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Corso di Diritto Comparato-Forme di Stato e Forme di Governo - Forme di StatoCorso di Diritto Comparato-Forme di Stato e Forme di Governo - Forme di Stato

diritto



Corso di Diritto Comparato-Forme di Stato e Forme di Governo

Forme di Stato

U.S.A-CARATTERE PLURALISTA

IL modello federale degli stati uniti è stato alla base un modello confederativo stipulato con la dichiarazione di indipendenza il 4/07/1776 ma tale assetto risultò presto insoddisfacente e così nel 1787 i 13 nuovi stati inviarono i propri delegati a Philadelphia per migliorare gli articoli della confederazione, i delegati si spinsero più in là del loro compito assegnato e giunsero all' approvazione di una vera e propria costituzione federale. La costituzione che se ne ricavò da tale incontro è rimasta inalterata fino aggi ma nel 1787 è stata oggetto di un dibattito implicito all' elezione delle assemblee: il confronto verteva tra i sostenitori del federalismo che cercavano di promulgare il nuovo testo costituzionale e chi sosteneva l' assetto confederativo, lasciando inalterato lo statuto. Tra i primi vi erano i grandi proprietari terrieri e gli industriali che con un governo forte avrebbero prosperato mentre tra i secondi vi erano i piccoli proprietari terrieri e gli artigiani che ritenevano che sarebbero stati meglio tutelati da un governo di marcatura più locale. Tale situazione creava problematiche estese e relative ad ambiti legislativi, esecutivi e giudiziari che nella storia giurisprudenziale americana hanno modificato parzialmente la visione costituzionale:

Sovranità stati/unione: in alcuni articoli scritti sul "Federalist" Madison analizza che nonostante la natura federalista che si intendeva conferire all' unione i singoli stati membri avrebbero mantenuto la loro sovranità(tale tesi è stata contraddetta dalla dottrina europea che ha una visione pura del federalismo: il trasferimento dei poteri deve essere totale, una volta avvenuto la sovranità è del governo centrale); nella storia giurisprudenziale americana la corte suprema ha mostrato di seguire alternativamente l' indirizzo di sovranità nulla e invece in altri casi che essi mantenessero un residuo di sovranità.



Sentenze famose: sent Chisholm vs Geogia 1793: la corte suprema decreta che la Georgia non può dirsi stato sovrano e che essa deve sottostare alle decisioni dei giudici federali. Tale sentenza però provoco innumerevoli proteste e fu approvato il IX emendamento in base al quale il potere giudiziario federale degli stati non può essere chiamato a decidere in qualsivoglia processo iniziato o proseguito contro uno degli stati uniti da cittadini di un altro stato o da cittadini o sudditi di un altro stato estero, la corte suprema segnò il passo con la sent Cohens vs Virginia 1821 con cui si confermò l' appartenenza della sovranità soltanto all' unione e di conseguenza la propria competenza a giudicare tali controversie nonostante il IX emendamento. Anche se un residuo di sovranità viene affermato nella sent Cole vs Smith del 1911.

Ripartizione poteri federazione/stati: la costituzione americana cita che i poteri delegati al governo sono pochi e definiti mentre quelli che rimangono ai singoli stati sono numerosi e indefiniti. In questo modo si manifesta il problema di ripartizione dei poteri tra stati e governo centrale che viene risolta con una definizione positiva dei poteri individuati per il governo centrale mentre si determina in via residuale e con competenza generale il potere da attribuire ai singoli stati(al contrario del nostro sistema giuridico),

In base a queste tesi Madison conclude che i delegati non sarebbero andati al di là del compito affidato , che consisteva in un miglioramento degli articoli della confederazione perché essi non avrebbero fatto altro che rafforzare i poteri originari già presenti nel sistema di governo anziché in una creazione di nuovi poteri.

I poteri prescritti nel testo costituzionale americano incontrano una particolare innovazione unica e tipica del sistema americano:i poteri impliciti. I poteri impliciti nascono in relazione al caso Mc Culloch vs Maryland 1819 e sono lo specchio dell' estensività della costituzione americana: Marshall sostiene che l' attribuzione dei poteri impliciti all' unione è volutamente tracciata solo nelle linee essenziali così da adattarsi all' evolversi delle circostanze nei secoli, la clausola dei poteri impliciti è dettata all' art I sez 8 cost in base al quale l' unione è libera di utilizzare tutti i mezzi che ritiene necessari per dare attuazione alle decisioni prese in virtù dei poteri ad essa espressamente conferiti(nel dispositivo della sent precedente si precisa che l' inciso necessario non è indispensabile ma deve essere interpretato come utile). Lo sviluppo della clausaola 131d31b dei poteri impliciti è avvenuto in conseguenza del superamento del dual federalism da parte della concezione liberale e dall' adozione del federalismo operativo, che implica la necessità di una maggiore collaborazione tra il livello centrale e le diverse autonomie e che ha condotto in molti casi, ad una ripartizione delle competenze basata soprattutto sul principio del concorso dei 2 livelli. Mc Culloch vs Maryland contiene poi l' importante affermazione della supremazia del diritto fedetrale sul diritto dei singoli stati, come stabilito all' art VI comma 2 cost già affermata qualche anno prima nel caso Martin vs Hunter's Lessee del 1816 in cui la corte suprema affermò che le decisioni dei giudici statali debbano essere prese anche in base alla costituzione, le leggi ed i trattati degli stati uniti come legge suprema del paese e si prescrisse di operare un controllo di tutte le decisioni giudiziarie degli stati uniti al fine di assicurare uniformità al dispositivo.

Oltre alla clausola dei poteri impliciti l' altra innovazione legislativa che distingue fortemente la carta costituzionale americana è l' adozione all' art I sez 8 cost della clausola del commercio, la vita giurisprudenziale di tale articolo rispecchia la trasformazione dello stato americano( e quindi i diversi orientamenti della corte suprema) dal dual federalism al cooperative federalism. Nella sent Hammer vs Dagenhart del 1918 in base ad un dibattito sulla legittimità costituzionale di una legge del 1916 sul commercio interstatale di prodotti industriali e età lavorative dei bambini la corte suprema ha giudicato tale legge incostituzionale in quanto il congresso avrebbe utilizzato il potere di regolamentazione del commercio interstatale in modo improprio ovvero ingerendo con la prerogativa di regolamentazione dei singoli stati nelle materie di lavoro e produzione industriale. A conclusioni diametralmente opposte arriva la corte suprema nella sent stati uniti vs darby del 1940 in cui la corte suprema doveva giudicare il fair labour standard act del 1938, con il quale il congresso aveva introdotto disposizioni volte a garantire un salario minimo ai lavoratori e un massimale per le ore di lavoro, dichiarando legittima tale legge. L' accostamento di queste due pronunce ci permette di notare l' affermazione storica del welfare state per cui è stato necessario modificare l' intervento statale nel campo economico e sociale. La sent Hammer vs Dagenhart rispecchia paradigmaticamente la concezione dualistica del federalismo in base al quale tra il livello centrale e quello locale si ha una separazione verticale dei poteri mentre, soprattutto a partire dal 1933 con il New Deal di Roosevelt si rendeva necessario una coordinazione tra potere centrale e stati membri. Il sistema attualmente in uso è grossomodo immutato anche se in generale agli organi degli stati membri rimangono sempre affidati compiti prevalentemente esecutivi degli indirizzi disposti a livello centrale per cui sarebbe più cerreto parlare di federalismo di esecuzione.

