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Definizioni
BUCO NERO:
In astrofisica, oggetto celeste che esercita un'attrazione gravitazionale così
intensa da impedire alla materia e anche alla luce (o a qualunque altra
radiazione elettromagnetica) di allontanarsi da esso: in questo senso, non emette
luce ed è quindi nero. In un buco nero. la materia è estremamente addensata in
una regione di spazio relativamente piccola, tanto che, in teoria, la sua massa
può essere considerata riunita in un punto. Un buco nero. è caratterizzato da
una superficie immaginaria il cui raggio è direttamente proporzionale alla
massa; un buco nero. di massa pari a quella del Sole avrebbe un raggio di
Si immagini una regione dello spazio nella
quale la forza gravitazionale attrattiva è cosi intensa che i raggi luminosi a
cui capiti di passare troppo vicino vengono deviati secondo una traiettoria
circolare una regione da cui la materia, la radiazione o qualunque tipo di
comunicazione non può mai fuggire. Questa regione, chiamata buco nero, è uno
dei fenomeni più entusiasmanti della fisica teorica e forse l'oggetto più
bizzarro dello spazio. Sebbene essi fossero implicitamente previsti dalla
teoria della gravitazione di Einstein del 1915, cioè dalla relatività generale,
i buchi neri furono "scoperti' teoricamente per la prima volta da
Oppenheimer e Snyder nel 1939.
Però, a causa delle loro proprietà pochissimo intuitive, i buchi neri non
furono presi in seria considerazione dalla maggior parte dei fisici e degli
astronomi fino alla metà degli anni Sessanta. Oggi si è sul punto di confermare
la scoperta del primo buco nero nello spazio. Il concetto di buco nero porta
alle estreme conseguenze i nostri concetti di spazio e tempo. La superficie di
un buco nero chiamata orizzonte, è una superficie di separazione chiusa entro
la quale la velocità di fuga è maggiore della velocità della luce. La
previsione ditale superficie per corpi abbastanza compatti può essere fatta
sulla sola base della teoria della gravitazione di Newton insieme alla
relatività ristretta: la velocità di fuga di una particella lanciata dalla
superficie di una massa sferica M di raggio R è vf = (2GM/R)^½ Quando M/R
soddisfa la relazione 20M/R> c2 , vf supera la velocità della luce e nessuna
particella e nessun fotone può fuggire, come è richiesto dalla relatività
ristretta. Un risultato notevole è che l'interno di un buco nero non ha
relazione causale con il resto dell'universo: nessun processo fisico che
avvenga all'interno dell'orizzonte può comunicare la propria esistenza o i
propri effetti all'esterno. Per un buco nero sferico di massa M, l'orizzonte è
una sfera la cui circonferenza è uguale a 2 n volte il raggio di Schwarzschild
del buco Rs, dove Rs=20M/c2 (1' esatta coincidenza numerica di questo raggio
con l'analogo newtoniano è casuale). Un buco nero con una massa uguale a quella
del Sole avrebbe un raggio di Schwarzschild di universale e quindi tutti gli orologi (siano essi transizioni di una
molecola di ammoniaca o battiti cardiaci di un essere umano) e tutti i regoli
graduati indicherebbero che il tempo è rallentato e lo spazio allungato in
prossimità di un buco nero. Oppure si possono descrivere gli effetti del campo
gravitazionale del buco su una misura locale degli intervalli di tempo e delle
distanze come un'accelerazione del riferimento di Lorentz locale (in cui è
valida la relatività ristretta) rispetto agli altri riferimenti di Lorentz
locali in differenti posizioni. I buchi neri si formano quando stelle massicce
subiscono il collasso gravitazionale totale. Nell'emettere calore e luce nello
spazio, le stelle si equilibrano contro la loro stessa gravità con la forza
diretta verso l'esterno dovuta alla pressione generata dal calore dell'energia
nucleare liberata al loro interno. Ma ogni stella deve morire. Quando il suo
combustibile nucleare si sarà esaurito, essa si contrarrà. Se la sua massa è
minore di circa tre volte la massa del Sole, la stella in contrazione si
stabilizzerà a un diametro minore, quando l'attrazione gravitazionale diretta
verso l'interno non potrà più costringere le particelle che costituiscono la
