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DIVINA COMMEDIA:
Titolo: si presume che il titolo "commedia" sia quello scelto originariamente da Dante, avendo come prova scritta una lettera scritta da Dante a Cangrande della Scala in cui dice di aver terminato la sua opera "commedia di Dante Alighieri, fiorentino di nascita ma non per costumi". L'aggettivo divina è stato aggiunto successivamente da G. Boccac 313h72d cia, che la definisci così sia per i contenuti, sia per le competenze.
Struttura opera: l'opera si compone di 100 canti strutturati secondo un rigoroso ordine logico. Questi 100 canti si dividono in 3 cantiche: Paradiso (33 canti), Purgatorio (33 canti), Inferno (33 canti + 1 d'introduzione). L'opera conta 14.233 endecasillabi raggruppati in terzine a rima incatenata.
Contenuti: la D.C. è un'enciclopedia del sapere dell'epoca, contiene così molte vicende e molti saperi del 300.
Argomenti: la D.C. è il racconto di un viaggio, compiuto da Dante all'età di 35 anni nel 1300 che incominciò o l'8 aprile o il 25 marzo e durò 1 settimana, intrapreso nella dimensione ultraterrena, dove Dante è l'unico vivo in mezzo alle anime. Questo viaggio ha un significato metaforico e rappresenta il cammino dell'interna umanità, di cui Dante si sente l'eletto da dio, il profeta, dal peccato verso la verità e la salvezza. Tre personaggi hanno preceduto Dante compiendo un viaggio nell'aldilà:
Enea: Enea era sceso nell'oltretomba per incontrare il padre, Anchise, che gli rivela il compito datogli da Dio, ovvero fondare Roma da cui avrà origine l'impero romano e il cristianesimo.
Ulisse: scende nell'Ade.
S. Paolo: racconta di un viaggio in paradiso dove ebbe l'incarico di rivelare il progetto di Dio.
Anche Dante, come S. Paolo e Enea, ha la possibilità di andare e tornare dall'aldilà, venendo a conoscenza dei progetti di Dio e della verità che in seguito doveva rivelare all'umanità.
All'interno della divina commedia, non c'è differenza tra leggenda e storia, tra fisica e religione, quindi Dante non racconta attraverso una metafora ma, avendo vissuto in persona questo viaggio, ne fa un riassunto a posteriori. Diversamente dai racconti classici il narratore l'autore e il protagonista coincidono: la narrazione è in 1° persona enfatizzando così il racconto stesso.
Concezione figurale: l'opera è considerata pluristilistica, plurilinguistica ed allegorica. L'allegoria della D.C. è stata studiata da uno studioso tedesco, Auerbach che ha elaborato la definizione di concezione figurale. Esistono due tipi di allegoria: quella poetica (si annuncia un evento immaginario attraverso un evento immaginario, quindi sia il significato che il significante sono immaginari) e quella teologica (si annuncia un fatto che si realizzerà attraverso un evento storico oggettivo: significante storico, significato oggettivo). Dante segue l'allegoria religiosa però annuncia fatti che si sono già adempiuti, mediante altri fatti storici, oggettivi: sia il significante che il significato sono fatti oggettivi.
Peccato filosofico: Dante, dopo la morte di Beatrice nel 1290, si dedica agli studi filosofici, cadendo nel peccato. La filosofia infatti è una forma di superbia (antico peccato dell'hubris): si esalta la ragione per trovare la verità, senza l'aiuto di Dio. La verità infatti è raggiungibile solo mediante Dio, ovvero con la teologia.
Cosmologia: Dante basa la sua cosmologia sulla teoria tolemaica, assunta da tutto il medioevo, che vede la terra immobile al centro dell'universo. Per Dante la terra si divide in due emisferi: quello settentrionale, abitato dagli uomini, e quello meridionale completamente occupato dalle acque. Alcuni angeli ribelli, capeggiati da lucifero, vennero lanciati dal cielo e la terra, inorridita da loro, si aprì, formando una voragine a forma di cono tronco. La terra di "scarto" divenne nell'emisfero boreale (ricoperto d'acqua), nel punto opposto a Gerusalemme, il monte del purgatorio. Inferno e purgatorio hanno quindi una forma analoga e speculare. All'interno della voragine infernale sono collocati in ordine crescente i peccatori, secondo la gravità del peccato. I peccati sono scanditi secondo "l'Etica"di Aristotele che prevede 3 tipi di peccati:
Per incontinenza: 2-5 cerchio, lussuriosi, golosi, avari, prodighi, iracondi
Per violenza: 7 cerchio (diviso in 3 gironi) contro il prossimo, contro se stessi, contro Dio.
Per fraudolenza: 8 cerchio: chi usa l'intelligenza per ingannare coloro che non si fidano di lui; 9 cerchio: chi usa l'intelligenza per ingannare chi si fida di lui: famigliari, patria, amici.
Al centro della terra, al termine dell'inferno, vi è Lucifero, un mostro enorme con ali di pipistrello e con 3 facce, conficcato con la testa in giù. Ognuna delle 3 bocche mangia i 3 più grandi peccatori: Bruto, Cassio (che uccisero Giulo Cesare, simbolo dell'impero) e Giuda (che uccise Gesù, simbolo del cristianesimo). I peccatori sono collocati nel girone corrispondente al peccato più grave che hanno commesso. Sono giudicati da Minosse (rappresentato mostruosamente): davanti a lui le anime confessano i peccati. Minasse gli avvolge nella coda tante volte quante è il numero del girone dove devono andare. All'interno dell'inferno vi è una organizzazione divina. La pena ricevuta è morale (assenza di Dio) e fisica, e dipende dalle norme del contrappasso (sopportare il contrario). Questo può essere per analogia (si subisce una pena equivalente al peccato commesso) o per antitesi (si subisce la pena opposta). Sono esclusi dai peccatori gli ignavi, ovvero coloro che non si sono mai schierati: essi risiedono nell'antinferno. Ogni individuo è colto nella sua specificità: ogni anima è colta nella sua essenza, in modo da rendere ogni individuo unico.
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