Negli anni 70 del secolo scorso si pone nuovamente il problema della salvaguardia della sovranità degli stati e quindi della divisione delle competenze tra la federazione e gli stati membri per verificare il grado di autonomia lasciato alle diverse entità componenti la federazione. Il campo di definizione di tale problema si sposta allora sul differente bilanciamento che viene fatto della clausola del commercio art I sez 8 cost e del X emendamento approvato nel 1791  in relazione al fair labour standard act(FLSA), tale problema si è rivelato spinoso per l' esiguità della maggioranza in ogni decisione e polemiche relative ad i 2 casi. A seguito di modifiche approvate nel 1974 l' FLSA venivano estese le norme sul salario minimo a tutti gli stati, nella sent National league of cities vs usery si richiamava al X emendamento o clausola dei poteri residui dove si affermava che i poteri non delegati dalla costituzione al governo centrale e da essa non vietati sono riservati ai rispettivi stati, ma la corte suprema dichiara incostituzionale le disposizioni del ricorrente perché un tale utilizzo della clausola violerebbe gli aspetti tradizionali della sovranità statale. In questa sentenza la corte suprema ribadisce la concezione federalistica duale che era stata ormai abbandonata da molto tempo. A conclusioni opposte arriva invece nella sent Garcia vs San Antonio dove si affermava che le disposizioni del FLSA sono state legittimamente approvate dal congresso, in conformità con la clausola del commercio e la corte riconosce l' errore nella precedente sentenza definendo che i criteri di ripartizione della sovranità non sono così certi e che il potere giudiziario non deve poter stabilire quali attività possono cominciare gli stati.

Una altro caso che interessa la sovranità tra stati e governo centrale è il caso Prinz vs Stati Uniti per cui la corte suprema ha giudicato in ordine alla costituzionalità del brady act, una legge federale del 1993 in base alla quale, in attesa di un sistema nazionale sul controllo delle armi: le forze di polizia degli stati avrebbe dovuto effettuare determinati controlli sulle persone che avessero voluto acquistare una pistola. Sulla base di una ricostruzione storica fondata su leggi precedenti la corte ha concluso che la disciplina sancita dal brady act era incostituzionale riaffermando la disciplina del principio di doppia sovranità e l' esclusione dell' applicazione della clausola del commercio: la corte ribadisce, nella sent perez vs stati uniti 1971 che , sebbene gli stati abbiano ceduto molti dei poteri al governo federale essi mantengono una residua ed inviolabile sovranità; per ciò che concerne la clausola del commercio la corte ha prescritto che interessa tale settore tutte le attività che concernono il commercio(in generale) ma stavolta la corte ha ritenuto che l' unica legge che può dare esecuzione alla clausola del commercio è una legge conforme al principio di sovranità statale.


CANADA-CARATTERE PLURALISTA

La peculiarità dello stato canadese consiste di aver sempre avuto, fin dalla sua nascita due etnie fondate sulla differenza linguistica e sociale, generalmente nell' Upper Canada vi era un maggiore insediamento di anglofoni mentre nel Lower Canada di canadesi francofoni, vi sono sempre stati conflitti tra una popolazione e l' altra, la politica di divisione non ebbe effetto così nel 1841 il parlamento britannico adottò lo Union act con l' intento di cercare di fondere le due comunità. Ma neanche tale politica ebbe esito positivo per cui il legislatore londinese decise di approvare il British north america act del 1867 con cui venne creato uno stato federale composto di 4 province(tre a maggioranza anglofona e il Quebec) e caratterizzato da una forte accentuazione dei poteri delle autonomie: la soluzione federale si basava sulla ripartizione delle competenze legislative alla luce di un doppio catalogo, l' uno riservato alle materie relative alla federazione e l' altro a quelle materie delegate alle provincie. Le attribuzioni erano in linea di principio , di tipo esclusivo, anche se non mancavano materie in cui le competenze erano concorrenti(come l' immigrazione e la tassazione etc). Per ovviare alle possibili lacune del sistema era previsto che la competenza nelle materie non regolate fosse della federazione, inoltre ad ulteriore correttivo era consentito al potere centrale di intervenire sovrapponendosi alla disciplina della provincia qualora ciò si rendesse necessario, veniva concesso alle provincie un' ampia autonomia organizzativa e il potere giudiziario era gestito dalle provincie ma la vertice del sistema vi era la corte suprema, di giurisdizione federale. Tale sistema iniziò ad incrinarsi già tra il XIX e il XX secolo : i poteri della federazione andarono espandendosi a scapito di quelli dalle provincie per cui si formò una netta contrapposizione tra potere centrale e la provincia francofona, parallelamente le altre provincie anglofone manifestarono una crescente intolleranza nei confronti delle minoranze francofone, le quali si videro proibire il diritto di utilizzo della propria lingua. Neanche l' indipendenza dalla Gran Bretagna del 1931 portò sostanziali mutamenti per cui la seconda metà del XX secolo ha visto inasprirsi la spaccatura nel paese: esemplare è il fatto che il Quebec non abbia ratificato la nuova costituzione federale trasfusa nel constitution act del 1982, già a partire dal 1980 il Quebec aveva organizzato un primo referendum volto a raggiungere l' indipendenza ma dalla consultazione popolare si ebbe il 60% dei contrari, gli anni 90 hanno visto crescere ancora le adesioni al movimento indipendentista ed a livello politico nel 1994 alle elezioni provinciali il "Parti Quebequois". Nel 1995 è stato proposto un nuovo referendum indipendentista ma il risultato è rimasto uguale al precedente anche se il margine dei voti è stato minimo(di circa 50000 votanti) su un' affluenza superiore al 90%, risultati che lasciano un' evoluzione politica. Nel 1998 la corte suprema federale era stata investita dal governatore riguardo a 3 questioni imperniate sulla possibilità per gli organi del potere legislativo e dell' esecutivo provinciale del Quebec di procedere unilateralmente alla secessione dal resto del Canada: la corte ha rigettato l' istanza in base al fatto che il principio democratico di maggioranza popolare non è sufficiente, di per se a legittimare un comportamento che andrebbe contro i precetti costituzionali, la pronuncia del popolo del Quebec ha valore prettamente politico di rendere ingiustificato il diniego apposto dalle altre provincie ad una secessione. La corte suprema ha anche escluso che il diritto all' autodeterminazione del popolo del Quebec dato che tale diritto è riconosciuto solo a popoli oppressi o colonizzati da stranieri dato che la condizione di oppressione sarebbe smentita dal fatto che la partecipazione provinciale del Quebec è paritaria rispetto alle altre partecipazioni provinciali canadesi.

