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ITINERARI X SESTIERE

storia dell arte






ITINERARI X SESTIERE


CASTELLO:    186 ettari di superficie il più esteso dei sestieri


ARSENALE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  simbolica fucina della potenza marittima della Serenissima

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  alte mura e torri merlate racchiudenti grandi edifici e grandi specchi d'acqua


Il sestiere si estende da SAN PIETRO DI CASTELLO, nucleo originario della città predogale e sede x un millennio della Cattedrale di Venezia, e dall'isola di SANT'ELENA, di urbanizzazione piuttosto recente, è delimitato a nord e ad est dalla laguna, a sud dal Bacino di San Marco e a ovest dai sestieri di San Marco e di Cannaregio.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Costituito da zone urbanistiche differenti



-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Aree fittamente popolate cresciute attorno a chiese quali :

1)   &n 141b11b bsp;   Santa Maria Formosa

2)   &n 141b11b bsp;   San Francesco della Vigna

3)   &n 141b11b bsp;   San Giovanni e Paolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Aree destinate al verde pubblico.

1)   &n 141b11b bsp;   i Giardini Pubblici della Biennale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Nuclei abitativi di formazione greco bizantina, gotica, rinascimentale e otto novecentesca

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Massima concentrazione rispetto al resto della città di

Conventi

Ospizi

Storici Ospedali

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il suo sviluppo comincia dalla isola di San Pietro, anticamente chiamata Olivolo, forse x la sua forma ad ulivo o per la presenza di un uliveto.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  In epoca tardo - romana era sede di un FORTILIZIO o CASTELLO , da cui la sua denominazione

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'isola fu forse la prima ad essere abitata tra quelle costituenti la confederazione che dette origine a Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  VIII secolo al 1807 vi ebbe sede il potere religioso della città

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  775 la chiesa di San Pietro era stata elevata a sede vescovile dipendente dal Patriarcato di Grado

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  x l'espansione del quartiere fu importante l'insediamento del centro economico produttivo dell'Arsenale, su una parte delle cosidette isole Gemini nel XII secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  attorno a questo complesso fiorirono numerose attività commerciali ed artigianali che diedero un nome alle calli lungo il suo perimetro

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XIII secolo sorsero non solo umili dimore, ma anche importanti palazzi padronali

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La parte periferica più a nord venne occupata dai grandi complessi degli ordini mendicanti dei Domenicani dei Santi Giovanni e Paolo del 1246 e i Francescani di San Francesco della Vigna nel 1253: essi richiamarono numerosi poli di sviluppo, istituti assistenziali e caritativi in cui la tradizione è mantenuta dall'Ospedale Civile e dalla Casa di Ricovero dell'Ospedaletto

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1500 l'urbanizzazione invase l'estrema area sud orientale detta PALUDO, bonificata nella metà del 1300:

nacque la parrocchia di San Giuseppe di Castello contornata dai nuclei di Seco Marina e del Paludo Di Sant'Antonio

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1800 interventi dell'epoca napoleonica

creazione dei Giardini Pubblici

apertura della Via Eugenia ossia Via Garibaldi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1936 37 si realizzò il progetto di prolungare la Riva degli Schiavoni con la creazione della Riva dell'Impero ora Riva dei 7 Martiri

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  successivi interventi di edilizia popolare

1925 28 il grande quartiere dell'Isola di Sant'Elena

1938 39 il quartiere della Celestia

infine le abitazioni dell'Isola di San Pietro




-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  ITINERARIO:


PONTE DELLA PAGLIA: il suo nome ricorda la paglia destinata alle prigioni e alle scuderie del Palazzo Ducale, che qui davanti veniva scaricata.

Presso questo ponte venivano esposti i cadaveri degli annegati affinchè fosse possibile il loro riconoscimento

Originariamente in legno ricostruito nel 1360 in muratura e pietra d'Istria con parapetti e colonnine cilindriche simili a quelle del Palazzo

1847 venne allargato alle attuali dimensioni

leggenda del ponte della paglia ha ispirato numerosi dipinti tra i quali il SAN MARCO LIBERA VENEZIA DA UNA NAVE CARICA DI DEMONI del Giorgione o Jacopo Palma il Vecchio custodito nella Sala dell'Albergo della Scuola di San Marco

Il ponte reca in basso sul fianco verso il Bacino di San Marco il TABERNACOLO DELLA FRAGLIA del Traghetto con il prezioso rilievo datato 1583 della Madonna dei Gondolieri.


RIVA DEGLI SCHIAVONI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  IX secolo venne realizzato questo percorso per collegare l'area di San Marco con l'antica cattedrale di San Pietro

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il suo nome allude ai marinai e ai mercanti della Schiavonia l'odierna Dalmazia che qui svolgevano i loro commerci


PALAZZO DELLE PRIGIONI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1500 prima metà e inizi 1600 per supplire all'insufficienza di quelle del Palazo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1919 cessarono la loro destinazione carceraria

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1848 vennero liberati dal popolo Daniele Manin e Nicolò Tommaseo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  sede di uffici e Circolo degli Artisti

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  vi risiedettero i Signori della Notte al Criminale, magistratura istituita nel XIII secolo presieduta da sei patrizi veneziani incaricati di vigilare sui buoni costumi dei veneziani e sulla vita notturna della città, al loro seguito un centinaio di sbirri che avevano l'incarico di far rispettare le norme relative alle taverne e al porto d'armi, dovevano reprimere il turpiloquio


CALLE DEGLI ALBANESI



CALLE DELLE RASSE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Panni di lana della Rascia o Serbia usati x coprire le gondole che qui venivano venduti

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1172 di fronte a questa calle venne trucidato il doge Vitale Michiel II mentre secondo la tradizione si recava a visitare la chiesa di San Zaccaria essendo giorno di Pasqua. L'assassino, un certo Marco Cassolo, si nascose in una delle case della calle x cui la Signoria ordinò di raderne al suolo tutti gli edifici, proibendo in futuro che fossero ricostruiti in muratura.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1947 48 su questa area di case basse e rade di legno venne costruito il DANIELINO, moderna dependence dell'Hotel Danieli


HOTEL DANIELI : PALAZZO DANDOLO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1500 Residenza dell'ambasciatore di Francia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  appartenne successivamente alle famiglie Gritti, Bernardo, Mcenigo, e Nani

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1822 passò di proprietà del DAL NIEL, detto DANIELI, fu trasformato in albergo ospitando numerose celebrità


PONTE DEL VIN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  allargato e rifatto in forme simili a quelle del Ponte della Paglia nella seconda metà del 1800


SOTTOPORTEGO DI SAN ZACCARIA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  864 venne uciso il doge Pietro Tradonico, in una delle sue visite a San Zaccaria ricevette come dono dalle monache benedettine un CORNO DUCALE tempestato da pietre preziose, con i quale si incoronarono i dogi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp; 

CAMPO SAN ZACCARIA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  campo San Zaccaria era un tempo uno spazio privato dell'omonimo complesso conventuale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  era servito da due soli accessi che venivano chiusi la notte da portone

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  VII secolo secondo la tradizione venne fondata la Chiesa da San Magno

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I dogi Angelo e Giustiniano Patecipazio vi aggiunsero un monastero di benedettine quando ricevettero in dono dall'imperatore d'Oriente, Leone V, il corpo di San Zaccaria

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  864 il monastero venne riedificato sotto il doge Orso Partecipazio

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  IX- XII secolo vi furono sepolti 8 dei primi dogi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1105 venne ricostruito il monastero dopo essere stato distrutto assieme alla chiesa da un incendio

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fine del XII secolo concessione delle monache al doge di una parte del loro BROLO per l'ampliamento di Piazza San Marco: visita del doge newl giorno di Pasqua alla chiesa

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  57 le monache con una sovvenzione del Senato del 1461 decisero di costruire un tempio più grandioso

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1483 90 il nuovo tempio di impianto TARDO GOTICO, ma con la decorazione scultorea improntata al gusto rinascimentale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1543 venne consacrata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XVI secolo grande era il libertinaggio delle monache, vedi il PARLATOIO DI SAN ZACCARIA del Guardi esposta a Ca' Rezzonico. Muneghin era il termine coniato per un giovanotto che se la intendeva con le monache

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1810 trasformata la chiesa in caserma, il monastero venne ridotto in sede degli Uffici della Ragioneria Centrale



CHIESA DELLA PIETA O SANTA MARIA DELLA VISITAZIONE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fa parte dell'omonimo ospizio, che divenne famoso per le attività musicali

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XIV secolo era cresciuto a dismisura a Venezia il malcostume. Fra' Pieruzzo D'Assisi reduce dalle missioni prese a pigione nel 1346 17 case a San Francesco della Vigna allo scopo di ricettare trovatelli, case che poi per il testamento della nobildonna Dolfin passarono di proprietà dell'Istituto. I trovatelli vennero affidati alle cure dei Francescani, ma poi successivamente vennero affidate alle Matrone dell'Umiltà della vicina chiesa della Celestia. Rimasero esse le uniche direttrici dell'ospizio che fu detto della pietà.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1735 sorsero la chiesa e l'ospizio dopo un concorso che fu vinto dal MASSARI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1745 i lavori interessarono la sola chiesa, che venne terminata nel 17690

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'ospedale fu realizzato solo nell'innesto dell'ala sinistra

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1906 venne ultimata la facciata della chiesa grazie ad un lascito cospicuo dio Gaetano Fiorentini

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1703 1740 la lapide ricorda la lunga attività di Vivaldi, come maestro di coro e violino all'Ospedale


INTERNO DELLA CHIESA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  assenza delle cappelle

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  ampie cantorie con grate in ferro battuto che corrono sulla parete d'ingresso e su quelle alterali

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  atrio della chiesa che riprende il discorso delle chiese palladiane affacciate sul Bacino di San Marco e che aveva la funzione di proteggere e isolare l'interno dai rumori



CALLE DELLA PIETA


PONTE DEI BECCHI

Così chiamato dai caproni che vi venivano sbarcati per essere condotti al mercato


PONTE DEL SEPOLCRO


CASA NAVAGERO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  edificio gotico del 1438

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Monastero di San Sepolcro soppresso nel 1806 orA Sede del Presidio Militare

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il monastero venne istituito nel 1475 presso un ospizio di pellegrine di Terra Santa e amplliato nei primi anni del 1500 includendo il Palazzo Barbo poi detto Molin delle 2 Torri Questo Palazzo fu dato in dono a Framncesco Petrarca nel 1362, quale sua abitazione


CALLE DEL DOSE


CAMPO BANDIERA E MORO O DLLA BRAGORA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  dedicato ai patrioti veneziani Attilio ed Emilio Bandiera e Domenico Moro, fucilati dai Borboni nel Vallone di Rovito Cosenza nel 1844

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  BRAGORA, antico toponimo deriva al termine greco AGORA, piazza e in effetti questo campo Dalla forma quadrangolare del X secolo fu centro del più cospicuo nucleo predogale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO GRITTI, poi Morosini e Badoer del XIV secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO SODERINI dove nacquero i fratelli Bmdiera


CALLE DELLA MORTE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  vi si giustiziavano i rei

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  calle cieca


CHIESA DI SAN GIOVANNI IN BRAGORA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  VIII secolo risale la sua fondazione

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  IX secolo venne rifastta quando vennero portate le reliquie dall'oriente di San Giovanni Battista cui è dedicata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1168 venne ristrutturata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1475 successivamente venne ritoccata mantenendo la sua pianta di forma basilicale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1505 venne consacrata

INTERNO

navata sinistra. VASCA BATTESIMALE in marmo rosso di Verona ricavata nel XV secolo da un capitello gotico ottagonale: Vennero battezzati PIETRO BARBO, poi Papa Paolo II e Antonio Vivaldi di cui è esposto la copia dell'atto di nascita.


