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TASSO
La vita e la personalità
Nelle vicende di tasso appare nitidamente l'effetto della nuova società e della nuova cultura della controriforma.
Nasce
a Sorrento l'11 marzo
Scrive il suo prima poema cavalleresco (Rinaldo) seguendo l'esempio paterno.
Nel 1565 si trasferisce a Ferrara, al servizio del duca Luigi, dove vive un periodo di serenità e scrive il Goffredo (Gerusalemme liberata).
Nel 72 passa alla corte di Alfonso II, sempre a Ferrara, a cui dedicherà l'opera.
Nel 76 è al culmine del successo, con la nomina di storiografo di corte.
Da questo momento però comincia la crisi psicologica, infatti inizia a sottoporre la sua opera a teologi, e la porta addirittura all'inquisizione (a cui si era auto accusato pochi anni prima).
Nel 77 il poeta viene fatto mettere da Alfonso in un convento di s. francesco, per aver scagliato un coltello contro un servitore; ma il poeta ne evade presto e inizia a pellegrinare, fino a che nel 79 torna durante le 3 nozze di Alfonso ed esplode, per questo viene messo in manicomio.
Durante i 7 anni a S. Anna è depresso perché è diventato famoso grazie alla pubblicazione del romanzo da lui non permessa.
Appena esce inizia a girare, fino ad arrivare a Roma, dove scrive molte opere sotto la protezione di clemente VIII, muore nel convento di sant'Onofrio il 25 aprile 1595.
L'ideologia tassesca: la centralità del tema della guerra
La guerra rende più radicali vizi e virtù, imponendo una soluzione al conflitto interiore degli individui; a 242e44c lla guerra oggettiva corrisponde una guerra interiore.
Solo con una necessità oggettiva di prendere una posizione l'individuo è obbligato a risolvere le contraddizioni interiori (la conversione di Clorinda), questo è un ottimo esempio del pessimismo tassesco, a questo si può contrapporre solo una soluzione radicale dei conflitti, ma questa è utopia, e quindi amore.
Al contrario di Ariosto, che aveva una trama intrecciata, per tasso c'era la riforma di Aristotele, che prevedeva 3 unità:
Il particolare equilibrio psichico di tasso → i personaggi vivono intensamente l'esperienza della guerra e dell'amore → tasso ci descrive anche le vicende interiori; al contrario in Ariosto non c'è un profilo psicologico preciso.
Esordio del poema
Il motivo per cui scrive questo poema è per esaltare la fede.
Protasi:
Canto l'arme pietose e 'l capitano
che 'l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,
molto soffrí nel glorioso acquisto;
e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano
s'armò d'Asia e di Libia il popol misto.
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.
Questo è opposto alle tante vicende dell'orlando furioso, in più in esso il protagonista non è il personaggio più importante della guerra (che sarebbe Carlo).
→ è anche questo opposto all'orlando perché in quell'opera i nemici potevano anche essere eroi, mentre qui i pagani sono nemici e i cristiani sono i buoni.
Invocazione:
O Musa, tu che di caduchi allori
non circondi la fronte in Elicona,
ma su nel cielo infra i beati cori
hai di stelle immortali aurea corona,
tu spira al petto mio celesti ardori,
tu rischiara il mio canto, e tu perdona
s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte
d'altri diletti, che de' tuoi, le carte.
Sai che là corre il mondo ove piú versi
di sue dolcezze il lusinghier Parnaso,
e che 'l vero, condito in molli versi,
i piú schivi allettando ha persuaso.
Cosí a l'egro fanciul porgiamo aspersi
di soavi licor gli orli del vaso:
succhi amari ingannato intanto ei beve,
e da l'inganno suo vita riceve.
→ deve giustificare gli abbellimenti come metodo per attirare i lettori e quindi convertirli
→ controsenso
→si giustifica con questi versi
Dedica:
Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritogli
al furor di fortuna e guidi in porto
me peregrino errante, e fra gli scogli
e fra l'onde agitato e quasi absorto,
queste mie carte in lieta fronte accogli,
che quasi in voto a te sacrate i' porto.
Forse un dí fia che la presaga penna
osi scriver di te quel ch'or n'accenna.
Canti II - VII
Nel II Aladino sottrae un'immagine della madonna e la mette in una moschea, una mano misteriosa (forse Dio) la riporta, e allora 2 ragazzi si devono sacrificare per evitare che l'ira di Aladino si scateni su tutti, ma vengono salvati dal rogo dall'intervento di Clorinda.
Goffredo rifiuta la neutralità dell'Egitto.
Nel III canto ci sn i primi scontri, Argante uccide Durone, e si celebrano i funerali di esso, Erminia (amante e ex prigioniera di Tancredi) descrive ai nemici i principali cavalieri nemici.
