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LA FLESSIBILITA' DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

diritto



-APPROFONDIMENTO DI GIOVANNI POLTRONIERI E CHIARA SLAVIERO._CLASSE 4°B_-

LA FLESSIBILITA' DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO.



Durante gli anni novanta e nel decennio in corso le spinte, provenienti soprattutto dal mondo imprenditoriale, verso un abbattimento delle rigidità del mercato del lavoro, hanno trovato anche in Italia una puntuale risposta legislativa e contrattuale su gran parte degli aspetti considerati ostruttivi della competitività delle imprese e della crescita occupazionale. Le imprese oggi sono libere di assumere chi vogliono senza alcun vincolo legato allo stato di bisogno del disoccupato; possono ricorrere con maggiore facilità ai contratti a termine e a tempo parziale, nonché usufruire di nuove forme di impiego flessibile. Sul piano delle relazioni industriali la politica dei redditi produce da un decennio a questa parte un forte contenimento dei salari reali.
Le piccole imprese non sono costrette a reintegrare sul posto di lavoro il lavoratore licenziato senza una giusta causa o un giustificato motivo e sono sostanzialmente esonerate dalle pressioni sindacali sui luoghi di lavoro.
Ed è soprattutto a questo modello di flessibilità "normata" che sembrerebbero ascrivibili gli importanti risultati quantitativi ottenuti a partire dalla seconda metà degli anni novanta in termini di riduzione del tasso di disoccupazione e, in minor misura, di crescita del tasso di occupazione.
Tuttavia l'Italia continua a correre a due velocità: quella del Nord che presenta, a parità di potere d'acquisto, un reddito pro-capite notevolmente superiore, con alcune regioni che operano in regime di pieno impiego e quella del Sud con un tasso di disoccupazi 828b12i one più che doppio rispetto alla media italiana e un tasso di occupazione
inferiore di 11,2 punti percentuali rispetto alla media nazionale. Per questo divario territoriale a salire sul banco degli imputati è spesso la rigidità salariale del nostro mercato del lavoro, ritenuta da più parti il maggior ostacolo alla riduzione dei differenziali dei tassi di disoccupazione, di occupazione e di attività tra Centro-Nord e Sud.
Inoltre, il tessuto produttivo italiano si caratterizza per una cospicua presenza di piccole imprese. La loro riluttanza ad accrescere i propri livelli occupazionali è, da più parti, imputabile ai restrittivi effetti di un licenziamento "ingiusto", che subentrano qualora raggiungano la soglia dei 15 dipendenti.
Scopo precipuo di questo lavoro è quello di mostrare in primo luogo i risultati positivi in termini quantitativi legati alla diffusione delle forme flessibili di impiego della forza-lavoro. A fronte di questi risultati ci si chiede quali siano e possano essere gli effetti socio-economici di una tale diffusione. La flessibilizzazione del mercato del lavoro può essere considerato l'unico toccasana per combattere la disoccupazione? Il dualismo territoriale è dovuto alle rigidità salariali o il gap economico tra Centro-Nord e Sud è ascrivibile ad un ritardo cronico e strutturale di quest'ultimo in diversi settori? Esiste un effetto soglia nell'evoluzione della crescita dimensionale delle piccole imprese? A questi interrogativi non sempre è agevole fornire delle risposte inconfutabili. Tuttavia suscitano quantomeno delle importanti riflessioni, supportate dai dati statistici.
In questo lavoro, dopo una breve esposizione, nel capitolo primo, dei profili concettuali relativi alle varie forme di flessibilità del mercato del lavoro, nel capitolo secondo, vengono esposti i risultati quantitativi e gli effetti socio-economici derivanti dalla diffusione dei principali strumenti contrattuali atipici, nonché l'evoluzione della relativa disciplina. Nel capitolo terzo, si prende in esame uno degli aspetti più dibattuti ultimamente, ossia la relazione tra livello di protezione dal licenziamento e crescita occupazionale. In particolare, accanto ad una breve esposizione dei principali aspetti della disciplina dei licenziamenti, si prendono in considerazione le più autorevoli analisi empiriche sul presunto effetto soglia.
Altro tema ampiamente dibattuto, quello relativo all'introduzione di forme di flessibilità salariale verso il basso, viene affrontato nel capitolo quarto, nel quale, dopo alcuni brevi cenni teorici, si analizzano le dinamiche del costo del lavoro e della produttività negli ultimi anni, sia a livello nazionale che territoriale, nonché alcune cause del dualismo territoriale italiano.
Infine, nel quinto ed ultimo capitolo, si espongono gli effetti della intensa deregolamentazione del mercato del lavoro in Spagna, il Paese che più di ogni altro ha fatto registrare i migliori risultati in termini di lotta alla disoccupazione e che, tuttavia, non è riuscito a coniugare flessibilità ed equità, essendo anche quello che presenta il più alto livello di segmentazione del mercato del lavoro, con tassi di precarietà ben lontani dalla media europea.






