salute per le donne e ad un aumento nei bambini di mortalità e morbilità.
Lo stato di salute del popolo dell'Iraq era già povero quando la guerra cominciò, come illustrato dalle più recenti ed affidabili stime dal 2001 (OMS, Unicef):
Aspettativa di vita alla nascita: 59 anni per gli uomini e 63 anni per le donne.
Morti di bambini al di sotto di 5 anni: 133 per 1.000, o 1 su 8.
Mortalità materna: 294 morti ogni 100.000 nascite.
Un bambino su quattro sotto i 5 anni cronicamente malnutrito.
Un quarto di tutti i bambini nati sottopeso.
Questo è il risultato cumulativo degli effetti della guerra del 1990-91; vivere sotto il regime di Saddam Hussein; sottosviluppo economico, accentuato dal periodo delle sanzioni; aumentati livelli di povertà e deterioramento nella qualità e nella disponibilità di servizi sanitari. L'impatto della guerra del 2003 si è aggiunto a questo stato di salute già povero, che affligge un popolo già colpito e la cui capacità di sostenere un ulteriore trauma, lasciato solo a creare una nuova società, è stata dunque severamente compromessa.
L'impatto della guerra sulla salute è usualmente calcolato soltanto in termini di suoi effetti più diretti e visibili - morti e feriti attraverso il conflitto: Anche allora molto resta nascosto: Già da quanto indicato in questo rapporto, i pieni effetti della guerra sulla salute sono avvertiti attraverso molte altre vie meno dirette ma potenzialmente parimenti o più mortali: Si sa che l'impossibilità di accedere ad acqua pulita e l'insidia alla sicurezza del cibo domestico, per esempio, aumentano entrambi la mortalità infantile.
Il diagramma seguente illustra i molteplici modi diretti ed indiretti attraverso cui la guerra colpisce la salute in Iraq ad un livello sia individuale che sociale. Per la loro stessa natura se ne può dedurre che una misurazione precisa del vero impatto della guerra è metodologicamente complicato e difficile. Contare feriti e morti è abbastanza difficile in tempo di guerra, ma stimare l'impatto su altri indicatori, come mortalità infantile, accesso ad acqua potabile e salute mentale è estremamente problematico.
Malgrado il bisogno di conoscere e tentare di misurare queste vie complesse e molteplici, c'è una totale mancanza di dati accurati e affidabili in molte situazioni postbelliche, compreso l'Iraq. La povertà di dati di mortalità e morbilità sono una conseguenza del fallimento da parte dell'autorità di Coalizione di raccogliere e registrare dati, così come del collasso dei sistemi informativi sanitari quotidiani. Esistono così pochi dati affidabili sulla salute della popolazione (Colombo 2003) che è impossibile presentare qualsiasi indicatore sanitario basato sulla popolazione che permetta un paragone tra lo stato della salute prima e dopo la guerra del 2003.
Ciononostante l'informazione che viene da questo rapporto suggerisce che oltre agli effetti diretti della guerra su feriti e morti, c'è stato il deterioramento in tutti i determinanti intermedi di salute colpiti dalla guerra e mostrati nella tabella. Si può perciò concludere che i valori degli indicatori di cui sopra prima della guerra si sono deteriorati, in altre parole che la salute della popolazione è generalmente anche peggiorata.
Questa conclusione è rafforzata dallo stato di collasso di molti servizi di base così come dal prevalere di violenza ed insicurezza, ed ulteriormente sostanziata da recenti studi su piccola scala. Per esempio, c'è stato un drammatico aumento di malattie trasmesse dall'acqua come malattie gastrointestinali,tifo e colera: Una valutazione della nutrizione postbellica a Bagdad ha trovato che malnutrizione acuta o deperimento si sono quasi raddoppiate dal 4% del 2002 a quasi l'8% e che 7 bambini su 10 hanno sofferto di diarrea (Unicef). Le principali minacce alla salute continuano ad essere malattie contagiose, deficienze nutrizionali, nascite senza seguito, e condizioni fisiche e mentali croniche e contagiose.
