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IL BARONE RAMPANTE

italiano



IL BARONE RAMPANTE

autore: Italo Calvino    casa editrice: Mondadori

scritto e pubblicato nel 1957

edizione del 1993

Italo Calvino (1923-1985) e' stato un neoilluminista e un razionalista tenace. Tra le sue esperienze fondamentali ci sono la guerra, la Resistenza, l'adesione al PCI nel dopoguerra e il suo abbandono successivo e l'ingresso nella redazione della casa editrice Einaudi che gli apre nuove prospettive culturali. La sua carriera di scrittore si può dividere in tre fasi : neorealista, di oggettivazione fiabesca e allegorico-simbolica della realtà e delle proprie esperienze personali e "combinatoria", nella quale l'interesse per le discipline scientifiche mostra un influsso notevole sulla sua narrativa.
"Il barone rampante", della "Trilogia dei Nostri Antenati", appartiene sicuramente alla seconda fase della produzione dell'autore; il breve romanzo (30 capitoli in 260 pagine) si ispira, infatti, ad un genere letterario, il racconto filosofico, al quale rimandano il profondo senso morale, l'impegno educativo e la possibilità di cogliere nell'intreccio allusioni alla contemporaneità e riflessioni sulla storia e sulla condizione dell'uomo, è scritto con un linguaggio che inizialmente può sembrare pesante per il gergo non moderno,ma di agevole comprensione, e uno stile vivace, originale e coinvolgente, che lo rendono piacevole fino alla fine. 212i88c 212i88c   212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c Cosimo,Barone di Rondò, vive a Ombrosa, in Liguria, e, all'età di dodici anni, il 15 giugno 1767, per sfuggire all'ennesima punizione del padre, decide di salire sugli alberi e di non ridiscendere mai più. Egli, comunque, organizza perfettamente e operosamente la sua vita: legge, collabora con i suoi interventi a migliorare la vita che si svolge intorno a lui, si prende cura di piante e animali, stringe e coltiva rapporti con pensatori illuministi e segue anche gli eventi della storia, patrecipa in qualche modo alla Rivoluzione francese, incontra di persona Napoleone e altri personaggi della cultura e della politica, assiste alla Restaurazione. Egli porta avanti la sua decisione fino alla morte, vivendo una vita bizzarra, ma tale da consentirgli una visione nuova di ciò che succede tra gli uomini. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c     212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c    Cosimo dimostra un grande coraggio e un'incredibile forza di volontà che l'hanno spinto a disobbedire volutamente e a lasciare la famiglia, iniziando una nuova vita di sfide contro gli altri e soprattutto contro sé stesso. Il rifiuto delle regole impostegli dalla sua famiglia segna il cambiamento totale della sua esistenza; un'esistenza adesso condotta sugli alberi, ma non per questo monotona o stancante, anzi, avventurosa. Tuttavia, pur vivendo in un'altra dimensione, Cosimo non dimentica i propri obblighi familiari partecipando dalla cima di qualche albero a feste e ricevimenti, assistendo i propri genitori, ecc. Lo stare sugli alberi rappresenta comunque per lui un pretesto per mantenere tra se e i suoi simili una 'minima ma invalicabile distanza' e gli cosente di guardare le cose dall' alto, cioè con un nuovo punto di vista. L'uomo descritto nel romanzo è costretto all'evasione da regole soffocanti e si rifugia nella natura e nell'avventura, Calvino si rifà, perciò, ad un'idea di rifiuto delle regole preconcette e dettate dalla società e,soprattutto, di libertà. Ciò che colpisce del carattere di Cosimo è, infine, l'ostinazione, qualità (o difetto?) che l'ha fatto perseverare nel suo obiettivo iniziale dì non scendere mai dagli alberi. Infatti, persino in punto di morte, egli ha avuto la forza d'animo di non lasciarsi trasportare giù a terra, e ha preferito agganciarsi alla corda di una mongolfiera e buttarsi in mare, piuttosto che essere sepolto. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c    Un altro personaggio fondamentale del racconto è Biagio, il fratello minore di Cosimo, egli è, infatti, l'io narrante delle vicende, narrate con una focalizzazione interna e onniscente secondo le esperienze che ha condiviso egli stesso con il fratello e i racconti di Cosimo e della gente. All'età della ribellione del fratello, questi aveva appena otto anni, e di conseguenza, nonostante avesse promesso a Cosimo aiutarlo in qualunque situazione, non aveva avuto il coraggio di abbandonare le comodità familiari. Accusato di codardia, decide di fare il possibile per rendere al fratello più agevole la vita sugli alberi, procurandogli del cibo, delle coperte, degli abiti e persino dei fucili per cacciare. Nonostante avesse cercato più volte di convincerlo a scendere, Cosimo non rinuncia mai al suo proposito iniziale, e Biagio capisce che l'ostinazione del fratello cela qualcosa di molto più profondo di un atto di disobbedienza. La figura di Biagio, oltre a sottolinerareci il contrasto e la diversità di carattere fra lui e Cosimo, ci fa conoscere (pur non essendo affatto un personaggio negativo) un ulteriore tipo d'uomo, ovvero quello che nella vita non ha mai voluto schierarsi (per paura o per convenienza) né da una parte né dall'altra, seguendo il corso degli eventi così come procede. In effetti, oltre all'episodio in cui Biagio rifiuta di seguire Cosimo sugli alberi, vi sono altre situazioni in cui questi preferisce rimanere nell'ombra piuttosto che emergere (e quindi rischiare) come il fratello. Ad esempio, durante la guerra fra Francia e Austria, Biagio cerca di rimanere sempre abbastanza nascosto, non schierandosi né dalla parte dei conservatori né da quella dei rivoluzionari, proprio per non correre pericoli e rischiare di perdere i beni e la faccia. