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SCHEDA DI ANALISI DEL TESTO NARRATIVO Gabriel Garcìa Màrquez "Cronaca di una morte annunciata" traduzione di Dario Puccini

generale




SCHEDA DI ANALISI DEL TESTO NARRATIVO

Gabriel Garcìa Màrquez

"Cronaca di una morte annunciata"

traduzione di Dario Puccini

Gabriel Garcìa Marquez è nato ad Aracataca, in Colombia, il 6 marzo 1928. E' cresciuto in una grande casa, educato dai suoi nonni. L'infanzia trascorsa in questo luogo di formazione, fantastico e primario, verrà rievocato nella costruzione letteraria della magione dei Buendìa, la famiglia protagonista di Cent'anni di solitudine.
Marquez, sin da giovane, ha coltivato la propria propensione all'impegno civile, oltre che la passione per la letteratura. Si è formato alle migliori scuole di giornalismo del Sudamerica, e ha condotto inchieste in prima linea.
Ha pubblicato il suo primo libro, Foglie morte e altri racconti, nel 1955. Il suo capolavoro, Cent'anni di solitudine, è uscito nel 1967. Nei dodici anni intercorsi tra il primo titolo e quest'ultimo, Marquez ha studiato a Parigi, ha viaggiato per mezzo mondo, maturando una sfera di interessi (dal cinema al teatro alla critica letteraria) che gli hanno permesso di esaltare le doti stilistiche e immaginifiche di cui era naturalmente dotato.
Questo corredo gli consente di elaborare una categoria letteraria decisiva per il Novecento, quella del Realismo Magico. E' GGM stesso a darne una definizione: "Si tratta di estendere le potenzialità del realismo, fino a permettere alla realtà di includere il magico, il misterioso, il fantastico che è in seno alla Natura. E' qualcosa che la letteratura europea si è da sempre preclusa".
Applicazioni del realismo magico sono riscontrabili già all'esordio letterario di Marquez, per esempio nel racconto Un uomo vecchissimo dalle ali enormi, in cui, in un cortile di una casa popolare piomba, caduto non si sa come dal cielo, un decrepito gigante con due ali da angelo, raccolto da una coppia che (qui scatta la geniale trovata stilistica) non mette mai in questione l'esistenza stessa della presenza angelica.
Ma il capolavoro del realismo magico è proprio Cent'anni di solitudine. Inizialmente progettato per essere intitolato La casa, è una sorta di intreccio caleidoscopico del patrimonio onirico di cui è dotata l'intera umanità, dove miti presenti in ogni luogo del mondo si incrociano con la saggezza popolare caraibica e a ogni pagina si assiste a un colpo di scena o a una formidabile accelerazione verso il meraviglioso. Al centro della saga che copre un intero secolo, è la famiglia Buendìa e il paese di Macondo, una sorta di villaggio dell'utopia, dove la collettività e il sogno di una natura armonizzata con l'uomo vengono stravolti dalla tragedia grottesca di un Tempo divoratore e da uno Spazio assoluto.
Con Cent'anni di solitudine, Marquez apre la strada all'intera letteratura sudamericana, istituendo un precedente clamoroso nella storia della narrativa novecentesca. Per questi motivi, a Gabriel Garcìa Marquez, nel 1982, è stato attribuito il Nobel per la letteratura.
Le implicazioni critiche della rivoluzione attuata dal realismo magico sono, al tempo stesso, sterminate e profondissime, irriducibili a ogni scuola occidentale ma imparentate con il postmoderno di Gaddis e Pynchon (non a caso, Marquez si è ispirato alla fantastica Contea dei cicli di Faulkner per creare Macondo). Per un profilo dettagliato ed esauriente della figura di GGM, conviene consultare l'ottimo lavoro di Labyrinth.





Riassunto

Il giorno che venne ammazzato, Santiago Nasar si era svegliato alle 5.30, quasi tutti in paese sapevano cosa stava per accadere, ma non lui. Si stava recando ad aspettare il battello con cui arrivava il vescovo. I gemelli Vicario lo aspettavano, lui doveva tornare per cambiarsi l'abito, ma nessuno riuscì ad avvisarlo in tempo: era già stato massacrato.

Bayardo San Romàn, era giunto in paese l'anno precedente, era un uomo elegante e affascinante, nessuno sapevano cosa fosse venuto a fare in paese ma tutti si accorsero della sua ricchezza.

Decise di sposare Angela Vicario, ragazza di classe media. Lei non era per nulla attratta da lui, ma le venne obbligata dalla famiglia di non perdere quest'occasione.

