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Schedatura del libro
Titolo: Un anno sull'altipiano
Autore: Emilio Lussu
Emilio Lussu (Armurangia, Cagliari 1890 - Roma,
1975) combatté durante
Questo romanzo racconta i fatti accaduti e vissuti dall'autore nell'anno tra il maggio del 1916 e il luglio del 1917. Dopo un breve riposo ad Aiello i soldati della Brigata Sassari vennero chiamati a combattere sull'Altipiano di Asiago. Essi erano entusiasti di non dover più fare guerra di trincea, e speravano in azioni strategiche montagne. Per i primi tempi fu così, ma quando gli austriaci definirono un fronte compatto i soldati, comandati dallo spietato e insano di mente generale Leone, furono costretti a trincerarsi a loro volta. L'assenza di artiglieria obbligava le compagnie a cimentarsi in assalti di scarso effetto, che procuravano sempre gravi perdite nelle fila dei militari italiani, come ad esempio l'offensiva dei tubi di gelatina o delle pinze per i reticolati. L'arrivo di alcuni pezzi di artiglieria permise di avviare un attacco contro il nemico, tuttavia con scarsi risultati; anche l'operazione con le corazze "farina" fallì miseramente. Anche il grande assalto preparato dal generale finì in fumo, e i pochi soldati rimasti dovettero aspettare il buio della notte per poter tornare all'interno delle proprie file. Seguì un periodo di riposo privo di attacchi, che ricominciarono in agosto, ma senza successi totali. Ai soldati fu concesso un periodo di riposo, durante il quale i battaglioni si rimisero in sesto, e al loro ritorno festeggiarono il trasferimento del generale Leone e l'arrivo di un nuovo comandante, il generale Piccolomini. Con l'inverno scese la neve e si ricominciò a parlare di azioni. Si mormorava di una mina che sarebbe dovuta esplodere la notte di Natale a mezzanotte sotto le linee italiane, ma per fortuna non brillò e i soldati poterono andare in licenza. La situazione critica richiamò ben presto i soldati al fronte, dove le temperature rigide costrinsero gli ufficiali a bruciare gran parte dei ponti e delle scale costruiti per un assalto speciale. Molti soldati, stanchi della guerra, insorsero e si ammutinarono, ma non quelli della compagnia di Lussu, e ben presto fu riportato l'ordine. Il ritorno in trincea fu accompagnato prima da una piccola rivoluzione operata da Ottolenghi, ufficiale di artiglieria, per scampare a un'azione, e l'otto giugno scoppiò la mina che non aveva brillato a Natale. Ciò portò una gran confusione nelle file degli italiani: la mina aveva causato gravi perdite, e immediatamente le compagnie avevano risposto con un assalto di fanteria e di artiglieria, arrivata in gran numero. Un caro amico e collega di Lussu, il capitano Avellini, venne gravemente ferito, e chiese a lui di consegnare ben due pacchetti di lettere d'amore alla sua amata, che peraltro era la stessa che Lussu desiderava, e morì poco dopo. La battaglia terminò con la vittoria degli italiani, ma il margine di vittoria e la posizione occupata era troppo poco soddisfacente, e i soldati furono costretti a tornare alle posizioni di partenza. Dopo poco tempo a riposo la brigata fu richiamata a combattere in Bainsizza.
Il personaggio che ho deciso di analizzare è Emilio Lussu. Nel libro non appaiono descrizioni del narratore, poiché, come dice egli stesso nell'introduzione, il romanzo vuole essere solo una raccolta dei ricordi degli episodi da lui vissuti in quell'anno. Tuttavia si può dedurre dal comportamento del protagonista, che al suo reclutamento credeva nella lotta armata e la sosteneva, che egli subisce un cambiamento lento e graduale: pian piano si rende conto della tragicità della guerra, tuttavia senza mancare ai suoi doveri di soldato e di ufficiale, e obbedendo sempre agli ordini che gli vengono impartiti. Da ciò possiamo dedurre che egli è un uomo leale e rispettoso delle autorità a lui superiori, ed esegue i comandi anche se a volte si trova in disaccordo con essi. Nel libro viene sottolineata una caratteristica del protagonista: quella di non bere liquori. Pressoché tutti i soldati al fronte bevevano regolarmente cognac, sia a riposo, sia per prepararsi a un assalto. Al contrario di tutti, Lussu non fa uso di alcol; non vi è un motivo preciso, e ciò stupisce molto un tenente colonnello con cui Lussu discusse di piani strategici nei suoi primi giorni sull'Altipiano.
Punti Principali |
Punti secondari |
Terminato il riposo la brigata viene mandata sull'Altipiano |
Il tenente Grisoni fa un'uscita infelice sul Re durante l'incontro con il sindaco |
Disordine tra le file italiane e quelle austriache |
Il plotone di Lussu si scontra con un reggimento di italiani |
Ritirata e riconquista di Monte Fior |
Il generale Leone va a capo dell'armata |
L'inseguimento degli austriaci termina con l'affermazione dei due fronti |
Il generale è soddisfatto |
Molte insuccessi provocano la morte di molti soldati, anche con l'arrivo di artiglieria |
Si tenta la strategia dei tubi di gelatina, delle pinze e delle corazze farina. |
Si tenta un ultimo assalto in grande stile, ma senza risultato, e poi il riposo |
Per tornare nelle proprie file i soldati devono attendere la notte. |
Seguirono periodi di calma e i battaglioni si ricostituirono. |
Il generale Leone venne sostituito da Piccolomini |
Arriva l'inverno, si attende una mina sotto le linee a Natale ma non esplode |
Il soldato Marrasi diserta, ma viene ucciso appena prima di raggiungere il nemico. |
Breve periodo di licenza, poi il ritorno in trincea |
Le basse temperature costringono a sospendere un'azione con ponti e scale e a bruciarli |
Insurrezione e ammutinamento di varie compagnie |
Gli ammutinati vengono mandati al Tribunale Militare per essere giudicati. |
Dopo un periodo di riposo esplode la mina l'8 giugno |
Ottolenghi opera una rivolta interna segreta con successo |
Dopo l'esplosione è il caos: assalto immediato degli austriaci e degli italiani |
Massiccio impiego di artiglieria, che talvolta colpiva gli stessi italiani |
Avellini muore lasciando un pacchetto di lettere a Lussu da consegnare alla sua amata |
L'amata di Avellini era la stessa di Lussu |
Battaglia finale con scarso margine di vittoria, i soldati sono costretti a retrocedere |
Dopo il riposo la brigata viene richiamata in Bainsizza |
Conclusione: personalmente questo libro mi ha molto appassionato e affascinato. Ho rimpianto l'assenza delle descrizioni fisiche dei personaggi, che non mi ha permesso di avere una chiara immagine dei protagonisti. Tuttavia questo libro mi ha permesso di fare un confronto fra il modo di combattere della Grande Guerra con i combattimenti della 2^ Guerra Mondiale (descritti in "Maledetti da Dio"). Ho riscontrato soprattutto una mortalità dei personaggi di rilievo più accentuata che nell'altra guerra descritta da Sven Hassel, dove i compagni d'arme rimasero insieme per molto tempo; in questo libro capita spesso che ufficiali colleghi e talvolta amici di Lussu morissero in breve tempo. Nel narrare di questi avvenimenti ho notato spesso una certa indifferenza, da parte dell'autore, per le perdite riportate in battaglia, tranne per la morte dell'amico Avellini. In definitiva questo romanzo insegna molte cose sulla guerra, e soprattutto come sia facile perdere la vita in battaglia.
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