GERMANIA-CARATTERE PLURALISTA

Sui rapporti tra federazione e lander la prima sentenza meritevole di essere esaminata è la 25/1951 sul caso dei lander sud occidentali: 3 lander decisero di riunirsi come previsto dalla legge fondamentale, falliti i primi accordi trilaterali la federazione emanò 2 leggi federali che intendevano accelerare il processo di fusione, una in cui si prorogavano le legislature dei due lander interessati all' accordo, al fine di evitare che nuove elezioni mettessero in discussione le intese preliminari intercorse(tale pronuncia è stata oggetto di incostituzionalità) mentre con la seconda si precisavano le procedure cui sarebbe assoggettata la proposta di fusione. Entrambe le leggi furono impugnate dal governo del land Baden, che era contrario alla fusione. La decisione della corte ha risolto parzialmente la questione(è avvenuta modifica degli art 79,118 e 29 della legge fondamentale nel 1969 e 1976) ingerendo in maniera equilibrata nel conflitto tra la federazione e gli stati: tale carattere è sicuramente speciale rispetto a tutti gli altri paesi. Riguardo ai rapporti tra bund e lander è doveroso menzionare la sentenza riguardo al caso radiodiffusione dove il cancelliere federale Adenauer ed il ministro federale degli interni, dopo aver consultato i governi di alcuni lander costituirono una società a responsabilità limitata, il land di Amburgo e il land dell' Assia presentarono tuttavia dei ricorsi in via principale alla corte di Karlssruhe chiedendo di dichiarare la costituzione della società e l' avvio dell' organizzazione come atti lesivi della libertà di radiodiffusione, della norma costituzionale che attribuisce tutti i poteri non riservati alla costituzione ai lander, della norma costituzionale che limita il potere della federazione di istituire nuovi enti a materie per le quali dispone di una competenza legislativa, nonché del principio costituzionale generale della lealtà federale. La corte ritenne ammissibili entrambi i ricorsi, accogliendo il primo e dichiarando con il secondo incostituzionale nella parte in cui riserva il diritto esclusivo di costruire e gestire impianti eminenti di radiodiffusione fondando le sue motivazioni su principi di leale fedeltà e amichevole operazione, che implicano un federalismo fondato più sulla cooperazione e sull' accordo che sulla separazione rigida delle competenze. Il terzo caso è noto come Bundesrat Urteil del 1974 e riguarda i poteri del bundestrat nei confronti delle leggi federali votate dal bundestag. Dato che il bicameralismo tedesco è imperfetto ed il bundestag è la camera forte a livello federale(tutte le leggi emanate dal bundestag sono trasmesse al bundesrat, che può solo ritardare l' approvazione delle leggi) ma nelle leggi che interessano i lander al bundestag è necessario il consenso del bundesrat(per cui si sono avuti contenziosi nelle materie di confine): tale sistema ha comportato la nascita di due maggioranze al bundestag e al bundesrat e di un consociativismo di fatto: paradigmatica è la sent 25/1974 della Corte poiché nega la necessità del consenso da parte del Bundesrat nella materia delle pensioni, infatti con questa sentenza la corte prescrive che il principio di corresponsabilità vale allorquando il bundestag attua modificazioni sostanziali alle leggi che avevano avuto già il consenso del bundesrat(per cui il principio di corresponsabilità deve essere inteso in maniera sostanziale e non formale). Molte critiche sono state mosse da giuristi vari tra cui Giger che sostengono che vietare al bundesrat di esprimere il proprio voto significa impedire sostanzialmente ai lander di esprimere la proprio posizione.

BELGIO-CARATTERE PLURALISTA

La costituzione belga del 1831 ricalca quasi perfettamente il modello di stato napoleonico profondamente accentrato di concezione francese: se per oltre 1 secolo tale forma di governo non ha proposto particolari problemi anche se, come il Canada vi sono sempre stati vari gruppi sociali con proprie e significative differenze, al crescere degli attriti tra le varie comunità è stato necessario procedere ad un decentramenti amministrativo e governativo. Proprio per questo fatto il Belgio si inizia a differenziare paiano piano dal modello francese(in cui solo il decentramento amministrativo è fattibile) e si costruisce il nuovo ordine costituzionale con delle "ondate riformatrici": la prima negli anni 70 quando vengono riconosciute 4 regioni linguistiche(art 4 cost), 2 delle quali vennero elevate a grado di regione istituzionale. Ma la non perfetta corrispondenza tra le area linguistica e territorio istituzionale portò alla formazione di 3 differenti aree linguistiche(vallone, fiamminga e germanofona).  Negli anni 80 tali istituti ebbero un grande sviluppo per cui si rese necessario aumentare il gettito verso le entità periferiche: il governo emanò la L spec 1989 con cui veniva razionalizzato il sistema fiscale e cercava di riequilibrare la sperequazione tra nord, economicamente più prospero e il sud del paese. Tale decentramento però è stato la base di una riforma costituzionale che ha portato il Belgio ha strutturarsi come uno stato federale caratterizzato da:

Doppio binario legislativo,

Asimmetricità,

Nel sistema convivono istanze periferiche di tipo linguistico con istanze di tipo territoriale, al cui interno viene eletto un consiglio, di fronte al quale è responsabile il governo. La ripartizione delle sfere di competenza tra il centro e la periferia è basata su un sistema di competenze esclusive, le quali vengono distribuite secondo lo schema dell' attribuzione alla federazione di specifiche competenze ed agli enti periferici di quelle residuali. Inoltre l' equilibrio tra la federazione e le entità federate viene garantito a livello centrale da istituti come la Court d' arbitrage il cui compito è quello di dirimere i conflitti di attribuzione tra gli enti mentre a livello governativo l' equilibrio è mantenuto di fatto dall' ugual numero di ministri di espressione francese e fiamminga.

Il Belgio ha un sistema parlamentare di tipo bicamerale imperfetto(come la Germania) per cui la camera dei rappresentanti è eletta a suffragio universale diretto con sistema proporzionale, è rimasta l' unica ad avere poteri politici mentre il senato è ricondotto al ruolo di camera di riflessione e rappresentazione. Entrambe le camere sono suddivie nei gruppi linguistici francese e neerlandese(vallone) i quali di fronte a proposte di leggi che possono portare grave danno alla relazione tra le due comunità hanno il potere di emanare la sonette d' allarm, che ha l' effetto di sospendere l' esame del testo, in attesa che il consiglio dei ministri fornisca il proprio parere, parere sul quale la camera interessata è chiamata a pronunciarsi.