stella ad avvicinarsi ulteriormente l'una all'altra. Una stella siffatta vivrà
per l'eternità come nana bianca o stella di neutroni. Ma se la massa della
stella è maggiore di circa 3 masse solari, la teoria prevede che la forza
diretta verso l'esterno, per quanto grande essa possa essere, non riuscirà a
evitare la schiacciante compressione gravitazionale, e la stella imploderà,
scomparendo per sempre dalla vista e dando origine ad un buco nero. Recenti
dimostrazioni matematiche, eseguite per mezzo della teoria della relatività
generale di Einstein, indicano che un buco nero è uno dei più semplici oggetti
naturali e può essere descritto completamente da tre sole grandezze: la sua
massa, il suo momento angolare e la sua carica elettrica totale. All'infuori di
queste tre grandezze, tutte le informazioni sulla stella progenitrice, per
esempio se era costituita da particelle o antiparticelle, se era piatta come
una frittella o sferica, sono andate perdute mediante onde gravitazionali ed
elettromagnetiche poco dopo la formazione del buco. I buchi neri rotanti,
chiamati buchi di Kerr (quelli non rotanti sono chiamati buchi di
Schwarzschild) si circondano di una regione chiamata ergosfera in cui lo spazio
e il tempo sono deformati a un punto tale che tutte le particelle, i fotoni e
persino i riferimenti di Lorentz locali sono costretti ruotare intorno al buco.
A grandi distanze da un buco nero, il suo campo gravitazionale si comporta come
se fosse generato da una stella ordinaria di massa M, ubbidendo alla legge
newtoniana dell'inverso del quadrato della distanza. Vicino a un buco nero, il
campo gravitazionale è di gran lunga più forte di quanto sarebbe previsto dalla
teoria newtoniana. Un uomo che fosse risucchiato in un buco nero avente una
massa pari a quella del Sole sarebbe fatto a pezzi dalla forza gravitazionale
differenziale agente lungo il suo corpo molto tempo prima di avere raggiunto
l'orizzonte del buco nero. Dopo che l'orizzonte del buco si è formato, non si
possono più ricevere informazioni sul destino ultimo della stella collassata
che racchiude al suo interno. I calcoli del collasso (supposto sferico)
indicano che la stella è compressa fino a volume zero e densità infinita nel
centro del buco nero, in cui forma un punto di forza gravitazionale infinita
chiamato singolarità. Per una stella in collasso, la cui massa sia pari a
qualche massa solare, gli ultimi spasimi dell'agonia terminerebbero in qualche
centomillesimo di secondo (misurato localmente). Gli effetti quantistici,
tralasciati nella teoria classica della relatività generale, arresterebbero
forse il collasso stellare a una densità inimmaginabile p circa uguale a
c5/hG2 che corrisponde a 5 x lO93 g/cm3, dove h è la costante di Planck,
impedendo così la creazione di singolarità; ma tali effetti non potrebbero
impedire la formazione di buchi neri. Secondo le attuali teorie dell'evoluzione
stellare, potrebbero esistere ben 100 milioni di buchi neri nella Galassia; ma
la loro ricerca non e facile, poichè non si potrebbe mai rivelare la presenza
di una macchiolina nera di qualche chilometro di diametro contro il cielo
notturno
Si devono invece cercare i segni dell'interazione fra i buchi neri ed i loro
vicini. Quello che potrebbe essere scoperto più facilmente sarebbe un buco nero
orbitante intorno ad una stella normale in un sistema binario. Usando le leggi
di Keplero, l'analisi del valore e del periodo dello spostamento Doppler della
stella normale visibile consente di calcolare se la compagna invisibile ha
tanta massa quanto basta per essere un buco nero. Inoltre si potrebbero
osservare gli intensi e tremolanti raggi X prodotti quando il gas proveniente
dalla stella normale è risucchiato verso il buco nero e riscaldato ad una
temperatura di miliardi di gradi mentre percorre la traiettoria a spirale che
lo porta nel buco nero in cui verrà distrutto. Tali sono i segni rivelatori
della sorgente di raggi X binaria Cygnus XI, un eccellente candidato per un
buco nero distante circa 8000 anni luce dalla Terra e situato nella
costellazione del Cigno. I buchi neri sono un fenomeno naturale fondamentale.
