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Durante gli anni novanta e nel decennio in
corso le spinte, provenienti soprattutto dal mondo imprenditoriale, verso un
abbattimento delle rigidità del mercato del lavoro, hanno trovato anche in
Italia una puntuale risposta legislativa e contrattuale su gran parte degli
aspetti considerati ostruttivi della competitività delle imprese e della
crescita occupazionale. Le imprese oggi sono libere di assumere chi vogliono
senza alcun vincolo legato allo stato di bisogno del disoccupato; possono
ricorrere con maggiore facilità ai contratti a termine e a tempo parziale,
nonché usufruire di nuove forme di impiego flessibile. Sul piano delle
relazioni industriali la politica dei redditi produce da un decennio a questa
parte un forte contenimento dei salari reali.
Le piccole imprese non sono costrette a reintegrare sul posto di lavoro il
lavoratore licenziato senza una giusta causa o un giustificato motivo e sono
sostanzialmente esonerate dalle pressioni sindacali sui luoghi di lavoro.
Ed è soprattutto a questo modello di flessibilità "normata" che sembrerebbero
ascrivibili gli importanti risultati quantitativi ottenuti a partire dalla
seconda metà degli anni novanta in termini di riduzione del tasso di
disoccupazione e, in minor misura, di crescita del tasso di occupazione.
Tuttavia l'Italia continua a correre a due velocità: quella del Nord che
presenta, a parità di potere d'acquisto, un reddito pro-capite notevolmente
superiore, con alcune regioni che operano in regime di pieno impiego e quella
del Sud con un tasso di disoccupazi 828b12i one più che doppio rispetto alla media
italiana e un tasso di occupazione
inferiore di 11,2 punti percentuali rispetto alla media nazionale. Per questo
divario territoriale a salire sul banco degli imputati è spesso la rigidità
salariale del nostro mercato del lavoro, ritenuta da più parti il maggior
ostacolo alla riduzione dei differenziali dei tassi di disoccupazione, di
occupazione e di attività tra Centro-Nord e Sud.
Inoltre, il tessuto produttivo italiano si caratterizza per una cospicua
presenza di piccole imprese. La loro riluttanza ad accrescere i propri livelli
occupazionali è, da più parti, imputabile ai restrittivi effetti di un
licenziamento "ingiusto", che subentrano qualora raggiungano la soglia dei 15
dipendenti.
Scopo precipuo di questo lavoro è quello di mostrare in primo luogo i risultati
positivi in termini quantitativi legati alla diffusione delle forme flessibili
di impiego della forza-lavoro. A fronte di questi risultati ci si chiede quali
siano e possano essere gli effetti socio-economici di una tale diffusione. La
flessibilizzazione del mercato del lavoro può essere considerato l'unico
toccasana per combattere la disoccupazione? Il dualismo territoriale è dovuto
alle rigidità salariali o il gap economico tra Centro-Nord e Sud è ascrivibile
ad un ritardo cronico e strutturale di quest'ultimo in diversi settori? Esiste
un effetto soglia nell'evoluzione della crescita dimensionale delle piccole
imprese? A questi interrogativi non sempre è agevole fornire delle risposte
inconfutabili. Tuttavia suscitano quantomeno delle importanti riflessioni,
supportate dai dati statistici.
In questo lavoro, dopo una breve esposizione, nel capitolo primo, dei profili
concettuali relativi alle varie forme di flessibilità del mercato del lavoro,
nel capitolo secondo, vengono esposti i risultati quantitativi e gli effetti
socio-economici derivanti dalla diffusione dei principali strumenti
contrattuali atipici, nonché l'evoluzione della relativa disciplina. Nel
capitolo terzo, si prende in esame uno degli aspetti più dibattuti ultimamente,
ossia la relazione tra livello di protezione dal licenziamento e crescita
occupazionale. In particolare, accanto ad una breve esposizione dei principali
aspetti della disciplina dei licenziamenti, si prendono in considerazione le
più autorevoli analisi empiriche sul presunto effetto soglia.