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c Un altro componente della famiglia dei Rondò è la sorella Battista. Dopo una scandalosa fuga d'amore con il marchese Della Mela, i genitori decidono di mandarla in convento,ma non avendo preso i voti per la sua dubbia vocazione, Battista torna a casa. Così ella cerca di scaricare la propria tensione e la propria malinconia dedicandosi all'arte culinaria in un modo tutto suo. Anche il comportamento di Battista, quindi, si può in un certo senso definire una forma di 'evasione' dagli obblighi impostategli dai genitori. Comunque, per lei le cose vanno a finire bene, poiché durante un ricevimento a casa, conosce un nobilotto locale, e i genitori acconsentono prima al fidanzamento e poi al matrimonio. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c     I genitori di Cosimo, il barone Arminio Piovasco di Rondò e Konradine von Kurtewutz, soprannominata "la Generalessa" per il suo carattere estremamente autoritario, sono anch'essi imporatanti nella vicenda, anche perchè Cosimo non si è mai allontanato da loro. Il padre è rappresentato con la costante preoccupazione per la gestione d'Ombrosa.Forse, queste sue preoccupazioni eccessive per la politica, ebbero delle conseguenze negative sui figli soprattutto su Cosimo, la cui disobbedienza si potrebbe interpretare anche come una carenza d'affetto da parte del padre. Da questo punto di vista, però, non è da meno neppure la madre,Konradine era figlia di un generale tedesco, e dopo la morte della madre, fu costretta a seguire il padre da un accampamento all'altro, acquisendo quella sicurezza di sé e quel modo di comandare che si possono coltivare solamente in un ambiente militare; lo stesso rigore che lo portò quindi anche nella famiglia, dedicando forse poche attenzioni ai figli. Dopo la decisione di Cosimo di rimanere sugli alberi, ella non si preoccupa molto; anzi è addirittura contenta perché così può seguire tutto il giorno gli spostamenti del figlio col binocolo, segnalandoli poi su una cartina, e risvegliando in sé la passione militare che si era un po' affievolita con la morte del padre. Nonostante tutto i genitori non si dimenticano mai di lui, anzi, il padre decide di cedergli comunque il titolo nobiliare, nonostante le sue "bizzarre" abitudini. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c   Un altro personaggio che appartiene alla famiglia dei Rondò. è il cavalier avvocato Enea Silvio Carrega, fratello del barone Arminio. Del suo passato non si sa molto: pare che fosse stato addirittura in Turchia, come testimoniano la sua conoscenza della lingua e i suoi abiti tipicamente orientali. Ci viene immediatamente presentato come un tipo piuttosto riservato, e poiché è stato salvato dal fratello illegittimo da una sicura condanna a morte, cerca di dimostrarsi a tutti i costi docile e servizievole nei suoi confronti, occupandosi dei problemi di irrigazione e di idraulica dei territori di Ombrosa. In realtà, questo personaggio nasconde una doppia vita, che viene scoperta da Cosimo una notte in cui il cavalier avvocato deve stringere la propria alleanza coi pirati musulmani permettendo loro di nascondere le merci rubate nei pressi del porto di Ombrosa. Egli però non ha una fine felice: accusato di tradimento dal capitano della nave araba, viene decapitato e gettato in mare. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c   212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c   L'ultimo della famiglia di Cosimo è l'abbate Fauchelafleur, un vecchietto secco e grinzoso di cui la gente loda il carattere rigoroso e la severità interiore, che è stato ingaggiato come maestro di Cosimo e Biagio, anche se, in realtà, è una persona totalmente diversa da quello che si crede: si perde in lunghe meditazioni con gli occhi fissi nel vuoto, quasi stesse ripensando alla fonte della sua vocazione, ed è così disinteressato a ciò che accade ai ragazzi, che questi se la svignano senza che lui nemmeno se ne accorga. Quando Cosimo sugli alberi decide di dedicarsi alla letteratura, prega il povero vecchio di salire con lui per essere illuminato su alcuni autori di cui, a dire la verità, conosce più lui che quello che dovrebbe essere il suo maestro. