|
|
Studiare la fisica può essere utile anche al di fuori dei sistemi materiali per poter conoscere al meglio anche i sistemi biologici.
Cominceremo a trattare la meccanica dei fluidi, in special modo dei liquidi ed il loro comportamento all'interno di tubazioni di diversa sezione, allo scopo di trasportare le nostre conoscenze nell'ambito biologico del sistema cardiocircolatorio.
Sistema cardio-circolatorio
Possiamo vederlo come suddiviso in:
sistema propulsivo a pompa (cuore) suddiviso in 4 compartimenti
sistema di condotti messi in parallelo dove avviene lo scambio chimico/fisico
Sfruttando questa analogia squisitamente meccanica possiamo studiare le leggi che regolano i fluidi (fluidodinamica) ed applicarli al sistema circolatorio prima ed a interi organismi in seguito
Fluidodinamica
Dobbiamo partire da un sistema ideale, ossia in assenza di attriti e interventi di forze esterne al sistema.
Naturalmente terremo come base le leggi della conservazione della massa e dell'energia per estrapolare le nostre leggi.
Ovviamente un fluido è un sistema complesso, quindi nn potremo più trattare particelle singole, bensì sistemi formati da più particelle.
Definiamo perciò come unità base una PARTICELLA DI FLUIDO, con volume molto piccolo (10-9) ma formata da un determinato numero di molecol 747b13h e; si tratta ovviamente in entrambi i casi di un volume medio.
A questo punto il nostro studio può avvenire a due livelli:
seguendo le particelle singole(spostamento, reazioni,.....)
seguendo il in comportamento delle particelle in un punto definito del fluido, metodo ovviamente privilegiato in quanto più facile da mettere in pratica
Nel caso da noi studiato sarà necessario conoscere la portata del liquido nel condotto e la sua eventuale variazione. Per farlo,conoscendo i seguenti dati
A=sezione del condotto
ΔV=volume passante per la sezione
Δx=spazio percorso dal volume preso in considerazione
Definiremo la portata Q come
Q=ΔV/Δt in m3/s
Ossia il volume passante in un punto del condotto in un determinato periodo di tempo.
Tenendo conto delle seguenti equivalenze possiamo escogitare nuove equazioni per definire la portata
se ΔV=A*Δx _____ Q=A*(Δx/Δt) ______________→ Q=A*v
v ovviamente intesa come velocità media delle particelle
La legge della conservazione della massa impone che, durante tutto il corso del condotto
Q=cost e quindi A*v=cost
Cosa accade se A nn è costante ma varia nel corso del tubo?
Considerando che Q è sempre costante, a variare saranno i parametri A e v.
Più di preciso
se A1<A2 → v1>v2
A1>A2 → v1<v2
Applicando questi termini al sistema circolatorio
L'equazione di continuità continua a funzionare, in quanto la divisione dell'aorta in tanti capillari può essere vista come la divisione in un solo condotto con A uguale alla somma di tutte le A dei singoli capillari
es
v= 0.33 m/s Q=? l/min
r=9mm
A= r2 → Q= r2v
0,0025m2*0,33m/s = 8,4*10-5 m3/s = 5l/min
es 2
di= 2cm
fori N:24 d=0,12cm
vtubo= 1m/s
vcap
Hmax spruzzo verticale
Q= 3,14cm2*100cm/s = 314cm3/s
v= 314cm3/s / 24 = 13,5 /0,0113cm2 = 1194m/s = 11,94m/s
oppure, impostandol'equivalenza
π*r2v1 = 24 (πr2)*ve
imposto, grazie alla legge di conservazione dell'energia, l'equazione
en. cinetica= energia potenziale
mgh = 1/2mve2
h = 6,8m
Lavoro nei fluidi
Ovviamente dobbiamo tenere conto de lavoro necessario a muovere l fluido lungo il tubo, grazie all'equazione
L = ΔK + ΔU
cinetica potenziale
Dobbiamo anche tenere conto della pressione, data dalla forza imposta s una data superficie di fluido
P = F/A in N/m2=Pa
unità di pressione: 1atm = 102.325Pa
1mmHg = 133.3 Pa
1bar = 100KPa= 100000Pa
in base alle affermazioni sopra riprodotte possiamo vedere
L = P*A*Δx
Vediamo un'applicazione pratica
Le forze che agiscono sul sistema sono forze di pressione, di spinta e resistenza
P1A1Δx1 P2A2Δx2
forza di spostamento forza di resistenza
N.B.: A*Δx= ΔV
di conseguenza otterremo
L = P1ΔV - P2ΔV = ΔV (P1-P2)
Tornando all'equazione proposta inizialmente, modifichiamo i termini in maniera da ottenere un'equazione confrontabile con quella appena definita
ΔK = ½ *ς*ΔV (v21-v22) ς = ro = densità
ΔU = ς*ΔV*g (h1-h2)
L = ΔK - ΔU
P1+1/2*ς*v21+ς*g*h1 = P2+1/2*ς*v22+ς*g*h2
equazione di BERNOULLI
Ovvero la legge che regola la conservazione dell'energia meccanica x un fluido ideale incomprimibile
Possiamo avere formule semplificate dell'equazione base nei seguenti casi:
fluido fermo: P1+ς*g*h1 = P2+ς*g*h2
fluido fermo e orizzontale P1= P2
fluido in movimento orizzontale
P1+1/2*ς*v21= P2+1/2*ς*v22
P1-P2= ½*
ς (v21-v22)
in questo caso particolare
se A1>A2 v1<v2 P1>P2
A1<A2 v1>v2 P1<P2
es1
r1=2cm
Q=10-2m3/s
P=1,6*105Pa
P2=105Pa
r2=?
