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F.W.Nietzsche "Der Übermensch" Il Superuomo (o L'Oltreuomo)

varie



F.W.Nietzsche

"Der Übermensch"

Il Superuomo (o L'Oltreuomo)

(traduzione a cura di Vincenzo Notaro "Atralux")





Parte Prima

Il Preambolo di Zarathustra/3


Quando Zarathustra giunse nella città a lui più vicina, che sorgeva accanto alla foresta, vide moltissima gente radunata al mercato; poiché era stato annunciato che un uomo avrebbe danzato sulla corda. E Zarathustra così parlò alla folla:

Io vi insegnerò cos 'e il Superuomo. L'uomo è qualcosa  ormai da superare.

Cosa avete fatto per superarlo?

Tutti gli esseri fino ad oggi hanno creato qualcosa che andava al di là di loro stessi: e voi invece volete essere la bassa marea di questa grande ondata e tornare ad essere bestie piuttosto che superare l'uomo? Che cos'è la scimmia per l'uomo? Qualcosa che fa ridere, oppure suscita un doloroso senso di vergogna. La stessa cosa sarà quindi l'uomo per il superuomo: motivo di riso o di dolorosa vergogna. Avete percorso il cammino dal verme all'uomo, ma in voi c'è ancora molto del verme. Una volta eravate scimmie, e tutt'ora l'uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia al mondo.

Ma anche il più saggio di voi non è che un essere ibrido, qualcosa di mezzo fra la pianta e lo spettro. questo forse ch'io vi ordino di essere? Fantasmi o piante?

Guardate, io invece vi insegno a diventare Superuomini!

Il Superuomo, ecco il vero senso della terra. La vostra volontà quindi dica: il Superuomo diventi il senso della terra!

Vi scongiuro, o fratelli, siate fedeli alla terra e non credete a coloro che vi parlano di speranze ultraterrene! Essi sono dei manipolatori di veleni, sia in buona che in mala fede.

Essi disprezzano la vita, sono dei moribondi, degli intossicati dei quali la terra è ormai stanca: che vadano via in pace!

Una volta il peccato contro Dio era il peggior sacrilegio; ma Dio è morto, e perciò sono morti anche questi esseri sacrileghi. Peccare contro la terra, ecco la cosa più ter­ribile che si può fare oggi; aver fede di più nelle viscere dell'imperscrutabile che non nel senso dèlla terra!

Un tempo l'anima guardava spegiante al corpo: e allora quel disprezzo era la cosa più alta: essa voleva che il corpo fosse magro, affamato, terrificante. Così pensava di scappare da lui e dalla terra. Oh, quell'anima era essa stessa orribile, magra, affamata: e la gioia di quell'anima era la crudeltà!

Ma anche voi, fratelli miei, ditemi: che cosa vi dice il corpo a proposito di questa vostra anima? Non è essa povertà, sporcizia e un miserabile benessere?

In verità, l'anima è un sudicio fiume. Bisogna essere un mare per accogliere in sé un sudicio fiume senza insozzare le nostre acque. Ecco, io vi insegnerò a diventare Superuomini; il Superuomo è appunto quel mare, in cui si potrete annegare il vostro grande disprezzo.

Qual è l'esperienza più grande che potete fare? Essa è l'ora del grande disprezzo. L'ora in cui anche la vostra felicità sarà nauseante, e così pure la vostra ragione e la vostra virtù.

L'ora in cui dite: "Cosa importa la mia felicità? Essa è povertà e sporcizia, e un miserabile benessere. E la mia felicità dovrebbe giustificare la stessa esistenza?"

L'ora in cui dite: "Cosa importa la mia ragione? Ha essa fame della conoscenza come il leone della sua preda? Essa è povertà e sporcizia e un miserabile benessere!"

L'ora in cui dite: "Cosa importa la mia virtù? Essa non mi ha reso ancora furibondo. Come sono stanco del mio bene e del mio male! Tutto ciò è povertà e sporcizia e un miserabile benessere!"

L'ora in cui dite: "Cosa importa la mia giustizia? Non trovo che io sia brace ardente. Il giusto è essere brace ardente! " L'ora in cui dite: "Cosa importa la mia pietà? Non è la pietà la croce sulla quale viene inchiodato colui che ama gli uomini? Ma la mia pietà non è una crocifissione!".

Parlaste già cosi? Urlaste già così? Oh, se vi avessi già sentito gridare cosi!

Non il vostro peccato, ma la vostra moderazione urla vendetta al cielo, la vostra avarizia nello stesso vostro peccato, grida vendetta al cielo!

Dov'è la folgore che vi lecchi con la sua lingua? Dov'è la follia che vi si dovrebbe inoculare?

Vedete, io vi insegno il Superuomo: esso è questa folgore, esso è questa follia!

Quando Zarathustra ebbe così parlato, un uomo tra la folla gridò: "Abbiamo ascoltato l'acrobata abbastanza; adesso vogliamo pur vederlo danzare!".

E tutta la folla rise di Zarathustra.

Dal suo canto l'acrobata, credendo che quelle parole fossero rivolte a lui, sì mise all'opera.

(Così parlò Zarathustra)

(tratto da "Also sprach Zarathustra")




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