Il pieno impatto della guerra sulla salute sarà sconosciuto per anni, se non per sempre. Buona salute e sistemi di informazione sociale saranno necessari per monitorare l'incidenza delle malattie e nuovi modelli di malattia, incluse le condizioni che sono state precedentemente controllate, e la salute sia mentale che fisica. Se c'è un progresso insufficiente sui molteplici indicatori qui identificati, che saranno determinati dallo stato della sicurezza e della stabilità, le 200.000 morti aggiuntive da effetti avversi alla salute, stimate dopo la guerra 1990-1 (Medact 2002), sono verosimilmente destinate ad essere eguagliate e possibilmente superate nei prossimi pochi anni.
Insicurezza, illegalità e conflitto incombono sul dopoguerra in Iraq, mentre lo stato di collasso di molti servizi pubblici prolunga durezza e sofferenza. La natura della ricostruzione politica, economica e sociale sarà cruciale - e non solo nel breve termine; decisioni prese in questo momento avranno effetti profondi e a lungo termine sulla prosperità sociale, culturale ed economica dell'Iraq.
L'amministrazione postbellica è stata diretta dalle potenze occupanti attraverso l'Autorità Provvisoria della Coalizione (Coalition Provisional Authority, CPA), guidata dagli USA. Il progresso verso l'autogoverno Iracheno e la democrazia rappresentativa è stato lento ed insoddisfacente. Il ruolo dell'ONU e di agenzie umanitarie neutrali ed indipendenti è marginale, queste ultime divise tra quelle che non vogliono avere niente a che fare con la Coalizione, altre che desiderano accettare i suoi contratti, ed altre ancora che pensano che bisogna stare lì a perseguire un modus vivendi senza sacrificare indipendenza ed imparzialità. Gli attacchi sul quartier generale dell'ONU a Bagdad e lo stato di insicurezza hanno portato molte agenzie ad interrompere o ridurre le loro attività. Tutto questo si aggiunge all'abituale difficoltà del coordinamento inter-agenzie e ne riduce l'efficacia.
Compagnie private e di profitto, molte degli USA, hanno ottenuto contratti per garantire servizi ed assistenza tecnica in molti settori. Per esempio, nel settore sanitario, la grande compagnia di profitto USA Abt Associates ha ottenuto un contratto da 40 milioni di dollari per rafforzare il sistema sanitario Iracheno. Il relativo benessere dell'Iraq e la grande quantità di moneta pubblica che sta venendo investita nella ricostruzione procurano opportunità di profitto, ma la spudorata commercializzazione degli aiuti postbellici, degli sforzi umanitari e finalizzati allo sviluppo, pongono questioni etiche nel trarre profitto dalla guerra.
Dovrebbero essere apprese lezioni dalla ricostruzione postbellica con successo dell'Europa e del Giappone, inclusa l'importanza di un forte governo centrale che diriga l'allocazione delle risorse affrontando i bisogni del paese come un corpo unico. Entrambi gli esempi mettono in luce l'importanza dell'investimento pubblico. Sarà anche importante trovare vie per cancellare o ridurre sostanzialmente il debito pubblico dell'Iraq di 26 miliardi di dollari recuperando attività congelate oltremare. Alti livelli di debito hanno un impatto negativo sull'investimento privato e pubblico e perciò sulle prospettive di crescita futura.
C'è stata una discussione troppo scarsa sul bisogno di proseguire processi di risanamento sociale simili a quelli che occorsero in Sud Africa e Cile. Il popolo iracheno correntemente manca di ogni significativo cammino verso la "ricostruzione sociale", essenziale per riparare le profonde ferite ed i vastissimi traumi inflitti dalla guerra e dal vecchio regime, e per trovare vie per risolvere il conflitto e per vivere con diversità pacifici e rispettivi cammini.