Q=A1*v1=A2*v2 utilizzo entrambe le equazioni in sistema
P1+1/2ς*v12=P2+1/2ς*v22
v1= Q/A = 10-2/πr2 = 8m/s
___________________
v2 = √2/ς(P1-P2)+v12 = 13,6m/s
_________
A2 = Q/v2 π*r2 = Q/v2 r = √Q/v2 π = 1,5cm
Principio di archimede
Il peso di un corpo di massa m viene percepito e misurato diversamente a seconda del mezzo (fluido) in cui è immerso
Questo perchè su di esso agiscono due forze di verso opposto:
Fg = la forza di gravità, con verso diretto al centro della terra
FA= la spinta di archimede, con verso opposto a Fg e data dalla risultante delle pressioni parziali imposte sul corpo immerso dal fluido
La forza risultante, la quale determinerà come possibile o meno il galleggiamento del corpo sarà = a
FR= -Fg+FA
Per avere una formula + completa e utile, analizziamo le componenti delle forze
Fg = mg = ςc*V*g ςc=densità corpo
ςf=densità fluido
FA = m1g = ςf*V1*g
V e V1, rispettivamente il volume del corpo e dell'acqua da esso spostata, solitamente sn valore coincidenti. Possono però essere differenti in alcuni casi particolari di galleggiamento in cui vi è soltanto una porzione del crpo sotto il livello del fluido. La parte rimanente, non essendo da esso toccata nn risente della spinta di archimede, e nn rientra quindi nella nostra equazione.
Dato che noi non misureremo la forza risultante, bensì la forza pesa che il corpo acquista nel fluido, questa sarà di modulo uguale ma segno opposto rispetto alla FR
Fm= Fg-FA
Assumendo che V sai uguale nei due casi
FR = - ς c*V*g + ςF*V*g =
-V*g( ς c- ς F)
Analizzando i termini in parentesi, possiamo definire la risposta del corpo
ςc-ςF > 0 il corpo affonda
ςc-ςF < 0 il corpo galleggia
ςc-ςF = 0 il corpo rimane stazionario
Per i calcoli è possibile aiutarsi con la ς relativa, uguale al rapporto ςc/ςF
ςrel = Fg/Fg-Fm N.B. Fg-Fm= FA
es: m=5kg
ς=7,8*103kg/m3
Fm (peso nel fluido)= 6,16N
ςF= ?
ςrel = Fg/Fg-Fm = mg/mg-Fm = 1,14kg/m3
ςF = ςc/ςF = 7,8*103/1,14= 6,83kg/m3
es2: ςc = 200kg/m3 il corpo è in condizioni di galleggiamento stazionario sezionato dalla superficie
ςF = 103
V1/V=?
Fg=FA Fr=
0 -V(ςc-ςF)
= 0 ςc*V*g = ςF*V1*g
V1/V = ςc/ςF
Fluidi reali
In un fluido reale dobbiamo tenere conto, oltre alle normali foze applcate al liquido, dell'attrito, forza resistiva che interviene sia fra le molecole del fluido le une con le altre, sia tra queste e le pareti del recipiente/tubo in cui esse si trovano
Vmax v2 v3 v4 v5
Si hanno velocità differenti per ogni
ipotetica lamina di liquido, in quanto ognuna di esse è tanto più frenata
dall'attrito quanto più si avvicina alle pareti del contenitore
I valori di queste velocità sono in buona parte influenzate dalla veocità; ora vedremo perchè:
Introduciamo il concetto di FORZA DI ATTRITO VISCOSO
Dipende da:
η: coefficiente di viscosità
profilo di velocità (da carattere essenzialmente parabolico, come vedremo in seguito
Δv/Δr = 2vmax/r il coefficiente 2 è implicito xchè
in un tubo vi è metà inf.
Superficie di contatto
Al =(2πr)l
di conseguenza
Fη = η* 2vmax/r*2πl*r
Fη = 4π*vmax*l
Si misura in Pioseuille (Pl)
Possiamo quindi ora definire le due forze, e compararle. Ciò è però possibile soltanto assumendo che la velocità sia costante. In questo caso la forza di spinta è uguale a quella frenante in quanto il fluido si muove per moto rettilineo uniforme.
