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Menandro e la commedia nuova

greco



Menandro e la commedia nuova

Cronologia: M nacque da famiglia nobile nel 341/340 a.C. Fu probabilmente discepolo del commediografo Alessi. Egli visse nel periodo di travagliate lotte interne che seguirono la morte di Alessandro Magno, quando Atene coltivò l'illusione di riconquistare una centralità politica e cultura con l'instaurazione di un regime oligarchico moderato guidato da Demetrio 515g65f Falèreo del quale M fu amico. Quando F. fu soppiantato da Demetrio Poliorcete e fu obbligato all'esilio, ma M non lo seguì. Morì intorno al 293/292.

Scoperte papiracee: In precedenza di M avevamo solo monostichìe, sentenze e versi unici. Nella seconda metà del secolo scorso ci è rinvenuta una fortunata serie di frammenti papiracei che ci ha restituito sezioni più o meno estese di una ventina di commedie, oltre una completa il Misantropo. Questi papiri del Cairo ci hanno permesso di verificare se la sua fama di "specchio della vita" fosse vera o meno.

Titoli in greco: M avrebbe fatto rappresentare più di 100 commedie. Di tutte le opere solo una ci è pervenuta intera (il Misantropo Duskolo ). Di altre quattro è possibile ricostruire trame ed episodi: L'arbitrato Epitreponte , La donna di Samo Samia, Lo scudo Aspi e La fanciulla tosata Perikeiromenh. Altre commedie frammentarie (su cui c'è la maggiore documentazione) furono Il contadino, L'adulatore, Il due volte ingannatore, Il fantasma, L'eroe, Il cartaginese, La donna di Perinto. Del resto abbiamo pochi versi e una lista di titoli.



Differenze con Aristofane: 1) L'assenza della tematica politica. Se in Aristofane il teatro era uno strumento di dibattito politico, in cui si esaltavamo e si promuovevano i valori della polis, attaccando e mettendo alla berlina gli avversari della stessa, in Menandro diventa un mezzo di indagine oltre che di diletto. Egli apre la strada alla Commedia nuova, con l'introduzione della dimensione privata e del tratto etico. 2-3) M abbandona le parti corali, l'agone e la parabasi, che nella commedia antica era il punto di interazione con il pubblico; essa viene a mancare proprio come conseguenza dell'assente dibattito politico. Il ruolo del coro viene fortemente ridimensionato e compare nel papiro tra un unità e l'altra con la sigla corou forse proprio per indicare un semplice intermezzo musicale. Importante funzione è invece quella del prologo (di cui Euripide è il maggior modello), con il quale si informano gli spettatori dell'antefatto e anche della soluzione della vicenda.  4) Le trame si ripetono attraverso scene ricorrenti e tipi di personaggi stabiliti e l'intreccio acquista maggiore rilevanza. Scena-madre della commedia nuova è il riconoscimento, già molto usato da Euripide nelle sue 'tragedie d'intrigo'. 5) La comicità cambia: mentre in Aristofane lo spettatore rideva delle sventure dello sconfitto, identificandosi con l'eroe comico, in M non esistono personaggi interamente negativi e lo spettatore riesce a vedere rappresentato un po' di sé in ognuno di essi mostrando un sorriso più malinconico che beffardo e liberatorio.

Caratteri dei personaggi: M quasi alla maniera manzoniana, crede che l'uomo sia fondamentalmente buono e anche i personaggi più negativi finiscono col rivelare qualcosa di positivo. Lo stesso Misantropo l'uomo dal carattere difficile non mostra un'evoluzione restando un personaggio statico ma lascia comunque spazio alla meditazione. Non c'è più un eroe comico, perché i personaggi interagiscono tra di loro su livelli paritari. I personaggi sono: il vecchio avaro, il giovane innamorato, lo schiavo intraprendente ecc. ma vengono recuperati la prostituta che mostra una profondità d'animo celata in precedenza, il soldato che abbandona la sua cialtroneria in virtù della comprensione delle ragioni altrui, i giovani/figli che ora hanno tanto da insegnare ai vecchi/padri.  Come fonte di questi personaggi è stato indicato Teofrasto e i suoi Caratteri. M fu posto dagli antichi al pari di Omero per il realismo e l'ethopoiìa.

Trama del Misantropo (316): Il vecchio Cnemone ha costretto la moglie a rifugiarsi presso il figlio di primo letto Gorgia e vive in solitudine con la sola figlia, Simiche e la nutrice di questa. La sua solitudine è minacciata da Sostrato che si è innamorato della figlia e vuole chiederla in sposa e nonostante l'aiuto di Gorgia, egli non riesce ad avvicinare Cnemone. La sorte lo aiuta: Rischiando di annegare in un pozzo Sostrato, aiutato da Gorgia, lo salva. Cnemone allora adotta Gorgia, gli affida i suoi beni e lo incarica di trovare marito alla figlia. Gorgia concede a Sostrato la sorella e ottiene a sua volta in sposa la sorella di S e alle nozze partecipa anche Cnemone, a ciò costretto da un tranello del servo e del cuoco, che si vendicano così dello scorbutico padrone. [TOLLERANZA ETICA; scene di carattere digressivo, no causa-effetto, scene funzionali alla comicità -> di derivazione aristofanea

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