La ricostruzione postbellica dei servizi sanitari dell'Iraq esemplifica le difficoltà sottolineate altrove. Alcuni lodevoli sforzi vengono fatti dall'amministrazione della Coalizione e da altre agenzie per sviluppare un aiuto umanitario e provvedere a servizi sanitari essenziali, ma questo procede in modo scoordinato e frammentario. Alcuni interventi stanno tentando di sviluppare processi partecipativi che mettono gli Iracheni stessi al controllo delle riforme, ma non c'è alcun completo accordo sui valori e sui principi che dovrebbero guidare il processo di ricostruzione, e nessun piano strategico.
Nel dopoguerra interventi nel settore sanitario della riabilitazione hanno teso altrove a concentrarsi sulla ricostruzione delle infrastrutture e sulla fornitura gratuita di medicinali, mentre sono negate questioni relative alle risorse umane. Macroe nota che "la riabilitazione tende a mantenere il modello di aiuto basato sull'incapacità del sistema sanitario pubblico" (Macroe 2001) ed un simile modello può essere individuato in Iraq.
C'è anche una riferita intenzione politica (The Guardian 15.10.03) di modellare il futuro sistema sanitario sul modello Americano di commercializzare ed orientare al mercato l'assistenza sanitaria, e scarso impegno ad esplorare le varie opzioni di ricostruire e ristrutturare il sistema sanitario attraverso un processo condotto dagli Iracheni. La situazione postbellica comporta una opportunità unica di rivedere funzioni e distribuzione dei beni sanitari e di razionalizzare e rendere più equa la distribuzione di risorse. Sulla base dell'evidenza internazionale la commercializzazione dell'assistenza sanitaria dovrebbe essere evitata.
La ricostruzione del sistema sanitario dovrebbe essere sviluppata sulla bse di un dibattito trasparente e partecipativo riguardante la configurazione desiderata, il governo ed il finanziamento del sistema sanitario, e dovrebbe essere guidata da un esplicito insieme di obiettivi strategici e principi. Mentre interventi immediati e di breve termine sono vitali per fronteggiare emergenza e bisogni umanitari, essi non dovrebbero deflettere da una programmazione di lungo termine. Una chiara visione del sistema sanitario futuro dovrebbe essere stabilita adesso così che tutte le decisioni politiche lavorino verso la sua realizzazione. Per esempio, la costruzione o il riequipaggiamento degli ospedali è vista come una priorità nelle situazioni postbelliche, ma potrebbe non essere il modo migliore per raggiungere una salute migliore per il popolo i cui bisogni sono meglio fronteggiati da una buona assistenza sanitaria primaria. Lo sviluppo dei servizi sanitari ha bisogno inoltre di procedere per gradi insieme al nuovo sviluppo di altri settori come finanza, educazione, edilizia domestica, trasporti ed ambiente che hanno un profondo impatto sulla salute.
Infine, la ricostruzione del sistema sanitario e la promozione di una buona salute per tutti dovrebbe essere vista come un importante esercizio di ricostruzione della nazione. L'assistenza sanitaria ha un importante ruolo simbolico nel promuovere salutari relazioni intercomunitarie e la salute è un potenziale "ponte per la pace".
A questo punto è impossibile stabilire il preciso impatto di questa ultima guerra sulla salute del popolo Iracheno. L'assenza di dati affidabili, il fallimento delle forze di occupazione nel fornire una piena informazione, e la situazione di deterioramento della sicurezza che ha costretto la maggior parte dello staff dell'ONU e molte organizzazioni non governative a lasciare il paese, hanno portato ad un buco nero dell'informazione di proporzioni uniche.
Quello che è certo è che la guerra ha condotto a morte e ferimento di migliaia di civili Iracheni e di combattenti su tutti i fronti. Ciò ha causato un ulteriore deterioramento della salute del popolo iracheno ed ha contribuito allo stress cronico dell'ambiente.