SPAGNA-CARATTERE PLURALISTA

La Spagna è tornata ad un regime democratico dopo il pluridecennale regime fascista con la Costituzione del 1978, tale documento ha innovato profondamente il quadro politico ridistribuendo il potere territoriale. Infatti la Spagna storicamente aveva sempre conservato un assetto fortemente centralistico ma con l' art 2 cost si è voluta sottolineare il diritto all' autonomia delle nazionalità e delle regioni che compongono il paese. Il modello spagnolo è di tipo regionale ma con peculiarità rispetto al modello italiano o tedesco: la differenza principale risiede soprattutto nel metodo di formazione delle comunidades che varia rispetto alla diversa "velocità" nel raggiungere la massima autonomia possibile. Il principio di dispositivo fissato in favore delle comunidades autonome è limitato però dalle disposizioni costituzionali e dal potere legislativo del parlamento, tale complesso normativo costituisce il cosiddetto blocco di costituzionalità, enucleato dalla giurisprudenza costituzionale a partire dalla sent 10/1982, che ha funzione di parametro di giudizio di costituzionalità. Il riconoscimento dell' autonomia delle comunidades spagnole ha portato i giudici della corte costituzionale a formulare sentenze riguardo all' art 3 cost in cui si prevede che il castigliano è la lingua ufficiale di tutti gli spagnoli, che hanno il dovere di conoscerla e il diritto di usarla ma alle comunidades è possibile affiancare al castigliano, attraverso una revisione statutaria una o più lingue ufficiali. La sent 337/1994 giudica sulla costituzionalità di alcune disposizioni di legge riguardo all' insegnamento della lingua ufficiale castigliana e dell' altra prevista dallo statuto. Il tribunale costituzionale ha rigettato la posizione del giudice ritenendo inesistente il diritto esposto perché secondo la costituzione è sufficiente che non sia vietato lo studio della lingua castigliana, anche se tale sentenza non fu unanime. Con una legge del 1998 relativa alla politica linguistica la generalidad catalana ha definito che il castigliano e il catalano sono le lingue ufficiali di tale regione in cui i cittadini hanno il diritto di usare l' una o l' altra in tutti gli ambiti, da quello amministrativo a quello scolastico etc.

FRANCIA-CARATTERE PLURALISTA

La Francia costituisce tradizionalmente uno dei più tipici esempi di Stato unitario fortemente accentrato, nel quale assai limi tate sono le prerogative di cui godono gli enti rappresentativi delle comunità locali, la v Repubblica e la nuova costituzione ha iniziato un decentramento verso un 'articolazione localistica dei poteri, ai sensi dell' art 72 cost la costituzione riconosce espressamente i comuni, i dipartimenti e i territori d' oltremare come comunità territoriali, sancendo la possibilità al legislatore ordinario di sancirne di nuovo;le collettività si amministrano autonomamente, mediante consigli composti di membri elettivi e secondo le condizioni previste dalla legge. Con tale raffronto si nota che solo alcune collettività trovano quindi una tutela a livello costituzionale perché altre sono una mera emanazione del potere legislativo ma di fatto le due categorie sono parificate. Dagli anni 80 la politica nazionale è stata intesa per favorire il decentramento amministrativo: la creazione delle regioni nel 1982 è stata una grande innovazione del primo settennato di Mitterand; sempre in tale anno si istituiva con la l 91-428/1982 la Corsica, una regione con competenze differenti e con un margine di autonomia più marcato rispetto ad una regione ordinaria. Tale legge è stata sottoposta allo scutinio del conseil costitutionel, per cui il giudice ha ritenuto tale legge non conforme alla costituzione ma di fatto ha lasciato inalterato l' impianto organizzativo predisposto. Infatti viene censurato il testo legislativo nella parte in cui afferma l' esistenza di un popolo corso, visto come una componente di quello francese, ponendo in evidenza il fatto che, a partire dalla dichiarazione dei diritti dell' uomo l' unico popolo ritenuto esistente in Francia è quello francese, per cui riconoscere un popolo corso avrebbe potuto dare adito a differenziazioni, e quindi discriminazioni. L' interpretazione della dottrina porta a ritenere un' opinione contraria alla giurisprudenza costituzionale, infatti è ammissibile che il legislatore crei sistemi istituzionali particolari, non soltanto per la Corsica ma per qualsiasi collettività. Ciò comporta l' erosione, almeno implicitamente del principio del' indivisibilità su cui poggia la Francia, secondo cui l' unità del potere normativo e la necessità di un' identità istituzionale tra le varie aree territoriali sono i necessari corollari. Dal 1991 dei 2 resta solo il primo.

U.S.A-EVOLUZIONE DELLO STATO LIBERALE IN STATO SOCIALE

La conquista dello stato sociale moderno è temporalmente abbastanza recente perciò è naturale che la costituzione americana sia sprovvista di tali contenuti come l' istruzione pubblica o la salute. In materie fondamentali come queste è stato applicato il meccanismo tipico ed analogo a quello adottato per la commerce clause: l' elasticità. Tale carattere della costituzione americana permette l' adeguamento al mutare dei tempi senza la necessità di ricorrere al procedimento di revisione ed è uno strumento particolarmente rapido ed efficiente che ha assunto vari caratteri durante la storia americana. Fino agli anni 30 in materia di stato sociale è stata prevalente la dottrina del laissez faire, fondata sull' idea hobbsiana di uno stato neutrale e attendista, fondamentale per tale impostazione risulta la sentenza Lochner 1905 sulla libertà di contrattazione: allo stato non sarebbe consentito limitare la libertà di contratto delle parti se non eccezionalmente, per esigenze di protezione della salute, del benessere e della moralità delle collettività e di protezione dalle attività criminali. La dottrina si fondava sula fiducia dei giudici nella legge naturale dell' economia descritta e dagli autori classici(Smith tra i primi). I giudici nella sentenza Lochner ricorsero alla lettura estensiva degli emendamenti V e XIV, i quali impediscono la privazione della libertà o della proprietà senza dual processo of law; in tale sentenza la corte suprema dichiarò illegittima una legge dello stato di New York che limitava l' orario di lavoro per i panettieri a 10 ore il giorno(i sostenitori volevano assicurare maggiore sicurezza e salute dei lavoratori mentre gli avversari accusavano un' indebita ingerenza nel mercato del lavoro da parte del potere legislativo), con l' opinione dissenziente del giudice Holmes secondo cui la costituzione non incorpora una teoria economica, quindi non sarebbe stata giuridicamente corretta la motivazione degli altri giudici.

