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ARTE E ARCHITETTURA ROMANA

storia



ARTE E ARCHITETTURA ROMANA.


Romana, arte e architettura


Produzione artistica e architettonica di Roma antica, dall'età repubblicana all'età imperiale. Convenzionalmente, si adottano come data d'inizio il 510 a.C., anno della cacciata dei re etruschi e della fondazione della repubblica, e come data di fine il 330 d.C., quando la capitale dell'impero venne trasferita a Costantinopoli. Ma la tradizione artistica romana continuò vitale almeno fino all'età di Teodosio (379-395 d.C.), prestando inoltre temi e iconografie alla nascente arte paleocristiana.



L'arte romana viene tradizionalmente distinta in periodo repubblicano e periodo imperiale, con ulteriori suddivisioni cronologiche. L'attività delle botteghe di Roma durante l'età monarchica (753-510 a.C.) rientrava pienamente entro l'ambito dell'arte etrusca, seppure con alcuni elementi caratterizzanti; l'influenza etrusca perdurò poi a lungo. Il contatto diretto con l'arte greca portò alla creazione di tratti sempre più autonomi e all'affermazione di un'arte romana originale, seppure sostanzialmente eclettica.

Soprattutto l'architettura acquistò presso i romani caratteri propri, con invenzioni - come il calcestruzzo - e miglioramenti tecnici che per 444e41e misero soluzioni costruttive particolarmente complesse e grandiose (cupole, volte, ampi spazi coperti, edifici di più piani).

Ma molti stilemi e schemi decorativi furono comunque attinti alla tradizione greca: ad asempio, gli ordini architettonici e il modello ellenistico nella statuaria. L'arte greca, sia classica che ellenistica, fu sempre considerata un riferimento imprescindibile soprattutto nell'arte ufficiale. La produzione artistica commissionata dai privati invece (ritratti, monumenti funerari, decorazioni) presenta sovente una maggiore spontaneità e notevoli elementi realistici.

EPOCA REPUBBLICANA
Questo ampio periodo di circa cinque secoli può essere suddiviso, con riguardo all'attività artistica, in una prima fase, durante la quale avvenne il progressivo allontanamento dall'arte etrusca e di cui si conservano scarse testimonianze monumentali; e una seconda, corrispondente ai secoli II-I a.C., estremamente vitale, che coincise con la conquista romana del Mediterraneo.

Prima età repubblicana (secoli V-III a.C.)
Il più importante monumento del periodo è costituito dalle cosiddette mura serviane, costruite intorno al 380 a.C. con la tecnica dell'opus quadratum (Vedi Opus). I templi erano allora ricoperti di lastre di terracotta con motivi a rilievo spesso dipinti, e abbelliti da sculture frontonali e votive, anch'esse di terracotta, talvolta opera di artisti greci. L'arte del bronzo era fiorente, sia nell'ambito della scultura, sia in quello dell'artigianato di lusso, come attesta la famosa Cista Ficoroni su cui compare la firma dell'autore, Novios Plautios.

A Roma centro della vita pubblica era il foro, dove si concentravano alcuni importanti monumenti: la Regia (sacrario e luogo di culto), risalente all'età monarchica (secondo la tradizione era la casa di Numa Pompilio) e più volte rifatta; il tempio dei Càstori e quello di Saturno. Lo sviluppo urbanistico della città era irregolare e tale rimase anche in seguito, a mano a mano che il centro abitato cresceva, fino a diventare il più grande del mondo antico.

Tarda età repubblicana (secoli II-I a.C.)
In seguito alle conquiste e all'allargamento del territorio dello stato romano giunsero in Italia molte opere d'arte e di alto artigianato: i bottini di guerra venivano esposti in pubblico e dedicati nei santuari. Generali e magistrati fecero a gara per erigere monumenti e opere pubbliche cui legare il loro nome, come grandi porticus (complessi con piazze porticate e templi adorni di sculture e pitture), basiliche (edifici per l'amministrazione della giustizia), templi e ponti. Nel Lazio vennero eretti alcuni grandi santuari di tipo ellenistico, disposti scenograficamente su ampie terrazze, che comprendevano talvolta cavee teatrali: tra i più importanti, citiamo quelli di Palestrina (santuario della Fortuna Primigenia, 120 ca. a.C.), Terracina (tempio di Giove Anxur, 80 ca. a.C.), Tivoli (complesso dedicato a Ercole Vincitore, 70 ca. a.C.). A Pompei furono costruite le prime terme (terme Stabiane, 150 a.C.) e i primi edifici permanenti per spettacoli a noi noti - l'anfiteatro, il teatro e l'Odeion (70 ca. a.C.) - secondo schemi che si fissarono proprio in quest'epoca.