ΔP*πr2
= 4πη*vmax*l
4η*vmax*l ΔP*r2
ΔP= ______________ e vmax= _______________
r2 4 η*l
Tornando al discorso della portata, in cui
Q = A*<v>
e tenendo conto del fatto che <v> (vel. Media) nn è altro che ½vmax
ΔP*r2 πr4
Q = πr2*__________ = _______ ΔP legge di HAGEN-POISEUILLE
8η*l 8η*l
Non è più possibile usare l'equazione di bernoulli in quanto la presenza di attrito viscoso non ci permette di considerare l'equazione di conservazione dell'energia, perchè una parte i questa viene dissipata.
Studiando l'equazione appena proposta possiamo notare che il rapporta tra pressione e portata, ci da quello che è stato definito come coefficiente di resistenza idraulica (R)
8η*l
ΔP/Q= _______ = R
πr4
N.B. Il raggio nelle due precedenti equaizoni è elevato alla quarta potenza. Di conseguenza una sua minima variazione implica importanti variazioni di R e Q.
Questa forzatura ha la sua spiegazione nel fatto che, così vista, la nostra equazione, può essere studiata in maniera del tutto analoga alla legge di ohm, che studia, invece di quella idraulica, la resistenza elettrica.
Andamento nei condotti
Grazie all'introduzione della resistenza ora possiamo studiare il comportamento dei fluidi reali all'interno di tubazioni che comportino variazioni di raggio in serie ed in parallelo (analogamente a quanto accade per le reti elettriche)
tubazioni in serie
ΔP1 Q1 R1
ΔP2 Q2 R2
ΔP3 Q3 R2
Nelle tubazioni poste in serie la portata non varia; a cambiare sarà la pressione, quindi
Q1=Q2=Q3=Q
ΔP1+ΔP2+ΔP3= Δptot
Rtot= ΔP/Q = ΔP1/Q+ΔP2/Q+ΔP3/Q= R1+R2+R3
tubazioni in parallelo
R1 R2 R3
ΔPtot= ΔP1=ΔP2=ΔP3
Qtot= Q1+Q2+Q3
Qtot= ΔP/Rtot = ΔP/R1+ΔP/R2+ΔP/R3
1/Rtot =1/R1+1/R2+1/R3
Quanto postulato fin'ora in base all'asserzione che il moto delfluido sia un moto laminare = in ogni suo punto.
Questo vale a basse velocità. A velocità elevate, si viene a formare un moto TURBOLENTO, nn più laminare.
MOTO TURBOLENTO 12/10/06
Questo moto prende il nome dalle turbolenze verticali che vengono a formarsi in un fluido in moto orizzontale
moto laminare moto turbolento
Quando questo moto caraterizza solo una piccola parte del condotto, si vengono a formare dei vortici, che trascnano con loro altre particelle aumentando ulteriormente la dissipazione dell'energia prodotta dal moto turbolento
Registriamo perdite dei seguenti tipi
dissipazione
diminuzione del tragitto percorso dalle particelle
trasferimento energetico alle altre molecole
Dato che il moto nn è più laminare nn è più possibile usare la legge di hagel-poiseuille
Bisogna comunque dire che molte volte questo moto presenta caratteristiche positive
rimescolamento sanguigno
rimescolamento dei carburanti durante l'iniezione
formazioni di rumore di fondo durante la compressione di vasi sanguigni, utile per la misura della pressione
Serve pote misurare un limite al di sopra del quale un moto possa essere considerato turbolento per poter usare le giuste leggi nel giusto caso.
DETERMINAZIONE DEL LIMITE (N. DI REYNOLDS)
Cerchiamo un numero adimensionale il cui valore dipenda dalle varirabili caratteristiche dei fluidi e indichi il tipo di moto proprio di quel fluido in quelle condizione.
Dovrà dipendere da:
v = m/s
r = m
ρ=kg/m3
η=N*s/m
Questo coefficiente, detto numero di Reynolds sarà pari a
Re= r*ρ*<v> >1000 moto sicuramente turbolento
___________ >1000 moto probabilmente laminare
η
Quando abbiamo a che fare con un moto turbolento nn ci è possibile, data la velocità media, risalire a quella massima, datala decaduta della legge di HAGEL.
In questi casi il moto della singola particelle è imprevedibile
TENSIONE SUPERFICIALE
La particella ha interazioni con tutte le particelle che la circondano; tutte le forze si bilanciano perfettamente
in questo caso (molecola superficiale), le forze nn sono perfettamente bilanciate; per questo la loro risultante è diretta verso l'interno
La tensione superficiale definisce la tendenza delle molecole superficiale di stare legate le une alle altre.
Questo determina, per esempio, la forma sferica delle gocce d'acqua, forma con superficie relativa inferiore a tutte le altre.
Privacy |
Articolo informazione
Commentare questo articolo:Non sei registratoDevi essere registrato per commentare ISCRIVITI |
Copiare il codice nella pagina web del tuo sito. |
Copyright InfTub.com 2024