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Coinvolgere nella dinamica parlamentare le più importanti forze

generale



Coinvolgere nella dinamica parlamentare le più importanti forze politiche presenti nel Paese è comunque  un impegno di Giolitti per procurare al governo consenso e stabilità. Nel contesto di tale impegno indica come si 535d36f pone lo statista nei confronti rispettivamente dei socialisti e dei cattolici. Quale interesse comune porta Giolitti e i cattolici all'intesa che sfocerà al patto Gentiloni del 1913?





In un clima di autoritarismo e grosse tensioni socio-politiche, le trasformazioni economiche che investirono il Paese portarono lo statista Giolitti a cercare nuove e più solide basi per il consenso parlamentare. Egli cercò dapprima un accordo con il Partito socialista e con quello cattolico poi, le due vere forze politiche del Paese, mai identificate con le forze parlamentari.


Nel 1903 Giolitti propose a Filippo Turati di entrare a far parte del suo primo governo. Egli cercava una duratura collaborazione tra la Sinistra popolare e governo; ma, in realtà,Giolitti cercava di allontanare la Sinistra dalle tentazioni rivoluzionarie.

Il motivo di avvicinamento dei due partiti fu il primo sciopero generale del 1904: infatti questo causò l'indebolimento dell'Estrema Sinistra e portò a un appressamento, che non si trasformò mai in una completa collaborazione,  tra Socialisti e Giolitti.


A questo punto il "pericolo comunista" si faceva sempre più pressante, così Giolitti ritenne opportuno un riavvicinamento alla Chiesa cattolica. Grazie al pontefice Pio X, il quale ammorbidì il "non expedit" di Pio IX e attenuò l'intransigenza vaticana nei confronti del Paese, fu possibile la partecipazione dei cattolici, ormai divenuti politicamente maturi, alle elezioni politiche che susseguirono allo sciopero del 1904.

Giolitti era soddisfatto del sostegno dei cattolici, ma solo quando il movimento socialista divenne più incisivo, egli ritenne necessario un accordo con il partito cattolico.


L'interesse comune tra Giolitti e i cattolici era la messa in disparte del "non expedit" e, quindi,  il rientro del partito cattolico nella vita politica italiana dopo la frattura del 1870.

Il patto segreto Gentiloni stipulato nel 1913 da Giolitti e Vincenzo Ottorino Gentiloni, appunto,  imponeva ai cattolici di impegnarsi a sostenere i liberali in cambio della promessa di una politica meno anticlericale.






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