Goffredo accerchia Gerusalemme e inizia a preparare le macchine d'assedio.
Nel IV & V si inizia a vedere il sovrannaturale, i demoni mandano tra i crociati la maga Armida che convince numerosi cavalieri a disertare per darle aiuto, in più, alimentate da interventi diabolici, scoppiano rivalità e Rinaldo uccide Gernando.
Nel VI & VII Argante sfida i migliori cavalieri cristiani, uccide ottone e poi combatte contro Tancredi, poi rimandano la sfida a 6 gg dopo, ma per allora Tancredi è imprigionato nel castello di Armida, per aver seguito Erminia che aveva le vesti di Clorinda, e lei adesso è tra i pastori.
Corte e vita pastorale, il confronto
I pastori sn persone umili e senza troppe ambizioni. Inoltre la violenza e le disgrazie di quei tempi colpiscono maggiormente i re che la povera gente; i soldati, avidi e con molta cupidigia, non assalgono i poveri.
La vita degli umili è più pacifica e tranquilla ed autosufficiente.
Lo stesso pastore è stato servo in Egitto e ha potuto conoscere la corruzione e la perfidia di corte.
In queste 2 ottave possiamo notare come il pastore si avvicini al pensiero epicureo.
Erminia psicologia e pensieri
In Erminia possiamo notare un apparente coraggio che però poi è sostituito dalla paura in quanto la notte si mette a piangere.
Lei talmente sopraffatta dal suo amore che la sua ragione a volte ne è offuscata, un esempio è la fretta che ha una volta uscita da Gerusalemme (questo per tasso è amore negativo).
È una ragazza dolce e fiduciosa con molto bisogno di protezione (chiama padre il pastore).
Tasso tramite Erminia e il pastore esprime il proprio disagio a corte.
Canti VIII - XII
Nell' VII i rinforzi vengono bloccati e Goffredo viene accusato della morte di Rinaldo dopo che sn state portate le sue finte armi.
Nel IX una furia infernale, aletto, interviene Solimano e lo spinge a fare un attacco notturno al campo cristiano, ma, dopo una carneficina, grazie all'intervento di 50 cavalieri misteriosi, vengono respinti.
Grazie al mago Ismeno, a Gerusalemme, Solimano convince Aladino a non fare un trattato di pace.
Nel X si scopre che i misteriosi cavalieri erano quelli che avevano seguito Armida, ed erano stati salvati dalla prigionia da Rinaldo, che viene esaltato per ragioni encomiastiche.
Nell' XI i crociati, dopo una processione al monte oliveto, attaccano Gerusalemme, questa è una scena descritta in modo esperto.
Alla sera il combattimento è interrotto senza vincitori.
Nel XII le 2 identità di Clorinda (intrepida combattente nelle scene di battaglia e tenera amante nei sogni di Tancredi) si fondono quando, dopo aver insieme ad Argante, incendiato la principale torre d'assedio nemica, viene rinchiusa fuori da Gerusalemme e ferita a morte da Tancredi, che prima di morire le da il battesimo (perché lei aveva scoperto di essere figlia di cristiani).
Argante giura di uccidere Tancredi.
Clorinda e Tancredi
Non è un duello in cui prevale la tecnica ma l'ira
Tancredi la ferisce a morte.
Poi dopo il battesimo lei sorride e se ne va in pace.
Qui vuole comunicare il messaggio che tutti se ne possono andare in pace, e cambiare grazie
Al battesimo.
Alla violenza della battaglia qui prende posto la calma della fede.
Così il vivo è come il morto.
Canti XIX & XX: l'epilogo del poema
A combattere sulle mura è rimasto solo Argante, che però viene sconfitto in un duello da Tancredi; intanto varino incontra in campo egiziano Erminia, e la porta a curare Tancredi.
Goffredo decide di affrontare l'esercito egiziano in campo aperto, e qui tutti i cavalieri cristiani danno prova del loro valore.
Il poema finisce con Goffredo che adora il santo sepolcro.
Il duello di Argante e Tancredi
11. qui si vedono i diversi talenti dei 2 combattenti: Tancredi = agilità, Argante = potenza
La guerra nella Gerusalemme liberata
Una diversa concezione della guerra anima pagani e cristiani:
Argante ricorda gli attributi dell'epica classica e romanza, sempre caratterizzato dalla dismisura (orlando).
Iniziative individuali e arroganze eroiche non sono invece tollerate in campo cristiano, dove Dio ha subordinato a Goffredo tutti i cavalieri erranti (sbaglianti).
La guerra si configura anche come battaglia tra comportamenti cultuali diversi della stessa cultura cinquecentesca.