VERA DA POZZO di rara forma cubica del XVI secolo con l'immagine di San Giovanni in rilievo


CALLE DEL DOSE, CALLE DELLA MALVASIA VECCHIA, CAMPIELLO DEL PIOVAN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Piovan è il parroco, tale denominazione indica la presenza in loco dell'abitazione del parroco, che a Venezia, prima di esser chiamato pievano, era detto vicario o rettore. In origine i pievani non erano sacerdoti, ad essi toccava il compito di regolare l'economia delle chiesa e di allestire le funzioni Erano eletti dai fondatori delle chiese e dai loro discendenti, in seguito vennero scelti dai parrochiani

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Uno dei piovani di San Giovanni in Bragora è legato alla fondazione dell'Università di Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il patrizio veneto Pietro Barbo diventato papa concesse il permesso di fondare un'università sul modello di quello delle altre città italiane


SALIZZADA SANT'ANTONIN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il povero elefante che scappò e venne ripreso è ricordato nell'Elefanteide del BURATTI, il poema satirico che gli costò un mese di prigionia



CALLE CROSERA

Vi terminano incrociandosi diverse altre strade


CALLE SCOAZZERA

Un chiuso quadrato di muro senza tetto ed aperto davanti dove si ammucchiavano le immondiziew, dette scoazze, in attesa che venissero i burchieri a caricarle su imbarcazioni per trasportarle fuori città. Le scoazzere ebbero originre nel XV o XVI secolo per impedire che si continuasse a gettare la spazzatura nei canali come era stat fino ad allora l'abitudine

Il servizio dipendeva dal Magistrato alle Acque sotto gli ordini del quale stavano i cosidetti Nettatori dei sestieri

1662 i rifiuti invasero Venezia tanto che il Magistrato dovette riorganizzare la ricostruzione minacciando castighi severi a chi non se ne fosse servito

1711 il numero delle scoazzere venne aumentato grazie alle entrate di una pubblica imposta


PONTE DI CA' DI DIO

XIII secolo Venne eretto un ospizio per pellegrini in terra santa e successivamente destinato a donne cadute in povertà

1545 venne ricostruita su progetto del Sansovino

1658 62 e 75 fu completata dl Longhena e di Bernardino Maccaruzzi 1770 73 che ne treminò l'iltimo piano con i camini classici


LA CALLE DEI FORNI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  forni destinati alle milizie marittime e terrestri di Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1473 furono destinati 8000 ducati per la costruzione di 32 forni nuovi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  i biscotti confezionati in calle de due forni avevano la proprietà di non subire l'attacco delle camole, tanto che nel 1821 vennero ritrovati ancora in perfetto stato di conservazione alcuni di questi biscotti

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1646 un incendio distrusse la maggior parte dei forni

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1821 ne erano attivi solo 4

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Forni militari e Depositi del pane della Flotta della Repubblica attualmente proprietà della Marina Militare


CALLE DELLA PEGOLA- calafai o pegoloti: gli operai addetti alla stagnatura e alla impermeabilizzazione delle parti dello scafo destinate a stare immerse o a contatto con l'acqua che qui abitavano


CAMPO SAN MARTIN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fondata nel VII secolo da esuli della terraferma che fuggivano l'invasione dei Longobardi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1540 rinnovata dal Sansovino

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1653 venneconsacrata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la chiesa mostra vicino al portale una bocca di leone destinata ad accolgliere le denunce anonime contro i bestemmiatori


INGRESSO DELL'ARSENALE VERSO LA TERRA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1460 portale rinascimentale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1694 grandiosi battenti in rame sbalzato con trofei d'arme eseguiti per celebrare le gesta di Francesco Morosini, in particolar modo la conquista della Morea

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  è strutturato come un arco trionfale è ritenuto la prima opera rinascimentale a Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fiancheggiato da colonne binate in marmo greco del secolo XI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  sormontato da un attico con un grande Leone marciano attribuito a Bartolomeo Bon

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'arco centrale ebbe aggiunte le vittorie alate sui pennacchi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'iscrizione della vittoria navale dopo la vittoria sui Turchi a Lepanto

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1692 94 il ponticello di accesso fu trasformato da Alessandro Tremignon in una terrazza cinta da una cancellata con pilastri decorati da trofei a rilievo portanti otto statue allegoriche barocche

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1692 furono collocati ai lati della cancellata due colossali leoni marmorei, preda di guerra del Morosini

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il leone di ds stava sdraiato sulla strada Lepsina , tra Atene ed Eleusi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il leone di sinistra era collocata al porto del Pireo, che da esso prendeva sulle carte geografiche dell'epoca il nome di porto Lion, dalla sua bocca pare uscisse uno zampillo d'acqua di una fontana pubblica. Questo leone ha il petto avvolto da cartigli con scritti in caratteri runici e interpretati nel 1856 furono incisi dai Veringi, mercenari scandinavi al soldo di Costantinopoli, per aver ricordato di aver domato nel 1040 una ribellione contro le tasse.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Due leoni di taglia minore, quello si sin proveniente dall'isola di Delo una scultura greco arcaica del VI secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Sul muro di cinta a ds del portale la testa di Dante Alighieri opera di Giulio Monteverde

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il poeta era giunto a Venezia quale ambasciatore di Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, verso la fine del 1321

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Visitò l'Arsenale, ritratto nel XXI canto dell'Inferno.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  IL termine ARSENALE deriva da DARSINA



INGRESSO DELL'ARSENALE VERSO L'ACQUA


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1104 l'Arsenale è considerato il cantier di stato, sorto x volontà del doge ORDELAFFO FALIER

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Costituito da 24 scali all'aperto, collocati 12x parte, intorno alla darsena

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'ARSENALE VECCHIO condizionò le costruzioni del settore urbano circostante, dove si insediarono le abitazioni x le maestranze e gli edifici di servizio ( granai, forni, i depositi di viveri ed i cordami)

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1304 primo ingrandimento nell'area sud orientale: ARSENALE NUOVO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1473 ARSENALE NUOVISSIMO alla darsena omonima si formò successivamente

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1519 1589 la serie di cantieri denominata NUOVISSIMA GRANDE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1539 vennero incorporati gli orti del convento della Celestia, questa zona venne destinata a reparto polveri, dopo numerosi incendi venne destinata al reparto delle galeazze

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1800 mutate esigenze della marina militare comportarono numerosi sconvolgimenti all'interno dell'arsenale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1875 venne demolito l'Isolotto per creare un grande bacino interno ed iniziarono gli interramenti della zona settentrionale per la creazione di 3 BACINI DI CARENAGGIO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  seconda guerra mondiale furono costruiti vari rifugi antiaerei in cemento armato


IL GOVERNO del complesso cantieristico venneaffidato a 3 patrizi chiamati: Provveditori o Patroni dell'Arsenal, i quali risiedevano nella zona che a loro spettava


PONTE DELL'ARSENALE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Costruito nel 1936 da Duilio Torres, in luogo di quello ottocentesco girevole in ferro, che a sua volta aveva rimpiazzato quello più antico in legno apribile mediante catene per permettere il passaggio dei navigli


RIO DELL'ARSENALE


CAMPO SAN BIAGIO AI FORNI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  questa chiesa fino all'erezione dlla Chiesa di San Giogio dei Greci ebbe la particolarità di essere officiata con rito latino e bizantino

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1052 venne fondata quale parrocchiale della famiglia Boncigli

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1749 54 ricostruzione di Francesco Bognolo o di Filippo Rossi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1807 sconsacrata e spogliata degli arredi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1817 Cappella militare, funzione che mantiene tuttora.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Conserva il monumento funebre di Angelo EMO, ultimo Capitano da Mar morto nel 1792



IL CAMPO DELLA TANA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1848 una lapide ricorda l'occupazione dell'Arsenale da parte della Guardia Civica, episodio da cui ebbero inizio i moti contro il governo austriaco

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Tana viene da TANAI, fiume Don, da cui proveniva la CANAPA,

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il campo della Tana è chiuso dalle Fonderie dell'Arsenale: 5 edifici del 1390 rifatti nella prima metà del secolo XVI e ristrutturati nel 1800 in origine separati da calli x evitare lòa propagazione di incendi e delle Corderie della Tana.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Le CORDERIE erano adibiti a magazzini della canapa e alla fabbricazione delle gomene,

sono lunghe 316 metri

1303 vennero erette

1579 vennero ricostruite da Antonio da Ponte

considerate in origine una azienda indipendente dell'Arsenale in quanto avevano un ingresso separato nel Campo della Tana

l'ingresso ora murato comunicava con il resto dell'Arsenale tramite una piccola apertura per il passaggio delle gomene

all'interno dell'Arsenale in corrispondenza di questo foro si nota un grande mascherone con la bocca aperta dalla quale venivano fatte passare le sartie e le gomene delle corderie alla darsena dell'ArsenaleNuovo.

Arsenale è ora proprietà del Demanio Militare

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  IL GIOCO DELLE FORZE D'ERCOLE veniva praticato nel Campo della Tana

Gli abitanti di Castello erano gli avversari dei Nicolotti

Steso un tavolato sopra alcune botti, se il gioco era fatto in terra, e sopra due chiatte se veniva fatto in un canale, vi si innalzava sopra un edificio vivente perché composto da uomini.

