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Messico

geografia



Messico

Il Messico è uno stato dell'America Settentrionale, che forma la grande appendice meridionale.

Nel contesto dell'America Latina il Messico è uno dei Paesi di più solida struttura nazionale e ciò per la sua storia particolare. Sede in epoca precolombiana degli aztechi, esso è nato dall'innesto spagnolo sul mondo amerindio. Notevole importa 757f51h nza ha poi avuto la vicinanza degli Stati Uniti, che ne hanno influenzato l'economia, ma non la cultura, rimasta essenzialmente latino-americana.

Il Messico è una Repubblica federale di tipo presidenziale che comprende 31 Stati, ciascuno con propri governatori e assemblee elettivi. Il presidente della Repubblica, che viene eletto per 6 anni a suffragio universale, è capo dello Stato e del governo. Il potere legislativo spetta al Congresso. Il Paese si estende per 1.972.547 km2 e ha una popolazione di 81.249.645 abitanti; la capititale è Città di Messico.Il miglioramento delle cure sanitarie ha ridotto il tasso di mortalità infantile dal 69% al 33%. Per effetto della maggiore disponibilità di vaccini e della diffusione della rete di assistenza si sono virtualmente eliminati i pericoli derivanti da malattie come la tubercolosi e la poliomielite, anche se permangono preoccupanti i dati relativi alla espansione del colera e dell'A.I.D.S.; la malnutrizione, inoltre, rimane ancora un serio problema. Lingua ufficiale e parlata dall'assoluta maggioranza della popolazione è lo spagnolo; tra gli idiomi amerindi prevalgono il nahua a Nord e il maya a Sud. Il 96% dei messicani professa la religione cattolica; circa 900.000 sono i protestanti e 100.000 gli ebrei.



Il Messico ha il suo cuore geografico nelle terre dell'altopiano vulcanico in cui avviene la saldatura tra le due catene - la Sierra Madre Orientale e la Sierra Madre Occidentale - che, dirette da Nord a Sud, formano l'ossatura fondamentale del Paese. È una regione dominata dai superbi coni vulcanici; questi sono divisi da depressioni e bacini più o meno chiusi situati a circa 2000-2500 m d'altitudine. A Nord di questa regione centrale le alteterre messicane assumono forme più distese e aperte, saldandosi con i tavolati del Texas.  La continuità tra il territorio messicano e quello statunitense si ritrova anche nella penisola della Bassa California, che rappresenta la prosecuzione della Catena Costiera, così come il golfo di California costituisce un'area depressionaria interposta tra la penisola e l'altopiano.

Lo Yucatán è una superficie sedimentaria; il territorio messicano è, quindi, complessivamente articolato e frammentato, benché il rilievo non assuma mai grandi asprezze.

Il fiume maggiore è il Río Bravo, che sfocia nel Golfo del Messico dopo oltre 3000 km di corso. I fiumi che drenano i fianchi esterni delle catene hanno per contro corsi brevi e veloci; al loro trasporto alluvionale si deve la formazione delle pianure costiere, come quella del Sonora e del Sinaloa , del Tabasco e del Veracruz.

Un'idrografia particolare presenta lo Yucatán, dove si ha un pronunciato sistema carsico dovuto alla natura calcarea dei suoli.

Il clima varia anzitutto da Nord a Sud, e ciò in misura sensibile dato il notevole sviluppo latitudinale del Paese; varia poi in un modo anche più forte in funzione dell'altitudine. Rispetto a questa si distinguono diverse fasce, proprie anche a gran parte dell'America Centrale e Meridionale. La prima è quella delle terre calde, tierras calientes, comprese tra il livello del mare e i 600-700 m; nel Messico si tratta però di aree quasi tutte situate vicino al mare, di cui pertanto avvertono gli influssi: le temperature annue sono piuttosto stabili. La seconda fascia è quella delle terre temperate, tierras templadas, poste tra i 600-700 m e i 1600 m: le temperature sono mitigate, risentono già delle differenze stagionali, sebbene ci siano notevoli differenze passando dal Sud al Nord del Paese. Condizioni ancora migliori si ritrovano ai bassi livelli della successiva fascia superiore quella delle terre fredde, tierras frìas, che si spingono fino a 2800 m, altitudine peraltro già notevole e che ha effetti sulle temperature e sulle sue escursioni. Più oltre, si passa gradatamente verso le tierras heladas, terre gelate, per la verità limitate, in Messico, alle cime dei più alti vulcani.

