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Relazione del romanzo
Piccolo mondo antico
Autore Antonio Fogazzaro
EDITORE Libritalia, 1998, Stampato nello stabilimento <<A.C. Grafiche s.r.l.>> di Città di Castello (PG).
LUOGO E TEMPO DI AMBIENTAZIONE:
La vicenda si svolge intorno alla metà dell'Ottocento, dopo il fallimento dei
moti rivoluzionari del 1848-'49, mentre sotto la mano ferrea del maresciallo
Radetsky, prosegue nel Lombardo-Veneto la repressione d'ogni attività
rivoluzionaria. Determinante è il contrasto tra liberali e "austriacanti". Il
luogo in cui si svolge la narrazione è
In più, nel testo si trovano riferimenti precisi al tempo. Nei primi capitoli i
riferimenti temporali riguardano solo il passare del tempo, ovvero il narratore
dice esplicitamente quanto tempo è passato dall'azione precedente. Dalla
seconda parte in poi i riferimenti temporali divengono più precisi, ovvero
vengono esplicitate delle date, come per esempio nel capitolo IX in cui vengono
riportate le lettere che i due sposi si scrivono, ovviamente correlate di data.
Da tutti questi riferimenti temporali si può dedurre che le vicende hanno una
durata di circa dieci anni.
PERSONAGGI PRINCIPALI:
a. Franco
Maironi
Franco Maironi appartiene ad
una famiglia nobile e ricca della Valsolda, vive con la nonna in una villa
sulle sponde del lago di Lugano. Di lui non è data una descrizione fisica
dettagliata, tanto che sappiamo solo che è di corporatura abbastanza esile, che
è molto magro e nient'altro.
Franco mal si adatta ai doveri della sua classe, tanto che sposa di nascosto
una ragazza né nobile né tantomeno ricca, contro la volontà della nonna.
E' un cattolico convinto, vive seguendo i dettami della sua religione, spesso,
però si adagia sulla convinzione di essere un credente praticante finendo con
non operare. Tuttavia la fede è così radicata nell'animo di Franco, da fargli
superare i momenti più terribili della sua vita: riesce a superare la morte della
figlia Maria grazie alla fede, poiché il saperla nelle mani protettrici di Dio
gli rende il dolore meno pungente, la certezza che la sua dolce Ombretta è in
paradiso lo rassicura.
Don Franco Maironi ha un carattere impetuoso, orgoglioso e facile all'ira, se
qualcuno dubita soltanto dei suoi forti valori morali scatta con
l'atteggiamento di chi è stato gravemente offeso, tuttavia è incapace di
risentirsi a lungo contro qualcuno. Infatti, malgrado la consapevolezza dei
gravi torti subiti dalla nonna, ha per lei sempre una parola di riguardo, a
costo di discutere con la moglie a causa sua.
Franco, seppure mal sopportando i comportamenti delle persone del suo rango e sottostando
malvolentieri ad essi, ne ha racchiusi in sé tutti i "vizi": infatti, malgrado
le ristrettezze economiche in cui la sua famiglia era costretta a vivere,
trascorse molti anni dedicandosi alla poesia, alla musica, alla letteratura e
al giardinaggio, ben lontano dal cercarsi un impiego serio e smettere di
gravare sulle finanze dello zio Piero, ormai settantenne. Cerca un lavoro a
Torino solamente quando la situazione è insostenibile.
Un altro motivo di rottura con
b. Luisa Rigey (moglie di Franco
Maironi)
Luisa Rigey è di famiglia borghese, benestante fin che il padre fu in vita,
e in seguito costretta a sopravvivere con lo stipendio di Piero Ribera. Di
questo personaggio non è data una descrizione fisica dettagliata : si sa
soltanto che è di bell'aspetto e che ha i capelli neri. Al di là della
descrizione fisica ciò che conta di questa donna sono le sue idee, il suo senso
della giustizia e la sua forza.