La dottrina di libertà di contratto venne attaccata duramente dal presidente Roosevelt negli anni 30 e fu in seguito abbandonata, con il New Deal lo stato diveniva interventista nei principi e nelle singole esperienze economiche della vita economica e sociale, questo scatenò una guerra tra Roosevelt e la corte suprema. Nel caso Butler 1936 fu ritenuto non conforme alla costituzione l' AAA del 1933, che rappresentava uno dei maggiori sforzi governativi per mitigare la crisi del settore agricolo provocando l' aumento dei prezzi dei prodotti mediante la limitazione della produzione. La corte espresse il dispositivo con la motivazione che L' AAA invadeva i poteri riservati agli stati si sensi del X emendamento. La guerra tra presidente e corte suprema ebbe un risvolto pubblico dato dai media e con le elezioni del 1936 l' opinione pubblica si pronunciò in maniera quasi plebiscitaria in favore di Roosevelt, cosa che indirettamente segnò la sconfitta della posizione della corte suprema. La giurisprudenza costituzionale cambiò radicalmente con la sentenza West coast hotel del 1937 con cui la corte dava avvio alla piena esplicazione del piano roosveltiano: la libertà di contratto non era illimitata ma poteva essere assoggettata ad una ragionevole regolamentazione nell' interesse della collettività, infatti la limitazione della libertà di contratto operata dalla legge al fine di proteggere il lavoro femminile era, ad avviso della corte ragionevole. Radicale è il cambiamento della giurisprudenza costituzionale: la corte abbandona la precedente posizione di judicial activism per assumere una posizione di rispetto verso il potere legislativo. Per non evitare un clientelismo però la corte distingue nella sentenza Carolene 1938 che in alcuni casi sia da operare un sindacato più leggero e superficiale, dove la legge in questione non leda un preciso precetto costituzionale e l' applicazione di essa sia di utilità per il paese mentre dove la legge leda una prescrizione costituzionale il sindacato della corte deve essere effettuato in maniera più puntuale e precisa.

FRANCIA- EVOLUZIONE DELLO STATO LIBERALE IN STATO SOCIALE

L' ordinamento francese è caratterizzato da una continua successione di testi costituzionali nel corso degli ultimi 2 secoli, riguardo all' evoluzione dello stato sociale la dottrina costituzionale transalpina prevede 3 momenti essenziali:

Il primo corrisponde alla dichiarazione dei diritti dell' uomo e del cittadino avvenuta nel 1789, nella quale vengono riconosciuti quelle situazioni giuridiche tipiche di uno stato liberale: uguaglianza formale, libertà individuale, proprietà, sicurezza, resistenza all' oppressione;

Il secondo si colloca nella III repubblica in cui vengono ampliati i diritti costituzionalmente garantiti come la libertà di associazione e di riunione,

Il terzo corrisponde alla fine della seconda guerra mondiale dove iniziano ad essere garantite tutte le situazioni giuridiche soggettive che caratterizzano il welfare state. Il testo costituzionale elaborato prevedeva un ampio catalogo di diritti che integravano quelli liberali del 1789. Sottoposto a referendum il progetto di costituzione non venne approvato dal corpo elettorale, per cui si formò un' altra assemblea costituente che produsse un altro documento costituzionale(stavolta approvato dai cittadini), con una posizione più moderata dove la marcazione dei diritti era più mitigata. La vera differenza dal precedente consisteva nel fatto che i diritti economici e sociali erano stati collocati nel preambolo, a differenza di prima che erano nell' articolazione: tale espediente permetteva di negare l' immediata forza precettiva di tali diritti;

Con l' avvento della V repubblica il preambolo venne mantenuto ed ha assunto un ' importanza cruciale a partire dagli anni 70 ovvero da quando il Conseil costitutionel ha riconosciuto il valore normativo ai testi richiamati dal costituente del 1958 pertanto sono state costituzionalizzate le situazioni più tipiche del welfare social come il diritto ad ottenere un impiego, libertà sindacale, diritto di sciopero etc.

Come accaduto con la corte suprema in Usa durante il primo new deal il consiglio costituzionale francese ha avuto anche un periodo di contatto e opposizione con il poter politico, ciò è accaduto soprattutto durante gli anni 80 quando ha avuto inizio l' alternanza delle coalizioni al governo del paese. La prima delle quali si riferisce all' autunno del 1981 in cui il nuovo governo di sinistra vara una legge, in opposizione ai partiti di destra sulle nazionalizzazione delle imprese, questi ultimi investono il consiglio costituzionale in due riprese: con la prima(dic 1981) la legge venne cassata e il governo dovette riformulare una nuova proposta di legge, che anche questa fu investita al consigli, che la approvò. Il consiglio basò la sua pronuncia sul fatto che la libertà d' impresa è un diritto costituzionalmente garantito ma al contempo sono concesse tutele solo contro restrizioni arbitrarie ed abusive, implicitamente consentendo gli interventi in senso restrittivo che possano giustificarsi in base agli interessi pubblici.

Anche per il diritto di proprietà viene affermato il valore e la tutela costituzionale: tale diritto massimamente ampliato ma non è assoluto, infatti la giurisprudenza costituzionale francese ha sviluppato negli anni 2 limiti: oneri e vincoli che non incidano su di esso in modo da snaturarlo e negli interventi pubblici che integrano uno spossessamento giustificato da necessità di ordine pubblico e mitigato da un giusto e previo indennizzo(come nel cc). E' alla luce di tali parametri che deve essere valutata la legittimità costituzionale delle nazionalizzazioni, infatti nel 1982 il consiglio costituzionale afferma che il legislatore ha un potere discrezionale di prescrivere la nazionalizzazione e di stabilire l' ambito entro il quale procedere: il consiglio non va neppure a sindacare la legittimità specifica dell' atto perché basta appellarsi a tali parametri, formalmente e sostanzialmente rispettati per determinare la legittimità dell' atto(in aggiunta a ragioni di ordine pratico come il fronteggia mento della crisi economica in atto). Quando nel 1986 il governo era di centro destra lo stesso consiglio venne investito da parlamentari socialisti su una legge di privatizzazione delle imprese pubbliche, in tale decisione il consiglio, operando il principio del parallelismo decreta che allo stato deve essere corrisposto un indennizzo pari al valore del bene privatizzato come se fosse un soggetto giuridico singolo. Con tali decisioni dunque si è cercato di sottolineare che per lo stato francese l' attività pubblica viene mantenuta, tutelata e confermata solo in quei settori in cui essa appaia insostituibile, il consiglio costituzionale lascia poi un ampio margine di manovra con riguardo agli altri settori, nei quali può intervenire o stato oppure può lasciar dispiegare la libera iniziativa privata.

GERMANIA- EVOLUZIONE DELLO STATO LIBERALE IN STATO SOCIALE

I caratteri dello stato sociale realizzato in Germania nel secondo dopoguerra costituiscono il modello di riferimento fondamentale nell' attuale contesto europeo, avendo trovato piena attuazione nella clausola costituzionale dell' art 20.1. Importante ai sensi delle decisioni costituzionali risulta la sent 1970 sulla costituzionalità delle previsioni di codeterminazione, che prevedevano la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori negli organi di gestione delle aziende ed il loro coinvolgimento diretto nella conduzione delle imprese(Talaltro ritenute costituzionali).