Lo spazio può essere disseminato di buchi neri, che ci attraggono con i loro
segreti del tempo e dello spazio dietro un manto di oscurità impenetrabile, una
sfida e un premio per la perseveranza di astronomi e fisici.
TEORIE SUI BUCHI NERI DI HAWKING E PENROSE
Stephen Hawking sui buchi neri quantistici
La teoria quantistica dei buchi neri....
sembra condurre a un nuovo livello di imprevedibilità in fisica, oltre
all'indeterminazione abitualmente associata alla meccanica quantistica. Ciò si
deve al fatto che i buchi neri sembrano avere un entropia intrinseca e perdere
informazioni dalla nostra regione dell'universo.
Dovrei dire che queste sono tesi controverse: molte persone che lavorano sulla
gravità quantistica, compresi quasi tutti coloro che sono entrati: in questo
campo provenendo dalla fisica delle particelle, rifiuterebbero istintivamente
l'idea che si possa perdere informazioni sullo stato quantico di un sistema.
Essi hanno avuto però ben poco successo nei loro tentativi di mostrare come si
possano estrarre informazioni da un buco nero. Io credo che saranno infine
costretti ad accettare il mio suggerimento che l'informazione è andata perduta,
così come sono stati costretti ad ammettere che i buchi neri irraggiano, cosa
che era contraria a tutti i loro preconcetti .Il fatto che la gravità sia
attrattiva significa che tenderà a formare concentrazioni di materia, le quali
daranno origine a oggetti come stelle e galassie. Queste possono resistere per
un certo tempo alla tendenza a un ulteriore contrazione grazie alla pressione
termica nel caso delle stelle, o alla rotazione e a moti interni nel caso di
galassie. Col tempo, però, il calore o il momento angolare si dissipano e
l'oggetto comincia a contrarsi se la massa è inferiore a una volta e mezzo
circa la massa del Sole, la contrazione può essere arrestata dalla pressione di
degenerazione di elettroni o neutroni. L'oggetto si stabilizzerà nella forma,
rispettivamente, di una nana bianca o di una stella di neutroni. Se invece la
massa è superiore a questo limite, non c e nulla che possa arrestarne la
contrazione e impedirle di continuare a contrarsi. Una volta che il volume di
questo oggetto sia diminuito al di sotto di una certa grandezza critica, il
campo gravitazionale alla sua superficie sarà così intenso che i coni di luce
saranno orientati verso l'interno... .Potete vedere che persino i raggi che
riescono a uscire sono inclinati l'uno verso l'altro e sono perciò convergenti
anziché divergenti. Ciò significa che c'è una superficie intrappolata chiusa..
Deve esserci quindi una regione dello spazio I tempo da cui non è possibile
evadere all'infinito. Questa regione viene detta buco nero. Il suo confine è
chiamato l'orizzonte degli eventi ed è una superficie nulla formata dai raggi
di luce che non riescono per una inezia a sfuggire verso l'esterno.Quando un
corpo collassa a formare un buco nero, va perduta una grande quantità di
informazioni. Questa perdita di informazione non aveva in realtà molta
importanza nella teoria classica. Si potrebbe dire che tutta 1' informazione
sul corpo collassante era ancora contenuta all'interno del buco nero. La teoria
quantistica cambiò però tutto questo. Innanzitutto il corpo in collasso
emetteva - prima di attraversare l'orizzonte degli eventi - solo un numero
limitato di fotoni, i quali erano insufficienti a trasportare tutta
l'informazione sul corpo stesso. Ciò significa che, nella teoria quantistica un
osservatore esterno non ha alcun modo per misurare lo stato del corpo
collassato. Si potrebbe anche non attribuire una grande importanza a questo
fatto, dato che l'informazione sarebbe ancora contenuta nel buco nero,
nonostante l'impossibilità di misurarla dall'esterno. Ma a questo punto
interviene il secondo effetto della teoria quantistica dei buchi
neri.... La teoria quantistica comporta un'irradiazione e perdita
di massa dei buchi neri. Pare che essi siano destinati a sparire infine
completamente, portando con sè l'informazione contenuta al loro interno.