Nel Sud e nello Yucatán la stagione piovosa è molto prolungata e le precipitazioni sono abbondanti; le piogge decrescono passando verso Nord e verso l'interno. A Veracruz, sulla traiettoria dei venti, cadono 1600 mm di pioggia all'anno, mentre sulla costa del Sinaloa non si raggiungono i 1000 mm. Nella zona che gravita sul Río Bravo si hanno intorno a 400 mm di piogge annui, che cadono nel giro di 2-3 mesi. Si ha un clima cioè semiarido. Nel complesso il Messico presenta una tropicalità temperata nelle zone centrale dell'altopiano, piovosa e umida nel Sud, tendenzialmente arida nel Nord. La vegetazione varia corrispondentemente. Così nel Sud si hanno le foreste tropicali che ospitano tutte le specie dell'ambiente caribico, dai mogani ai cedri, alternate a foreste secondarie, arbustive, tra cui si trova la pianta del chicle, la sapotiglia. Nelle zone dove più marcato è il clima a due stagioni la vegetazione è savanica: particolarmente numerose sono qui le piante grasse, come le agavi, le yucche oltre a piante cespugliose come il mezquite, l'ocotillo, ecc.

Una cosa importantissima, che arricchì in modo straordinario il Paese, fu lo sfruttamento minerario, che fece nascere nuove e belle città, come Taxco, Guanajuato, Zacatecas, ecc. Già alla fine del Seicento esistevano nel Messico 35 vivaci città.

La prosperità economica contribuì a dare impulsi demografici soprattutto alla popolazione bianca e meticcia, mentre gli Indios si riducevano decimati dalle epidemie e dal duro sfruttamento economico. L'indipendenza migliorò la situazione, ma l'oligarchia terriera rinforzò gradatamente il proprio regime. Nel 1910 fino al 1917, ci fu la guerra civile, essa provocò molte perdite e ci vollero alcuni decenni perché la popolazione raggiungesse la cifra del 1910, quando erano stati registrati 15 milioni di abitanti. Negli anni Quaranta, la popolazione era di 19 milioni e nel 1960 già di 38 milioni, mentre al censimento del 1980 sono risultati oltre 66,8 milioni di abitanti e ad una stima del 1995 , i messicani, erano, 93,7 milioni. La densità di popolazione (la media è di 47,6 ab./km2) varia da zona a zona. Nella parte che fa capo alla capitale, si hanno le densità più elevate, superiori a 50 ab./km2; nel resto della fascia centrale si registrano ovunque più di 25 ab./km2. Questi valori diminuiscono notevolmente nel Nord, nella Bassa California e nel Sud, dove si hanno densità di 5-10 ab./km2.



Negli ultimi decenni gran parte delle città hanno subito forti aumenti; eccezionale è stato però quello di Città di Messico, che con i suoi 19 milioni di abitanti contende a Buenos Aires il primato nell'America Latina e ospita da sola oltre un quinto della popolazione messicana. Essa è sorta sulle rovine dell'antica Tenochtitlán. L'azione propulsiva della capitale si estende a tutto l'Altopiano Centrale, ricco di grossi centri urbani. Nell'orbita della capitale rientrano infatti Puebla ( 835.000 ab.), centro amministrativo, mercato di prodotti del suo fertile territorio, sede di industrie meccaniche, alimentari, tessili e delle ceramiche, nonché, soprattutto, città d'arte; Una delle città principali è Oaxaca de Juárez, centro storico e culturale nella valle del Río Verde, mentre nello Yucatán è la popolosa Mérida, bella e antica città con una fiorente attività di piantagione, specie di agavi. Inoltre, negli ultimi anni, nei pressi della città va sviluppandosi una discreta rete di industrie, favorite anche dall'abbondanza di petrolio estratto nello Yucatán.