Altro tema ampiamente dibattuto, quello relativo all'introduzione di forme di
flessibilità salariale verso il basso, viene affrontato nel capitolo quarto,
nel quale, dopo alcuni brevi cenni teorici, si analizzano le dinamiche del
costo del lavoro e della produttività negli ultimi anni, sia a livello
nazionale che territoriale, nonché alcune cause del dualismo territoriale
italiano.
Infine, nel quinto ed ultimo capitolo, si espongono gli effetti della intensa
deregolamentazione del mercato del lavoro in Spagna, il Paese che più di ogni
altro ha fatto registrare i migliori risultati in termini di lotta alla
disoccupazione e che, tuttavia, non è riuscito a coniugare flessibilità ed
equità, essendo anche quello che presenta il più alto livello di segmentazione
del mercato del lavoro, con tassi di precarietà ben lontani dalla media
europea.
Belgio Si prevede
un'apprezzabile ripresa economica nel 2000, sostenuta dalla forte domanda
interna. Il Belgio ha compiuto nuovi progressi nel risanamento del bilancio e,
secondo il programma di stabilità, dovrebbe conseguire l'equilibrio di bilancio
nel 2002. Nel 2000 il governo dovrebbe perseguire una riduzione del disavanzo
ancora maggiore di quella prevista nel programma di stabilità, contenere il
tasso reale di crescita della spesa primaria, preservare l'avanzo primario del
bilancio e servirsi di ogni altro margine per ridurre il debito pubblico.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, sarebbe opportuno aumentare la
concorrenza nei servizi e accelerare la liberalizzazione dei settori
dell'energia, ridurre gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese e
incoraggiare gli investimenti in capitale di rischio apportato da privati. Sul
mercato del lavoro, il governo dovrebbe promuovere la mobilità del lavoro,
assicurare che nelle contrattazioni salariali si tengano in maggior conto le
condizioni locali del mercato del lavoro e rafforzare le politiche attive del
lavoro.
Danimarca Nel 2000
dovrebbe aversi una ripresa dell'attività economica e l'avanzo di bilancio
dovrebbe raggiungere il 2,2 % del prodotto interno lordo (PIL). Per preservare
la favorevole situazione delle finanze pubbliche danesi, il governo dovrebbe
assicurare che l'aumento delle spese, specialmente delle amministrazioni
locali, resti entro i limiti fissati dal bilancio e dovrebbe orientarsi verso
una riduzione dei tassi d'imposizione fiscale e delle spese, nel rispetto degli
impegni del programma di convergenza.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, il governo dovrebbe rafforzare la
politica della concorrenza, migliorare l'efficienza del settore pubblico,
intensificare i contatti tra la ricerca e le imprese, adottare misure per
incoraggiare gli investimenti in capitale di rischio. Sul mercato del lavoro,
sarebbe opportuno ridurre la pressione fiscale complessiva, in particolare sui
salari bassi, e modificare i regimi di prepensionamento e delle ferie.
Germania Si prevede
un'accelerazione dell'attività economica. Secondo il programma di stabilità,
nel 2000 il disavanzo pubblico dovrebbe ridursi in lieve misura, fino all'1%
del PIL, per risalire all'1,5% nel 2001, in seguito alla riforma tributaria. Il
governo dovrebbe servirsi di ogni margine supplementare per ridurre il
disavanzo prima del previsto, attuare con prudenza la riforma tributaria, per
non mettere in pericolo il risanamento del bilancio, ed elaborare una riforma
strutturale del sistema di sicurezza sociale, in particolare delle pensioni e
della sanità.
Sui mercati dei prodotti, la Germania dovrebbe mirare a una migliore apertura
degli appalti pubblici, liberalizzare la normativa sulla pubblicità, migliorare
le strutture concorrenziali e ridurre gli aiuti di Stato. Inoltre, dovrebbe
proseguire nell'apertura del mercato dell'elettricità e alleviare gli oneri
amministrativi gravanti sulle PMI. Sui mercati dei capitali, il governo
potrebbe adottare misure per incoraggiare il capitale di rischio.
Sul mercato del lavoro, sarebbe opportuno che la Germania rivedesse la sua
politica nella parte orientale del paese, con particolare riguardo
all'efficienza dei trasferimenti e alla flessibilità generale del mercato.