Gli eroi pagani esprimono, nella consapevolezza della sconfitta, la vanità degli ideali terreni di virtù e valore.
I guerrieri cristiani combattono interiormente contro l'attrazione dei desideri devianti dalla norma cristiana (che si personificano nella maga Armida per esempio).
Un esempio di questa percorso del paladino cristiano contro le tentazioni è Rinaldo, che dopo essersi concesso ad Armida riafferma l'egemonia totale del codice religioso crociato.
La rappresentazione della guerra, seppur spettacolare nelle descrizioni degli assalti e delle battaglie, non occulta l'aspetto violento e tragico dietro il velo degli ideali cortesi e cavallereschi (orlando furioso).
Spaventoso è il panorama di sangue e di morte che accompagna la vittoria cristiana, ma in mezzo a questa sofferenza si vede Armida che piange d'amore, segno dell'alternativa utopica di tasso alla guerra (già vista in Erminia tra i pastori).
La guerra nell'orlando furioso
La guerra fa da sfondo nell'orlando furioso, ma è generica, ha soprattutto una funzione strutturale, controbilancia il movimento centrifugo dei cavalieri.
È una guerra cavalleresca, che segue i valori cortigiani (la generosità, l'onore, la fedeltà al proprio signore).
L'onore è più la fedeltà al proprio signore.
La guerra è un susseguirsi di scontri individuali e casuali; il duello presuppone un pubblico di spettatori, diventa uno spettacolo cortese.
Anche in guerra in Ariosto sopravvive un superiore senso di cortesia; questi valori di civiltà caratterizzano l'ideologia delle classi aristocratiche; perciò nel poema riguardano eroi, le sofferenze del popolo restano e le vere battaglie restano ignorate.
Ariosto è affascinato dai valori della civiltà cavalleresca però ne riconosce la loro perdità, perciò ne propone un abbassamento.
→ Il movente delle azioni dei cavalieri sta nei sentimenti privati.
Anche nell'ultima battaglia si vede che è una guerra ideale, senza armi da fuoco e governata dai valori cavallereschi, perché Ariosto depreca le guerre dell'epoca moderna (con le armi da fuoco).
Il conflitto d'amore nella Gerusalemme liberata
Secondo testimonianze storiche anche le donne si unirono nella battaglia della prima crociata con virile ardimento, e questo in tasso si vede benissimo.
Non è un caso se le donne guerriere sn tutte pagane, in più tasso unifica in alcune figure ciascuna delle funzioni femminili testimoniate nelle cronache; così Clorinda incarna il virile ardimento e Armida i femminili inganni, e a queste si contrappone la dolce Erminia.
Queste sn unificate dall'amore attraversato dalla guerra, l'amore unifica i personaggi avversari, ribadendo però la sua impossibile realizzazione.
L'amore nasce e si sviluppa come contrasto; il conflitto amore e guerra si radicalizza nel conflitto amore e morte.
Nella scena della morte di Clorinda si capisce chiaramente l'unione eros morte (il triplice abbraccio, la spada che la penetra).
Amore è segno di contraddizione, manifesta a livello più intimo della coscienza il senso dell'universale combattere.
L'amore è in contrasto con il dovere guerriero (Tancredi è pronto a farsi ammazzare quando vede in Argante Clorinda).
Armida, donna seducente, porta scompiglio nel campo cristiano; la bellezza avvolgente del giardino alludono alla sensualità femminile che travia Rinaldo e lo allontana dalla sua identità guerriera.
L'immagine dello scudo riporta a Rinaldo la sua identità guerriera, e riprende con Armida il lessico amico-nemico.
Armida da maga diventa donna innamorata, si converte e si consegna a Rinaldo come sposa.
L'amore follia dell'orlando furioso
Per Ariosto l'amore è follia, in tutto il poema l'autore insiste sulle sofferenze e sull'irrazionalità della passione.
L'amore è il motore di tutte le azioni degli uomini, spinge a percorrere tutte le occasioni possibili dell'esperienza umana fino al limite estremo della follia.
Anche qui come in tasso le singole donne rappresentano ognuna una tipologia: angelica la bellezza, bramante la fedeltà, ecc.
angelica è importante, perchè è lei che spinge i cavalieri a fare ciò che fanno, ma non ha uno spessore psicologico.
Lei rappresenta la bellezza eccessiva che sconvolge l'ordine, mette in crisi i valori dell'etica guerriera.
La stria di orlando mette in discussione l'amore cortese, che porta allo smarrimento della ragione, messo a confronto con l'amore coniugale, che segna il percorso di maturazione, che insegna a controllare razionalmente le passioni (come esigeva il modello di saggezza rinascimentale).
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