La base veniva chiamata SAORNA: era formata da individui stretti ed uniti fra loro mediante alcuni regoli sostenuti dalle loro spalle

BANCHETTI: sopra i regoli per conseguenza sopra gli omeri di chi li reggeva, saliva un'altra mano di uomini,e così via, rinnovando il maneggio dei primi ed alle volte accasciandosi senza regoli

AGERI: diversi piani

Ad ogni piano andava a diminuire la massa delle persone di guisa che l'ultimo, il quale diveniva quasi il comignolo della fabbrica veniva nominato CIMIERETO, elmetto


MUSEO STORICO NAVALE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1600 Casa dei Modelli

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fatto erigere all'interno dell'Arsenale x conservarvi i modelli delle navi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1797 98 venne distrutto e devastato

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  vi si conserva il modello dell'ultimo Bucintoro varato nel 1728

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  FESTA DELL'ASCENSIONE era cominciata sotto il dogado di Pietro Orseolo II 991 1008 x celebrare la conquista della Dalmazia, avvenuta il giorno di quella sacra ricorrenza

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1277 venne costruito il primo Bucintoro e l'ultimo venne distrutto nel 1797 98

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  questo naviglio splendido x intagli e dorature era lungo m 43,80, largo 7,31, alto 8.35, aveva 42 remi ciascuno azionato da 4 vogatori che erano scelti fra gli operai dell'Arsenale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'ultimo Bucintoro venne costruito sotto il dogado di Alvise Mocenigo su progetto di Natale Stefano Conti dipinto in rosso e senza doratura che gli sarebbe stata aggiunta solo in seguito

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  al Museo Correr si conserva oltre alla bandiera trapuntata in oro del penultimo Bucintoro si può osservare l vela dorata con il Leone di San Marco dell'ultimo, nel piccolo ospizio di Sant'Orsola, presso la corte Peschiera aSan Martino, si può rievocare la figura del Chiribiri, ultimo ammiraglio del Bucintoro

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la poppa del Bucintoro era scolpita in forma di vittoria navakle con i suoi trofei

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la prora adorna di una statua della giustizia, simbolo delle virtù civili di Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  incontro con il Patriarca che benediceva l'anello destinato alle mistiche nozze

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  da un pertugio dietro al seggio ducale il doge faceva cadere l'anello



RIVA SAN BIASIO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1936 VENNE ALLARGATA


PONTE DELLA VENETA MARINA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  anticamente mobile e di legno

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1871 allargato e costruito in pietra

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  detto anche ponte delle catene per le catene che lo sostenevano su ambedue i lati


RIVA DEI SETTE MARTIRI

1944 in onore dei martiri fucilati dai nazisti


MARINAREZZA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  4 blocchi edilizi di alloggi popolari

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  secondo una politica assistenziale a Venezia venivano gà dal tardo Medioevo assegnati gratuitamente ai marinai distintisi x meriti verso la Repubblica

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  ù1645 venne aggiunto il fabbricato frontale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  i 3 corpi retrostanti risalgono al 1400


VILLINO CANONICA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1911 anno della costruzione

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  dimora museo dello scultore Pietro Canonica e

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  ora sede dell'Istituto di Biologia e di Studi Adriatici


GIARDINI PUBBLICI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  voluti da Napoleone con decreto del 1807

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1808 1812 la loro costruzione richiese l'imbonimento del paludo di Sant'Antonio e la demolizione del nucleo di edifici religiosi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la punta della MOTTA, zona paludosa


ISOLA DI SANT'ELENA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Fino alla fine del 1800 l'isola era separata dal resto della città

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'area più prossima alla punta della Motta era un tempo destinata a Piazza d'Armi è stato occupato dal quartiere di Sant'Elena

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1905 venne progettato il quartiere di Sant'Elena

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1930 venne realizzato il quartiere



VIA GARIBALDI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Ampiezza media di metri 17,50

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Venne creata dopo il decreto napoleonico che ordinava la creazione dei giardini pubblici

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Vennero sacrificate la chiesa di SAN NICOLO DI BARI, con annesso quattrocentesco ospedale dei MARINAI E SEMINARIO SUCALE, la seicentesca chiesa di Santa MARIA DELLA CONCEZIONE,, con convento del Secolo XVI, la chiesa di Sant'ANTONIO ABATE,, fondata nel 1346, di forma gotica all'interno e facciata attribuita a Sansovino, la trecentesca chiesa di SAN DOMENICO, ristrutturata nel 1500 e dal 1560 sede del Tribunale dell'Inquisizione


FONDAMENTA DI SANT'ANNA


PONTE DI SAN PIETRO ricostruito alla fine del 1800 in ferro a 5 campate


ISOLA DI SAN PIETRO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  sede del più antico mercato veneziano che vi aveva luogo ogni sabato

i mercati veneziani si chiamavano bazar il Bazar di San Pietro con quello di San Giovanni in Bragora cadeva sotto la giurisdizione dei Signori della Notte che fin dal 1301 emanavano severe disposizioni contro i borsdeggiatori

Due anni prima era nato il più celebre mercato in piazza San Marco , ogni sabato e sui lastricati si leggono ancor oggi il nome di coloro che tenevano i singoli lotti

Il mercato di San Pietro era esente da tasse

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la Chiesa

San Pietro venne edificata in luogo di una presistente chiesa dedicata ai santi Sergio e Bacco

XVI secolo lavori di ristrutturazione e primo trentennio del XVII secolo

1482 90 venne rifatto il campanile dal CODUSSI

1670 la cupola

1822 venne incendiato un cupolino

architettura rinascimentale che contrasta con la facciata del 1594 96 di Francesco Smeraldi in esecuzione di un vecchio progetto del Palladio

di impronta palladiana anche l'interno della chiesa a croce latina con tre navate

la Cattedra di San Pietro un seggio di marmo proveniente da Antiochia sul quale secondo la tradizione si era assiso l'apostolo opera del XIII secolo

775 sede vescovile dipendente dal patriarcato di Grado

1451 nomina del primo patriarca

vi si celebravano tutti i matrimoni della città

era tradizione dei veneziani benedire le loro unioni il 31 gennaio giorno della traslazione del corpo di San Marco o il 2 febbraio giorno della purificazione di Maria

FESTA DELLE MARIE



PARTENORD OCCIDENTALE DEL SESTIERE DI CASTELLO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  edifici appartenenti alla comunità greco ortodossa

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  era la comuità più importante tra quelle straniere nella Venezia del rinascimento

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1526 gli edifici sorsero su una vasta area allora acquistata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  costruzione di una cappellasostituita poi dalla chiesa di San Giorgio dei Greci

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Longhena stabilì l'aspetto monumentale dell'edificio

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  SCUOLA DI SAN NICOLO DEI GRECI costruita dal Longhena contemporaneamente al COLLEGIO GRECO FLANGINI , dal 1959 sede dell'Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Post Bizantini

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  All'interno della Scuola vi sono gli archivi e il museo dell'Istitutp Ellenico, vi è una delle più importanti raccolte al mondo di icone del periodo bizantino e post bizantino insieme ad ìarredi sacri ed oggetti di culto della chiesa ortodossa

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La CHIESA DI SAN GIORGIO DEI GRECI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Aula rettangolare con cupola centrale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1539 venne iniziata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1561 venne consacrata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  icone sull'iconostasi marmorea adorna di pitture tardo bizantine a fondo oro

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  3 absidi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  SCUOLETTA GRECA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Si trova nella corte

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Del Longhena

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Dietro le sue absidi si trovava il cimitero della comunità



CORTE COPPO


FONDAMENTA DEI FURLANI


SCUOLA DI SAN GIORGIO DGLI SCHIAVONI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fondata dalla confraternita dei Dalmati

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1451 sede vicina alla chiesa di San Giovanni dei Cavalieri di Malta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  avviò i lavori dopo aver ottenuto un appezzamento di terreno nei pressi dell'Ospedale di Santa Caterina

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  dipinti del Carpaccio


LA CORTE DI SAN GIOVANNI DI MALTA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la chiesa venne fondata nell' xi xii SECOLO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1300 Venne ampliata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1565 venne ricostruita

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il più importante vestigio templare di Venezia passò dopo lo scioglimento dell'ordine, nel 1312 ai Cavalieri Gerosolimitani poi detti di Rodi e infine di Malta di cui rimase proprietà fino alla caduta



CAMPO DE LE GATE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Forse dei delegati o nunzi apostolici che dimoravano nei pressi prima di trasferirsi a San francesco della Vigna

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Ora intitolato ad Ugo Foscolo che qui abitò tra il 1792 97


SALIZZADA DI SANTA GIUSTINA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Madonna con il Bambino scolpita da Giuseppe Torretti nel 1716

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Palazzo CONTARINI DELLA PORTA DI FERRO chiamato così dalle decorazioni in ferro battuto

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp; 

CALLE DEL MURION

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  morione specie di celata o di elmo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Ospedale delle Boccole


PONTE SAN FRANCESCO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Palazzo della Nunziatura o Palazzo Gritti


CAMPO DELLACONFRATERNITA


SAN FRANCESCO DELLA VIGNA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  questa chiesa è legata a San Marco che di ritorno da Aquileia sarebbe approdato ricevendo il saluto dell'angelo con le parole PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1253 la chiesa prende il nome dalla vasta vigna lasciata in testamento da Marco Ziani figlio del Doge Pietro

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1300 sorse la primitiva chiesa gotica

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1534 ricostruzione della chiesa da parte del Sansovino e Andrea Palladio con patrocinio del doge Andrea Gritti e sotto la presidenza del frate Zorzi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  dell'edificio gotico si prevedeva una ricostruzione a croce latina con una unica navata fiancheggiata da 4 cappelle x lato, cupola ottagonale a costoloni, facciata tripartita a due ordini e nuovo campanile, il tutto di chiaro gusto toscano

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  quando la ristrutturazione era impostata nella zona del transetto e del presbiterio fu apportata al progetto una variante che tenendo conto di quanto era stato realizzato fissava le proporzioni della nuova chiesa in unsistema armonico proporzionale di derivazione cabalistico pitagorica, basata sulla progressione del 3, numero perfetto x il richiamo alla trinità.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L a teorizzazione di questo singolare rifacimento era contenuta in un memoriale redatto dallo stesso Zorzi di concerto con il, Sansovino, e sottoscritto oltre che dal Gritti, dal tiziano, e da Sebastiano Serlio. Questa vasta opera del Zorzi vuole presentare l'architettura come musica. Governato da leggi numeriche, il tutto che è vivente immagine di Dio, può essere interpretato attraverso il numero, il quale può presentarsi in forma differente traducendosi in leggi fisiche, in ordinate azioni morali, in canoni estetici o in ritm musicali. Il compito che il Zorzi si prefigge è quello di ridurre tutto in termini musicali facendo risaltare l'armonica proporzionalità, la perfetta misura, la bellezza dell'universo. La sua trattazione si riduce ad una serie di combinazioni numeriche care a quel pitagorismo cabalistico che iniziato da Pico della Mirandola si può ritrovare in pieno 1600


CALLE TE DEUM che corre lungo la chiesa di Santa Giustina

Essa ricorda il doge Marcantonio Giustiniani, chiamato il principe del TE DEUM per i molti inni di ringraziamento da lui fatti cantare nelle chiese veneziane dopo le vittorie riportate contro gli infedeli

Altri suppongono che il nome della calle venga da un'altra interpretazione: dal TE DEUM che ogni anno si cantava nella chiesa di Santa Giustina, in memoria del trionfo riportato nel giorno ad essa dedictao dell'anno 1571 dalla flotta veneziana sopra quella turca presso le Curzolari.


