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Il rapporto indissolubile tra libertà del cittadino ed osservanza della legge.
Tipologia B: saggio breve Ambito: socio-giuridico
Divisione in paragrafi:
1) Dialettica del rapporto individuo-società 2) Legge e cittadinanza
3) Libertà individuale e democrazia
1) Il grande filosofo greco Aristotele definì l'uomo un "animale sociale", per il suo bisogno d'interagire con i propri simili che lo porta a realizzare così la comunità.
Ogni individuo vive inserito in un tessuto sociale, è parte integrante di una società. Il rapporto tra 151h72b individuo e società è infatti un rapporto dinamico: gli uomini non sono uguali, dato che le inclinazioni all'odio e all'amore, al potere e alla sottomissione, non sono identiche, ma diversamente sfumate in tutti gli individui. Anzi, proprio questo costituisce la ricchezza della società, che cosìriceve stimolo dal concorso dei tanti individui che la compongono, diversi per aspirazioni e capacità.
Si sviluppa, tra l'individuo e la società, un processo d'integrazione, per cui il primo contribuisce al cambiamento della seconda che, ricordiamolo, non è statica ed immobile nel tempo e, a sua volta, modifica ed arricchisce lo stesso individuo. Infatti l'uomo viene influenzato dal suo vivere sociale e, di contro, esercita un'azione sul processo di evoluzione della società, arricchendola con il proprio contributo. 2) Deriva, da questa concezione di un rapporto dinamico, d'interazione tra individuo e società, l'importanza della legge. Questa è la regola da seguire: così facendo si fa il proprio bene e quello della società intera.
Una legge può certamente essere sbagliata o dannosa e allora bisogna cambiaria. Questo può accadere proprio perché la società è un insieme dinamico, un organismo in continuo mutamento. Non si può credere che si possa fare a meno della legge. Senza le leggi chiunque si muoverebbe a ruota libera, tentato di pensare solo a se stesso: inevitabilmente i più forti avrebbero la meglio sui piùdeboli e fragili, ma con questo non ci sarebbe l'intoccabilità di qualcuno, in quanto chi oggi può apparire forte, domani, senza la disciplina di un sistema di regole, può benissimo essere soverchiato da un nuovo venuto.
Proprio affinché non ci sia una guerra di tutti contro tutti e sia possibile, invece, una libera e pacifica convivenza, interviene la legge. Questa consente di armonizzare la vita di tutti, rende possibile la società, evita il caos. La libertà dell' individuo, nel consorzio umano, quindi è positivamente affermata nella misura in cui incontra il suo limite e lo riconosce, consistente nel rispetto della libertà dell' altro.
La legge, pertanto, istituisce la comunità, strutturando in modo armonico un insieme d'individui ed attribuendo a loro la cittadinanza. Gli individui, grazie alla legge, diventano così dei cittadini.3) Il problema vero di oggi, caratterizzato da un grande sviluppo delle organizzazioni pubbliche, a cominciare dallo stesso Stato che è l'organismo superiore che disci plina e consente il libero vivere sociale, è di conciliare l'iniziativa individuale con l'onnipotenza di tante organizzazioni: basti pensare, ad esempio, al sistema delle comunicazioni di massa, con la possibilità della manipolazione dell'informazione, con l'invadenza della pubblicità che condiziona tanti nostri comportamenti in modo occulto, con la conseguente e pericolosa illusione di una massima libertà individuale.
Nella società attuale, in effetti, si registra un pesante condizionamento degli individui da parte delle organizzazioni. Proprio per arginare il loro potere eccessivo, con il rischio dell'asservimento del cittadino e senza nemmeno che questo ne sia consapevole, è necessario il massimo sviluppo della democrazia, intesa come forma di partecipazione degli individui a tutti i meccanismi di orientamento e di indirizzo della società, per qu;;mto riguarda sia gli organismi dello Stato e quelli economici come enti ed aziende, sia, infine, gli organismi di formazione del pensiero e della cultura come scuole, università, giornali, ecc.
È necessario che, nel suo piccolo, ogni individuo inteso come cittadino, come lavoratore, come consumatore, come lettore di giornali, come fruitore d'informazione e di servizi, come studente, possa dire la sua sulla realtà in cui vive e sulle competenze che èchiamato ad offrire o con cui è chiamato a confrontarsi.