INDIRIZZI PER LE POLITICHE ECONOMICHE DI CIASCUN PAESI.



Belgio Si prevede un'apprezzabile ripresa economica nel 2000, sostenuta dalla forte domanda interna. Il Belgio ha compiuto nuovi progressi nel risanamento del bilancio e, secondo il programma di stabilità, dovrebbe conseguire l'equilibrio di bilancio nel 2002. Nel 2000 il governo dovrebbe perseguire una riduzione del disavanzo ancora maggiore di quella prevista nel programma di stabilità, contenere il tasso reale di crescita della spesa primaria, preservare l'avanzo primario del bilancio e servirsi di ogni altro margine per ridurre il debito pubblico.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, sarebbe opportuno aumentare la concorrenza nei servizi e accelerare la liberalizzazione dei settori dell'energia, ridurre gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese e incoraggiare gli investimenti in capitale di rischio apportato da privati. Sul mercato del lavoro, il governo dovrebbe promuovere la mobilità del lavoro, assicurare che nelle contrattazioni salariali si tengano in maggior conto le condizioni locali del mercato del lavoro e rafforzare le politiche attive del lavoro.


Danimarca Nel 2000 dovrebbe aversi una ripresa dell'attività economica e l'avanzo di bilancio dovrebbe raggiungere il 2,2 % del prodotto interno lordo (PIL). Per preservare la favorevole situazione delle finanze pubbliche danesi, il governo dovrebbe assicurare che l'aumento delle spese, specialmente delle amministrazioni locali, resti entro i limiti fissati dal bilancio e dovrebbe orientarsi verso una riduzione dei tassi d'imposizione fiscale e delle spese, nel rispetto degli impegni del programma di convergenza.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, il governo dovrebbe rafforzare la politica della concorrenza, migliorare l'efficienza del settore pubblico, intensificare i contatti tra la ricerca e le imprese, adottare misure per incoraggiare gli investimenti in capitale di rischio. Sul mercato del lavoro, sarebbe opportuno ridurre la pressione fiscale complessiva, in particolare sui salari bassi, e modificare i regimi di prepensionamento e delle ferie.


Germania Si prevede un'accelerazione dell'attività economica. Secondo il programma di stabilità, nel 2000 il disavanzo pubblico dovrebbe ridursi in lieve misura, fino all'1% del PIL, per risalire all'1,5% nel 2001, in seguito alla riforma tributaria. Il governo dovrebbe servirsi di ogni margine supplementare per ridurre il disavanzo prima del previsto, attuare con prudenza la riforma tributaria, per non mettere in pericolo il risanamento del bilancio, ed elaborare una riforma strutturale del sistema di sicurezza sociale, in particolare delle pensioni e della sanità.
Sui mercati dei prodotti, la Germania dovrebbe mirare a una migliore apertura degli appalti pubblici, liberalizzare la normativa sulla pubblicità, migliorare le strutture concorrenziali e ridurre gli aiuti di Stato. Inoltre, dovrebbe proseguire nell'apertura del mercato dell'elettricità e alleviare gli oneri amministrativi gravanti sulle PMI. Sui mercati dei capitali, il governo potrebbe adottare misure per incoraggiare il capitale di rischio.
Sul mercato del lavoro, sarebbe opportuno che la Germania rivedesse la sua politica nella parte orientale del paese, con particolare riguardo all'efficienza dei trasferimenti e alla flessibilità generale del mercato. Inoltre il governo dovrebbe ridurre la pressione fiscale sul lavoro, alleviando gli oneri fiscali e sociali, e riformare le disposizioni dei sistemi d'imposizione fiscale e di prestazioni sociali, che scoraggiano la partecipazione al mercato del lavoro.


