Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

LA BATTAGLIA CONTRO L'EPURAZIONE - Monarchici, Qualunquisti, Liberali

comunicazione



LA BATTAGLIA CONTRO L'EPURAZIONE

1)Monarchici

L'avversione dei monarchici all'epurazione era ovvia, visto che la propaganda repubblicana vedeva nella monarchia la complice e responsabile del fascismo, e quindi "epuranda". Un'accusa cui essi innanzitutto rispondevano dividendo la perso 222f52c na (Vittorio Emanuele II) dall'istituzione, quindi ammettendone le colpe ed aspirando, con Umberto II, ad una NUOVA monarchia, senza dimenticare però le colpe di tutta la classe dirigente, anzi, negando al CLN dignità per l'opera che stava compiendo, sia per un parallelismo tra fascisti e antifascisti, che sarà il cavallo di battaglia dei qualunquisti, sia per le INGIUSTIZIE cui stava dando luogo, colpendo solo i "pesci piccoli", "poveri stracci", mentre il TRASFORMISMO dominando la classe dirigente faceva di ogni fascista il cliente di un antifascista in auge. D'altra parte, queste strategie trovano purtroppo conferme (sia nei fatti che negli uomini: primo tra i presi di mira, PIETRO NENNI, per il suo trascorso da fascista) e la polemica contro l'epurazione si inseriva in quella più vasta contro il CLN e l'intera classe politica di governo. Il governo Bonomi, non tenendo conto del problema, ebbe una prima crisi proprio su questo tema, che alimentò i monarchici e il loro dibattito: l'epurazione DOVEVA essere fatta, ma dei veri profittatori, che tramite il fascismo si erano impadroniti del potere politici; andavano salvaguardati, e su questo puntava la propaganda monarchica, i settori di piccola e media borghesia impiegatizia, e alta borghesia imprenditoriale, sconvolti dalla minaccia di epurazione, agli occhi dei quali il clima politico repubblicano, con Parri, era facile sembrasse una dittatura rossa, fatta di violenze, terrore, angherie senza fine.



E così fu; ma essi non gioirono certo per l'arrivo di De Gasperi, che accolsero col motto "COME PRIMA, PIU' DI PRIMA": non essendoci stata l'auspicata svolta istituzionale a favore della monarchia, rimaneva da perorare la causa di essa come unica difesa della borghesia italiana, e dei valori liberali e cristiani, come difesa contro la "repubblica rossa" con una campagna filo-borghese e filo-epurati. In questo estremo tentativo, i monarchici arrivarono a sostenere l'amnistia promossa da Umberto II, e quando questa fu concessa da Togliatti, a rinnegarla giudicandola troppo restrittiva e ancora aperta alla piaga dell'epurazione.

2) Qualunquisti

Il tema della lotta all'epurazione fu subito il centro della propaganda. Giannini, avendo intuito il distacco tra la classe politica e vasti settori del paese, si era fatto interprete dei ceti medi, moderati ed ostili ad ogni programma di rinnovamento, sia quelli delle sinistre che quelli di DC e PLI, che con loro collaboravano; miarva soprattutto all'epurazione, che invece di colpire in alto e indulgere in basso, creava ingiustizie che davano adito alla parte più appariscente della polemica di Giannini. Il mondo sembrava diviso in due, tra uomini politici professionali in lotta tra loro per il potere, e la folla di galantuomini, la gente di buon senso, onesta e laboriosa che desiderava solo essere libera di vivere in pace: questa distinzione accomuna fascismo e antifascismo, anzi, sottolinea come in questo caso "gli ex fascista davvero pericolosi siano quelli che, cambiata casacca, persistono nella volontà di cambiare il paese.

L'enorme successo (10000 copie) del primo numero de "L'uomo qualunque" indussero Giannini a vivacizzare la propria protesta: e quando l'alto commissariato aggiunto per l'epurazione arrivò a sospenderlo dall'albo dei giornalisti e a revocare l'autorizzazione a pubblicare il settimanale, egli non si arrese: "è la nazione intera, che con Giannini è sotto epurazione", e riuscì a fare della sua vicenda il simbolo dell'ingiustizia verso tutti, tanto che l'intero provvedimento si ridusse ad UN MESE di sospensione per sè e per il giornale.

Neanche il sospirato "vento del Nord", che sembrava dovesse spirare con la liberazione, Parri e la sua vera epurazione, cambiò la situazione: ed anche il "rutto del Nord" passò sotto la sarcastica ma efficace polemica di Giannini, che nelle sue "Le Vespe" colpiva settimanalmente il trasformismo antifascista di molti ex fascisti: ne sono un esempio i casi di Salvatorelli e di Pietro Nenni, che arrivò ad essere accusato di far parte dell'OVRA (polizia segreta fascista). Il suo stile accattivante contro gli epuratori attirava sempre maggiori simpatie e consensi, anche perchè, al di là delle generalizzazioni, nascondeva sempre un fondo di verità; come era vero che ci fosse distanza tra le utopie rinnovatrici della classe politica e il paese reale. Ed anche il programma restauratore di De Gasperi non si salva dalle accuse del "torchietto" di alleanze con la DC e con i rossi.

Insomma: per i qualunquisti, condanna totale dell'epurazione, le cui responsabili sembrano incapacità di sanzionare il fascismo. Ed anche loro, dopo essersi uniti al coro che invocava l'amnistia da Umberto II, bollarono quella di Togliatti come "beffa atroce": anche a loro, evidentemente, per mantenere i consensi serviva di tenere aperto il problema della piaga dell'epurazione.