Per realizzare queste opere furono spesso chiamati artisti greci: ad esempio, l'architetto Ermodoro di Salamina (a Roma fra 150 e 140 a.C.) e alcuni scultori che operarono presso i nuovi santuari, come Scopa II, Arcesilao, Pasitele. Un monumento molto significativo dell'epoca è la cosiddetta Ara di Domizio Enobarbo, in realtà un complesso di rilievi che decoravano la base di una statua di culto, nei quali convivono temi greci e romani (fine del I secolo a.C., rilievi divisi fra il Louvre di Parigi e la Gliptoteca di Monaco).

Altri scultori greci lavorarono per committenti romani a Delo, dove avevano sede numerose attività commerciali dedite ai traffici con l'Oriente; i mercanti romani qui residenti impararono a farsi ritrarre "alla greca", in nudità eroica (statua di Ofellio Fero, Museo di Delo). Nell'isola iniziò anche la produzione di copie di opere d'arte greca per il mercato romano, inaugurando una tradizione che durò fin oltre al II secolo d.C.

Nella pittura parietale, intorno alla metà del II secolo apparve il cosiddetto primo stile pompeiano, che dava l'illusione di un rivestimento in lastre di marmo imitandone le tipiche venature; agli inizi del I secolo apparve anche il secondo stile, incentrato su straordinari effetti prospettici che ampliavano illusionisticamente gli ambienti rendendoli simili a quelli dei palazzi reali ellenistici. Le abitazioni, in precedenza piuttosto modeste e sobrie, divennero sempre più ampie e lussuose: ne sono esempio la Casa del Fauno, dai ricchissimi mosaici (140 a.C.), e la Villa dei Misteri a Pompei (70 ca. a.C.).

Nel corso del I secolo vennero costruiti a Roma importanti monumenti: sotto Silla fu eretto il Tabularium sul Campidoglio (80-78 a.C.), a Pompeo si devono il teatro e il portico omonimi (55 a.C.), Giulio Cesare commissionò il nuovo foro comprendente il tempio di Venere Genitrice (54-46 a.C.), la nuova sede del Senato (Curia Julia), un teatro (che sarà in seguito dedicato a Marcello).

EPOCA IMPERIALE
Per arte dell'età imperiale si intende la produzione artistica dei secoli da Augusto a Costantino. Fino all'età di Traiano l'impero visse un lungo periodo di pace all'interno, accompagnato dalla progressiva espansione territoriale ai confini; quindi patì una grave crisi politica, economica e militare, che si concluse con un'ultima fase di ripresa dell'istituzione imperiale. A questo quadro storico corrisposero vari momenti dello sviluppo artistico: l'arte dei primi due secoli si espresse attraverso un linguaggio elaborato nella tarda repubblica, fortemente impregnato di classicismo, pur con accenti originali soprattutto in campo urbanistico e architettonico. I modelli creati a Roma vennero esportati in tutto il vastissimo territorio dell'impero e adattati alle singole tradizioni locali. Dalla fine del II secolo si posero le premesse per l'arte tardoantica, che con l'età della tetrarchia trovò la sua affermazione anche in ambito ufficiale.

Età augustea e giulio-claudia (30 a.C. - 14 d.C.)
La fine della guerra civile (30 a.C.) inaugurò un periodo di pace e stabilità che durò quasi un secolo. Il lungo regno di Augusto (29 a.C. - 14 d.C.) permise il consolidamento della nuova situazione politica, favorendo il formarsi di un'arte in grado di esprimere i nuovi valori legati all'istituzione imperiale.