CALLE DEL CAFEIER


BARBARIA DELLE TOLE


CAMPO SAN GIOVANNI E PAOLO che è dopo quello di San Marco il più importante spazio pubblico x spessore storico culturale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  esso è articolato in aree di differente ampiezza dal volume della chiesa:

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  di fronte alla chiesa il campo sagrato, chiuso a nord dal prospetto della Scuola di San Marco

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  a destra il campo vero e proprio, ampliato nella seconda metà del 1800 demolendo la scuola dei Santi Vincenzo e Pietro Martire e includendo la zona retrostante adibita a cimitero

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  centro ideale del campo il monumento equestre a Bartolomeo Colleoni, il celebre capitano di ventura bergamasco del 1448 al servizio della Repubblica Capolavoro della scultura del Rinascimento, modellato dal fiorentino ANDREA VERROCCHIO 1481 88 e fuso dopo la sua morte dal Leopardi, il quale lasciò la sua firma sulla cinghia al petto del cavallo e disegnò l'alto piedistallo marmoreo restaurato nel 78, cinto da sei colonne e decorato a bassorilievo, l'opera fu inaugurata nel 1496

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  si racconta che il Colleoni lasciò erede di gran parte delle sue ricchezze la Repubblica a patto che questa gli costruisse un monumento equestre in piazza San Marco davanti alla basilica. Egli ignorava che un antico divieto impediva ulteriori costruzioni nella piazza e lo scaltro Senato si guardò bene dall'informarlo, cosicchè dopo la sua morte ne soddisfarono la clausola con la scelta di un luogo periferico.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO DANDOLO dei primi del 1600 con 3 grandi torrette di camino a campana trilobata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO GRIMANI della fine del 1500 detta Casa Bressana perché sede nel XVII secolo di un albergo x dignitari e uomini di affari bresciani . Nel cortile di questo palazzo si conserva una statua di MARCO AGRIPPA proveniente dal Pantheon di Roma. Morte furono le offerte fatte al Grimani perché la vendessero. La statua vi rimase fino al 1876 quando poi venne trasportataal Museo Archeologico.


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  FONDAMENTA FELZI, prende il suo nome dai felzi che in esse si intrecciavano e che d'estate servivano a proteggere le gondole dalle intemperie al posto delle rasse, i pesanti panni che le ricoprivano d'inverno.


PONTE STORTO O PINELLI

con una forma del tutto asimmetrica

Pinelli era un tipografo che aveva raccolto una biblioteca contenete libri rarissimi, manoscritti preziosi e una ricca collezione di volumi editi dai più illustri editori di ogni secolo.


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  BASILICA DI SAN GIOVANNI E PAOLO

Dal 1450 vi si celebrarono i funerali dei dogi

Navata destra vi è un'urna di forme classiche rinascimentali attribuita allo SCAMOZZI che contiene la pelle del Bragadin, la cui crudele esecuzione è rappresentata nel monocromo alla parete intorno al monumento, affresco attribuito a Cosimo Piazza o a Giuseppe Alabardi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1234 la chiesa sorse al posto dell'oratorio di San Daniele su un terreno acquitrinoso donato dal Doge Jacopo Tiepolo ai domenicani

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1246 1293 venne ultimata la prima chiesa, ampliata da Benvenuto da Bologna e da Niccolò da Imola

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1300 inizi cominciò la costruzione delle grandi arcate

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1345 55 venne interrotta la costruzione

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  13 anni dopo venne completata

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1430 la consacrazione, anche se la parte absidale venne terminata verso la metà del secolo


BARBARIA DELLE TOLE perché vi si piallavano le barbe o tole, le tavole di legno utilizzate nei numerosi depositi o cantieri ubicati sul bordo della Laguna nord


Esisteva un tempo un poligono di tiro all'arco e alla balestra al cui posto sorse il complesso, chiesa e Ospizio dell'OSPEDALETTO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1527 sorse come ricovero x vecchi e infermi poveri

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  esso è il più piccolo dei 4 Ospedali Maggiori veneziani

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  elegante Sala della Musica interna

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la sala fu decorata da Jacopo Guarana e Agostino Mengozzi Colonna

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  vi si svolgevano i concerti delle ragazze ospiti dell'Istituto, che ricevevano una educazione musicale di primo ordine

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  tra i più insegni maestri il Cimarosa e Niccolò Porpora.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la chiesa dell'ospedaletto era intitolata a Santa Maria degli Eremiti e rifatta nel 1662 sotto la direzione di Giuseppe Sardi e Longhena: vanno notate le grottesche



-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  All'inizio del 1800 in Campo San Giovanni e Paolo e precisamente nella Cappella della Madonna della Pace venne dissotterrato il sarcofago del doge Marin Faliero, che fu qui sepolto nel 1355. I suoi resti vennero portati all'ossario di Sant'Arian, mentre il sarcofago in un cortile dell'Ospedale Civile e successivamente al Museo Civico

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1399 Il campo fu scenario di imponenti processioni della setta dei BIANCHI perché composta da uomini e donne in candide vesti con cappucci e faccia velata. Il governo di Venezia non li vedeva di buon occhio. Furono condannati al bando


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1751 Scoppiò un incendio in una bottega da salsicciaio che bruciò anche gli stabili vicini di proprietà della famiglia Grimani

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1428 primo incendio della serie Esso fu all'origine della costruzione della chiesa di San Giacomo di rialto e dovette avere effetti devastanti sul cuore della città

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  976 incendio appiccato al palazzo Ducale dai congiurati del Doge Candiano IV

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1105 incendio nato in casa Dandolo ai Santi Apostoli che consumò quasi l'intero sestriere

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1105 altro incendio che bruciò 16 isole e quasi tutto Dorsoduro

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1569 incendio dell'Arsenale, che distrusse chiesa e monastero della Celestia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1574 venne distrutto il Palazzo Ducale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1683 e 1686 in Barbaria delle Tole ricordati dalle denominazioni di due calli trasversali note come Prima del Brusà e seconda del Brusà

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1735 ai Santi Filippo e Giacomo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1709 a San Marcuola

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  le leggi emanate dalla Repubblica a proposito degli incendi furono numerose

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1450 si impose ai portatori dei secchi di vino e alle meretrici, sotto pena di multa, di prestarsi all'estinzione delle fiamme, quattro anni più tardi si affidò ai parroci la custodia di asce e secchi, estendendo anche ad essi l'obbligo di prestare aiuto

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1759 a ogni sestriere venne preposto un capo fuoco,

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1776 fu presentata al Senato la prima pompa aspiranteù1777 venne istituito in città un corpo regolare di pompieri



CALLE LARGA GIACINTO GALLINA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  allargata nel 1905 venne commerata in memoria del commediografo 1852 97

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  incrocio con CALLE della Testa, così chiamata da un'enorme testa di marmo incastonata nel muro


RIO DELLA PANADA

RIO DI CA' WIDMAN

CAMPIELLO DI SANTA MARIA NOVA   con vera da pozzo

CORTE DEL PALAZZO BOLDU con vera da pozzo barocca in marmo rosso di Verona

PALAZZO BEMBO con figura rappresentante Saturno o il Tempo in forma di un uomo villoso che regge il disco solare. La scritta indica che finchè il sole girerà intorno ai poli, la città di Zara, Capodistria, Verona, Cipro, Creta, culla di Giove, testimonieranno le se imprese. Le ultime 4 sigle si riferirscono a Paolo Iovio o Giovio, e a Sebastiano Munstero che nelle loro storie avevano avuto il merito di menzionare le imprese del Bembo.



CALLE DEI MIRACOLI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  prende il suo nome dalla cappella in legno di modeste origini fatta erigere nel 1480 da Antonio Amadi per custodire una immagine della Beata Vergine alla quale si attribuivano numerosi miracoli

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1488 la cappella venne rifatta in muratura

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PONTE DEI MIRACOLI



CAMPO SANTA MARINA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Palazzi DOLFIN e MARCELLO



CALLE BORGOLOCCO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Un tempo ricca di locande

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Chiamata così dalla frase veneziana tenir uno a loco e foco cioè albergarlo, tenerselo in casa


CAMPO SANTA MARIA FORMOSA

- VII Fu centro civile e religioso di un nucleo di antichissima origine

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fu sede di importanti consorterie artigianali e commerciali che vi avevano le loro scuole

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  tra gli spazi più vasti di Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  oltre alla chiesa numerosi palazzi di differenti epoche e di notevole interesse architettonico

PALAZZO RUZZINI

3 PALAZZI della famiglia DONA, il primo tardocinquecentesco e gli altri due gotici del 1400, e caratteristici x l'impiego del tufo alle finestre

Casa di Sebastiano Venier anche essa gotica, vincitore della battaglia di Lepanto

PALAZZO VITTURI che fu residenza della famiglia Vitturi di origine romana che produsse tribuni molto ingegnosi, architettura del XIII secolo con decorazioni e capitelli veneto bizantini e archi cuspidati


PONTE RUGAGIUFFA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  palazzo MALIPIERO TREVISAN: la facciata ornata da nicchie, medaglioni a rilievo, dischi e targhe di porfido.


RIO DEL PESTRIN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Pestrino era a Venezia la rivendita del latte con annessa stalla x i bovini

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO MOROSINI DEL PESTRIN


CALLE DEL PARADISO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  uno dei più importanti complessi di edilizia gotica programmata di Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  presenza di barbacani lignei

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1407 si iniziò questo complesso gotico, sotto Andrea, Abate ella Pomposa, presso Comacchio, passò ai Foscari e dopo le nozze di pellegrina Foscari, che portò in dote al marito Alvise Mocenigo le case di Calle del Paradiso, a questa ultima famiglia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  era costume di coloro che volevano sbandierare di essere proprietari di stabili posti su entrambi i lati di una via, li facessero unire alla somma x mezzo di un arco. Uno di questi archi si scorge in Calle del Paradiso verso la Salizzada San Lio, ed un altro a cuspide traforata con quadrilobo, noto come arco del Paradiso e molto più ornato del primo sul lato opposto della calle. Su entrambi i fronti presenta un rilievo con la Madonna della Misericordia: quello verso la calle con due donatori inginocchiati, l'uno in veste senatoria e la berretta, la donna in abito lungo fino a terra, con maniche a sbuffi e una cuffia in testa; quello verso il rio con un donatore, forse un frate con allusione agli antichi proprietari della casi vicine, e due stemmi Foscari


PONTE DEI PRETI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  cippo romano con rilievo e iscrizione murato sull'angolo di una casa




CHIESA DI SANTA MARIA FORMOSA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  639 eretta la chiesa con la cooperazione della famiglia Tribuno, da San Magno vescovo di Oderzo, al quale sarebbe apparsa la Vergine nella vesta di una donna formosa, esortandolo di erigere un tempio là dove avesse visto fermarsi una nuvoletta bianca

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la chiesa venne dedicata alla Purificazione della Vergine

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1060 il titolo di Santa Maria Formosa viene documentato x la prima volta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  864 venne ricostruita parzialmente

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1105 venne ricostruita

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1175 assunse una pianta analoga a quella di San Marco

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1492 la chiesa venne riprogettata dal Codussi, il quale sull'orientamento della croce greca innestò quella latina

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1504 muore il Codussi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1585 venne ultimato l'edificio con l'erezione della cupola e la realizzazione degli arredi interni e della facciata sul rio nel 1542 a spese della famiglia Cappello di cui si vede lo stemma e l'urna .