Inoltre il governo dovrebbe ridurre la pressione fiscale sul lavoro, alleviando
gli oneri fiscali e sociali, e riformare le disposizioni dei sistemi
d'imposizione fiscale e di prestazioni sociali, che scoraggiano la
partecipazione al mercato del lavoro.
Grecia La crescita
dell'economia manterrà il suo vigore. È proseguito il risanamento del bilancio.
Il governo dovrebbe prefiggersi l'obiettivo dell'1,2% del PIL, come limite
massimo, per il disavanzo nel 2000 e dovrebbe vigilare sulle spese. Sarebbe
inoltre opportuno proseguire le riforme del sistema delle assicurazioni sociali
e procedere alle privatizzazioni previste, così da accelerare il ridursi del
debito pubblico.
Per quanto concerne i mercati dei prodotti e dei capitali, la Grecia dovrebbe
progredire nel recepimento della normativa sul mercato interno, accelerare il
processo di liberalizzazione nei settori delle telecomunicazioni e
dell'energia, promuovere la creazione d'imprese innovatrici, incentivare la
R&S e gli investimenti nelle TIC, attuare il piano d'azione sul capitale di
rischio adottato dalla Commissione nel 1998.
Sul mercato del lavoro occorre riformare i servizi di collocamento, soprattutto
per combattere la disoccupazione di lunga durata, e dare piena applicazione
alle riforme già intraprese. Si dovrebbero riconsiderare le modalità di
contrattazione degli aumenti salariali, così da accrescere la flessibilità e
adeguare gli aumenti alle differenze nella produttività riscontrabili a livello
geografico, settoriale o aziendale.
Spagna Per il 2000,
le prospettive della crescita economica restano favorevoli. Si sono compiuti
evidenti progressi nel risanamento del bilancio, che dovrebbe risultare in
eccedenza nel 2002. Il governo dovrebbe cercar di superare gli obiettivi
fissati nel programma aggiornato di stabilità, dare attuazione alla riforma
della legge finanziaria e applicare il patto di stabilità interno per gestire
meglio le spese. Si dovrebbe proseguire nella riforma del sistema
pensionistico, tra l'altro aumentando le risorse del fondo di riserva.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, sarebbe opportuno proseguire nella
riforma della concorrenza, ridurre gli aiuti settoriali, alleviare gli oneri
amministrativi, in particolare quelli gravanti sulle PMI, e sviluppare i
mercati del capitale di rischio, per accrescere gli investimenti.
Sul mercato del lavoro, la Spagna dovrebbe riconsiderare il sistema di
formazione dei salari e i dispositivi di protezione sociale a livello regionale
e locale, migliorare l'efficacia delle politiche attive del lavoro,
riconsiderare i sistemi d'imposizione fiscale e di prestazioni sociali e
rivedere la normativa di tutela del lavoro, allo scopo di migliorare la
flessibilità del mercato.
Francia: Si prevede che nel 2000 la crescita economica manterrà il suo
dinamismo. Nel 1999 si è riusciti a ridurre il disavanzo pubblico all'1,8% del
PIL. Nel 2000, il governo dovrebbe far giungere tale disavanzo a un livello
inferiore rispetto a quello stabilito nel programma di stabilità, controllare
le spese e servirsi di ogni margine supplementare per ottenere il ridursi del
disavanzo. Inoltre, per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche nel
lungo periodo, si dovrebbe intraprendere la riforma del sistema pensionistico.
Sul mercato dei prodotti, sarebbe opportuno progredire nel recepimento delle
direttive sul mercato interno, ridurre gli aiuti di Stato, estendere la
liberalizzazione delle industrie in rete e continuare a semplificare le
formalità amministrative previste per le imprese. Per quanto concerne i mercati
dei capitali, la Francia dovrebbe agevolare l'accesso degli investitori
istituzionali ai mercati azionari e migliorare il quadro fiscale relativo al
capitale di rischio.
Sul mercato del lavoro, la Francia dovrebbe ridurre la pressione fiscale sul
lavoro, riconsiderare il sistema delle prestazioni sociali e le norme di tutela
del lavoro e vigilare perché l'attuazione della settimana lavorativa di 35 ore
non abbia effetti negativi sui costi salariali, sull'offerta di lavoro e sulla
sua organizzazione.