L'Iraq è un posto sempre più violento ed instabile con rischi particolari per gruppi vulnerabili, come donne e bambini, malati, disabili ed anziani. Oltre alle vittime dirette della guerra, problemi nell'infrastruttura essenziale come acque e sistema fognario, energia, disponibilità di abitazioni e cibo hanno contribuito ad ulteriori sofferenze nel breve e medio termine. Ci sono anche preoccupazioni riguardanti un alto tasso di disoccupazione e le sue implicazioni per la povertà e la stagnazione sociale.
Quello che accade alla salute nel lungo termine dipende dal ristabilimento della sicurezza e dei servizi pubblici, e dalla ricostruzione del sistema di assistenza sanitaria.
Stabilire un settore sanitario iracheno basato sul principio che la salute e l'assistenza sanitaria sono diritti sociali basilari. In un paese tanto diverso come l'Iraq l'equità dovrebbe anche rappresentare una preoccupazione centrale. L'obiettivo centrale del settore sanitario dovrebbe essere di assicurare un sistema sanitario pubblico che garantisca assistenza primaria, secondaria e terziaria con un finanziamento basato su una tassazione progressiva.
Stabilire sistemi di informazione sanitaria per monitorare l'incidenza della malattia ed esaminare i modelli di malattia al fine di pianificare efficaci interventi di sanità pubblica.
Condurre una precisa valutazione dei rischi chimici nel paese e dei livelli di contaminazione oltre alla sorveglianza degli effetti sanitari dei fattori di rischio ambientali incluso l'uranio impoverito.
Finanziare e sviluppare rapidamente la ricerca delle mine terrestri, delle bombe a grappolo e di altri ordigni inesplosi.
Studiare gli effetti a lungo termine della guerra sulla salute mentale e le sue conseguenze sulla violenza domestica e criminale, e sviluppare modelli simili all'unico usato in questo rapporto per il futuro monitoraggio degli effetti della guerra sulla salute.
Dare alla ricostruzione sociale e politica la stessa preminenza data alla ricostruzione economica.
Considerare la riparazione del danno alle vittime civili.
Esplorare processi di risanamento sociale simili a quelli che si ebbero in Sud Africa e Cile al fine di assicurare una pace a lungo termine ed evitare attacchi di rivincita o conflitti interni.
Il processo di democratizzazione deve essere velocizzato con una chiara programmazione dei tempi per passare di mano l'autorità ad una legittima amministrazione provvisoria irachena sotto gli auspici e la responsabilità dell'ONU.
Le potenze occupanti debbono permettere all'ONU di giocare un ruolo centrale nel mantenimento della pace e nel processo di ricostruzione ed umanitario.
La ricostruzione economica non deve essere dimensionata all'interesse economico e commerciale delle potenze occupanti, particolarmente gli USA. L'andamento con cui settori vengono liberalizzati e attività pubbliche privatizzate necessita pure di un'attenta considerazione da parte degli Iracheni.
Le riforme economiche, sociali e politiche proposte debbono essere dibattute ampiamente. Occorrerà evitare che la liberalizzazione economica sfoci nella creazione di monopoli e interessi nascosti.
Cancellare o ridurre sostanzialmente il debito pubblico dell'Iraq di 260 miliardi di dollari. Una ricostruzione coronata da successo non sarà possibile se questa è lasciata appesa come una pietra al collo del nuovo governo democratico.
Progressivo supporto alla riduzione della corsa globale agli armamenti (in GB, per esempio, il mercato delle armi è il secondo più grande guadagno nell'esportazione - BMA 2001) e allo sviluppo e stoccaggio di armi da parte di tutti i paesi.
Lavorare attraverso l'ONU per mettere mano ai principali problemi del Medio Oriente incluso un compromesso Israelo-Palestinese giusto e pienamente sostenuto.
