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Tra le tante ipotesi formulate circa la
causa della Encefalite Spongiforme Bovina (BSE), cosi come delle altre ESS
(Encefaliti Spongiformi Subacute) dell'uomo e di altri animali, riscuote
maggior credito quella del PRIONE, (dall'inglese prion = proteinaceous
infectious particle) elaborata da
Gajdusek e Prusiner. Prusiner è stato recentemente 555c28f insignito del Premio Nobel.
Bisogna aver presente che nelle cellule
nervose si trova, in condizioni normali ed in piccole quantità, una proteina
detta PrP-c (la "c" sta per "cellulare"), che assume una
forma ad elica e che è innocua anche perché viene facilmente e normalmente
allontanata dal sistema nervoso.
Ebbene, i prioni sarebbero delle proteine simili alle PrP-c. Queste proteine,
denominate PrP-sc (la "sc" sta per "scrapie", malattia da
prioni della pecora), hanno una particolare catteristica: quando si avvicinano
ad una molecola di PrP-c riescono a modificarla ed a farla diventare come loro,
cioè PrP-sc.
Peraltro ciò non è molto difficile perché la PrP-c e la PrP-sc sono diverse per
un solo amminoacido, il quale fa loro assumere sia una diversa conformazione
spaziale (le PrP-sc perdono l'aspetto ad elica), sia una diversa resistenza
agli enzimi.
Le PrP-sc tendono perciò ad accumularsi
nel sistema nervoso che va incontro a degenerazione, perde la propria
funzionalità e determina la caratteristica sintomatologia. Questo processo
avviene molto lentamente e ciò rende ragione del lungo periodo di incubazione
che si riscontra in
queste malattie (4 - 5 anni ed anche piu).
Non è stato facile e non è facile
accettare che vi possano essere malattie trasmissibili da agenti privi di acidi
nucleici, che sono le uniche sostanze considerate capaci di riprodursi.
Ed infatti altre teorie sono state avanzate per spiegare l'eziologia delle ESS
oltre quella del prione. Meritano menzione la teoria del "virino" e
quella del "nemavirus".
Il "virino" sarebbe acido
nucleico infettante protetto da una proteina dell'ospite, la PrP, in grado di
replicare. Perché allora non si è mai dimostrata la presenza di acidi nucleici
tra i materiali infettanti? I
sostenitori di questa teoria sono convinti che l'acido nucleico sia comunque
presente e che solo per motivi tecnici non sia stato ancora rilevato.
Secondo Narang, l'agente infettante sarebbe invece un virus detto "nemavirus" (nema = filamento) composto di tre strati: un guscio proteico esterno, acido nucleico in mezzo, fibrille più internamente. Questa stratificazione spiegherebbe come finora non sia stato possibile evidenziare l'acido nucleico.
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