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c     212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c   Non si può tralasciare neppure il grande amore di Cosimo: Viola. Il suo incontro con lei risale a quando, esplorando gli alberi nei dintorni della propria villa, Cosimo nota una bambina che si dondola sull'altalena. Il carattere di Viola, nobile di nascita, ostenta forse un'eleganza e una pomposità un po' eccessive. Inoltre, poichè i suoi genitori sono molto impegnati, Viola può uscire dalla sua proprietà quando vuole, e può persino frequentare la gente che vuole, come i ragazzini della famosa banda dei ladri di frutta, che la considerano una principessa da proteggere e di cui contendersi le attenzioni. Viola è ben contenta di stare a questo gioco, e spesso si comporta da vera e propria tiranna miei confronti dei suoi amici. Lo stesso trattamento è stato riservato anche allo sventurato Cosimo, che alla prima occasione viene preso in giro e ferito per l'abbigliamento non adeguato o per la sua strana abitudine di spostarsi sugli alberi. Tuttavia Cosimo rimane addirittura colpito da questo atteggiamento della ragazzina, e forse è già dal primo giorno che la incontra che se ne innamora. Una volta cresciuto, la stessa Viola ritorna ad Ombrosa come vedova di un ricco ottantenne, e si presta molto volentieri alle attenzioni dedicatele da Cosimo. Ma è proprio l'atteggiamento volubile di Viola (che la spinge a cercare sempre nuovi amanti fra i numerosi pretendenti), che conduce il povero barone di Rondò alla pazzia, che trova un sfogo solamente in occasione della guerra contro gli Austriaci. 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c    212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c    Un altro personaggio, che ricopre un ruolo secondario, è Gian dei Brughi, famoso bandito che, si diceva, depredava le campagne circostanti ad Ombrosa. Cosimo lo conosce in un'occasione molto strana, ma capisce fin dall'inizio che è inoffensivo. Decide così di invogliarlo a leggere alcuni libri e testi all'epoca molto famosi, e Gian dei Brughi, completamente preso da questa nuova occupazione, finisce per abbandonare il furto per dedicarsi totalmente alla lettura. Cosimo fa di tutto per procurargliene sempre di nuove, e rimane sconcertato quando, su ricatto, l'ex-brigante fu costretto a compiere un ultimo colpo e fu colto in flagrante. Nonostante fosse imprigionato in attesa dell'impiccagione, Gian dei Brughi continua a leggere di nascosto fino alla fine, e secondo me, anche se la sua presenza nel romanzo non è fondamentale, rappresenta comunque la testimonianza che Cosimo, nella sua carriera di barone, riesce a fare moltissime cose buone, forse più di quelle che avrebbe potuto fare se fosse vissuto normalmente sulla terra. 212i88c 212i88c     212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c Le vicende narrate si svolgono in un paese immaginario, Ombrosa, che è situato in un punto imprecisato della Riviera ligure. L'autore ci fornisce anche delle dettagliate descrizioni paesaggistiche, che derivano forse dalla sua profonda conoscenza di queste zone dove aveva trascorso l'infanzia.Il territorio di Ombrosa, oltre ad essere vicino al mare, è composto anche da ampli spazi adibiti all'agricoltura, che si alternano a immense distese di boschi o alberi da frutto sui quali Cosimo si arrampica e passa l'intera giornata. Inoltre i temi sono trasposti nel "secolo dei lumi", il Settecento. Infatti, l'arco temporale in cui si svolgono le vicende narrate parte dal 1767; si tratta di un'epoca molto movimentata della storia, in quanto, solo pochi anni più tardi, hanno luogo la Rivoluzione francese e la guerra condotta da Napoleone contro gli Austriaci. Anche la cittadina di Ombrosa si trova divisa in due fazioni politiche: i Rivoluzionari e i giacobini, tra cui lo stesso Cosimo, e i più conservatori. Altri elementi che permettono comunque di identificare l'epoca in cui si svolgono i fatti, indipendentemente dalle vicende politiche, sono le diverse citazioni di autori famosissimi che Cosimo legge. Si parla infatti dell'Enciclopedia Universale, alla cui stesura collaborarono Voltaire, Diderot, Rosseau e D'Alambert, e di altre famose opere. 212i88c 212i88c    212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c 212i88c   Nel romanzo si riscontrano vari temi, il rifiuto,che scatena tutti gli eventi, la fuga e la ribellione, che può essere interpretata come il desiderio di evasione insito nelle persone, e l'ostinazione e la determinazione, ma secondo me Calvino ci trasmette anche un profondo messaggio di libertà, raggiunta da Cosimo con la sua nuova vita (che, però, è una libertà, per così dire "limitata", in quanto soggetta alle nuove regole di quel mondo diverso). Infine, un insegnamento che si può ricavare dalla vicenda di Cosimo è guardare le cose dal proprio punto di vista, non come le fanno vedere gli altri, ma "dall' alto", egli, infatti, come dice Calvino, cercò sempre di mantenere fra sè e gli altri "una minima, ma invalicabile distanza".











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