Irlanda La crescita
economica resterà eccezionale. La situazione delle finanze pubbliche è solida.
Per quanto riguarda la politica di bilancio, il governo dovrà cercare di
evitare il surriscaldamento economico, ricondurre l'aumento del consumo
pubblico al livello indicato nel programma di stabilità e dare priorità allo
sviluppo delle infrastrutture, rispettando al tempo stesso gli obiettivi di
stabilità finanziaria.
Per quanto concerne i mercati dei prodotti e dei capitali, l'Irlanda dovrebbe
rafforzare la politica della concorrenza e applicare integralmente il diritto
comunitario, liberalizzare i settori dei trasporti e promuovere gli
investimenti in capitale di rischio. Sul mercato del lavoro, occorre
controllare l'andamento dei salari e aumentare il tasso di presenza femminile.
Italia Per il 2000
e il 2001 vi sono buone prospettive di crescita. Il programma di stabilità
prevede la riduzione del disavanzo allo 0,1% del PIL fino al 2003. In questa
prospettiva, il governo dovrebbe servirsi dei margini supplementari per ridurre
il debito pubblico, controllare le spese correnti primarie, prendere
provvedimenti per contenere le spese future mediante un riesame del sistema
pensionistico e applicare il programma di privatizzazioni.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, l'Italia dovrebbe ridurre gli aiuti di
Stato non agricoli, semplificare il quadro normativo delle imprese, potenziare
la R&S e l'innovazione e promuovere gli investimenti in capitale di
rischio. Sul mercato del lavoro, sarebbe opportuno migliorare le prestazioni di
disoccupazione, rendere più flessibile la tutela del lavoro, promuovere la
flessibilità del mercato, in particolare per quanto riguarda le retribuzioni, e
ridurre i contributi sociali e l'imposizione fiscale sul lavoro.
Lussemburgo La forte crescita economica dovrebbe proseguire nel 2000. Per quanto concerne la politica di bilancio, il governo dovrebbe controllare le spese correnti e procedere a riforme nel settore della sicurezza sociale, per far fronte all'invecchiamento demografico. Sul mercato dei prodotti, il Lussemburgo dovrebbe riformare la politica della concorrenza, per applicare integralmente le regole comunitarie, e promuovere lo sviluppo della società dell'informazione. Sul mercato del lavoro, sarebbe opportuno riconsiderare il sistema dell'imposizione fiscale e delle prestazioni sociali, per favorire un aumento del tasso di occupazione.
Paesi Bassi La crescita
economica dovrebbe accelerarsi ancora nel 2000. Per garantire la solidità delle
finanze pubbliche e preservare l'avanzo di bilancio, il governo dovrebbe rafforzare
la situazione finanziaria, in particolare controllando le spese. La riforma
tributaria non deve mettere in pericolo la situazione del bilancio.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, i Paesi Bassi dovrebbero progredire
nell'attuazione delle direttive sugli appalti pubblici, proseguire la riforma
delle industrie in rete, promuovere la partecipazione del settore privato nella
R&S e stimolare gli investimenti in capitale di rischio, soprattutto quelli
a favore delle imprese in fase di avviamento. Per mantenere la buona situazione
del mercato del lavoro, sarebbe opportuno eliminare gli ostacoli al lavoro, in
particolare per le donne e i lavoratori anziani, e ridurre il numero di persone
che restano al di fuori del mercato del lavoro poiché vivono di aiuti passivi
al reddito.
Austria La crescita
economica si è accelerata nel 2000. Secondo il programma di stabilità, il
disavanzo di bilancio dovrebbe giungere all'1,7%. Il governo dovrebbe cercare
di controllare meglio le spese nell'esecuzione del bilancio e procedere a
riforme strutturali, per migliorare a lungo termine la situazione del bilancio.
Si dovrebbe attuare l'annunciata riforma delle pensioni.
Sul mercato dei prodotti, sarebbe opportuno aumentare il tasso di recepimento
delle direttive relative agli appalti pubblici, riformare la normativa nei
settori dell'energia e dei trasporti e incoraggiare il settore privato a
investire nella R&S. Per quanto concerne i mercati dei capitali, il governo
dovrebbe attualizzare il quadro cautelativo, stimolare gli investimenti nei
fondi propri e il capitale di rischio e promuovere il capitale di rischio in
generale. Sul mercato del lavoro, l'Austria dovrebbe riformare il sistema delle
prestazioni sociali e delle pensioni, soprattutto per quanto riguarda il prepensionamento,
e ridurre l'elevata pressione fiscale sul lavoro.