Il padre di Luisa era ateo, la madre Teresa invece era una fervente cattolica,
da parte sua Luisa aveva una sua idea della religiosità che ben poco coincideva
con quella del cattolicesimo, tuttavia aveva sempre praticato la religione
cattolica, seppure controvoglia. Nei momenti difficili però emerge la sua reale
credenza:
«[...] Tu hai le idee religiose di mia madre. Ma mia madre intendeva e tu
intendi la religione come un insieme di credenze, di culto e di precetti,
ispirato e dominato dall'amor di Dio. Io ho sempre avuto ripugnanza a
concepirla così, non ho mai potuto veramente sentire, per quanto mi sforzassi,
questo amore di un Essere invisibile e incomprensibile, non mai potuto capire
il frutto di costringere la mia ragione ad accettare cose che non intende. Però
mi sentivo un desiderio ardente di dirigere la mia vita a qualche cosa di bene
secondo un'idea superiore al mio interesse. [...] Perché religiosa mi sentivo
anch'io moltissimo. Il concetto religioso che mi si veniva formando sempre più
chiaro nella mente era questo [...] : Dio esiste, è anche potente, è anche
sapiente [...] ma che noi lo adoriamo e gli parliamo non gliene importa nulla.
[...] Vuole che amiamo tutto il bene, che detestiamo tutto il male, e che
operiamo con tutte le nostre forze secondo quest'amore e quest'odio. [...] ».
A differenza del marito Luisa non ha saputo affrontare la morte della figlia:
se Franco poteva aggrapparsi alla fede e reagire di conseguenza, Luisa non sa a
cosa aggrapparsi, il senso di giustizia in cui risiedeva la sua forza si era
dissolto. Dopo quest'avvenimento Luisa si chiude in se stessa, tanto da
rasentare la pazzia. Dopo la morte di Maria, Luisa divenne di sasso, incapace
di provare sentimenti. Il romanzo si conclude con una nuova vita che nasce nel
grembo di Luisa, quasi a rilegare i pezzi di un'esistenza che si erano già
perduti.
Luisa è di carattere forte, o almeno lo era stata prima della morte della
piccola Ombretta, determinata, con un fortissimo senso della giustizia e della
realtà.
Un aspetto in comune col marito sono le sue idee politiche, anche Luisa era di
idee liberali, ma concepiva gli ideali politici in modo più dinamico e attivo
di Franco.
c. Piero Ribera (zio di Luisa)
Piero Ribera è un uomo anziano, lavora come impiegato del governo, divide
il suo stipendio con sua sorella Teresa, madre di Luisa.
Di lui non si può certo dire che sia un uomo devoto, credente, tuttavia pratica
la religione con una certa abitualità, senza un sentimento religioso vivo.
Lo zio Piero è un uomo serio, poco dedito a slanci gratuiti d'affetto, è un
uomo che lascia fare, che da la sua opinione solo se richiesta. È un uomo
buono, generoso: ha ospitato la nipote e il marito senza chiedere nulla in
cambio, sopportando tutti i loro movimenti che disturbavano la sua
quotidianità.
Si comporta con la piccola Ombretta Pipì (nomignolo con cui si rivolgeva alla
piccola Maria) come un nonno affettuoso, solo in compagnia della bambina lo si
trova a sorridere di gusto.
Malgrado servisse il governo austriaco, Piero Ribera aveva idee liberali,
seppure in modo più calmo e razionale di Franco.
Muore seduto su una panchina dell'Isola Bella, tranquillo come chi, certo di
aver portato a termine il suo incarico, e non ha più nulla da fare.
d. Teresa Ribera (madre di Luisa)
Teresa Ribera è la madre di Luisa. È una donna amata da tutti per la sua
bontà, tuttavia aveva avuto delle difficoltà a causa del marito che era ateo.
Dopo la morte del consorte aveva avuto difficoltà economiche che il fratello
Piero aveva risolto con molta generosità.