Bayardo San Romàn chiese ad Angela Vicario quale fosse la casa in paese che più ammirava, lei rispose che era quella del vedovo di Xius. Lui riuscì ad acquistarla offrendo al proprietario (che non aveva la minima intenzione di venderla) 10.000 Pesos in contanti.

Il doppio di soldi spese per la festa di matrimonio, celebrato appena quattro mesi dopo.

La festa era diventata praticamente pubblica, tutto il paese aveva almeno in parte partecipato, la chiesa ed il paese era adornati in modo maniacale.

Santiago Nasar era rimasto impressionato dalla quantità di soldi spesi dallo sposo per organizzare il festeggiamento, tanto da cercare di calcolare quale fosse la somma spesa.

Finite le feste i due sposi andarono nella nuova casa. Durante la notte Pura Vicario, mamma di Angela, sentì bussare alla porta: era Bayardo San Romàn che respingeva Angela Vicario per non aver dimostrato la verginità. La ragazza era in uno stato pietoso, la famiglia le chiese il colpevole e lei rispose: "Santiago Nasar".

I gemelli Pedro e Pablo Vicario in difesa dell'onore della sorella impugnarono due coltelli da macellaio e andarono in cerca di Santiago Nasar per ucciderlo.

Non nascosero a nessuno ciò che stavano per fare, anzi diffusero la notizia, forse cercavano qualcuno che impedisse loro di commettere l'omicidio.

Affilarono i loro coltelli, poi attesero nel negozio di Clotilde Armenta l'arrivo di Santiago Nasar, dicendo esplicitamente a tutti che intendevano ucciderlo, nessuno li prese pienamente sul serio.

Santiago Nasar scoprì dal padre della sua fidanzata cosa le stava per accadere ma, mentre tornava a casa tra le urla della gente che le diceva di scappare, venne sorpreso dai gemelli Vicario che lo pugnalarono ripetutamente davanti alla porta di casa sua.

Trent'anni dopo Bayardo San Romàn e Angela Vicario tornarono a vivere insieme, ma nessuno fu mai completamente sicuro che Santiago Nasar avesse mai avuto una relazione con Angela Vicario.



Parole di cui non conoscevo il significato


idìllico = lieto, sereno.

abbaìno = s. m., apertura per uscire sopra i tetti, o per dar luce a soffitte e camere interne che stanno a tetto.

zàgara = s. f., il fiore bianco e profumato degli agrumi, specialmente dell'arancio.

iattànza= s. f., l'atteggiamento di chi si vanta in modo troppo aperto e con fare quasi provocante.

scimitàrra = s. f., caratteristica sciabola a lama larga e ricurva, con la punta rivolta verso la parte della costola; è stata in uso presso i popoli orientali e soprattutto presso i Turchi.

blenorragìa = (pl. -gìe), s. f., la malattia venerea che colpisce soprattutto la mucosa uretrale; è dovuta al gonococco di Neisser e si contrae per lo più nel rapporto sessuale; è detta pop. "scolo".

bòria= s. f., ostentazione vana, gonfia, insolente di ciò che uno ha o attribuisce a proprio merito.

diàfano= agg. l di corpo (p.e. l'alabastro) che presenta una certa trasparenza l fig. pallido, delicato.





1. Le sequenze

Il tipo di sequenza più frequente è narrativo/descrittivo.


2. Il tempo

2.1. La vicenda si svolge in epoca contemporanea, ciò si può notare dalla presenza dell'automobile e altri oggetti di recente invenzione.

2.2. Il tempo della storia è di circa 30 anni dall'anno in cui Santiago Nasar viene assassinato a trent'anni dopo quando Angela Vicario e Bayardo San Romàn si rincontrano.

2.3. L'ordine cronologico non è rispettato l'intero racconto è una analessi poiché il narratore ci racconta la storia al passato, molti anni dopo averla vissuta.

2.4. I movimenti narrativi di maggior rilevanza sono le pause descrittive e le analisi.

2.5. L'uso di questi movimenti conferisce un ritmo narrativo piuttosto lento, poiché il narratore descrive in modo particolare pensieri, azioni, sensazioni, ecc.


3. Lo spazio

3.1. La vicenda si svolge in un paese costiero della Colombia.

3.2. La storia è ambientata principalmente nelle strade del paese. La descrizione del paese è piuttosto sommaria e occasionale.

3.3. Lo spazio è reale poiché si svolge in un paese che potrebbe esistere davvero; è esterno (si svolge all'aperto) ma chiuso (la vicenda si svolge principalmente di notte).

3.4. La descrizione degli spazi è soggettiva ed emotiva (.la cucina enorme pareva respirare col fiato sospeso.) ed è ordinata in modo irregolare e discontinuo.