Portogallo Per il 2000
si prevede un'accelerazione dell'attività economica. Secondo il programma di
stabilità, il disavanzo di bilancio dovrebbe ridursi all'1,5% del PIL. Il
governo portoghese dovrebbe esercitare un rigoroso controllo sulle spese, per
giungere, come minimo, al disavanzo previsto, assicurare che la politica di
bilancio aiuti a correggere i principali squilibri economici, e riformare i
sistemi sanitario e pensionistico.
Per quanto riguarda il mercato dei prodotti, sarebbe opportuno ridurre gli
aiuti di Stato, ravvicinare al diritto comunitario la normativa in materia di
concorrenza, semplificare le procedure amministrative e promuovere la R&S e
la diffusione delle TIC. Si dovrebbe sviluppare il mercato del capitale di
rischio. Per quanto concerne il mercato del lavoro, il governo dovrebbe
migliorare l'istruzione e la formazione, potenziare il funzionamento del
mercato, in particolare aumentandone la flessibilità, e promuovere la collaborazione
tra le parti sociali.
Finlandia Si prevede
il proseguire della rapida crescita economica degli ultimi anni. Vi è persino
un certo rischio di surriscaldamento. Secondo il programma di stabilità,
l'avanzo di bilancio dovrebbe giungere a circa il 4% del PIL nel periodo
2000-2003. Dato il rischio di surriscaldamento, sarebbe opportuno attuare una
rigida politica di bilancio, ridurre la spesa pubblica in rapporto al PIL e
alleviare la pressione fiscale sul lavoro.
Per quanto concerne i mercati dei prodotti e dei capitali, il governo è
invitato a rafforzare la concorrenza in alcuni settori, riformare il diritto in
materia di concorrenza, liberalizzare gli appalti dei servizi pubblici,
promuovere il capitale di rischio e facilitare gli investimenti degli
investitori istituzionali. Sul mercato del lavoro, la Finlandia dovrebbe
rivedere il sistema complessivo delle prestazioni sociali, rendere più efficace
la ricerca di lavoro e ridurre le imposte, specialmente sui salari bassi.
Svezia Nel 2000
l'economia svedese dovrebbe proseguire nella sua forte crescita. Per
raggiungere l'obiettivo del 2% del PIL per l'avanzo di bilancio, il governo
dovrebbe rendere ancora più rigorosa la sua politica finanziaria, controllare
strettamente le spese e ridurre la pressione fiscale, tenendo conto
dell'obiettivo del risanamento del bilancio.
Sul mercato dei prodotti, sarebbe opportuno rivedere la normativa sulla
concorrenza in vari settori, in particolare la costruzione, i prodotti
farmaceutici e i trasporti ferroviari e aerei. Per quanto concerne i mercati
dei capitali, il governo dovrebbe agevolare l'accesso al capitale di rischio.
Per migliorare la situazione del mercato del lavoro, la Svezia dovrebbe ridurre
la pressione fiscale sui redditi di lavoro e ritoccare i regimi di sovvenzioni
e di prestazioni.
Regno Unito Per il 2000
è prevista una crescita economica ancora più dinamica. Per l'esercizio
finanziario 1999-2000, l'avanzo dovrebbe raggiungere l'1,3% del PIL. Sarebbe
opportuno mantenere sostanzialmente invariata la situazione strutturale delle
finanze pubbliche.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, il governo dovrebbe promuovere le
iniziative nella R&S e nell'innovazione, investire di più nelle reti
stradali e ferroviarie ed esaminare le ragioni degli scarsi investimenti in
capitale di rischio da parte dei fondi pensione. Sul mercato del lavoro, il
Regno Unito dovrebbe adottare provvedimenti intesi a risolvere il problema
delle sacche di disoccupazione che si riscontrano in alcune regioni e località
e, in generale, il problema della disoccupazione di lunga durata.
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