Grecia La crescita dell'economia manterrà il suo vigore. È proseguito il risanamento del bilancio. Il governo dovrebbe prefiggersi l'obiettivo dell'1,2% del PIL, come limite massimo, per il disavanzo nel 2000 e dovrebbe vigilare sulle spese. Sarebbe inoltre opportuno proseguire le riforme del sistema delle assicurazioni sociali e procedere alle privatizzazioni previste, così da accelerare il ridursi del debito pubblico.
Per quanto concerne i mercati dei prodotti e dei capitali, la Grecia dovrebbe progredire nel recepimento della normativa sul mercato interno, accelerare il processo di liberalizzazione nei settori delle telecomunicazioni e dell'energia, promuovere la creazione d'imprese innovatrici, incentivare la R&S e gli investimenti nelle TIC, attuare il piano d'azione sul capitale di rischio adottato dalla Commissione nel 1998.
Sul mercato del lavoro occorre riformare i servizi di collocamento, soprattutto per combattere la disoccupazione di lunga durata, e dare piena applicazione alle riforme già intraprese. Si dovrebbero riconsiderare le modalità di contrattazione degli aumenti salariali, così da accrescere la flessibilità e adeguare gli aumenti alle differenze nella produttività riscontrabili a livello geografico, settoriale o aziendale.


Spagna Per il 2000, le prospettive della crescita economica restano favorevoli. Si sono compiuti evidenti progressi nel risanamento del bilancio, che dovrebbe risultare in eccedenza nel 2002. Il governo dovrebbe cercar di superare gli obiettivi fissati nel programma aggiornato di stabilità, dare attuazione alla riforma della legge finanziaria e applicare il patto di stabilità interno per gestire meglio le spese. Si dovrebbe proseguire nella riforma del sistema pensionistico, tra l'altro aumentando le risorse del fondo di riserva.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, sarebbe opportuno proseguire nella riforma della concorrenza, ridurre gli aiuti settoriali, alleviare gli oneri amministrativi, in particolare quelli gravanti sulle PMI, e sviluppare i mercati del capitale di rischio, per accrescere gli investimenti.
Sul mercato del lavoro, la Spagna dovrebbe riconsiderare il sistema di formazione dei salari e i dispositivi di protezione sociale a livello regionale e locale, migliorare l'efficacia delle politiche attive del lavoro, riconsiderare i sistemi d'imposizione fiscale e di prestazioni sociali e rivedere la normativa di tutela del lavoro, allo scopo di migliorare la flessibilità del mercato.


Francia: Si prevede che nel 2000 la crescita economica manterrà il suo dinamismo. Nel 1999 si è riusciti a ridurre il disavanzo pubblico all'1,8% del PIL. Nel 2000, il governo dovrebbe far giungere tale disavanzo a un livello inferiore rispetto a quello stabilito nel programma di stabilità, controllare le spese e servirsi di ogni margine supplementare per ottenere il ridursi del disavanzo. Inoltre, per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo periodo, si dovrebbe intraprendere la riforma del sistema pensionistico.
Sul mercato dei prodotti, sarebbe opportuno progredire nel recepimento delle direttive sul mercato interno, ridurre gli aiuti di Stato, estendere la liberalizzazione delle industrie in rete e continuare a semplificare le formalità amministrative previste per le imprese. Per quanto concerne i mercati dei capitali, la Francia dovrebbe agevolare l'accesso degli investitori istituzionali ai mercati azionari e migliorare il quadro fiscale relativo al capitale di rischio.
Sul mercato del lavoro, la Francia dovrebbe ridurre la pressione fiscale sul lavoro, riconsiderare il sistema delle prestazioni sociali e le norme di tutela del lavoro e vigilare perché l'attuazione della settimana lavorativa di 35 ore non abbia effetti negativi sui costi salariali, sull'offerta di lavoro e sulla sua organizzazione.