Teresa è una donna di forte sentimento religioso. È spesso definita una santa,
perché la sua vita è colma di generosità, bontà e fede. È purtroppo costretta a
una morte prematura a causa di una ipertrofia di cuore, che la strappa all'amore
devoto della figlia, del genero e del fratello.
e. Maria Maironi (figlia di
Franco e Luisa)
Maria, spesso chiamata Ombretta a causa del suo amore verso una filastrocca
raccontatale dallo zio Piero, è un personaggio che compare per poco tempo ma
che raccoglie su di sé un'enorme importanza. Rappresenta l'unica ragione di
vita di Luisa, soprattutto dopo la partenza di Franco, è l'unica gioia dello
zio Piero, ma soprattutto è l'unica che sia riuscita a penetrare il duro cuore
della marchesa Maironi.
Maria ha un carattere allegro e vivace: spesso è citata la sua curiosità nei
confronti degli affari degli adulti.
La sua giovane vita è conclusa a causa dalla distrazione di una domestica:
Ombretta affoga nelle acque del lago alla tenerissima età di tre anni e mezzo.
f. Marchesa
Maironi ( nonna di Franco)
A differenza del nipote, ella ama vivere in mezzo alla gente del suo rango,
anzi, fugge dall'imparentarsi con una famiglia di rango inferiore al suo, tanto
che ostacola il matrimonio di Franco, minacciando di diseredarlo se avesse
sposato Luisa.
La marchesa è una donna che si ritiene credente, tuttavia ha una visione della
fede che non corrisponde alla realtà: vede il credere in Dio come un
lasciapassare per la vita futura, considera il partecipare alle funzioni
religiose come un libero accesso al paradiso, cerca inoltre di corrompere e
ingannare Dio come fa con gli uomini.
La Marchesa è una donna fredda, dura ( è più volte descritta l'inespressività
del suo volto) e vendicativa. Nessun sentimento di bontà, nessun calore riempie
il suo cuore, neppure la morte della nipotina riesce a farla pentire delle sue
azioni. Solo da morta Maria riesce a penetrare il cuore della donna, ma non vi
mette bontà, solo paura della morte e del giudizio di Dio, che non la spingono
a ricredersi dei suoi errori, ma ad assicurarsi il paradiso perdonando il
nipote, che in realtà non aveva nulla da farsi perdonare.
Un altro punto di distacco da Franco sono le sue idee politiche:
Questi sono i personaggi più importanti, tuttavia c'è tutta una folla di
macchiette che riempiono il "piccolo mondo antico" di Fogazzaro: dal
controllore, all'impiegato di dogana, alla donna pettegola del paese. Fogazzaro
descrive tutti i personaggi, ne delinea il profilo psicologico in modo da
renderli, agli occhi del lettore, persone reali. L'autore si dedica con
successo ad una scrupolosa osservazione psicologica, che abbraccia personaggi
principali e secondari, figure complesse e macchiette.
AVVENIMENTI PRINCIPALI
La trama si svolge sullo sfondo delle vicende risorgimentali comprese tra la prima e la seconda guerra di indipendenza ed ha come protagonista un giovane di idee liberali, Franco Maironi, rampollo di una delle più importanti famiglie della Valsolda e orfano di entrambi i genitori, che vive sotto la tutela di una nonna rigidissima e filo-austriaca, la Marchesa Orsola.
Franco è di idee
liberali; ama, ricambiato, Luisa Rigey, di modesta famiglia, e la sposa
segretamente contro la volontà della nonna che ritiene Luisa una piccola
arrivista.
Ma il professor Gilardoni, figlio di un antico amministratore dei Maironi e
amico di Franco, lo informa che, contrariamente a quanto si ritiene, suo nonno
lasciò un testamento in base al quale il nipote, e non la moglie Orsola, è
l'unico erede del patrimonio di famiglia. Gilardoni possiede una copia del
testamento e la mette a disposizione di Franco. Ma il giovane, per non gettare
fango sulla famiglia, rifiuta di far valere il testamento.