3.5. Lo spazio non ha un particolare valore simbolico, l'autore dà più importanza ai fatti e non al luogo in cui accadono.




4. I personaggi

4.1. I personaggi vengono presentati dal narratore in modo indiretto, il loro ruolo e le loro caratteristiche si possono intuire durante la narrazione.

4.2. I personaggi principali sono almeno tre: Santiago Nasar, Bayardo San Ràmon e Angela Vicario.

4.3. I gemelli sono dei personaggi importanti poiché opposti a Santiago Nasar (dichiarano di averlo ucciso e di esserne fieri). La maggior parte degli altri personaggi non ha fondamentale rilevanza poiché non vogliono o non riescono a fare nulla per evitare la morte di Santiago Nasar.

4.4. Santiago Nasar: ragazzo giovane dalle palpebre arabe e dai capelli ricci, agile e pallido, allegro e pacifico, piuttosto socievole e donnaiolo, di classe benestante. Amava i cavalli e le armi, era coraggioso e prudente come suo padre. Si occupava dell'azienda familiare.

Bayardo San Romàn: strano, esageratamente ricco e affascinante, sicuro di sé, capace di fare ogni cosa e bene.

Angela Vicario: figlia minore di una famiglia di scarse risorse, era la più bella delle quattro sorelle, istruita per essere una perfetta moglie e donna di casa. Qualche anno dopo la morte di Nasar sembra essere impazzita, poiché scrive più di 2000 lettere a Bayardo San Romàn senza essere mai corrisposta.


5. La narrazione

5.1. La narrazione è in terza persona. Il narratore è interno ma è solamente testimone della vicenda

5.2. Il narratore è onnisciente poiché racconta la vicenda dopo aver chiesto informazioni a tutti i personaggi e anche perché conosce già l'esito della storia.


6 Lo stile

6.1. Il narratore utilizza molto il discorso diretto riportando tutte le così come le erano state fornite dai personaggi.

6.2. Il registro linguistico scelto dall'autore è informale (sono presenti parole volgari) e soggettivo commenta le azioni e i modi di essere dei personaggi.


7. I temi

7.1. I temi presenti sono la vita, la morte, l'onore, l'amore e la fatalità

7.2. Il tema dominante è la fatalità della vita, una serie di coincidenze tanto strane da sembrare "cercate" porta all'assassinio di Santiago Nasar e alla tragedia di un piccolo paese.

7.3. Il libro è una specie di allegoria tra l'amore e l'onore.

7.4.Nel testo emerge una visione del mondo piuttosto drammatica e negativa poiché nessuno dei protagonisti sembra essere felice né del proprio comportamento né di come va la vita.


8. La critica

8.1. Può essere considerato per le sue caratteristiche un lungo racconto o un breve romanzo.

La definizione di cronaca è esatta poiché è un documento che ci rimanda alla grande abilità giornalistica dell'autore

8.2. Il romanzo che ho letto appartiene ad una tipologia narrativa sociale poiché esamina i rapporti tra gli abitanti di un piccolo paese.

8.3. Ciò che più mi ha interessato è stato il fatto che è quasi totalmente assente la distinzione tra il "bravo" ed il "cattivo", tutti i personaggi sono almeno in parte peccatori, così come accade poi nella realtà.

Mi ha colpito il fatto che tutti i personaggi venivano citati continuamente con nome e cognome.

8.4. La precisione nella descrizione della scena del massacro ". si buttò a camminare in uno stato di allucinazione, reggendosi con le mani le viscere penzolanti." dava una sensazione ripugnante e nauseante. Il finale, che corrisponde alle ultime parole di Santiago Nasar è commovente

8.5. Inizialmente mi stavo creando un giudizio negativo sul libro che mi sembrava di ritmo lento ma quando ho cominciato ha conoscere i personaggi sono stato coinvolto dal linguaggio e dalla descrizioni particolareggiate dei movimenti che rendevano facile l'immaginazione della scena.

8.6. «Il giorno che l'avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andare ad aspettare il battello con cui arrivava il vescovo...»

Come nella migliore tradizione dei thriller, García Márquez annuncia fin dalle prime righe chi sarà la vittima, per poi tenere il lettore legato alla narrazione delle indagini intorno alle circostanze, e alle ragioni, dell'assassinio.
Ma perché i fratelli Vicario vogliono ucciderlo e perché nessuno, in paese, cercherà di fermarli?

Il libro è un intrigante storia in cui la gente assiste senza far nulla ad un omicidio, una serie di coincidenze in cui tutti sanno ma nessuno si sbilancia. Una vicenda strana quanto coinvolgente.






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