La superficie del Messico che è coltivata, non è particolarmente estesa (12,6% del territorio nazionale), mentre vaste aree, non sfruttate dall'agricoltura per il loro clima semiarido, potrebbero essere recuperate con opere irrigue adeguate. La coltura principale è quella del mais (150 milioni di q), cereale tradizionale che costituisce il più importante alimento locale; esso viene coltivato tanto dai piccoli proprietari terrieri quanto nelle grandi e moderne aziende (la produzione annua è di 99 milioni di q) e da solo interessa oltre un terzo dell'arativo. Nelle zone del Nord è diffuso il frumento (36 milioni di q) e nei bassopiani umidi è praticata la risicoltura (4,4 milioni di q di riso); considerevoli sono anche le produzioni di sorgo (38 milioni di q), per il quale il Messico occupa il quinto posto su scala mondiale, e di orzo (4,8 milioni di q); pur cresciute sensibilmente dagli anni Cinquanta, le rese dei cereali rimangono piuttosto basse e non riescono a garantire al Paese l'autosufficienza alimentare. Fondamentale è pure la coltivazione dei fagioli (8 milioni di q), che insieme al mais sono alla base dell'alimentazione messicana; cospicue sono anche le produzioni di pomodori (17 milioni di q), patate (9,7 milioni di q), cipolle, peperoni, patate dolci e numerosi altri prodotti agricoli. Nelle zone meridionale il clima consente buoni raccolti di frutta tropicale, come banane (16 milioni di q), noci di cocco, ananassi (3,3 milioni di q), datteri; non meno importanti e coltivati ovunque sono gli agrumi (22,6 milioni di q di arance, oltre 9 milioni di q tra mandarini, pompelmi e limoni), ai quali si aggiunge, nelle regioni asciutte del Nord e del Centro, la vite; diffusa è anche la frutticoltura d'ambiente temperato (mele, pere, pesche, prugne, ecc.). Fra le principali è quella tradizionale delle agavi, come l'agave sisalana, da cui si ricava una fibra tessile (550.000 q) e che proviene soprattutto dallo Yucatán. Piantagioni di agavi sono pure presenti sull'altopiano, dove vengono sfruttate largamente per la produzione di alcolici come il pulque, la bevanda nazionale, e la tequila, un'acquavite apprezzata anche all'estero. Le zone irrigue del Nord e le pianure costiere, danno elevati quantitativi di cotone (5 milioni di q tra fibre e semi); fra le altre oleaginose sono ben rappresentati la soia (9,4 milioni di q), il sesamo, l'arachide, il lino, la palma da olio; non manca l'olivo. Nei bassopiani costieri, specie sud-occidentali, prospera la canna da zucchero (399.500.000 q nel 1992); sui versanti umidi delle tierras templadas si coltiva il caffè (3,1 milioni di q), mentre dalle tierras calientes proviene il cacao. Diffusa è anche la coltivazione del tabacco, di ottima qualità. Boschi e foreste coprono oltre il 22% della superficie territoriale; l'area di più intenso sfruttamento è la fascia meridionale con le sue foreste tropicali, che danno legnami pregiati (mogano, ebano, cedro, sandalo, legno di rosa) per circa 22 milioni di m3 annui. Si hanno inoltre essenze tanniche e coloranti; dalla sapotiglia si ricava il chicle, materia prima del chewing-gum di cui il Messico è fra i maggiori produttori.

Nelle terre del Centro e del Sud Messico, viene allevato il bovino da latte. Oltre ai 40 milioni di bovini, il patrimonio zootecnico messicano comprende ovini e caprini (16,5 milioni complessivamente), 14 milioni di suini, 12,6 milioni tra cavalli, asini e muli, nonché ben 240 milioni di volatili da cortile.

La pesca è molto praticata; le sue principali basi sono nel golfo di California, sull'Oceano Pacifico e sul Golfo del Messico. Abbondano tonni, sardine, gamberi, questi ultimi esportati largamente negli Stati Uniti.

Alla base del grande arricchimento del Messico sono state le risorse minerarie.

Per quanto riguarda l'argento, il Messico ne è in genere il massimo produttore mondiale (2.317.400 kg), pur avendo diviso, talvolta, negli anni passati tale primato con l'Unione Sovietica; le principali miniere sono nello Stato di Hidalgo e in quello di Chihuahua. Argento si ricava anche nelle fonderie di piombo, altro metallo di cui il Messico è tra i maggiori produttori del mondo (163.000 t di piombo contenuto), e in quelle di zinco, di cui parimenti il Paese può vantare una produzione di tutto rispetto (284.000 t). Si estraggono annualmente: ferro (4,8 milioni di t di ferro contenuto), rame, oro, mercurio, zolfo (2,3 milioni di t), antimonio (circa 2000 t) e manganese (146.000 t), molibdeno, tungsteno, bismuto, stagno, magnesite, nichel, fluorite, fosfati naturali, sale (circa 6 milioni di t), ecc. Quanto ai minerali energetici, il Paese estrae uranio, carbone (11 milioni di t), gas naturale (27 milioni di m3), ma soprattutto petrolio, di cui si estraggono 130 milioni di t all'anno; le grandi zone petrolifere si affacciano tutte sul Golfo del Messico.