Aumentare i finanziamenti per efficaci interventi di sicurezza fisica, politica e psicologica che rompa il ciclo della violenza (questi attualmente ricevono meno dell'1% dei fondi disponibili per l'intervento militare) (Elworthy e Rogers 2002).
Massimizzare l'abilità di operatori sanitari di essere coinvolti nella costruzione di "ponti di salute per la pace".
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and Impact on Civilians of Cluster Munitions
Unep (2003). Depleted Uranium Awareness, September.
https://postconflict.unep.ch/publications/DUflyer.pdf
WHO (2003). Depleted Uranium Fact Sheet No. 257, revised in January.
https://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs257/en/
Websites
CIVIC - Campaign for Innocent Victims in Conflict.
https://www.civicworldwide.org
DFID - Department for International Development. https://www.dfid.gov.uk
ICRC - International Committee of the Red Cross. https://www.icrc.org
Iraq Body Count. https://www.iraqbodycount.net
Save the Children. https://www.savethechildren.org
Unicef - United Nations Children's Fund. https://www.unicef.org
WHO -. https://www.who.int
Pubblicato a Londra, GB l'11 novembre 2003 da Medact
The Graystone Centre, 28 Charles Square, London N1 6ht, United Kingdom
T. 0044 (0) 20 7324 4739
F. 0044 (0) 20 7324 4734
E info@medact.org
Website at www.medact.org
Registered Charity 1081097 Company Reg. No. 2267125
Autori Sabya Farooq Ph.D., Isabelle Guitard Msc., David McCoy Bmed. M.Phil., Dr. Jack Piachaud FRCPsych.
Editore Jane Salvage, RGN, BA, MSc. Hon. LLD, international health consultant
Consiglieri
Ms Olga Bornemisza, Conflict and Health Programme, London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM)
Dr June Crowne CBE, President Medact, former President, Faculty of Public Health Medicine, Royal College of Physicians, UK
Ms Linda Doull, Health Director, Merlin UK
Dr Douglas Holdstock, Editor, Medicine Conflict and Survival
Dr Rachel Jenkins, WHO Collaborating Centre, Institute of Psychiatry, London
Dr Gina Radforf, Regional Director of Public Health, DHSC east of England
Victor W. Sidel, MD Distinguished University Professor of Social Medicine, Montefiore Medical Center, Albert Einstein College of Medicine, Bronx, New York: Past Co-President International Physicians for the Prevention of Nuclear War
Dr Egbert Sondorp, Senior Lecturer, Conflict and Health Programme, LSHTM
Dr Carolyn Stephens, Senior Lecturer, Environment and Health Policy LSHTM
Dr John Vudkin, Professor of Medicine, University College, London
Ringraziamenti anche per le informazioni dai contatti che vivono e lavorano in Iraq, e per utili consigli da
Richard Lloyd (Landmine Action), John Loretz e Lynn Martin (IPPNW), Dr Elizabeth McElderry e Mike Rowson (Medact)
Coordinatrice del Progetto Gill Reeve, Deputy Director Medact
Logistica e distribuzione Moyra Rushby, Office Manager, Medact
Disegni Sue MacDonald Fotografie di Kael Alford/Panos Pictures
Rapporto pubblicato in associazione con International Physicians for the Prevention of Nuclear War, di cui Medact è l'affiliazione in GB. L'IPPNW è l'organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985. L'IPPNW è basata in USA, in 727 Massachusetts Avenue, Cambridge, MA:
telefono 617-868-5050; fax 617-868-2560; sito web www.ippnw.org.
Il rapporto viene anche pubblicato l'11 novembre 2003 dall'IPPNW a Boston e dalle affiliate dell'IPPNW in Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Giappone, Germania, India, Italia, Olanda, ed altri paesi.
Si ringraziano per il supporto finanziario Oxfam e la Golden-Puckam Charitable Foundation.
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