SPAGNA- EVOLUZIONE DELLO STATO LIBERALE IN STATO SOCIALE

L' art 1.1 della cost spagnola configura la Spagna come stato sociale democratico di diritto, che propugna come valori superiori del suo ordinamento giuridico la libertà, la giustizia, l' uguaglianza e il pluralismo politico. La formula stato sociale può valere ad indicare un dato rapporto tra i cittadini o più specificatamente , lo Stato la cui costituzione riconosce l' esistenza di diritti sociali ma qualche parte della dottrina sostiene che la nozione "stato sociale" sia una parola vuota di significato perché è sempre il legislatore ordinario che decide se e come attuare i precetti, ancorché siano previsti a livello costituzionale, secondo Giannini le formazioni positive seguono proprie linee di sviluppo, che trovano nei testi costituzionali degli enunciati molto spesso vessillari. Ma nella Spagna, come in ogni altro stato che conosca il controllo di costituzionalità delle leggi è interessante osservare il legislatore ordinario che ha il compito di intervenire nel processo economico sociale. Tra i diritti affermati e garantiti dalla costituzione spagnola alcuni sono direttamente azionabili dai titolari e vincolanti per il legislatore, altri invece sono garantiti per interpositio  legislatoris(per cui non sono qualificati direttamente come diritti soggettivi). Questi ultimi costituiscono delle linee guida per la pubblica amministrazione e per i giudici, i quali sono tenti ad interpretare tutte le norme dell' ordinamento nel modo più favorevole all' efficacia dei valori contenuti nelle previsioni costituzionali. L' enunciazione in costituzione di un diritto prevede il suo contenuto essenziale, dunque i limiti sostanziali non limitano effettivamente l' esercizio di tale diritto ma ne descrivono i modi di utilizza giacché il diritto in questione essendo costituzionale è anche illimitato(diritto di sciopero 28.2 cost).

Forme di Governo

GOVERNO PRESIDENZIALE

Il modello presidenziale trova la sua realizzazione nell' ordinamento statunitense, la forma di governo è ispirata ad un equilibrio dualista, in virtù del quale il potere esecutivo viene affidato ad un presidente dotato di legittimazione democratica a seguito di un sistema elettorale molto complesso(dalle primarie fino all' elezione bipolare), il potere legislativo viene affidato ad un parlamento(chiamato congresso) composto da 2 camere, la camera dei rappresentanti e quella del senato. Il regime statunitense realizza fedelmente il principio Montesquiano della separazione dei poteri soprattutto per ciò che riguarda la divisione tra esecutivo e legislativo: la mancanza dell' istituto della fiducia parlamentare e del parallelo potere presidenziale di sciogliere le camere ne sono un dato paradigmatico. In questo sistema i costituenti americani riuniti a Philadelphia hanno combinato il principio della divisione dei poteri con delicati congegni riequilibrativi, mediante i quali si è voluto evitare che i diversi organi costituzionali risultassero tra loro del tutto indipendenti o svincolati potendo invece condizionare l' azione degli altri.

Il Congresso ha il potere di condizionamento sulla funzione esecutiva attraverso un meccanismo chiamato "legislative veto", adottato a partire dagli anni 30 e divenuto molto frequente negli anni 70 tale istituto permette al Congresso di delegare ampi poteri(emanazione di atti normativi con forza di legge) agli organi della pubblica amministrazione(quindi al potere esecutivo) ma che consente al congresso di annullare l' esercizio del potere delegato alla pubblica amministrazione senza la contestuale approvazione di una nuova legislazione oppure di abrogare quella già in vigore. In sostanza tale meccanismo ha creato una situazione in cui le proposte delegate al potere esecutivo acquistavano efficacia normativa solo se, decorso un certo periodo il Congresso non le avesse respinte in maniera espressa oppure se le camere le avessero approvate(ipotesi meno frequente). Tale prassi ha sollevato dubbi di legittimità costituzionale soprattutto quando a porre il veto sia uno solo dei 2 rami del Congresso, si è osservato come esso violasse la regola stabilita all' art I cost per cui la funzione legislativa spetta congiuntamente ad entrambe le camere. Si è anche evidenziato come la prassi in esame risultasse in contrasto con la presentment clause contenuta nel paragrafo 7 per cui qualsiasi progetto di legge approvato da entrambe le camere deve essere presentato, prima di divenire legge al presidente. Su tale argomento si è pronunciata la corte suprema nel 1983 nel caso Immigration and naturalism Vs Chada, decisione nel quale è stato dichiarato incostituzionale il veto legislativo. La vicenda che ha dato origine ala causa si collegava con l' ingresso negli stati uniti di Chada, un indiano con passaporto britannico che trattenutosi un po' di tempo in più u suolo americano era stato vittima del provvedimento si espulsione della Ins, il dipartimento dell' immigrazione; il giudice d' immigrazione investito del caso aveva rilevato che, appellandosi INAct aveva però rilevato che ricorrevano i requisiti per sospendere la deportazione, ma tale provvedimento di sospensione della deportazione risultava essere sottoposto al veto legislativo del congresso, la camera dei rappresentanti decise di invalidare l' atto sortendo l' effetto di annullare l' ordine di deportazione, considerando la propria decisione come non legislativa, astenendosi di trasmetterla al senato e al presidente. La corte decide che l' atto posto in essere dalla camera dei rappresentanti era invece essenzialmente legislativo nello scopo e negli effetti, palesandosi in grado di alterare i diritti e i doveri delle persone, come tale avrebbe dovuto essere adottato nel rispetto dei requisiti procedurali stabiliti dalla costituzione. Un' altra sentenza della corte suprema che si occupa del rapporto tra esecutivo e legislativo è la Bowsher vs Synar del 1986: nata dall' emanazione del BBEDCact del 1985, legge con la quale il congresso aveva approvato al fine di ridurre drasticamente il crescente deficit del bilancio federale, e che fissava tetti massimi di spesa per gli anni fiscali per gli anni dal 1986 fino al 1991. Tale legge prevedeva anche che il controller general, creato nel 1921 con la funzione di verificare la corrispondenza della spesa pubblica agli stanziamenti finanziari del congresso, aveva il potere di controllare i rapporti di bilancio presentati dai vari enti e, nel caso tali rapporti non fossero risultati conformi alle direttive parlamentari, di ordinare al presidente l' adozione di provvedimenti necessari a realizzare le riduzioni di spesa indicate nello stesso comptroller general. In ragione di tali contenuti, la legge in questione fu impugnata per incostituzionalità dal membro del congresso Myke Synar, la corte evidenziò le competenze del comptroller general e decise che violavano la norma costituzionale che vieta le ingerenze nell' esecuzione di atti legislativi, in quanto la stessa legge conferiva poteri di natura esecutiva ad ogni organo strutturato alle dipendenze del Parlamento.