Il Paese tende a incentivare la produzione di origine idrica e geotermica; dal 1989 è in funzione la prima centrale nucleare a Laguna Verde.

Il settore più dinamico dell'economia messicana è quello dell'industria. L'ente di Stato SIDERMEX, produce oltre 5 milioni di t di ghisa e ferroleghe e 7 milioni di t di acciaio; si hanno poi diversi stabilimenti per la lavorazione del rame, dello stagno, dello zinco, del piombo, della bauxite, dell'uranio e di vari altri metalli. Il settore meccanico fornisce molteplici macchinari (macchine agricole e tessili, materiale ferroviario, ecc.). Di antica tradizione e sempre di rilevante importanza è l'industria tessile, specie per i filati e i tessuti di cotone (complessivamente circa 300.000 t), mentre quella alimentare, rappresentata da complessi molitori, oleifici, conservifici, zuccherifici, e altro. Consistenti sono invece le produzioni di birra (29 milioni di hl) e di sigarette. Completano il quadro dell'industria messicana i cementifici (oltre 21 milioni di t di cemento), le cartiere, le vetrerie e fabbriche di ceramiche, i calzaturifici, le fabbriche di pneumatici, e altro.

L'istruzione messicana ebbe sviluppo fin dal sec. XVI: la prima università fu fondata nel 1551. Una legge organica sull'educazione fu promulgata nel 1867 e in essa si dichiarava obbligatoria e gratuita la scuola primaria. Nel 1901 fu istituito il Consiglio Superiore di Educazione Nazionale. La scuola primaria è obbligatoria e ha la durata di sei anni. L'istruzione secondaria di primo grado, triennale, viene impartita nell'istituto d'insegnamento generale e in varie scuole professionali, agricole e industriali. Al termine della scuola secondaria di primo grado gli allievi possono iscriversi all'istituto d'insegnamento generale di secondo grado, biennale, che prepara al baccellierato in una sezione letteraria o scientifica e permette l'accesso all'università e agli istituti superiori. Notevole impulso è stato dato all'insegnamento tecnico agricolo. Alcune università sono sovvenzionate dallo Stato. Le principali sedi universitarie sono: Città di Messico, Coahuila, Chihuahua, Guadalajara, Guanajuato, Hidalgo, Michoacan, Monterrey, Puebla, San Luis Potosí, Sinaloa, Tamaulipas. Secondo recenti stime la percentuale di analfabeti è del 12,7% (1990). La prima pubblicazione a carattere informativo apparve in Messico nel 1541, il primo periodico regolare nel 1722 (La Gaceta de México) e il primo quotidiano nel 1805 (Diario de México). Fra il 1885 e il 1935, approssimativamente, apparvero i principali quotidiani tuttora esistenti: Novedades, Excelsior, El Heraldo, El Universal, El Nacional, El Norte, Uno Mas Uno. Lo Stato gestisce due reti televisive pubbliche, mentre nel settore privato, oltre a diverse stazioni, esiste Cablevision, TV via cavo. Nel 1989 gli apparecchi radio erano 20.000.000, i televisori 11.000.000.

Sebbene un terzo circa della popolazione del Messico sia costituito da Indios puri, solo una minoranza parla lingue precolombiane (nahuatl, maya, mixteco, zapoteco, tarasco, otomí, totonaco, ecc.) e ormai tra questi sempre meno sono i monolingue, coloro cioè che non parlano spagnolo. Di fatto, quindi, la lingua dell'immensa maggioranza dei Messicani è quella dei conquistatori europei. Lo spagnolo è la lingua più parlata in Messico.

Nella cucina messicana trionfa la tortilla, schiacciata di farina di mais che può essere imbottita di carne, di formaggio, di salsa piccante; predominano i fagioli, il riso, il pollo e i pimenti. Bevande nazionali sono la tequila e il pulque, distillati del succo fermentato di due varietà di agave






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