Roger Penrose su teoria quantistica e spazio - tempo
Le grandi teorie fisiche del XX secolo sono state la teoria
quantistica, la relatività ristretta, la relatività generale e la teoria
quantistica dei campi.
Queste teorie sono legate l'una all'altra: la relatività generale tu costruita
sulla base della relatività ristretta e la teoria quantistica dei campi si
fonda sulla relatività ristretta e sulla teoria quantistica. Benché le quattro
teorie menzionate abbiano avuto un successo notevole, non sono senza
problemi La relatività generale predice l'esistenza di singolarità dello
spazio - tempo. Nella teoria quantistica c'è il "problema della
misurazione". Si può ritenere che la soluzione dei vari problemi che
affliggono queste teorie si trovi nel fatto che, prese a se, sono incomplete.
Per esempio molti prevedono che la teoria quantistica dei campi eliminerà in
qualche modo le singolarità della relatività generale.... Vorrei ora parlare
della perdita di informazione nei buchi neri, che sostengo sia pertinente a
quest'ultimo problema. Sono d'accordo con quasi tutto ciò che Stephen ha da
dire sull'argomento. Mentre però Stephen considera la perdita di informazione
dovuta ai buchi neri un incertezza di più in fisica, al di là
dell'indeterminazione della teoria quantistica, io la considero una
indeterminazione" complementare". Può darsi che una piccola quantità
d'informazione sfugga, al momento dell'evaporazione del buco nero... ma questo
piccolo guadagno di informazione sarà molto minore della perdita d'informazione
nel collasso ( in quello che io considero un quadro ragionevole quanto
qualsiasi altro della scomparsa finale del buco nero). Se, per fare un
esperimento concettuale, noi chiudiamo questo sistema in una grande scatola,
possiamo considerare l'evoluzione dello spazio delle fasi della materia
all'interno della scatola. Nella regione dello spazio delle fasi corrispondente
a situazioni in cui è presente un buco nero, le traiettorie dell'evoluzione
fisica convergeranno e i volumi che seguono queste traiettorie si contrarranno.
Di questi sviluppi è responsabile la perdita di informazione nella singolarità
nel buco nero. Questa contrazione è in diretta contraddizione con il teorema
della meccanica classica ordinaria noto come teorema di Liouville, il quale
dice che i volumi nello spazio delle fasi rimangono costanti Lo spazio -
tempo di un buco nero viola dunque questa conservazione. A mio modo di vedere,
però questa perdita di volume dello spazio delle fasi è controbilanciata da un
processo di misurazione quantica" spontanea" in cui si guadagna
informazione e i volumi dello spazio delle fasi aumentano. Ecco perché io
considero l'indeterminazione dovuta alla perdita di informazione nei buchi neri
" complementare" all'indeterminazione nella teoria quantistica: l'una
è il rovescio della medaglia dell'altra....
Vorrei suggerire che qualcosa va storto nelle sovrapposizioni delle geometrie
alternative dello spazio- tempo che si verificherebbero quando comincia a
essere coinvolta la relatività generale. Può darsi che una sovrapposizione di
due geometrie diverse sia instabile, e che decada in una delle due possibilità
alternative.
Io chiamo questo decadere nell'una o nell'altra possibilità alternativa
"riduzione obbiettiva", che mi piace come nome perché ha un acronimo
molto bello e appropriato, OR ( che in inglese significa" o"). Quale
relazione ha con ciò la lunghezza di Planck di 10
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