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La questione della lingua

italiano



La questione della lingua


Tra il 1400 e il 1500 si normatizza la lingua latina:

Elegantiae latinae linguae - Lorenzo Valla

De Ortographia - G. Tortelli

Diventa una lingua perfettisima ma non adatta all'arte letteraria, il 1400 è praticamente senza poesia, nel 1500 prese quindi piede 828g63i il Volgare nella poesia. Il latino veniva usato solo per le scienze. Bisognava però decidere quale Volgare diventerà l'Italiano:

Baldassar Castiglione = propone la lingua eccletica, voleva scegliere le più belle parole delle varie Corti d'Italia, poiché la nuova lingua doveva essere viva (scrisse Il Cortegiano)

Macchiavelli = Toscano:le maggiori opere sono state scritte in fiorentino (Divina Commedia, Canzoniere, Decameron). È una lingua viva ma di una sola regione, usa il fiorentino del 1500 ma è troppo gergale!



Pietro Bembo = secondo Bembo bisogna usare una lingua di cui ci fossero già altri scritti, delle opere di riferimento. Proponeva quindi come esempio i tre re della letteratura: Dante, Petrarca e Boccaccio. Voleva usare le loro parole più belle tralasciando però gli eccessi di Dante (i danteismi).

Vinse la proposta di Bembo, ma il difetto della sua proposta consisteva nel fatto che la sua lingua era non attuale, era già passata cronologicamente. Era perciò un peso, purché come modello fosse molto buono.

Lo scritto e l'orale non coincidono quindi cronologicamente ( scritto:1300; orale: 1500).
A risolvere questo problema ci penserà poi Manzoni con il suo Promessi Sposi (1840).

Pietro Bembo


  • Famiglia molto importante
  • Vocazione per gli studi letterari studia greco a Messina (Lascaris)
  • Al ritorno fa amicizia con il grande editore veneziano Manuzio (Venezia era il luogo più "libertino" per la stampa, vi fu anche in precedenza la scomunica dell'intera città, poi venne istituito l'Index librorum prohibitorum)
  • Dall'elaborazione e studi che fece per la pubblicazione del Canzoniere e della Divina Commedia si convinse della causa toscana dei tre Re.
  • Pubblico gli Asolani, dedicata a Lucrezia Borgia, con cui ebbe una relazione
  • Infine il suo capolavoro "Prosa della volgar lingua" datata 1525. È un dialogo di tre libri (il su es. latino era Cicerone che scrisse proprio in dialogo e prima di lui fu Platone, allievo di Socrate). Scelse il dialogo poiché di più facile comprensione ed è più piacevole per il lettore. Il suo  capolavoro fu dedicato a Giulio di Medici (futuro Papa Leone X). Nel 1° libro sostiene che è meglio usare il volgare per la letteratura (citerà anche Castiglione); nel 2° cita molti esempi tratti da Tetrarca, infine critica la poesia di Dante poiché troppo eccessiva.
  • Classicismo volgare = crea un modello della lingua volgare.



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