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Dopo aver studiato grammatica e retorica a Cre 424c24e mona, a Milano, venne a Roma. Dopo lo scoppio della guerra civile fra Cesare e Pompeo,nel 49 lasciò Roma e si recò a Napoli alla scuola del filosofo epicureo Sirone, frequentata da altri illustri spiriti del tempo. L'epicureismo era la filosofia più seguita in quel tempo, poiché prometteva la serenità interiore e un porto sicuro agli animi disgustati dagli avvenimenti esterni. Terminata l'Eneide, se la morte non l'avesse colto prematuramente,si sarebbe dedicato interamente agli studi di filosofia.
La prima grande opera di Virgilio furono le Bucoliche,scritte tra il 42 e il 39. Sono carmi in forma di dialogo ed hanno per protagonisti pastori. Si riallacciano al genere greco dell'idillio, di cui era stato iniziatore il poeta siciliano Teocrito del III sec.a.C. tale genere bucolicoo costituiva una novità,rispondeva a quell'ideale di vita semplice e agreste, a quel desiderio di pace e di isolamento che l'epicureismo andava predicando e che si faceva tanto più vivo quanto più infuriavano le guerre civili.
La I e la IX hanno un fondo autobiografico: nella I il poeta, sotto il nome di Ritiro, ringrazia Ottaviano per aver potuto salvare dalle confische le sue terre; nella IX, sotto il nome di Menalca, si lagna per aver perduto il suo podere. La IV annuncia la nascita di un fanciullo che riporterà sulla terra l'età dell'oro.( forse il figlio di Asinio Pollione o il figlio nascituro di Augusto) . In epoca successiva si volle vedere una profezia del Redentore.
Il poeta siciliano nel trattare la natura e il mondo pastorale è più realistico e oggettivo;anche nel narrare le vicende sentimentali dei pastori mantiene un certo distacco ironico, che impedisce di giungere ad una vera drammaticità. In Virgilio le pene dei personaggi sono rappresentate con un "pathos"intensamente malinconico e con viva partecipazione sentimentale dell'autore.
Il dolore e la violenza della storia penetrano nel mondo bucolico.
Georgiche,poema didascalico in 4 libri,scritto dal 37 al 30 .In esso Virgilio celebra il lavoro dei campi e la natura . E' probabile che il proposito di Virgilio collimasse con alcune linee ideologiche del programma augusteo .Il I libro tratta della coltivazione dei cereali , delle stagioni e dei segni del cielo di cui l'agricoltore deve tener conto; il II della coltura degli alberi e della vite; il II dell'allevamento del bestiame; il IV dell'apicoltura. Le Georgiche hanno per modello "Le opere e i giorni di Esiodo.
Dopo la vittoria di Azio del 31 a.C. Augusto aveva assunto da solo le redini dell'impero e tutto il mondo mediterraneo godeva i benefici della pace romana. L'idea della missione civile universale di Roma viene apertamente proclamata da Augusto e diffusa dai poeti del circolo di Mecenate. Virgilio concepì la composizione di un poema epico che celebrasse la gloria di Augusto e della sua casata. Da proemio del II libro delle Georgiche si deduce che in un primo tempo Virgilio intendeva scrivere un poema epico-storico sulle gesta di Augusto, però successivamente si volse a trattare le leggendarie vicende di Enea , a cui la casa Giulia faceva risalire le sue origini. La grandezza presente di Roma nell'Eneide viene introdotta di scorcio, per via di digressioni e di profezie (lo sudo di Enea, la profezia di Anchise nei Campi Elisi).
Virgilio vi lavorò a lungo , fra ul 29 e il 19 ,anno in cui morì a Brindisi di ritorno dalla Grecia.
Prima di morire ordinò agli amici Vario e Tucca di bruciare l'opera, riconoscendolo imperfette, ma Augusto si oppose.
Virgilio si proponeva con l'Eneide di dare alla letteratura romana, un poema degno di rivaleggiare con i poemi omerici.L'imitazione omerica è evidente in primo luogo nella struttura del poema: i primi6 libri, con le peregrinazioni di Enea, si richiamano all'Odissea; la seconda parte dell'Eneide , con la guerra fra Latini e Troiani, per molti aspetti si rifà all'Iliade. Oltre che al Omero, Virgilio, si riallaccia alla tradizione dell'epica latina, in particolare a Nevio, per il legame tra mito e storia nazionale e per l'intento patriottico. D'altra parte non mancano influenze della letteratura alessandrina, alla quale si rifacevano anche i poeti "novi" e quindi Catullo: l'episodio di Didone è influenzato da quello di Medea abbandonata delle "Argonautiche" di Apollonio Rodio.
Le virtù celebrate nell'Eneide non sono le virtù guerriere, ma la pietà religiosa, la dedizione al dovere, la tenacia e la sopportazione, lo spirito di sacrificio, la semplicità dei costumi, l'umanità verso i deboli e i vinti.Sono le virtù tradizionali romane, elevate e arricchite dagli apporti del pensiero filosofico .Portatore di questi valori morali e religiosi è Enea, a cui spesso è stato mosso il rimprovero di non essere personaggio epico, di mancare di carattere e di volontà, di nomn sapere agire, ma soltanto subire passivamente gli ordini divini.
Anche nell'Eneide, come nelle Bucoliche e nelle Georgiche, il poeta si sofferma a contemplare e a considerare la sorte degli uomini che soffrono senza colpa e senza ragione apparente;anche nell'Eneide spesso il mondo appare dominato da un destino misterioso ed ingiusto che stronca gli innocenti e crudelmente calpesta le speranze e gli affetti più dolci.Ma nell'Eneide il problema delle ragioni del dolore e delle sofferenze, delle guerre e delle ingiustizie della sorte viene indirizzato verso una soluzione religiosa e provvidenziale: la distruzione di Troia, le peregrinazioni degli esuli, i lutti e le guerre sono necessari perché un giorno dalle sofferenze scaturisca la pace che l'impero romano, nato dalla discendenza di Enea, assicurerà al mondo intero.
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