3) Liberali

Pur se membri del CLN e delle varie coalizioni di governo, nonchè della legislazione epurativa, operarono la scelta antiepurativa, che li porterà a sfiduciare sia il governo Bonomi che quello Parri.

Da subito favorevoli a punire complici e responsabili del fascismo, di questi avevano un'idea ben precisa, che è facile cogliere nel pensiero di Benetto Croce. Fautore dell'utopia di restaurazione dell'Italia liberale prefascista, avverso ad ogni interpretazione classista della storia (e quindi a quella del fascismo come reazione della borghesia), sosteneva che non ci fosse da generalizzare, poichè tutte le classi avevano portato fautori al fascismo, e da punire erano I SINGOLI ERRANTI DI OGNI CLASSE, stando attenti ad essere severi con gli alti gradi ed indulgenti con gli umili.Criteri certo ispirati dal buon senso, ma con il limite di essere soprattutto guidati dalla volontà di fermare l'epurazione perchè da sempre bollata come "antiborghese": infatti, in questi limiti, anche loro sono delusi dalla sua inefficienza, e denunciano la rete di omertà e complicità che la copre.

Per non parlare delle varie preoccupazioni di tipo classista che li arrovellavano, con la legislazione italiana e angloamericana che si sovrapponeva e creava disparità. E se dapprima il "Risorgimento liberale" saluta con favore il governo Bonomi e le sue promesse di severità in alto e perdono in basso, nel '44 si delinea una politica ben lungi da quella sbandierata, che crea nel CLN contrasti tra i liberali e paura per un eventuale scardinamento dello stato borghese da parte di comunisti e socialisti. Le due parti iniziano ad accusarsi a vicenda, l'una di conservatorismo, l'altra di rivoluzione, e cade il governo Bonomi, accusato proprio di sconvolgimento rivoluzionario nella politica epurativa:un controsenso, ma che dimostrava che gli scontri tra parti avvenivano soprattutto su di un terreno ideologico, di paura e preoccupazione.

Acuita dai sussulti di violenza rivoluzionaria, contro cui deluse anche il vento del Nord, il clima di sovversione sembrava essere tenuto a bada solo dalla presenza degli angloameicani; e nelle loro continue accuse, i liberali arrivarono persino ad usare argomentazioni qualunquiste. Un esempio: la radiografia del corpo redazionale del quotidiano ufficiale del partito, che dimostrava ovunque la presenza di ex fascisti. Occorreva un piano d'azione, perchè l'epurazione diventasse un efficace metodo di rinnovamento, e non una spada di Damocle pendente sull'Italia: il governo Parri, indeciso, è criticato da ogni dove e in particolare dai liberali per il decreto Nenni che circa l'epurazione, prevedeva sanzioni per le attività private.

In questo nclima di confusione, il partito cerca nella destra un'alleanza contro le sinistre, e convince la DC a sciogliere tali legami; invano la sinistra liberale, e molti intellettuali, cercarono di fermare quest'involuzione conservatrice del partito; ma l'unica via d'uscita per molti di loro (Pepe, Brosio,

edici, Antonicelli, Panunzio, Taraquinci) è l'abbandono del partito.

Così, i liberali concorsero alla caduta del governo Parri, e la liquidazione dell'epurazione era uno dei punti che il PLI aveva posto come condizione per la propria partecipazione ad un nuovo governo: ed in effetti, De Gasperi sembrava avere recepito in pieno, liquidando l'alto commissariato e le sue strutture amministrative. Nonostante questo fosse solo un atto formale, che celava ancora tante omertà e trasformismi, i liberali furono orgogliosi della propria lotta contro l'epurazione classista, e la continuarono con la critica all'amnistia di Togliatti, che lasciando in libertà veri criminali, incarcerava solo la burocrazia.




CAPITOLO V: 1946, IL VOTO DI DESTRA

E' nota la vittoria limitata della repubblica al referendum istituzionale del 2 GIU 1946, con un 54,3% su un 45,7&, ridimensionata ancora di più dall'essere una vera sconfitta nell'Italia del Sud. Questo perchè:

-la campagna elettorale aveva fatto di monarchia e repubblica i due poli di un dilemma insanabile tra un SOVVERSIVO "SALTO NEL BUIO" e un INCISIVO PROGRAMMA DI RINNOVAMENTO, tanto da dividere gli elettori in monarchici = moderato-conservatori (Sud), e repubblicani = progressisti (Nord).

- L'assemblea costituente ebbe risultati ancora più sconcertanti: chi aveva votato monarchia, poi aveva votato DC: l'elettorato democristiano, anzichè essere filo-repubblicano, risultava FILOMONARCHICO, creando un netto distacco tra una classe dirigente progressista e un elettorato moderato-conservatore.

-Il vero vincitore forse, fu il Fronte dell'Uomo Qualunque, vero partito dei cattolici che erose voti alla DC da Roma in giù.

Il vento del Sud, che nelle amministrative di ottobre dette un tale risultato, per alcuni non è da interpretare solo come un frutto della propaganda di Giannini contro il "bolscevismo nero" che sottraeva voti alle destre, ma come risultato di una piccola sua crescita favorita in termini percentuali dall'ASTENSIONISMO: il vento del sud c'era, e doveva preoccupare, ma solo perchè lo scoraggiato elettorato democristiano.moderato costituiva un problema per i democratici stessi.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 1848
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024