Sul tema dei rapporti tra presidente e congresso la corte suprema si è espressa con una sentenza del 1981, che ha risolto la controversia Dames vs Regan. La vicenda ha origine dal sequestro nel 1979 di 61 funzionari statunitensi nell' ambasciata di Teheran, a cui fece seguito l' adozione da parte del presidente Carter, in conformità con IEEPact, lo stato di emergenza nazionale, decretando in particolare il sequestro di tutti i beni iraniani soggetti alla giurisdizione statunitense, al fine di impedire che qualsiasi interesse del governo dell' Iran divenisse oggetto di transazione. Gli ostaggi vennero poi liberati in seguito agli accordi tra i governi dei 2 paesi, i cui contenuti prevdedvano l' istituzione di un tribunale speciale per dirimere le liti insorte, l' annullamento del sequestro dei beni e la sospensione di tutti i procedimenti pendenti contro Teheran alla corte degli stati uniti. In questo periodo la Dames & Moore aveva convenuto dinnanzi a una corte distrettuale federale, per vederlo condannare al pagamento di servizi prestati in esecuzione di un contratto stipulato tempo prima con rappresentanti governativi dell' Iran. La pretesa era stata accolta e la corte distrettuale aveva riconosciuto un diritto degli attori su somme di proprietà del governo iraniano depositate negli Stati Uniti. Investita della questione la Corte suprema affermò che i provvedimenti adottati dal presidente erano legittimi, poiché il congresso aveva implicitamente approvato la prassi consolidata che vede negli accordi stipulati dall' esecutivo lo strati esteri, per necessitando a tal fine del consenso del senato, che si manifesta attraverso l' approvazione dei due terzi dei senatori presenti. Anche se è accaduto più volte che il presidente abbia concluso accordi internazionali non qualificati come trattati, bensì come executive agreements, stipulati cioè dal presidente nella sua veste di capo dell' esecutivo. La corte suprema, nella sentenza in parola così come in altre decisioni precedenti, fornisce di essi una copertura costituzionale, specialmente quando parla di ampia discrezionalità in casi particolari sulla base di una indipendente responsabilità presidenziale.

Un' altra sentenza importante sulla forma di governo presidenziale è la United States Vs Nixon del 1974. I fatti risalivano a 2 anni prima quando si verificarono i fatti dello scandalo Watergate, a Washington. Nel corso dell' inchiesta avviata in merito a ciò l' attorney general, organo cui nel sistema americano spetta il compito di promuovere in nome degli stati uniti l' accusa nei procedimenti penali creò appositamente l' ufficio di uno special prosecutor, al quale vennero delegati ampi poteri d' indagine per accertare tutte le responsabilità del caso(e trovo nell' ufficio presidenziale congegni di intercettazione ambientale). Al fine di verificare il contenuto delle rivelazioni lo special prosecutor richiese l' ammissione di un mandato di comparizione a carico del presidente, di modo che questi consegnasse la documentazione ed i nastri relativi allo scandalo in questione. A fronte di tale richiesta, la difesa del presidente oppose argomentazioni fondate sull' esistenza del privilegio dell' esecutivo, istituto non espressamente previsto dalla costituzione ma indirettamente desunto dalla separazione dei poteri che si sostanzia nella facoltà del governo di non fornire informazioni che lo stesso ritenga riservate e che siano al contempo oggetto di indagini giudiziarie o parlamentari. La district court non accolse la tesi della difesa ed ordinò la consegna dei documenti, gli avvocati della difesa allora investirono la court of appeals. Ma questa non ebbe modo di pronunciarsi perché nello stesso giorno lo special prosecutor investì a sua volta della questione la corte suprema. Il csao è particolare perché lo special prosecutor è un organo amministrativo, gerarchicamente ordinato all' interno dell' esecutivo(insomma l' esecutivo si è accusato da solo) ed i cui poteri derivavano da una delega legislativa conferita proprio dallo stesso presidente. Per cui quest' ultimo non aveva mai rinunciato al privilegio-doveredi preservare la confidenzialità delle sue comunicazioni, confidenzialità che sarebbe venuta meno qualora la richiesta di esibizione inoltrata dallo special prosecutor fosse stata accolta. La corte rigetto la posizione della difesa e intimò a Nixon di consegnare le registrazioni(poche settimane dopo la corte suprema avviò la procedura di Impeachment, ad agosto il presidente si dimise.

Infine è doveroso citare la sentenza della corte suprema nota come Branti vs Finkel del 1980 sul sitema delle spoglie. Con l' espressione sistema delle spoglie si fa riferimento alla pratica seguita soprattutto in passato, negli stati uniti per attribuire al partito che vince le elezioni il potere ai propri affiliati non solo le cariche politiche ma anche quelle amministrative, rimuovendo dalle stesse gli esponenti del partito dell' avversario. Questa prassi è stata criticata fin dall' inizio del secolo scorso perché risulta fortemente deleteria per l' efficienza della pubblica amministrazione dato che le cariche vengono decise in base a scelte opportunistiche e il crescente tecnicismo di essa porta a cercare esperti del settore competenti.La vicenda nasce dall' avviso di licenziamento notificato a 2 impiegati dell' ufficio amministrativo di Rockland, i due(Finkel e Tabakman), repubblicani,erano stati assunti in seguito alla vittoria riportata dal loro partito nelle elezioni per la locale contea. Scaduto il mandato di titolarità dell' ufficio venne nominato un rappresentate(Branti), democratico che provvide a rimuovere tutti gli assistenti repubblicani per assumere personale democratico. Finkel cita in giudizio Branti basando l' altrui azione sull' illegittimità costituzionale di una destituzione da un impiego pubblico giustificata solo da ragioni politiche del dipendente e riesce a vincere in primo grado e in appello. Per iniziativa di branti la lite venne portata di fronte alla cognizione della corte suprema che rigettò il ricorso confermando il giudizio di appello. La decisione della corte ribadisce quanto già deciso nel primo caso Elrod vs Burns, che il dettato costituzionale non consente la rimozione di un pubblico dipendente solamente sulla base della sua appartenenza ad una certa formazione politica, a meno che non sia accertato che lo stesso faccia parte di un' organizzazione di stampo sovversivo dell' ordine democratico, in Branti vs Finkel la corte non nega in astratto l' utilità istituzionale e il significato positivo dello spoil sistem ma in concreto afferma l' evidenza che per il corretto assolvimento delle mansioni di assistant pubblic defender non è affatto richiesta la sola responsabilità di rappresentare il singolo cittadino nei giudizi contro lo stato.

GOVERNO PARLAMENTARE

La forma di governo parlamentare ha rappresentato e continua a rappresentare il modello di organizzazione dei poteri pubblici improntato al maggior grado di flessibilità, tale caratteristica viene coniugata con una capacità di adattamento a molteplici esperienze giuridiche e contesti storici(Lalumier-Demichel lo ha definito un "materasso di gomma").

