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Relazione sulla commedia "Il misantropo" di Menandro
Trama:
La commedia ha inizio quando entra in scena Pan,
una divinità, che s'immagina di essere a File, in Attica, e descrive per sommi
capi la vita e la situazione familiare di Cnemone (il misantropo); detto ciò,
egli ci informa di aver fatto innamorare un giovane nobile, Sostrato, della
figlia di Cnemone.
Il misantropo vive proprio con la figlia e una serva, Simiche, poiché la moglie
l 646c26g 'ha abbandonato per andare a vivere con il primo figlio del marito, Gorgia.
Sostrato, accecato dall'amore per la figlia di Cnemone, chiede aiuto al suo
amico Cherea e insieme decidono di mandare Pirria, il servo del giovane, a
scoprire informazioni sulla ragazza. Sfortunatamente, questo tentativo fallisce
perché Cnemone si arrabbia e minaccia il povero servo, ma Sostrato con suo
grande stupore riesce ad incontrare la figlia del misantropo e la aiuta a
riempire un'anfora di acqua calda. Questo incontro, però, viene visto da Davo,
il servo di Gorgia, che va a riferire tutto al padrone, rendendolo alquanto
sospettoso. Così Davo e Gorgia vanno incontro a Sostrato e, vedendo che il
giovane nobile è disposto a rinunciare anche alla sua ricchezza per la ragazza,
si scusano per aver pensato male e diventano subito buoni amici. Perciò i due
danno un suggerimento al giovane innamorato: gli dicono di zappare la terra
cosicché Cnemone non pensi che egli sia il solito ricco sfaticato. Intanto la
madre di Sostrato, Geta (il servo del padre di Sostrato) e il cuoco Sicone
allestiscono un sacrificio in onore di Pan e, avendo la folla provocato un gran
frastuono, si accende l'ira di Cnemone che, amareggiato, si rifiuta di prestare
prima a Geta poi a Sicone il lebete di cui avevano bisogno per l'offerta. Dopo
questo, entra in scena Sostrato che abbandona la terra poiché né Cnemone né sua
figlia erano venuti quel giorno al campo e decide di invitare Gorgia e Davo al
banchetto del sacrificio. Durante questo, improvvisamente giunge Simiche tutta
spaventata, poiché il suo padrone è caduto nel pozzo nel tentativo di
recuperare la zappa. E chi poteva andare a salvarlo, se non Sostrato e Gorgia!
I due, collaborando, riescono a tirare fuori il misantropo ed egli, per
gratitudine, affida tutti i suoi beni e la sua stessa figlia a Gorgia,
pretendendo però di lasciarlo libero di vivere la sua vecchiaia in
tranquillità. Così il buon figlio di Cnemone decide di dare sua sorella in
sposa a Sostrato e, dopo che Calippide (il padre di Sostrato) acconsente al
matrimonio del figlio e anche di far maritare la figlia con Gorgia, si
celebrano felicemente i due matrimoni. Alla cerimonia, Sostato invita anche
Cnemone, che, come al solito, rifiuta; tuttavia, Geta e Sicone decidono di
recarsi da lui per vendicarsi della storia del lebete e, dopo averlo fatto
arrabbiare, lo conducono al banchetto, celebrando la loro vittoria personale
sul misantropo.
Analisi:
Il misantropo è una delle commedie più famose di
Menandro, anche per la sua struttura molto classica, in cui c'è una situazione
iniziale che ad un certo punto viene sconvolta dall'intervento della divinità,
che in questo caso fa innamorare Sostrato della figlia di Cnemone. Il finale è
caratterizzato dallo scioglimento delle difficoltà della vicenda, in cui viene
premiata la tenacia e la virtù e viene corretto il cattivo vizio. Tuttavia, "Il
misantropo" è stato scritto in un'epoca in cui Menandro era ancora molto
giovane e "alle prime armi", di conseguenza egli non è riuscito completamente a
fondere gli aspetti comici con il vero significato della commedia. Infatti, per
esempio, il fatto che il ravvedimento di Cnemone avvenga per una causa così
banale, cioè la caduta nel pozzo da parte del protagonista, svaluta
notevolmente questo importante aspetto della storia, che è rovinato anche dalla
scena finale in cui il vecchio è vittima delle beffe vendicative di Geta e
Sicone. C'è da dire che comunque i protagonisti, Cnemone e Sostrato, spiccano
in tutta la vicenda per la finezza con la quale l'autore riesce a descriverli,
mettendo in luce l'amore del giovane, disposto a qualunque cosa pur di
conquistare la sua amata, e il triste isolamento in cui il vecchio vive,
infastidito dall'avidità e l'egoismo della gente che lo circondava, in
particolare i ricchi. Tuttavia, Cnemone si rende conto verso la fine della
vicenda che la solitudine è un errore e l'unica salvezza sta nel fidarsi
reciprocamente in modo da poter aiutare ed essere aiutati nel momento del
bisogno.
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