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1604 la stessa famiglia finanziò la facciata sul campo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1689 restauro pagato da Torrino Tonini dell'interno

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1842 notevoli modifiche

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1688 venne demolita la cupola da un terremoto e successivamente nel 1916 da una bomba austriaca

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1678 88 campanile su disegno del religioso Francesco Zucconi


INTERNO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la tela del presbiterio di Antonio Moliari ricorda il ritorno delle spose rapite dai pirati triestini

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il medesimo episodio lega all'esterno tra il campanile e la facciata della chiesa, i piccolo edificio decorato da una Vergine con il Bambino, del secolo XV costruito nel 1833 unificando la ex Scuola dei Fruttaroli e quella della Purificazione, o dei Casselleri ricostruita nel 1550 e restaurata nel 1601 dalla confraternita dei fabbricanti di cassoni e casse nuziali che ebbe u ruolo decisivo nel rintuzzare l'attacco piratesco. 



PONTE DELLE BANDE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  tra i primi forniti da bande o spallette


CALLE E PONTE DELLA GUERRA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  in passato teatro durante le feste popolari di accese gare di lotta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  anticamente Venezia era divisa in 2 fazioni che cercavano di superarsi a vicenda: i Castellani ed i Nicolotti, i primi portavano un berretto e una fascia rossi i secondi neri

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  questi scontri erano assai violenti, si impose l'uso di tagliare la punta ai bastoni,

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1574 combattimento sul ponte dei Carmini in onore di Enrico III re di Polonia e futuro re di Francia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  si sostituirono i bastoni con i nudi pugni

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  tali pugilati collettivi erano permessi da settembre a Natale e vi si svolgevano su certi ponti privi di bande affinche scivolando direttamente in acqua i contendenti vi placassero i bollenti spiriti e fossero subito costretti a separarsi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  su ciascun lato questi ponti recavano scolpiti due forme di piedi che segnavano la linea dentro la quale dovevano attestarsi i combattenti



QUERINI STAMPALIA

1300 apparteneva alla famiglia Querini, Stampalia era il loro feudo nell'isola greca Stampalia dal 1207 al 1522

1528 venne costruito questo palazzo

1869 sede della fondazione

1868 il testamento di Giovanni ultimo discendente della famiglia

Biblioteca pubblica : 300.000 volumi e periodici

1156 manoscritti

99 incunaboli

1638 cinquecentine

450 carte geografiche

2600 stampe e disegni

Pinacoteca con disegni n 300, di scuola veneta, italiana, o straniera, commissionata o acquistati dalla famiglia

PIETRO LONGHI:il Ridotto, il Mondo Nuovo, la frateria di Venezia, Maschere a reduto, il casotto del leone, la caccia dell'anatra in laguna, la preparazione degli schioppi, il conteggio della cacciagione.









SESTRIERE DI SAN POLO E SANTA CROCE



SAN POLO 33 ettari

SANTA CROCE 94 ettari


ESSI i costituiscono una vasta aerea nel cuore della città, di cui rispettivamente occupano la part4e sud orientale e nord occidentale delimitata a su d dal quartiere di Dorsoduro, a ovest dal canale della Scomenzera e per gli altri due lati dal Canal Grande

L'area è caratterizzata da numerosi palazzi patrizi affacciati sul Canal Grande

IL polo di Rialto, con i mercati che si prolungano in fitte calli a scacchiera

Rio di San Polo con una zona di antichissima formazione

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  O ovest del Rio di San Polo il tessuto edilizio si fa meno fitto ed accoglie un insieme di monumenti religiosi e assistenziali comprendenti la Basilica dei Frari, la Scuola di San Rocco e quella di San Giovanni Evangelista con la chiesa.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Lo sviluppo urbano in questi sestrieri si caratterizzò fin dal IX secolo con la formazione di nuclei autosufficienti organizzati attorno alla chiesa e collegati tra di loro da percorsi pedonali ricavati sugli argini dei canali, le parrocchie più antiche sorsero attorno a Rialto e vicino al Rio di San Polo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Tra l'XI e il XIII secolo si attuò il pieno sviluppo dell'area gravitante su Rialto, determinato dalla nuova ubicazione del Mercato che fino al 1097 era nella zona di San Bartolomeo, nel sestriere di San Marco

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Nel XII secolo per collegare queste due aree fu gettato sul canal grande un ponte di barche, più tardi sostituito da uno stabile di legno

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'urbanizzazione della zona realtina proseguì con la costruzione di magazzini, di case fondaco di famiglie patrizie e di complessi popolari alle loro spalle abitate da operai occupati nelle attività del mercato.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I secoli successivi videro il consolidamento dei percorsi pedonali più importanti e l'organizzazione degli spazi collettivi dei campi nonché lo sviluppo dell'attività edilizia abitativa, che si sviluppò in altezza nelle aree già completamente occupate e si impossessò di tutti i terreni disponibili anche nelle insule più lontane dal centro realtino.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  A partire dal XIX secolo che le zone attorno al complesso conventuale dei Frari, e tra il Rio Marin e ol complesso dei Tolentini, ancora libere per vaste superfici furono interamente occupate da insediamenti industriali, oggi x lo più smantellati e da nuclei di abitazioni popolari allineati lungo ampi percorsi pedonali.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La zona di Rialto è una delle più caratteristiche di Venezia e secondo la tradizione è anche uno dei più antichi insediamenti della città alla quale diede anche il nome RIVOALTUS, prima che assumesse quello definitivo di Venezia.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1097 l'insula realtina divenne sede del mercato generale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  negli anni successivi in questa zona si concentrarono oltre ai mercati veri e propri e alle numerose botteghe e per lo smercio di preziosi prodotti di importazione quali l'oro, le spezie, i tessuti, anche le più importanti magistrature legate alle attività economiche insieme ai banchi pubblici e privati, alle agenzie degli assicuratori marittimi e ad una sorta di borda di merci.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Questo concorso di funzioni e di interessi ricordati nella toponomastica determinarono l'organizzazione urbana di Rialto che assunse una particolare CONFIGURAZIONE.

Lunghe calli alternate a calli corte con funzione di servizi e a campi, dove l'assenza totale di ponti e di frequenti passaggi di collegamento tra i vari spazi e fra questi e il Canal Grande rendevano più semplici e rapidi gli spostamenti delle merci lungo le rive.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1514 tutto fu distrutto da un rovinoso incendio

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'area fu interamente ricostruita dallo SCARPAGNINO, creatore del progetto di rinnovamento,

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  propose di riutilizzare i muri e le fondamenta degli edifici preesistenti

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  pur nella mutata veste architettonica l'immagine della zona serba molto di quella antica




LA RIVA DEL VIN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  chiamata anticamente riva del Ferro, nome passato poi alla fondamenta opposta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  questo è uno degli unici tratti affiancati da percorsi pedonali su entrambe le sponde

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  si chiamò del Vino perché vi approdavano le barche cariche di questa nmerce o per la presenza delle numerose mescite e magazzini della zona

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1505 i mercanti di vino della zona si riunirono in corporazione sotto la protezione della Santa Croce, erano anticamente distinti in venditori, portatori e travasadori de vin, uniti in confraternita sotto l'invocazione degli Ognisanti nella Chiesa di San Bartolomeo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO DEI X SAVI

Magistrati preposti alle tasse

Ricostruito dallo Scarpagnino dopo l'incendio del 1514

Pianterreno porticato

I due piani superiori sono caratterizzati da una lunga sequenza di finestre rettangolari

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO DEI CAMERLENGHI

Sede al pianoterra delle prigioni DI Stato

Sede ora della Corte dei Conti

Ai piani superiori degli uffici dei Magistrati incaricati di provvedere alle finanze della Serenissima

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  RUGA DEGLI ORESI

1331 decreto del Maggior Consiglio aveva deciso che a Venezia non si mercanteggiassero lavori d'oro e d'argento in luogo diverso da quello di Rialto

la ruga si chiamava un tempo degli Anelli

1300 nacque una vera confraternita degli oresi comprendendo i gioiellieri, i gioiellieri da falso e i diamantieri, a loro volta divisi in diamantieri da duro e da tenero

vennero posti sotto la protezione di Sant'Antonio Abate, al quale su disegno di Girolamo Campagna eressero nella chiesa di San Giacomo un altare con annesso un sepolcreto

nella loro arte erano esclusi gli ebrei

erano ammessi solo coloro che avevano superato delle severe prove di idoneità l lavoro prescelto

1693 la specialità riconosciute erano molte



-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  FABBRICHE VECCHIE 1520 22 SCARPAGNINO

Il pianterreno porticato ed i due piani superiori destinati ad uffici


SAN GIACOMO DI RIALTO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  zona commerciale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  zona dei mercati

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  operazioni finanziarie

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  messa al bando deirei

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  prediche postprandiali di un religioso appositamente stipendiato che saliva su un pulpito di legno: Scopo di tale predica era rendere più morigerati i costumi


SOTTOPORTICO DEL BANCO GIRO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Vi trovavano posto i tavoli dei banchieri presso i quali i mercanti effettuavano i propri pagamenti mediante il trasferimento dei crediti sui libri bancari, prima che questo servizio venisse assicurato direttamente dal Governo con l'istituzione di banche pubbliche

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Istituzione del Banco della Piazza nel 1587

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Banco Giro nel 1619


GOBBO DI RIALTO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Opera di Pietro Salò 1541

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Rappresenta una figura inginocchiata che sostiene la scaletta di accesso alla Colonna del Bando in granito egiziano, d'alto del quale il Comandador dava lettura delle leggi e delle sentenze

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Annunciava l'arrivo e partenza delle navi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Dava notizie che potevano interessare gli uomini di affari

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Restaurato nel 1836

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Era una libera tribuna

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Al gobbo è legata fin dai tempi più antichi la pratica della berlina con le quali le autorità veneziane esponevano ai maltrattamenti i rei delle più svariate colpe incoronati con una mitria di carta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Tutto ciò cessò nel 1845


RUGA VECCHIA


RUGA DEL RAVANO


CALLE DELL'OLIO che costituisce il principale percorso tra Rialto e San Polo


CHIESA DI SAN GIOVANNI ELEMOSINARIO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fondata tra il IX e X secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1527 38 venne ricostruita dallo Scarpagnino


CALLE CESARE BATTISTI


CALLE DEI VAROTERI


CAMPO DELLA CORDARIA

Dai fabbricatori di corde che tenevano qui 17 piccole botteghe


FABBRICHE NUOVE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1545 46 costruite su progetto del Sansovino per le Magistrature giudicanti in affari di commercio


ERBARIA CASARIA PESCARIA

La funzionalità di questa zona è data dal diretto affaccio sul Canale

1907 edificio della Pescaria, edificio neogotico su progetto di Cesare Laurenti e Domenico Rupoo


