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MUSSOLINI E IL FASCISMO : LE RAGIONI DEL CONSENSO DI MASSA

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MUSSOLINI E IL FASCISMO : LE RAGIONI DEL CONSENSO DI MASSA


E' certamente molto difficile formulare un giudizio storico obbiettivo quando vicende ancora troppo vicine a noi impediscono il necessario distacco per osservare e valutare con serenità, senza passioni e interessi di parte ,l'operato di quei personaggi che sono emersi alla ribalta della storia recente del nostro paese . Del resto, il modo in cui si leggono i fatti storici è sempre in funzione degli interessi e delle esigenze di conoscenza del momento presente, per cui pretendere di dare un giudizio storico "definitivo" rischia di diventare un controsenso , qualunque sia l'epoca presa in esame, anche la più remota, in quanto  il vissuto storico dell'umanità è come un libro sempre aperto, disponibile a nuovi 313c22d spunti e ad essere interpretato secondo sempre nuove chiavi di lettura. Dall'altra parte , molto dovrebbe essere chiarito anche a proposito del concetto di "personaggio storico " o di "genio ", qualunque sia l'ambito da cui è emerso . E' vero che le figure di spicco danno un'impronta, un carattere particolare ai tempi in cui vivono, ma è certo che esse sono l'espressione delle esigenze e delle problematiche di quei tempi : emergono cioè in quanto sanno dare un'interpretazione e indicare una risposta alle domande e ai bisogne che presenta l'umanità in quel dato momento storico . L'umanità , in ogni epoca storica , si pone sempre i problemi che può risolvere, sottolineava Marx , e i tentativi di soluzione che prendono forma sempre nei cervelli dei "personaggi " della storia . La storia , pertanto, non è fatta dai personaggi , viceversa è essa che crea i personaggi . Fatte quelle premesse, senza spirito di faziosità ,e senza alcuna pretesa di moralismo storico, molti aspetti della figura di Mussolini , possono servire a farci capire l'atmosfera di quel delicato periodo storico che fu intervallato tra due guerre mondiali. Aldilà dei precisi interessi economici della grande borghesia industriale e degli agrari , di cui il fascismo è stato interprete e su cui preferisco non dilungarmi , dati moltissimi saggi scritti su tale argomento , e aldilà delle considerazioni sulla tragedia in cui il fascismo ha fatto precipitare il nostro paese, è necessario affrontare un aspetto della figura e dell'operato di Mussolini ,che proprio in questi ultimi tempi , si è particolarmente imposto all'attenzione dell'opinione pubblica : la questione del consenso di massa che il capo del fascismo seppe organizzare attorno a se !



Molti hanno sottolineato come il "duce" più che uno stratega , sia stato un ottimo tattico , un grande conoscitore degli impulsi e delle passioni delle folle , qualità queste maturate fin dai primi anni giovanili con l'attività giornalistica e una milizia socialistica intesa più che altro in senso tribunizio .In lui , più che in ogni altro gerarca del fascismo ,è stata sempre viva l'importanza dell'agitazione e della propaganda come strumenti di mobilitazione della gente che mai prima di allora altri uomini politici e partiti tradizionali della borghesia liberale avevano preso in considerazione .

Ma come mai quasi l'intero corpo sociale del nostro paese si è lasciato affascinare dalla propaganda fascista e dalle voce del "duce" , con argomenti quasi sempre bellicosi e antidemocratici e in funzione del rafforzamento di un regime esplicitamente reazionario e dittatoriale ? Si può rispondere che Mussolini , da buono psicologo delle folle , ha potuto far leva , nel primo dopoguerra , sui tentativi di paura e di frustrazione di quelli strati sparsi , ma numerosissimi ,di piccola e media borghesia che costituiscono la maggioranza del corpo sociale . Lo sviluppo del capitalismo , con il passaggio della fase concorrenziale a quella monopolistica , aveva determinato un'acutizzazione degli scontri sociali e la conseguente frantumazione dei ceti intermedi , perennemente oscillanti fra la grande borghesia ,a cui si sentono vicini per la comune matrice culturale , e il proletariato , verso cui invece avvertono di scivolare a causa delle condizioni di vita sempre più precarie e massificate . La crisi delle classi intermedie resa ancora più acuta in Italia dalla prima guerra mondiale e, nel dopoguerra dal difficile reinserimento nella vita di tanti ufficiali e tanti reduci piccolo-borghesi ,che praticamente rischiavano di diventare tanti sbandati , aveva reso queste classi immediatamente disponibili  a politiche di riscatto del loro prestigio sociale .Non erano altro che velleitarismi , ma facevano leva sui sentimenti di elevata auto-stima del proprio "status", che i ceti piccolo-borghesi naturalmente possiedono ,e su un analogo parallelo sentimento di rivincita nazionale , coll'argomento della "vittoria mutilata" , in un rinnovato identificarsi nella patria di tali gruppi sociali . Mussolini ha saputo quindi dare un'indicazione a questi sentimenti di frustrazione e di delusione che accomunavano piccoli borghesi , impiegati pubblici , ufficiali , sbandati , reduci dal fronte ecc. ; ha saputo fare leva sulla paura che nel loro animo si accresceva alle notizie della rivoluzione in Russia e alle manifestazioni di intemperanza , più verbale che sostanziale dei dirigenti massimalisti del partito socialista .



Mussolini ha saputo poi consolidare negli anni questo consenso , estendendolo a quasi tutto il corpo sociale dando egli stesso l'impressione della forza e della rivincita , mettendo da parte gli uomini politici tradizionali e i metodi tradizionali di far politica e dando l'illusione di un ritrovato prestigio della nazione italiana nel concerto dei paesi europei . Ma , se il consenso aveva raggiunto il suo acme con la proclamazione dell'impero , subito dopo , a dimostrazione della fragilità delle basi su cui esso era stato edificato , cominciò il suo declino , incrinandosi prima all'annuncio delle leggi razziali , mai veramente accettate dal popolo italiano , e crollando poi con la guerra , non capita  e non voluta dalla gente ; lo dimostra la mancanza , nella seconda guerra mondiale , di un fenomeno ricorrente nella storia italiana : il volontariato di massa piccolo borghese .

La ricerca del consenso , che sembra assillare tanta parte della classe politica di oggi , se è un argomento che ci può proficuamente spingere a studiare le ragioni dell'appoggio popolare di cui per alcuni anni godette il regime fascista , non deve dunque farci perdere di vista che solamente l'onestà e la trasparenza di tutti gli atti politici possono consentire più che mai a un sistema democratico , che è già in partenza superiore a un regime totalitario , di restare in piedi e respingere attacchi alla sua stabilità da qualunque parte provengano .






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