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Versione n.7 pag.36 dal secondo volume del libro "Nove"
Gli dei pagano sempre
Si dice che per primo abbia svelato l'arte della memoria Simonide, riguardo al quale si narra questa storia. Avendo scritto per u 323d34d n compenso pattuito un canto, che soleva essere scritto per i vincitori, ad un pugile che si era meritato la mano della vittoria, gli fu negata parte della somma poiché secondo un'abitudine assai frequente nei poeti aveva fatto una digressione contenente la lodi di Castore e Polluce; e per questo gli era stato ordinato di chiedere l'altra parte a coloro dei quali aveva celebrato gli episodi. E gli dei pagarono, come si è tramandato. Infatti, essendoci un grande banchetto in onore della stessa vittoria, ed essendo presente a questa cena anche Simonie, un messaggero lo convocò fuori, poiché si diceva che due giovani a cavallo lo desiderassero con insistenza. Ma certamente non li trovò, ma capì che gli dei erano riconoscenti. Infatti appena uscito da quella soglia, quella sala crollò sopra i commensali e li schiacciò a tal punto che i parenti che li cercavano per sotterrarli non potevano non solo distinguere nulla di riconosciuto tra i volti dei caduti ma nemmeno tra tutte le membra. Allora si dice che Simonide abbia reso ai suoi i corpi ricordandosi dell'ordine in cui ognuno era coricato al banchetto.
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