Architettura
Ottaviano Augusto promosse un radicale rinnovamento della città di Roma, a partire dal restauro di tutti i principali templi, proseguendo con la ripresa e conclusione di imprese iniziate dal padre adottivo (come il foro di Cesare e il Teatro di Marcello), per arrivare alla costruzione di nuovi monumenti, come il tempio del Divo Giulio nel foro romano e quello di Apollo Sosiano, le terme di Agrippa, il Pantheon, il complesso del foro di Augusto. Anche in altre regioni d'Italia e nelle province più lontane si ebbe un'intensa attività edilizia, con la costruzione di grandi edifici pubblici come teatri, templi, mura, archi trionfali, acquedotti: ne sono testimonianza i numerosi monumenti che ancora sopravvivono nell'Italia Settentrionale (ad Aosta, Torino, Susa, Rimini), nella Francia meridionale (ad Arles, Nîmes, Orange, Vienne), in Spagna (a Merida, Tarragona), in Grecia (ad Atene, Corinto).

Scultura
Il recupero del linguaggio e dell'equilibrio classici caratterizzano il monumento fondamentale della scultura dell'epoca, l'Ara Pacis Augustae (13-9 a.C.), interamente rivestita di rilievi di soggetto allegorico-mitologico, storico-politico e decorativo, che rappresentano una sorta di repertorio iconografico augusteo. Anche lo stile del ritratto dell'imperatore risentì del nuovo corso della scultura: se l'immagine giovanile era ancora di derivazione ellenistica, quella matura (Augusto di Prima Porta, Musei Vaticani) riprendeva puntualmente il Doriforo di Policleto, di epoca classica. I ritratti dei membri della famiglia imperiale si esemplarono su quello di Augusto, attenuando e quasi annullando i tratti individuali a favore di un'accentuata somiglianza.

Pittura e arti decorative
Un ritorno all'ordine avvenne anche nella pittura, con il passaggio dal secondo al terzo stile pompeiano e il ridimensionamento dell'illusionismo prospettico a favore di un'unità compositiva e cromatica (decorazioni delle Case di Augusto e di Livia sul Palatino e della villa della Farnesina). Anche le arti minori rispecchiarono la stessa tendenza alla compostezza e alla raffinatezza classica: capolavori del periodo augusteo e immediatamente successivo sono i grandi cammei come la Gemma Augustea (Kunsthistorisches Museum, Vienna) e opere di artigianato di lusso come il celebre Vaso Portland in vetro-cammeo (British Museum, Londra) e le argenterie di Boscoreale e della Casa del Menandro a Pompei.

Età giulio-claudia (14-68 d.C.)
Tiberio (14-37 d.C.) fece costruire il primo palazzo imperiale sul Palatino (Domus Tiberiana) e inaugurò la tradizione delle grandi ville fuori dalla capitale, per l'ozio e il ritiro del sovrano, scegliendo Sperlonga e Capri (Villa Jovis). Claudio (41-54 d.C.) promosse importanti opere pubbliche: oltre all'acquedotto che da lui prese il nome (Acqua Claudia), realizzò il porto e i magazzini di Ostia.

Una ripresa delle tendenze più stravaganti e originali nell'arte si ebbe sotto Nerone (54-68 d.C.). L'imperatore fece costruire in città un'immensa residenza, la Domus Aurea (64-68 d.C.), con palazzi, padiglioni, giardini, vasche, che inglobava il tempio del predecessore (Claudium). Per la decorazione e l'arredo del palazzo fece portare a Roma numerose opere d'arte greca, esposte accanto a una statua colossale del Sole. La pittura ritornò all'illusionismo delle costruzioni prospettiche e teatrali, ormai puramente fantastiche (quarto stile pompeiano).

Età flavia (69 d.C. - 96 d.C.)
Il successore Vespasiano rimediò agli eccessi di Nerone rendendo pubblica l'area della Domus Aurea e costruendo il Colosseo (75-80 d.C.), il primo anfiteatro stabile della città e il più grande del mondo antico. Fece inoltre realizzare il tempio della Pace (74 d.C.), preceduto da una grande piazza porticata dove espose le opere d'arte appartenute a Nerone.

Grandi opere furono commissionate anche da Domiziano, che eresse un arco sulla via Sacra per il fratello Tito divinizzato (81 d.C.), ornato di rilievi, e fece costruire dall'architetto Rabirio il nuovo palazzo imperiale sul Palatino: grandioso complesso splendidamente decorato e ricco di opere d'arte, distinto in una parte pubblica, la Domus Augustana, e in una residenziale privata. Inoltre, avviò la realizzazione del penultimo dei fori imperiali, detto Transitorio o di Nerva (dal nome del successore), che racchiudeva il tempio di Minerva.

A partire da quest'epoca, la pittura conobbe un progressivo declino, difficile tuttavia da ricostruire a causa della mancanza dei documenti.