CALLE DELLE BECCARIE detta anche Panataria dalle numerose botteghe di pane

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  centro del macello pubblico

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  mercato del pesce al minuto che sorge in luogo della casa proprietà della famiglia Q  UERINI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fu lasciato integra la parte appartenente al fratello Giovanni

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la casa di Marco e Pietro Querini venne confiscata e distrutta nel 1310 in seguito alla congiura di Baiamonte Tiepolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'ala non demolita fu adibita a macello e poi ricostruita x divenire mercato del pesce

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  rimangono le arcate e la trifora del 1200 sul fronte verso il campo delle bBeccarie


LA CALLE DELL'ANGELO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  totale assenza di spazi pubblici dalla necessità di ricavare maggior spazio possibile in un ambito così ristretto



la calle del cappeler


calle dei botteri, BOTTAI


calle del campanile


corte del teatro vecchio O Teatro Michiel

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  teatro fondato nel 1580


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1565 la Compagnia della Calza detta dei Sempiterni, aveva costruito in legno entro il perimetro di Santa Maria della Carità il primo teatro Veneziano


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  In origine questi locali erano assai spogli e mancavano quasi dell'illuminazione escluse le due torce che si accendevano ai lati del sipario prima che lo si alzasse. All'inizio dello spettacolo oltre ai lumi di sego che ardevano sui leggii degli orchestrali non vi era altra luce se non quella che di tanto in tanto si accendeva sui palchi dove si cenava si giocava d'azzardo e si sputava sull'umile volgo della platea, infamia sferzata da Gaspare Gozzi sulla Gazzetta Veneta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I teatri veneziani si aprivano verso al metà di ottobre, il ricavato degli abbonamenti e dei palchetti spettava al proprietario, mentre quello dei biglietti di ingresso ai comici

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Tra il pubblico era riprovata l'indecenza nel vestire tanto che nel 1776 fu imposto che si potesse assistere agli spettacoli in abiti succinti solo se mascherati con la caratteristica Bauta veneziana composta di un mantello di seta nera o di velluto o di merletto, ed un cappuccio aperto solo sul volto che si copriva con una mascherina


LA CHIESA DI SAN CASSIANO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fondata nel X secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  più volte trasformata



CAMPIELLO E SOTTOPORTICO DELLA SIORA BETTINA


CALLE DELLA REGINA


CALLE DI CA' CORNER

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO CA' CORNER opera di Domenico Rossi edificato a partire dal 1724

1975 è stato acquistato dalla Biennale e destuinato ad Archivio Storico delle Arti Contemporanee

comprende una biblioteca, una emeroteca, una fototeca

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  PALAZZO CORNER DELLA CA' GRANDE di Jacopo Sansovino  nulla è rimasto della camera d'oro

I Corner vi abitarono anche dopo la caduta della Repubblica

1812 fu venduta dall'ultimo rappresentante della loro stirpe al governo austriasco che vi stabilì la Delegazione provinciale imperiale e reale

dopo l'unificazione divenne sede del prefetto di Venezia

1932 34 fu sottoposto ad un'altra serie di restauri



RIO DELLE DUE TORRI


CA' PESARO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  SEDE del Museo d'arte Moderna e del Museo d'arte Orientale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il fondo iniziale di 30.000 pezzzi fu costituito negli ultimi decenni del secolo XIX da Enrico di Borbne conte di Bardi durante i suoi viasggi in Asia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Venne poi ceduto dal governo austriaco a quello italiano in riparazione dei danni subiti nel 15 - 18

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'edificio deriva dalla ristrutturazione di 3 palazzi contigui di origine medievale azcquisiti dal pesaro tra il 1558 e il 1628

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Fu il LONGHENA ad ideare il complesso gioco scenografico

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Teste leonine e mostruiose

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Alto basamento a bugne a punta di diamante

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Due file di finestre

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Due grandi portali ornati da figure a mascherone

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Alla morte del Longhena il GASPARI continuò i lavori che si conclusero nel 1710 con l'erezione di due piani superiori caratterizzati da imponenti finestre ed eleganti balaustre e poggioli

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I Pesaro giunsero dalle Marhe ove erano niti con ilNOME DI Palmieri verso la metà del XIII secolo Dapprima erano conosciuti come i Pesaro dal Carro, nome che derivava dal fatto che trasportavano le chiatte dal Brenta alla Laguna presso Fusina

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Uno dei membri più illustri della famiglia fu Jacopo che incaricò Tiziano nel 1519di dipingere la famosa pala PESARO x la chiesa dei Frari


SOTTOPORTICO GIOVANELLI


RIO della rioda


Campo San STAE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  facciata barocca


SALIZZADA CARMINATI


CALLE di CA' TRON

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Sede dell'Istituto universitario di Architettura

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XVI secolo venne ampliato con una lussuosa sala da ballo

in questo palazzo visse e tenne salotto Caterina DOLFIN , spostata in seconde nozze con Andrea Tron

Tra le sue vittime più illustri il segretario del Senato Pierntonio Gratarol, per sua disgrazia si innamorò dell'attrice Ricci, della quale si era invaghito pure Gasparo Gozzi, scrittore fratello del più celebre Carlo Gozzi


PALAZZI MOCENIGO, lungo la salizzada San Stae

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  MOCENIGO Vecchio da il suo nome alla calle

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Ci sono 4 Palazzi Mocenigo, ma i due centrali sono in realtà un palazzo doppio che era intesoper essere abitato come unica casa

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Mocenigo vecchio è il più antico ed è il più vicino alla volta del canal

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Nel tardo XVI secolo venne costruito il Palazzo Nero e nel XVIII fra questi due fu costruito un doppio palazzo che nacque per ampliare il Palazzo Nero

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La casa vecchia, la più antica delle 4 era in origine un edificio gotico, come si può riconoscere dai dettagli architettonici

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I Mocenigo erano giunti da Milano e ritenuti discendenti dei Cornelii di Roma. Fu quindi una delle più antiche famiglie e potenti della città cui ha dato bel 7dogi, solo una inmeno della famiglia Contarini

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il regno di Alvise I Mocenigo vide la vittoria dei Veneziani sui Tuirchi a Lepanto, la chiesa del Redentore dove è conservata la cazzuola con la quale il doge pose la pietra d'angolo e la celebre visita a Venezia del re di Francia Enrico III.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1591 92 Giovanni Mocenigo invitò il frate filosofo Giordano Bruno a vivere in palazzo comesuo ospiteVenne poi denunciato dal Mocenigo all'Inquisizione,


Gli Inquisitori di Venezia non eranoparticolarmente interessati alle questioni religiose, ma piuttosto a problemi riguardanti la sicurezza e la morale pubblica


Nel 1621 la Contressa di Arundel prese in affitto il Palazzo. Antonio Foscarini


CALLE DEL TINTOR

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I tintori si dividevano in tre classi: di sete, di fustagni e di tele. Apprezzati in tutta Europa erano lo scarlatto e il cremisi veneziano, il segreto delle cui tinture era proteto da un singolare accorgimento. Le leggi stabilivano puntigliosamente i periodi nei quali si dovevanocomporre le miscele per fabbricare lo scarlatto e perché si voleva distrarre il pubblico dall'interesse a tale segreto, venivano messe in giro folle che incutessero paura. Pertanto attorno alle tintorie venivano fatte passare di notte qualcuno travestito da fantasma, da brigante o da gigante con un lanternino in mano. Ciò introdusse nel dialetto veneziano la parola scarlatto per indicare un timore senza fondamento.


LA CALLE DEL MEGIO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  antichi depositi del Megio o migliodella Repubblica edificati nel XV secoloFu questo cereale a salvare la popolazione dalla terribile carestia del 1559 quando tali magazzini vennero aperti ed il loro contenuto fu distrbuito gratuitamente.


CASA SANUDO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  vi visse e morì nel 1536 il grande cronista Marino


CALLE LARGA


SAN GIACOMO dell'ORIO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Festa il 25di luglio

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Incerto il significato del termine ORIO: forse viene da rio, un albero di alloro o la famiglia ORIO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il gioco del nobile Pallone


IL RAMO II DEL MEGIO


SALIZZADA DEL FONDACO DEI TURCHI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  casa veneto bizantina del XII XIII secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  emporio dei mercanti turchi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1225 costruzione dell'edificio e Jacopo Palmieri ne fu il proprietario, ma esso viene piuttosto associato alla Famiglia Pesaro. Fu venduto ai Pesaro alla Repubblica x 10.000 ducati nel XIV secolo. Nel 1381 venne donato dalla città al Marchese di Ferrara, dove venne in seguito ospitato Giovanni VIII Paleologo, Imperatore di Bisanzio,, a Venezia nel 1438

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Dalla seconda metà del XVI secolo i mercanti turchi cominciarono a raccogliersi aVenezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1574 fu proposto dal Senato che fossero riuniti in un unico edificio. Per ospitarli i conformità ai loro xostumi le finestre del Palazzo vennero chiuse

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la comunità turca era sorvegliata dai Savii alla Mercanzia, una commissione del Senatio che si occupava del commercio e della navigazione

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1627 il Senato ordinò la distruzione delle torreselle ed emanò una serie di leggi volte a proibire la presenza di armi da fuoco all'interno dell'edificio.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I mercanti turchi che vi videro sopravvissero al crollo della Repubblica

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1838 l'ultimo turco fu costretto ad andarsene dalla famiglia Manin che aveva ereditato il Palazzo dai Pesaro.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1858 il palazzo fu acquistato dal comune di Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1922 ospitò il Museo CORRER successivamente il Museo Civico di Storia Naturale, comprendente collezione di fossili, di minerali, raccolte botaniche, e alcune curiosità come due basilischi, animali immaginari ricostruiti da naturalisti all'inizio della zoologia moderna


CALLE DEI PRETI


SAN GIOVANNI DECOLLATO


CALLE DI CA BEMBO


RIVA DI BIASIO

Leggenda di Biasio Luganegher


CALLE ZAN


LA lista vecchia dei BARI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Bari erano i barattieri, baro significa terreno incolto, barena indica il tratto erboso che viene periodicamente ricoperto dalla marea

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il termine lista significa strada prospiciente il palazzo di un ambasciatore, entro il quale vigeva l'immunità diplomatica


SAN SIMEONE GRANDE o SAN SIMEONE PROFETA


RIO MARIN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Palazzo Contarini: Massoneria

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La prima loggia massonica a Venezia venne fondata nel 17874 da Pietro Grattarol segretario del Senato

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1785 venne smantellata


PONTE E CALLE BERGAMI


LA CALLE DELLE CHIOVERETTE


SAN SIMEONE PICCOLO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1718 38 costruita dallo SCALFUROTTO, con la demolizione dell'edificio originario del IX secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  a ds di San Simeone la facciata dell'ex Scuola dei Tessitori dei panni di lana, vicino si trova il campo della Lana

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1272 decreto fiorire dell'arte della lana in città, si assegnava alloggio gratuito a tutti i lavoranti forestieri che si fossero trasferiti sulla laguna x esercitare tale arte. La maggior parte dei lanaioli veniva dalla Germania e si spersero nei vari sestrieri ma soprattutto i quello di Santa Croce, nell'area fra la Chiesa di San Simeone e la Chiesa di San Giacomo dell'Orio. Il campo della Lana era coperto da un prato usato come stenditoio ed asciugatoio dei filati tinti, posti sopra cavvaetti di legno ordinati in lunghe file parallele. La calle dell Chioverette che si riferisce ai chiodi i legno o paletti di legno su cui si tiravano le corde perstendere.