Soltanto una società composta da cittadini responsabili delle loro scelte, che sono autenticamente coscienti di quello che fanno, può dirsi veramente libera e orientata al progresso, così della comunità nel suo insieme come dei singoli che la compongono. Rialzo dei prezzi e calo dei consumi: una conseguenza, per alcuni, dell'introduzione dell'euro, per altri dell'assenza di controlli sui prezzi di merci e servizi.
Tipologia: tema di ordine generale
In questi ultimi anni si è riaffacciato, nel nostro Paese, il problema del carovita. Alcuni lo hanno posto in relazione all'introduzione dell' euro, la moneta unica europea, che avrebbe indotto produttori, fomitori e negozianti ad arrotondare i prezzi verso l'alto; ma altri hanno giudicato semplicistica e faziosa questa giustificazione, preferendo dare la colpa piuttosto all'assenza di controlli da parte delle competenti autorità, centrali e periferiche.
Nel merito di questa polemica, pro o contro l' euro, bisogna innanzi tutto ribadire la giustezza dell'adesione dell'Italia alla moneta unica europea, ottenuta, è bene ricordarlo, a costo di gravosi sacrifici di tutti i cittadini nel corso degli anni Novanta, quando il nostro Paese si è dovuto faticosamente attenere ai parametri previsti dal Trattato di Maastricht, riducendo il tasso d'inflazione e ildeficit pubblico.
Quei sacrifici non sono stati vani perché,
entrando nell'area dell'euro, il nostro Paese ha potuto fruire dei benefici di
una moneta forte, espressione di un' economia integrata a livello europeo, a
determinare la quale concorrono Paesi di antica e solida economia come
Certo, l'introduzione dell'euro in sostituzione delle valute nazionali, ha creato un libero mercato più grande, di ben trecento milioni di consumatori (tenendo conto della sola "eurolandia", cioè dei dodici Paesi aderenti all'euro), con benefici per produttori e consumatori, ma nell'immediato ha determinato qualche contraccolpo che forse, con una maggiore preveggenza, si sarebbe pure potuto evitare.
Infatti l'esperienza di tutti quei Paesi che
hanno dovuto cambiare la moneta, e nell' America Latina sono stati molti nel
corso del Novecento, dimostra che, nella fase immediatamente successiva
all'introduzione della nuova moneta, si possono facilmente generare spinte
inflazionistiche, indotte dalla tendenza all'arrotondamento dei prezzi. Sulla
base di queste esperienze del passato, si sarebbero dovuti quindi mettere in
atto degli efficaci controlli, attraverso
In questo modo sarebbe stato facile per i consumatori controllare i prezzi esposti sui cartellini e notare eventuali scostamenti. Invece, anche per abituare più facilmente i consumatori ad avere dimestichezza con la
nuova moneta, si è preferito ridurre al minimo il periodo del doppio prezzo, soltanto pochi mesi, astenendosi, quel che è peggio, da qualsiasi controllo sui cartellini dei prezzi.
Ci è resi conto di questo grave errore solo a cose fatte, dopo che tutte le organizzazioni dei consumatori hanno protestato, ricorrendo perfino ad alcune singolari forme di sciopero, come quella dell'astensione da ogni tipo d'acquisto per un'intera giornata.
Purtroppo l'aumento generalizzato dei prezzi ha abbassato notevolmente il tenore di vita dei lavoratori a reddito fisso e in genere delle fasce più deboli della popolazione. Non solo, ma il conseguente calo dei consumi ha messo in difficoltà anche molte categorie del commercio e perfino alcuni settori industriali. Infatti, se con il generalizzato aumento dei prezzi, al punto che èdiventata comune la battuta di dire un euro uguale mille lire, si è prodotta una redistribuzione della ricchezza, con il trasferimento di risorse dai lavoratori a reddito fisso agli operatori della produzione e del commercio, in realtà, con il successivo risparmio dei consumi, si è aggravata una crisi economica già latente in conseguenza di alcuni eventi internazionali come la recrudescenza del terrorismo. Pertanto l'abbassamento dei consumi ha innescato una sorta di circolo vizioso, con una pericolosa stagnazione dell'economia. L'auspicio è che si inverta quanto prima la rotta economica del nostro Paese, con una solida ripresa capace di portare benessere a tutti.
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