Da Traiano a Commodo (98-194 d.C.)
Con Traiano l'impero raggiunse la massima espansione: molti monumenti furono realizzati per celebrare i successi militari dell'imperatore, come il trofeo di Adamklissi (nell'odierna Romania) e la Colonna Traiana, entrambi dedicati alla conquista della Dacia. Tra le opere pubbliche del periodo ricordiamo il porto di Traiano di Ostia (100-112 d.C.) e, a Roma, le terme sul colle Oppio e il complesso dell'immenso foro di Traiano (l'ultimo di quelli costruiti a Roma, compiuto intorno al 113 d.C.), che comprendeva una piazza, la basilica Ulpia, i mercati, la Colonna Traiana e le biblioteche, opera dell'architetto Apollodoro di Damasco.

Quanto alla scultura, la decorazione della Colonna Traiana e dell'arco trionfale di Benevento (114 d.C.) rappresentano il vertice dell'arte del rilievo storico, opera di un artista ignoto chiamato convenzionalmente Maestro delle imprese di Traiano.

Le 155 scene a rilievo che si sviluppano a spirale intorno alla Colonna Traiana (113 d.C.) raffigurano le due guerre contro i daci (101-106 d.C.). Oltre al grande valore artistico, la celebre opera scultorea ha quindi una notevole importanza storica.


Nelle province furono fondate diverse città, come Timgad (Algeria), esempio di accurata pianificazione urbanistica, ed eretti molti archi trionfali dedicati a Traiano.

Nel corso del suo regno Adriano visitò gran parte dell'impero: ovunque promosse opere monumentali, come templi, archi, porte, acquedotti, magazzini. Ad Atene fece completare l'Olympieion pisistrateo e realizzare un arco trionfale e una biblioteca (130 ca. d.C.). A Roma fece erigere il nuovo mausoleo imperiale (Mole Adriana, poi Castel Sant'Angelo) e due templi, il Pantheon (120-125 ca. d.C.) e il tempio di Venere e Roma, in stile greco asiatico (130 ca. d.C.). La sua opera più significativa fu Villa Adriana, presso Tivoli: residenza lussuosissima, dalle ardite soluzioni architettoniche e ricca di opere d'arte. La scultura dell'epoca fu improntata a un forte classicismo, anche se il genere del ritratto presentò un'innovazione interessante, con la rappresentazione dell'imperatore con la barba, secondo l'uso degli intellettuali greci.

Con i successori Antonino Pio, Marco Aurelio e Commodo proseguì l'attività di edilizia monumentale a Roma e nelle province: nell'Urbe venne eretto un tempio dedicato ad Adriano divinizzato (Hadrianeum); a Ostia furono realizzate le terme del foro e grandi magazzini; ad Atene Erode Attico fece costruire lo stadio e l'Odeion ai piedi dell'Acropoli; a Cartagine vennero erette le grandiose terme di Antonino Pio.

La scultura ufficiale dell'epoca è rappresentata a Roma dalla statua equestre bronzea di Marco Aurelio sul Campidoglio, dalla base della Colonna di Antonino Pio (161-162 d.C., Musei Vaticani) e dalla colonna di Marco Aurelio (180-193 d.C.), opere che anticipano il linguaggio artistico tardoantico attraverso soluzioni tecniche e formali innovative (gerarchizzazione delle figure, uso della linea di contorno, prospettiva ribaltata ecc.). Tra le opere più notevoli realizzate fuori dalla capitale ricordiamo il ninfeo di Erode Attico a Olimpia (fontana monumentale, decorata da sculture che ritraggono i membri della famiglia imperiale) e il grande monumento di Efeso per la vittoria sui Parti (rilievi a Vienna, Ephesos-Museum). In questo periodo ebbe grande impulso la produzione dei sarcofagi in marmo, decorati con rilievi di soggetto mitologico, lavorati sia in Oriente (Atene, Asia Minore), sia a Roma, e diffusi per tutto l'impero.