Palazzo DIEGO attribuito al TIRALI

I Diedo una delle famiglie patrizie veneziane più antiche


FONDAMENTA DEI TOLENTINI

1523 sacco ce Roma patì dai Lanzichenecchi di Carlo V i chierici regolari Teatini cercarono rifugio a Venezia Qui abitarono prima all'Ospedale degli Incurabili, quindi alla Giudecca, all'abbazia di San Gregorio, successivamente in un oratorio presso la chiesa di San Pantaleone.

La chiesa dei Tolentini veniva visitata ogni anno dal doge nel giorno di San Gaetano, tra i più importanti per lòa Signoria perché era da lì iniziata la riconquista della Grecia nel 1684


GIARDINO PAPADOPOLI

1834 63 sistemato su disegno del Bagnara

il giardino si estende sull'area dove sorgeva il complesso conventuale della Croce, demolito nel 1810


RIO NUOVO 1832 33


PALAZZO COCCINA E TIEPOLO

XVI SECOLO attribuito a GIANGIACOMO DEI GRIGI


FONDAMENTA DI SANTA CHIARA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la chiesa venne ristrutturata e sconsacrata


FONDAMENTA CONDULMER

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  famiglia di antiche origini longobarde

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  venne a Venezia da Pavia prima del X secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  resa famosa per la salita al soglio pontificio di Gabriele che nel 1431 fu eletto Papa con il nome di Eugenio IV che ebbe una sorella di nome Polissena che sposatasi con Nicolò Barbo, fu madre di un altro pontefice PAOLO II


SAN NICOLO DA TOLENTINO

1591 95 venne progettata dallo Scamozzi

venne portata a termine nel 1602 dai Teatini che l'avevano commissionata


FONDAMENTA MINOTTO sul rio del Gaffaro, gaffaro forse califfo perché vi abitarono capi arabi


PALAZZO ODDONI

Palazzo gotico


PALAZZO MARCELLO


SAN PANTALON


RAMO CAMPO MOSCA

Nei o mosche che erano pezzetti di taffetà nero gommato che le donne applicavano qua e là sul volto per fa r risaltare la loro bellezza e la bianchezza della loro carnagione


Il nome PANTALON fu uno dei più diffusi nella città, venne interpretato come derivazione da piantaleoni, poiché i loro condottieri sulla città e sulle terre conquistate piantavano come insegna il Leone di San Marco.

Altri associano il nome alla maschera rappresentativa di un mercante onesto e brontolone e bonario e tutt'altro che difficile da ingannare



CHIESA DI SAN PANTALON

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  venne fondata forse nell'XI secolo


tabella indicante le lunghezze minime consentite dei pesci posti in vendita al mercato


CAMPIELO ANGARAN


PONTE DELLA DONNA ONESTA

Meretrice nota nel sestriere come donna onesta perché assai prudente ed accorta nel suo mestiere


RIO DELLA FRESCADA


FONDAMENTA DEL FORNER


PALAZZO BALBI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  posizione in volta del canal

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  i Balbi vennero a Roma dalla Spagna

la famiglia Balbi raggiunse Venezia dopo varie tappe, prima Pavia, poi Milano ed infine Ravenna.

A Venezia diedero origine a 13 famiglie e i membri del ramo di San Pantalon erano famosi per la loro cultura Luigi Balbi formò una ricca biblioteca e uno studio musicale, Gasparo fu un celebre cosmografo e viaggiatore e Adriano fu un noto geografo.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Fu dal balcone del loro palazzo che Napoleone osservò la regata che si svolse in suo onore il 2 dicembre 1807

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Alla metà del secolo scorso il palazzo fu di proprietà di Michelangelo Guggenheim, nella casa furono installati laboratori e botteghe, ma furono chiusi nel 1900. Successivamente la casa venne venduta all'asta ed acquistata dalla Compagnia elettrica Adriatica



CALLE STRETTA GALLIPOLI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  strettissima imboccatura dello stretto di Gallipoli o dei Dardanelli, la chiusura del quale era considerata una delle più funeste minacce per la prosperità del commercio della Repubblica

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  all'estremità di questa calle nel 1531 abitò Tiziano prima di trasferirsi a SAN CANCIANO



SANTA MARIA GLORIOSA DEI FRARI O DELL'ASSUNTA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  racchiude in se stessa 5 secoli di cultura e di storia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1236 il doge Jacopo Tiepolo donò ai Frati Minori Francescani un'area in gran parte paludosa nota come LAGO BADOER sal nome dei proprietari, posta sul confine delle due parrocchie di San Tomà e di San Stin

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1340 decisione di ricostruire in forme più grandiose la chiesa primitiva

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  ultimata dopo circa un secolo, elementi del gotico primitivo e più severo si intrecciano con il gotico quattrocentesco

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la Basilica denota i segni dei mutamenti del guasto architettonico avvenuto nel corso della sua vicenda costruttiva



SALIZZADA DI SAN ROCCO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  campo di forma triangolare

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Scuola di San Rocco costruita a partire dal 1516 su progetto di Bartolomeo Bon, che diresse ilavori fino al 1524, quando fu sotratto dai lavori per divergenze con il Capitolo I lavori proseguirono sotto la direzione di Sante Lombardo e nel 1527 furono ultimati dallo Scarpagnino

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Per la decoraziione si pnsò di bandire un concorso a cui prese parte Paolo Veronese, Andrea Schiavone, Jacopo Tintoretto, Giuseppe Salviati, Federico Zuccaro.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Essi furono invitati a preparare un disegno preparatorio per un quadro da apporre nell'ovale di un soffitto. Mentre i colleghi erano ancra intenti a terminare i loro bozzetti, Tintoretto , il quale era riuscito ad ottenere dagli inservienti della Scuola le esatte misure dello spazio da affrescare, dipinse con rapidità il quadro e senza dire nulla a nessuno lo ripose al posto giusto. L'astuto pittore fece dono alla scuola del suo dipinto ed ottenne la commissione. Egli si era valso di una delle leggi fondamentali delle scuole veneziane e ciò imponeva che un dono siffatto a un santo, di qualunque natura fosse e qualunque fosse il donatore, non potesse essere in nessun modo rifiutato.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Sculture lignee di Francesco Pianta il Giovane Si tratta di figure allegoriche di non facile interpretazione, a meno che non si decifri il cartiglio apposto a destra dello scalone, posto dall'artista stesso in mano a MERCURIO collocato a destra dello scalone, cartiglio coperto di una calligrafia fitta ed ermetica Abbiamo in ordine le 12 moralità.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La malinconia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'onore

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'avarizia con i libri dei conti

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'ignoranza con la testa d'asino

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La scienza circondata dai libri

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La distinzione del bene e del male

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il furore incatenato

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La spia o curiosità che spia occhiuta di sotto il mantello

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Lo scandalo, una figura tronca

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il piacere onesto contornato dalle figure di strumenti musicali

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Cicerone difensore della scultura

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Da ultimo la caricatura del Tintoretto, affaccendato tra rotoli di disegni e pentolini di vernice, l'inquietante Ritratto dell'artista intento a levarsi la maschera

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La Chiesa

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la scuoletta


RIO TERA SAN TOMA


CALLE DEL MAGAZEN


LA SCUOLA GRANDE DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  allogata nel 1300 nella preesistente chiesa di San Giovanni, essa si differenzia nella struttura delle altre scuole Veneziane per il giustapporsi del suo prospetto di elementi decorativi di epoche e di stili diversi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1349 rilievi della Madonna con il Bambino e San Giovanni Evangelista adorato dai confratelli

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  alle finestre di arte gotica fiorita

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  dalla bifora e dal portale rinascimentale realizzati nel 1498 e 1512 su disegno del CODUSSI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la finestra ovata del 1700

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1806 soppressione della confraternita l'edificio fu spogliato della sua decorazione pittorica venuta arricchendosi di opere del XV secolo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'edificio venne salvato dalla demolizione da un gruppo di cittadini

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  divenne sede della Società delle Arti Edificatorie e in seguito assunse il titolo di Scuola Grande e di Arciconfraternita

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Filippo Masser, cancelliere di Gerusalemme e di Cipro, elargì nel 1369 alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, la celebre reliquia della Croce ricevuta in dono da Pietro Tommaso, patriarca di Costantinopoli

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  A tale reliquia furono attribuiti numerosi miracoli


CALLE DI CASTEL FORTE

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Vi fu costruita una nave chiamata Roccaforte capace di contenere 500 uomini e utilizzata per la prima volta per scortare un convoglio guidato da Michele Doro e diretto da San Giovanni d'Acri


CALLE DI SAN NICOLETTO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  i cronisti narrano a proposito di questa calle che il patrizio Nicolò Lion , procuratore di San Marco, scoprì la congiura di Marin Faliero, ammalato desiderò di mangiare della lattuga e che non potendola trovare altrove se la procurò nell'orto di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Rimessosi rapidamente in salute attribuì l'insperata guarigione a quell'insalata e in segno di gratitudine fece costrire nell'orto medesimo una chiesetta e un piccolo monastero che si chiamarono San Nicolò o San Nicoletto della Lattuga Consacrata nel 1582 la chiesa venne distrutta da un incendio nel 1743, ma in breve venne ricostruita in proporzioni più ampie e maestose del passato. Attualmente è stata inclusa nel vicino convento nel complesso Archivio di Stato di Venezia, uno dei più importanti del mondo, che raccoglie oltre 300 sale, circa 15 milioni di volumi e faldoni relativi alla storia di Venezia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Archivio : vi sono conservati:

archivi dei consigli e delle magistrature

uffici e cariche veneziane dal ix secolo al 1797

gli archivi dei governi succedutosi dopo la caduta della repubblica e quella delle corporazioni : arti, scuole, corporazioni soppresse


RAMO DEI CALEGHERI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  di forma rettangolare

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  ai calegheri era riservato il lavoro più fine delle scarpe di varie forme

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  ai zavateri il lavoro delle pianelle per le popolane e il rattoppo delle scarpe vecchie

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la scuola dei calegheri è dedicata a sant'Aniano, è ora adibita ad uso privato

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la scuola venne comperata dai calegheri nel 1466

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1479 sopra la porta un bassorilievo di stile lombardesco raffigurante San Aniano risanata da San Marco

