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Commento a "Ode al ricercatore"
di Pablo Neruda
In "Ode al ricercatore" Pablo Neruda esalta il lavoro dello scienziato che esplorando i vari segreti della natura offre un grande contributo al progresso dell'umanità.
Pablo Neruda nelle sue poesie canta le cose più semplici e umili della realtà; osserva e descrive gli aspetti modesti e quotidiani della vita. Lo scienziato paziente e silenzioso cerca d 858e47i i combattere ciò che tormenta l'umanità e cerca di capire cosa provoca tanto male negli uomini. L'autore ci presenta il ricercatore nei vari momenti del suo lavoro per farci capire l'importanza e la difficoltà del suo operato; egli è chiuso nel suo laboratorio e come un ciclope osserva al microscopio con un solo occhio trovando nella goccia di sangue le stesse caratteristiche di armonia possedute dall'universo. Osserva e prende appunti: le molecole somigliano a costellazioni e pianeti, mentre i movimenti dei corpuscoli sembrano percorsi di stelle e minacce di invasione. Lo scienziato vede i globuli rossi e i globuli bianchi che vengono paragonati dall'autore a degli eserciti minacciosi per il fatto che il loro proliferare genera svariate malattie; l'occhio del ricercatore è molto attento e se trova qualcosa di strano porta subito l'uomo alla lotta contro l'elemento che potrebbe portare la malattia.
In questi primi versi il poeta sottolinea l'attenzione e la velocità dello scienziato intento a trovare piccoli segni negativi nel minor tempo negativo per porvi subito rimedio; si nota inoltre l'amore che mette il ricercatore, con la sua estrema pazienza, nel suo lavoro per aiutare in un futuro i suoi simili, come un soldato che vigila con attenzione per respingere l'attacco del nemico.
Con le parole "invasioni e reggimenti" Neruda evidenzia il fatto che il lavoro dello scienziato è una lotta contro le malattie e la morte. Dopo che lo scienziato ha trovato le cause della malattia, comincia la cura del paziente che se ha un buon esito porta il paziente alla salute e tutto ciò è merito del ricercatore che con la sua bravura e pazienza ha allontanato la malattia e la morte.
Anche se lo scienziato ha ottenuto successo però, non si ferma e continua a lavorare al microscopio osservando e cercando i sintomi di una nuova malattia da curare, poi dopo aver svolto il suo lavoro stanco, ma sereno per aver salvato una vita, se ne va. Si mette il cappello, si accende una sigaretta e sene va sparendo tra la folla delle strade, come è sparito il virus che egli ha sconfitto con la sua ricerca. Neruda sottolinea infine l'umiltà e la modestia di questo scienziato che non vuole la fama, ma cerca solo di aiutare l'umanità con il suo servizio.
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