I Severi (194-235 d.C.) Gli imperatori della dinastia dei Severi promossero importanti interventi monumentali nella capitale e in Africa. A Roma venne ampliato il complesso dei palazzi imperiali e ai suoi piedi venne innalzato il Septizonium (203 d.C.), grandioso ninfeo con fontane e sculture. Furono realizzate le terme di Caracalla (212-216 d.C.) e poco più tardi quelle di Alessandro Severo (227 d.C.). I rilievi dell'arco di Settimio Severo nel foro romano (203 d.C.) e quelli dell'arco degli Argentari (204 d.C.) mostrano in modo evidente caratteri che anticipano il linguaggio artistico tardoantico, quali la frontalità delle figure e la sovrabbondanza della decorazione. Questi tratti stilistici si riscontrano anche nel principale monumento celebrativo africano, l'arco dei Severi di Leptis Magna, interamente rivestito di decorazioni marmoree. Nella stessa città, patria di Settimio Severo, venne attuata una grandiosa risistemazione urbanistica, con l'aggiunta di un grande porto collegato tramite un'imponente via colonnata al complesso del foro, nel quale spiccavano la nuova basilica e il tempio della dinastia.

L'arte del mosaico conobbe nuova fortuna in Africa, dove fu adottato un uso vivace dei colori e si imposero grandi composizioni figurate, sia di carattere mitologico, sia con scene di vita quotidiana. La scuola mosaicistica africana rimase molto vitale fino all'epoca tardoantica, facendo sentire il suo influsso anche in Italia (ad esempio nella decorazione pavimentale della villa di Piazza Armerina in Sicilia).

Il III secolo
Durante l'anarchia militare e per tutto il periodo che precedette l'avvento di Diocleziano si succedettero numerosi sovrani, che regnarono talvolta per brevissimo tempo. Vennero dunque a mancare una committenza imperiale forte e continua e insieme i mezzi economici per realizzare grandi imprese monumentali. Tra le opere più significative figurano le imprese volute da Aureliano (270-275 d.C.), che a Roma costruì nuove mura e fece erigere il tempio del Sole, divinità orientale aggiunta al pantheon romano.

Nella scultura, i ritratti degli imperatori furono connotati da un forte realismo, fino a Gallieno (260-268 d.C.), sotto il quale si assistette invece a una rinascenza classicistica. La produzione dei sarcofagi in marmo perdurò, con pezzi di altissimo pregio, come i sarcofagi di Acilia (235 d.C.) e il sarcofago Ludovisi (250 ca. d.C.; entrambi al Museo nazionale romano); nei rilievi che li adornavano i sarcofagi per la committenza privata comparvero nuovi temi, come ritratti di filosofi o scene bucoliche.

L'età tetrarchica e costantiniana (284-337 d.C.)
La nuova stabilità dell'istituto imperiale rivitalizzò la produzione artistica, che si espresse con un linguaggio nuovo. Le immagini dell'imperatore divennero rappresentazioni frontali, ieratiche, di dimensioni superiori a quelle delle altre figure: grande evidenza acquistarono le vesti e i simboli del potere politico e militare. Si affermò inoltre per i ritratti imperiali l'uso esclusivo del porfido egizio, che richiamava il colore della porpora reale.


A Roma vennero costruite in questo periodo le più grandi terme dell'antichità, quelle di Diocleziano (290 ca. d.C.); Massenzio promosse i lavori della grandiosa basilica nel foro romano (dal 307 d.C.) e fece costruire la villa sulla via Appia, con un circo e il mausoleo (309 d.C.). La creazione di nuove sedi imperiali favorì l'attività edilizia per la costruzione di edifici pubblici e di sontuose residenze di ufficiali e burocrati: così accadde a Treviri, Milano, Nicomedia; a Salonicco sorse il complesso del palazzo di Galerio, a cui erano annessi un circo, un arco e un mausoleo. Diocleziano si ritirò in un palazzo fortificato a Spalato, capolavoro dell'architettura civile e militare tardoromana (300-305 d.C.).


Costantino, nuovamente imperatore unico, concentrò i suoi interventi su Roma. Concluse le opere iniziate dai predecessori e soprattutto, convertitosi al cristianesimo, avviò la costruzione delle principali basiliche cristiane, quella Lateranense e quella Vaticana. Fondò inoltre Costantinopoli, la nuova capitale dell'Oriente, nella quale fece erigere, fra l'altro, un grandioso palazzo imperiale, un ippodromo e un foro circolare.


Nella scultura, le opere più interessanti, oltre ai già ricordati ritratti imperiali in porfido (ne sono esempio i Tetrarchi di Venezia), sono i rilievi dell'arco di Costantino a Roma (315) e i sarcofagi imperiali di Elena e Costanza, anch'essi in porfido (Musei Vaticani).





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