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Nell'opera del Boccaccio ogni novella è introdotta da una rubrica che ne riassume il contenuto;Panfilo nell'introdurre la novella da lui proposta ,esterna una digressione sulla grazia divina, sottolineando il fatto che il suo aiuto non è mosso tanto dai nostri meriti ma soprattutto dalla sua generosità 717i84h nei nostri confronti dalle preghiere che noi rivolgiamo.
A mio parere occupa una posizione rilevante il livello contenutistico-tematico che inoltre da atto ad un'analisi del significato simbolico che Boccaccio vuole trasmettere ai lettori.
Analizzando il livello contenutistico-tematico di questa novella possiamo notare l'idea del Boccaccio nei confronti di due classi sociali molto differenti tra loro:il clero classe ormai corrotta nei suoi principi morali e la borghesia mercantile che comincia ad ottenere un ruolo sempre più importante nella società dell'epoca grazie al fruttare della loro attività economica.Si narra infatti la vicenda di Ciappelletto ,uomo che si discosta di molto dai principi cristiani ,che dopo aver ingannato un buonissimo frate nel momento dell'ultima confessione venne reputato Santo da tutti .
La falsa confessione di Ciappelletto si era resa opportuna per non creare problemi alla dignità dei due usurai fiorentini che lo ospitavano e che non volevano che si divulgasse nei territori francesi una simile storia su di un italiano.Questa volontà dei due usurai può essere letta in chiave simbolica come l'ipocrisia del ceto borghese che vuole conciliare gli affari del commercio e lo spirito cristiano. Boccaccio ironizza su questo fatto ,infatti in un primo tempo ,i due usurai appaiono ben diversi da uomini di chiesa ma uomini intenti a portare a buon fine i loro affari seppure disonestamente ,mentre in un secondo momento sono preoccupati per la reazione della gente nei confronti del loro atto non cristiano.
Boccaccio quindi satireggia il comportamento ipocrita della borghesia mercantile che vuole essere allo stesso momento interessata agli affari e alla chiesa.
Nel momento della confessione entra "in scena" un frate ,molto stimato negli ambienti religiosi,che si propone di confessarlo,ma nonostante tutto il frate si fa abbindolare da quell'uomo profondamente irreligioso ,credendo a tutte le storie raccontategli e reputando la vita dell'uomo degna di esempio per tutti i cristiani.Boccaccio ironizza così sul comportamento di questa classe sociale, della quale i principi religiosi fondati su regole di vita incoercibili con quell'epoca vengono calpestati da principi più moderni e dinamici nei quali si basano le classi sociali emergenti.
Nel commento finale di Panfilo si trova la concezione di Boccaccio nei confronti della scelta divina .alla quella la popolazione del suo tempo riponeva il fine ultimo della propria esistenza,concezione sicuramente fiduciosa nei confronti di tali scelte,che non dovrebbero essere basate sulle azioni terrene ma sull'enorme magnanimità della grazia di Dio .
Com'è solito dello stile di Boccaccio, anche in questa novella, possiamo notare la differenza del lessico del linguaggio atto a differenziare la provenienza sociale degli individui.
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