Uno dei casi di governo parlamentare è la Germania e una delle sentenze da menzionare è quella riguardo allo scioglimento del Bundestag nel 1982. Infatti a seguito della crisi nei rapporti tra partito liberale e partito socialdemocratico il Bundestag ricorrendo al meccanismo del voto di sfiducia costruttivo(utilizzato solo una volta prima di questo periodo nel 1972, che cmq ha avuto esito negativo) decise la sostituzione del cancelliere in carica Helmut Smitd con il leader dell' opposizione democratica Helmut Kohl, ciò portò alla formazione di un governo in cui i cristiano democratici prendevano il posto occupato dai socialisti. In questo caso particolare lo spostamento del piccolo partito liberale era risultato determinante e dette luogo a proteste assai accese con riguardo alla effettiva legittimità dell' operazione frutto solo di accordi a livello politico e parlamentare e non sorretta da previe scelte elettorali. Il nuovo cancelliere pose al bundestag la questione di fiducia ai sensi dell' art 68 lf, ma il bundestag negò la fiducia al governo con l' astensione tecnica dei parlamentari di maggioranza, Helmut Kohl reagì allora, in ossequio all' art 68 lf presentando la proposta per lo scioglimento anticipato del bundestag, disposta poi subito dopo dal presidente Carsten nel gennaio del 1983. Contro questa decisione venne presentato al tribunale costituzionale un ricorso da parte di 4 deputati ai sensi dell' art 93 lf, il tribunale costituzionale confermò la legittimità dello scioglimento, giustificato tra l' altro  dall' esigenza di garantire, all' interno di un sistema democratico rappresentativo, che il cancelliere venga a godere della piena legittimazione democratica, sotto questo aspetto il voto di sfiducia non garantisce il conferimento di una legittimazione piena, che può essere recuperata solo attraverso il ricorso a nuove consultazioni popolari. La vicenda politica tedesca è sintomatica del fatto che nel regime parlamentare in talune circostanze può accadere che vi sia conflitto tra la concezione della democrazia "mediata", in cui i partiti sono i soggetti politici che formano le maggioranze parlamentari e di governo e la concezione della democrazia di "investitura" in base alla quale soltanto il corpo elettorale può conferire una piena legittimazione a governare: pur in presenza di congegni istituzionali che sorreggono la formazione di maggioranze parlamentari è solo la consultazione popolare a rendere legittima ed esercitabile la forza di tali maggioranze.

GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE

Il semipresidenzialismo si fonda essenzialmente sulla distinzione tra sistemi monisti e dualisti ovvero tra sistemi nei quali la volontà popolare si esprime in una sola oppure in due forme, relative all' elezione dei membri del parlamento e a quella del capo dello stato. La categoria dei regimi semipresidenziali appare eterogenea e si differenzia sostanzialmente in due categorie: una nella quale la prassi costituzionale ha stemperato notevolmente le differenze con il parlamentarismo in senso stretto e l' altra dove vi è stata una crescita delle prerogative presidenziali avverso quelle delle assemblee elettive. Pur con tali differenze vi sono elementi comuni senza cui non è possibile parlare di semipresidenzialismo, infatti vi devono essere: il presidente della repubblica eletto direttamente dal corpo elettorale e dall' altro lato deve sussistere un rapporto di responsabilità del governo nei confronti del parlamento. Si ha così un sistema dove si compenetrano elementi caratteristici del parlamentarismo come l' esistenza del rapporto di fiducia e del principio dell' irresponsabilità del presidente(con qualche eccezione) ed altri aspetti spiccatamente presidenzialistici come la non elezione parlamentare del capo dello stato, l' assenza della controfirma nei confronti dei suoi atti e l' incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella del ministro.

La forma di governo francese è stata plasmata da, con e per il generale de Gaulle, egli era stato presidente dell' assemblea costituente fino al 1946, quando definendo la democrazia parlamentare come "ostaggio della rivalità partitica" si era messo in aperto contrasto con quest' ultima e si era dimesso. Ma, ritornato al potere nel 1958 in una situazione di grave crisi istituzionale egli ebbe buon gioco nel propugnare un deciso cambio di rotta, prospettando l' instaurazione di un sistema in cui esistesse:

Un arbitro nazionale eletto da quei cittadini che esercitano il mandato pubblico, incaricato di assicurare il regolare funzionamento delle istituzioni, avendo il diritto di ricorrere al popolo sovrano(il presidente della repubblica);

Un governo fatto per governare, che non si rivolgesse mai ad altra cosa rispetto al suo compito,

Un parlamento destinato a rappresentare la volontà politica della nazione, che votasse le leggi e controllasse il governo, restando quindi distante dal potere esecutivo;

Altri organi tra cui il comitèè costitutuionel con il compito di valutare se le leggi fossero conformi o no alla costituzione e se le elezioni avessero luogo correttamente;

M dato il particolare sistema il presidente avrebbe dovuto ricevere un' investitura più vasta rispetto a quella che gli sarebbe derivata nel caso in cui a eleggerlo fosse stato un collegio composto esclusivamente da parlamentari, per cui il generale de Gaulle proponeva che partecipassero all' elezione un consesso formato dai componenti delle camere, dai membri delle assemblee dei territori d' oltremare, da quelli dei consigli di dipartimento e dei delegati municipali che dovevano rappresentare il collante tra lo stato, e le comunità territoriali. Tale sistema è grossomodo anche quello della V repubblica con la variante dell' elezione diretta del capo dello stato promossa mediante referendum da de Gaulle stesso nel 1962. In conseguenza di questo si è avuta una ridefinizioni dei poteri e delle competenze politiche che si sono accentuate nella figura del presidente della repubblica per venire sgravate dal governo e dal parlamento(il primo una mera emanazione del presidente stesso, il secondo perdeva il monopolio della rappresentanza popolare). Negli anni 70 si è avuta una tendenza a rivalutare il parlamento ma con l' ascesa al' Eliseo di Mitterrand la tendenza egemonica del presidente della repubblica si è accentuata.

Nel marzo del 1986 la coalizione di centro destra riportava la vittoria nelle elezioni politiche, ottenendo una maggioranza relativa dei segi dell' assemblea nazionale. Tale circostanza era un caso molto particolare perché metteva di fronte il presidente della repubblica Mitterrand, socialista con un primo ministro, espressione delle forze politiche di centro destra. In questo contesto una parte dei commentatori preconizzò le dimissioni del presidente della repubblica, giustificate dall' effettivo indebolimento della sua posizione e dal manifestato rifiuto della sua posizione politica da parte del corpo elettorale. Mitterrand optò per la soluzione opposta, ponendosi come autorità garante degli interessi superiori della nazione(agendo secondo costituzione). Il biennio 1986-1988 si dimostrò un periodo di transizione prima del ritorno ad una situazione di normalità: sia il capo dello stato in carica Mitterrand, sia Chirac, leader del partito di centro destra e primo ministro nutrivano serie speranze di riuscire a vincere le elezioni presidenziali della primavera del 1988, in questo periodo le competenze tra presidente della repubblica e primo ministro si ridistribuirono: il capo dello stato mantenne un potere preminente in materia di affari esteri e di difesa, accettando la preponderanza o, forse solo il potere in via definitiva del governo in altri settori. La coabitazione tra presidente della repbblica e primo ministro di differente orientamento politico si è ripetuta nel 1993-1995(il preidodo è stato meno turbolento perché si era consolidata una prassi costituzionale capace di prevenire i rischi di una crisi istituzionale, in cui primo ministro venne nominato Balladur). Con le elezioni politiche del 1997 si è riproposta la coabitazione tra il presidente della repubblica Chirac, che aveva esercitato il potere di scioglimento anticipato delle camere e che aveva fatto salire alla poltrona di primo ministro l' esponente di centro sinistra L Jospin(vi sono stati scontri anche se non si è mai avuta una crisi istituzionale).




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