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la scuola ogni anno offriva alla dogaressa un paio di zoccoli, ma anche a San Samuele si trovava una scuola di Calegheri, fin dal 1300 infatti molti calzolai tedeschi vennero nelle lagune venete e si costituirono a scuola con sede in calle delle Botteghe

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  al Correr si conservano ancora alcuni calcagnetti. Gli zoccoli che le done veneziane portarono inizialmente per non imbrattarsi di fango e più tardi per pura civetteria¸ usavano lunghi strascichi. La repubblica fu costretta ad emanare leggi suntuarie per obbligare le donne a portare calzature più basse. Le scarpe muliebri erano di vari colori, con la punta rivolta all'insù, e con fibbie più o meno ricche, secondo il censo di chi le portava, fibbie di smalto, d'oro, d'avorio, e persino di diamanti.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Altre limitazioni imposte dalla repubblica , non potevano sposare principesse bizantine, Domenico Selvo sposò Teodora. I Veneziani non gli perdonarono l'ambizioso matrimonio con una principessa straniera

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Fra i costumi importati dal mondo bizantino fu l'uso della forchetta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1525 l'uso degli orecchini



-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  uso della parrucca importata a Venezia dalla Francia nel 1665 ad opera del gentiluomo Vinciguerra Collalto Il primo doge che portò la parrucca fu Giovanni Corner nel 1709, prima della parrucca varie erano state le acconciature veneziane che anticamente lasciavano le chiome sciolte

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  dal XV secolo commercio dei cappelli finti: i primi toupet


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  uso delle tinrure: nel Rinascimento le veneziane eleganti si tingevano quasi tutt di biondo i cappelli con una specie di acqwua, detta la bionda, oppure acqua di gioventù


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Il processo era ilseguente: esse salivano sulle altane di legno che ornano molti edifici della città e si bagnavano la testa con una spugnetta impregnata dell'acqua suddetta ed attaccata in cima ad un fuso. Si coprivano le spalle con un accappatoio di seta o di tela leggera detta schiavoneto e si mettevano sul capo un cerchio di paglia a foggia di tesa di cappello detto solana, su cui si stendevano i cappelli per asciugarli ai raggi del sole


CALLE DEL TRAGHETTO


LA CALLE DEI NOMBOLI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  con questo nome a Venezia si indicavano i quarti di posteriore dei bovini


PALAZZO CENTANI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  casa del Goldoni


CALLE DEI SAONERI

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fabriccanti di saponi


RIO DI SAN POLO


CALLE E CAMPO DEL CAFETIER

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  la seicentesca facciata dell'oratorio del Crocefisso incorporato nella chiesa di San Polo, che sulla salizzada volge il fianco destro


CHIESA DI SAN POLO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  IX secolo fondazione con il prospetto verso il rio di San Polo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XV secolo venne modificata con l'inserimento di elementi gotici sull'originale impianto bizantino

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1804 fu attuato da Domenico Rossi un radicale ristrutturazione della chiesa che adattò forme e rivestimenti neoclassici al preesistente organismo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il campanile a canna lesenata in cotto con cella campanaria a trifore fu eretto nel 1362

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  vi si possono scorgere 2 leoni, uno dei quali con il collo avvinghiato da un serpente e l'altro tiene fra le zampe una testa umana spiccata dal busto, allusione secondo la tradizione popolare alla subdola cospirazione e al supplizio di Marin Falier o di Francesco Carmagnola



CAMPO SAN POLO 

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il più grande della città

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  forma a parziale emiciclo fu determinata dall'andamento curvilineo di un rioninterrato nel 1761

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  centro di feste popolari

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  cacce al toro

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  cerimonie religiose

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  spettacoli teatrali

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  sede di mercato


PALAZZO SORANZO





SESTIERE DI CANNAREGIO


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il sestiere di Cannaregio copre un'estensione di 150 ettari

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  occupa il settore nord occidentale della città

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  delimitato a sud dal Canal Grande

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  a nord dalla laguna

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  a est dai sestieri di Castello e di San Marco

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  a ovest dal canale di Santa Chiara

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  è il più direttamente collegato per via d'acqua alla terraferma

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il Canale di San Secondo, che attraversa la laguna correndo parallelo al ponbte ferroviario, vi penetra proseguendo nel Canale di Cannaregio

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il toponimo deriverebbe dalla contrazione del Canal Regio, a sottolineare l'importanza di questo canale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  per altri il toponimo sarebbe derivato dai canneti che abbondavano un tempo nella zona.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  L'area meridionale della zona è attraversata per tutta la sua lunghezza dalla stazione al Campo Santi Apostoli, da una importante area pedonale realizzata nel 1800

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Tutta l'area gravitante sull'ampio Canale di Cannaregio è caratterizzata da due lunghe fondamenta coperte senza soluzione di continuità di modesti edifici tra i quali di rado emergono alcuni imponenti palazzi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La parte verso la laguna si estende su una vasta zona solcata da rii paralleli attorniati da edifici residenziali a carattere assai popolare intervallati da sagrati con chiese suggestive :Sant'Alvise, la Misericordia, la Madonna dell'Orto, palazzi con grandi giardini. Vecchi capannoni artigianali

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Ai margini meridionali dell'area si estende il Ghetto, il quartiere ebraico

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XI secolo il sestiere era ancora scarsamente popolato

Venne costituendosi grazie all'imbonimento di bonifica delle INSULE e solidificazione delle terre emerse

XIV secolo venne completato il quartiere di Santa Sofia e tutta la zona nord di questo fino al convento di Santa Caterina

Dal 1400 si definì la struttura nelle tre fasce parallele comprese tra il rio di San Girolamo e la laguna Nord

Le insule che le costituiscono parzialmente già occupate da insediamenti conventuali, furono allora riorganizzati seguendo il seguente schema urbanistico:

ad un canale rettilineo affiancato ad una lunghissima fondamenta rivolta a sud fu collegato un fitto sistema di calli trasversali e su questa griglia regolare l'edificazione cominciò ad estendersi lentamente tanto che ancora nel 1800 nessuna altra area di Venezia aveva tanti grandi spazi non edificati come questa

xvi secolo costruzione del ponte delle Guglie589 la realizzazione delle Fondamente Nuove accrebbero la funzionalità del sestiere

1700 numerosi restauri

1841 costruzione del ponte ferroviario

1860 costruzione della Ferrovia





CHIESA DEGLI SCALZI


-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Dedicata a Santa Maria di Nazareth

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1654 costruita su progetto del Longhena da una comunità di Carmelitani Scalzi



LISTA DI SPAGNA

- 1844 ampio percorso pedonale



PALAZZO CALBO CROTTA


PALAZZO LEZZE


PALAZZO ZENO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Venne ricostruito nel \18 secolo x l'ambasciatore di Spagna

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Nell'interno si trovava un pozzo dedicato a San Magno



MOROSINI DELLA TRESSA



SAN GEREMIA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  campo dove si facevano le cacce al toro


CHIESA DI SAN GEREMIA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  VIII secolo, rifatta nell'XI e nel XIII

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  La ricostruzione venne realizzata dal padre Carlo Corbellini, che sovrappose all'impianto originario a tre navate una nuova pianta a croce greca


PALAZZO LABIA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  costruito in onore di questa famiglia proveniente dalla Catalogna, subito dopo la sua aggregazione al patriziato veneziano nel 1649


RIO TERA SAN LEONARDO



CHIESA DI SAN LEONARDO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  chiesa dell'XI secolo, ricostruita da Bernardino Macaruzzi nel 1700


la CALLE DELLA RABBIA


RIO TERRA FARSETTI


RIO TERRA DEL CRISTO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Ex scuola del Cristo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  Costruita nel 1644 x la Confraternita della buona morte, i cui seguaci avevano il compito di seppellire gli annegati


CAMPO SAN MARCUOLA


CHIESA DI SANTI ERMAGORA E FORTUNATO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  venne fondata da profughi della terraferma all'epoca dell'invasione longobarda

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XII secolo venne ricostruita dalle famiglie Memmo e Lupanizza dopo un incendio sviluppatosi in seguito ad un devastante terremoto

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1728 36 venne ricostruita da Antonio Gaspari e Massari

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  al suo interno si venera la mano destra di San Giovanni Battista, esposta ai fedeli il 24 di giugno, trasportata qui da Alessandria di Egitto e rimasta miracolosamente indenne attraverso tutte le vicissitudini sopportate da questa chiesa


CALLE DEL PISTRO


CAMPIELLO DELL'ANCONETTA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  aperto nel 1855 con la demolizione di un piccolo oratorio


RIO TERRA DELLA MADDALENA

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  forse la prima strada realizzata con l'interramento di un canale


CROCE DEL VOLTO SANTO

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  gia centro dei setaioli lucchesi, che emigrati a Venezia nel 1309 diedero impulso allo sviluppo della seta

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  mblema della loro confraternita sia sull'architrave del sottopassaggio, sia sulla trecentesdca vera da pozzo che riproduceva quella di un crocefisso venerato nella cattedrale di Lucca come miracoloso


CALLE VENDRAMIN


PALAZZO LOREDAN

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  si erge sopra ben 22 m di canale

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  capolavoro del Coducci

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1500 venne cominciato dal Coducci x la famiglia Loredan e fu completato alla morte dell'architetto dalla bottega degli intagliatori del Lombardo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  i Loredan vissero a San Marcuola per più di 80 anni

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  l'entrata del palazzo alpianterreno venne arricchito con affreschi mitologici, blasoni e fregi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  di questo lavoro venne incaricato il Giorgione, ma anche il Tiziano ebbe diversi incarichi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1581 il palazzo fu veduto al duca Enrico di Braunschweig per 60.000 ducati

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  due anni dopo alla famiglia dei Gonzaga di Mantova

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  fu alla fine dopo diverse controversievenduto all'asta a Vittore Calergi che per averlo pagò solo 36.000 ducati.

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  I Calergi erano una famiglia molto ricca di Candia La loro sottomissione a Venezia nel 1258 non solo aveva ermesso loro di conservare l'immenso patrimonio artistico, ma anche di essere inclusi nel rango di patriziato

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  138 vennero iscritti nel Libro d'Oro, grazie ai loro meriti ottenuti attraverso la guerra di Chioggia

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  XVII secolo il Palazzo venne ingrandito. Venne aggiunta una ala da parte dell'architetto Scamozzi su richiesta di Marina Calergi

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1738 l'ultimo dei Grimani- Calergi lasciò la casa a Nicolò Vendramin

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  il palazzo fu venduto a MariA Carolina, vedova del duca di Berry: collezione di opere d'arte

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1883 Richard Wagner

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  1926 il conte Volpi di Misur4ata acquistò il palazzo

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  dopo la seconda guerra mondiale venne acquistato dal comuneche lo tramutò in casinò

-   &n 141b11b bsp;   &n 141b11b bsp;  NON NOBIS , non a noi Signore: uesta scritta fu posta dalla famiglia Calergi x scongiurare la vendetta celeste che avrebbe potuto abbattersi sui facinorosi Pietro e Giovanni Grimani


RIO TERA DELLA MADDALENA
















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