Irlanda La crescita economica resterà eccezionale. La situazione delle finanze pubbliche è solida. Per quanto riguarda la politica di bilancio, il governo dovrà cercare di evitare il surriscaldamento economico, ricondurre l'aumento del consumo pubblico al livello indicato nel programma di stabilità e dare priorità allo sviluppo delle infrastrutture, rispettando al tempo stesso gli obiettivi di stabilità finanziaria.
Per quanto concerne i mercati dei prodotti e dei capitali, l'Irlanda dovrebbe rafforzare la politica della concorrenza e applicare integralmente il diritto comunitario, liberalizzare i settori dei trasporti e promuovere gli investimenti in capitale di rischio. Sul mercato del lavoro, occorre controllare l'andamento dei salari e aumentare il tasso di presenza femminile.


Italia Per il 2000 e il 2001 vi sono buone prospettive di crescita. Il programma di stabilità prevede la riduzione del disavanzo allo 0,1% del PIL fino al 2003. In questa prospettiva, il governo dovrebbe servirsi dei margini supplementari per ridurre il debito pubblico, controllare le spese correnti primarie, prendere provvedimenti per contenere le spese future mediante un riesame del sistema pensionistico e applicare il programma di privatizzazioni.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, l'Italia dovrebbe ridurre gli aiuti di Stato non agricoli, semplificare il quadro normativo delle imprese, potenziare la R&S e l'innovazione e promuovere gli investimenti in capitale di rischio. Sul mercato del lavoro, sarebbe opportuno migliorare le prestazioni di disoccupazione, rendere più flessibile la tutela del lavoro, promuovere la flessibilità del mercato, in particolare per quanto riguarda le retribuzioni, e ridurre i contributi sociali e l'imposizione fiscale sul lavoro.


Lussemburgo La forte crescita economica dovrebbe proseguire nel 2000. Per quanto concerne la politica di bilancio, il governo dovrebbe controllare le spese correnti e procedere a riforme nel settore della sicurezza sociale, per far fronte all'invecchiamento demografico. Sul mercato dei prodotti, il Lussemburgo dovrebbe riformare la politica della concorrenza, per applicare integralmente le regole comunitarie, e promuovere lo sviluppo della società dell'informazione. Sul mercato del lavoro, sarebbe opportuno riconsiderare il sistema dell'imposizione fiscale e delle prestazioni sociali, per favorire un aumento del tasso di occupazione.


Paesi Bassi La crescita economica dovrebbe accelerarsi ancora nel 2000. Per garantire la solidità delle finanze pubbliche e preservare l'avanzo di bilancio, il governo dovrebbe rafforzare la situazione finanziaria, in particolare controllando le spese. La riforma tributaria non deve mettere in pericolo la situazione del bilancio.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, i Paesi Bassi dovrebbero progredire nell'attuazione delle direttive sugli appalti pubblici, proseguire la riforma delle industrie in rete, promuovere la partecipazione del settore privato nella R&S e stimolare gli investimenti in capitale di rischio, soprattutto quelli a favore delle imprese in fase di avviamento. Per mantenere la buona situazione del mercato del lavoro, sarebbe opportuno eliminare gli ostacoli al lavoro, in particolare per le donne e i lavoratori anziani, e ridurre il numero di persone che restano al di fuori del mercato del lavoro poiché vivono di aiuti passivi al reddito.


Austria La crescita economica si è accelerata nel 2000. Secondo il programma di stabilità, il disavanzo di bilancio dovrebbe giungere all'1,7%. Il governo dovrebbe cercare di controllare meglio le spese nell'esecuzione del bilancio e procedere a riforme strutturali, per migliorare a lungo termine la situazione del bilancio. Si dovrebbe attuare l'annunciata riforma delle pensioni.
Sul mercato dei prodotti, sarebbe opportuno aumentare il tasso di recepimento delle direttive relative agli appalti pubblici, riformare la normativa nei settori dell'energia e dei trasporti e incoraggiare il settore privato a investire nella R&S. Per quanto concerne i mercati dei capitali, il governo dovrebbe attualizzare il quadro cautelativo, stimolare gli investimenti nei fondi propri e il capitale di rischio e promuovere il capitale di rischio in generale. Sul mercato del lavoro, l'Austria dovrebbe riformare il sistema delle prestazioni sociali e delle pensioni, soprattutto per quanto riguarda il prepensionamento, e ridurre l'elevata pressione fiscale sul lavoro.