In seguito la madre di Luisa, da tempo ammalata, muore, e Franco e Luisa vanno
a vivere con lo zio Piero, nella casa di Oria, dove trascorrono anni sereni,
allietati dalla nascita della piccola Maria. Ma
Nei mesi successivi
Franco conduce a Torino una vita di ristrettezze, inviando alla famiglia la
maggior parte dello stipendio che riceve dal giornale. Luisa non smette di
pensare all'ingiustizia che pesa sul destino della famiglia e decide di
affrontare
Trascorre del tempo, ed è un tempo di lontananza non solo fisica tra Franco e
Luisa: lei vive completamente chiusa nel suo dolore, sempre più lontana da
quella fede alla quale Franco, invece, si appoggia per trovare nuovo slancio e
speranza di vita. Franco le scrive per informarla che sta per arruolarsi e
vuole incontrarla. La possibilità di morire senza averla riveduta gli è insostenibile.
Luisa e zio Piero si recano così a Isola Bella, dove lui può spingersi senza
pericolo. L'incontro è colmo di tensione, ma in una passeggiata serale alla
luce della luna, i due giovani finalmente lasciano uscire le loro emozioni,
onde di ricordi e pensieri troppo a lungo repressi. Luisa si getta piangente
fra le braccia di Franco, sussurrandogli nuovamente "Ti amo tanto".
Quando si congedano, il mattino dopo, Luisa e Franco discendono il vialetto che
conduce all'imbarco tenendosi per mano. Franco, prima di salire sul battello,
le sussurra "Dio vi benedica!" e lei rimane a guardarlo mentre si
allontana verso Stresa, come rapita nell'istintiva certezza di essere madre una
seconda volta...mentre lo zio Piero, soddisfatto di veder partire il nipote con
i soldati, cessa di vivere su una panchina pubblica.
COMMENTO PERSONALE
Quest'opera è considerata la più importante e famosa di Fogazzaro.
Si sviluppa in senso
cronologico, quindi è facilmente scorrevole. L'autore ricorre spesso ad
espressioni dialettali che purtroppo non si capiscono sempre: talvolta è
presente la spiegazione in italiano, altre volte no. Il personaggio di Luisa è
complesso, matura nel corso del libro fino a rasentare la pazzia dalla morte
della figlia in poi. Il tema religioso è centrale nell'opera, infatti Fogazzaro
è un credente convinto. Il personaggio della nonna Maironi è rappresentato con
tutti i suoi limiti, le sue convinzioni, le sue testardaggini. Franco è
inizialmente concentrato sulla sua "arte", ma non riesce mai ad essere
veramente un artista.
Lo sfondo è rappresentato dal paesaggio lombardo, con la malinconia e l'amenità
tipica del lago di Como. Il lago è centrale, attorno ad esso si svolgono le
vicende, ma diverrà il protagonista della tragedia principale del romanzo. A
tratti il libro è commovente, ma il linguaggio ricercato e contemporaneamente
vernacolare può essere un limite.
Tuttavia, il romanzo è interessante perchè ambientato in un'epoca spesso trascurata dalla narrativa. E' emozionante seguire gli incontri clandestini dei giovani paesani che vogliono ostacolare il nemico austriaco, pronti anche a rischiare la vita arruolandosi per l'Italia.
Il lettore è
trasportato con ritmi lenti (ma non fastidiosi) nelle varie descrizioni come le
onde di un lago quasi mai eccessive ed anche i dialoghi, molti dei quali in
dialetto, non sono mai serrati ma diluiti e pare arrivino allo scopo con giri
concentrici.
E` dunque possibile vedervi un primo livello rappresentato dalla storia dei due
sposi, un secondo livello con la lotta di liberazione dall'Austria che si svolgeva
in quegli anni e poi vi è un terzo livello rappresentato dall'approccio
religioso dei due principali personaggi: lui credente senza dubbi, lei
abbastanza agnostica in un periodo nel quale non andare a messa era visto con
sospetto e giudicato decisamente "sconveniente". Significativo che questo ruolo
sia assegnato al personaggio femminile quando forse alla metà del XIX secolo
sarebbe stato più facile assegnare un ruolo simile ad un personaggio maschile,
politicamente impegnato.
L'autore con questa
scelta che ha fatto della sposa il personaggio forte e centrale di tutto il
romanzo.
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