Portogallo Per il 2000 si prevede un'accelerazione dell'attività economica. Secondo il programma di stabilità, il disavanzo di bilancio dovrebbe ridursi all'1,5% del PIL. Il governo portoghese dovrebbe esercitare un rigoroso controllo sulle spese, per giungere, come minimo, al disavanzo previsto, assicurare che la politica di bilancio aiuti a correggere i principali squilibri economici, e riformare i sistemi sanitario e pensionistico.
Per quanto riguarda il mercato dei prodotti, sarebbe opportuno ridurre gli aiuti di Stato, ravvicinare al diritto comunitario la normativa in materia di concorrenza, semplificare le procedure amministrative e promuovere la R&S e la diffusione delle TIC. Si dovrebbe sviluppare il mercato del capitale di rischio. Per quanto concerne il mercato del lavoro, il governo dovrebbe migliorare l'istruzione e la formazione, potenziare il funzionamento del mercato, in particolare aumentandone la flessibilità, e promuovere la collaborazione tra le parti sociali.


Finlandia Si prevede il proseguire della rapida crescita economica degli ultimi anni. Vi è persino un certo rischio di surriscaldamento. Secondo il programma di stabilità, l'avanzo di bilancio dovrebbe giungere a circa il 4% del PIL nel periodo 2000-2003. Dato il rischio di surriscaldamento, sarebbe opportuno attuare una rigida politica di bilancio, ridurre la spesa pubblica in rapporto al PIL e alleviare la pressione fiscale sul lavoro.
Per quanto concerne i mercati dei prodotti e dei capitali, il governo è invitato a rafforzare la concorrenza in alcuni settori, riformare il diritto in materia di concorrenza, liberalizzare gli appalti dei servizi pubblici, promuovere il capitale di rischio e facilitare gli investimenti degli investitori istituzionali. Sul mercato del lavoro, la Finlandia dovrebbe rivedere il sistema complessivo delle prestazioni sociali, rendere più efficace la ricerca di lavoro e ridurre le imposte, specialmente sui salari bassi.


Svezia Nel 2000 l'economia svedese dovrebbe proseguire nella sua forte crescita. Per raggiungere l'obiettivo del 2% del PIL per l'avanzo di bilancio, il governo dovrebbe rendere ancora più rigorosa la sua politica finanziaria, controllare strettamente le spese e ridurre la pressione fiscale, tenendo conto dell'obiettivo del risanamento del bilancio.
Sul mercato dei prodotti, sarebbe opportuno rivedere la normativa sulla concorrenza in vari settori, in particolare la costruzione, i prodotti farmaceutici e i trasporti ferroviari e aerei. Per quanto concerne i mercati dei capitali, il governo dovrebbe agevolare l'accesso al capitale di rischio. Per migliorare la situazione del mercato del lavoro, la Svezia dovrebbe ridurre la pressione fiscale sui redditi di lavoro e ritoccare i regimi di sovvenzioni e di prestazioni.


Regno Unito Per il 2000 è prevista una crescita economica ancora più dinamica. Per l'esercizio finanziario 1999-2000, l'avanzo dovrebbe raggiungere l'1,3% del PIL. Sarebbe opportuno mantenere sostanzialmente invariata la situazione strutturale delle finanze pubbliche.
Sui mercati dei prodotti e dei capitali, il governo dovrebbe promuovere le iniziative nella R&S e nell'innovazione, investire di più nelle reti stradali e ferroviarie ed esaminare le ragioni degli scarsi investimenti in capitale di rischio da parte dei fondi pensione. Sul mercato del lavoro, il Regno Unito dovrebbe adottare provvedimenti intesi a risolvere il problema delle sacche di disoccupazione che si riscontrano in alcune regioni e località e, in generale, il problema della disoccupazione di lunga durata.





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