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Il Barocco

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Il Barocco

Il Manierismo aveva messo in crisi gli ideali di compostezza classica, e il Barocco ne è l'esito finale: una tendenza letteraria ed artistica a spezzare i rinascimentali canoni classicistici; rompe con la tradizione . Va dal 1610 al 1690, quando nasce il movimento dell'Arcadia, un'Accademia che cercherà di eliminare l'eccess 313h76d o di figure retoriche e quel cattivo gusto barocco; è un preludio alla letteratura illuminista, si rifà alla semplicità di Virgilio.

Sul piano politico e ideologico, dalla cultura ufficiale non emergono novità a causa del controllo della Chiesa, ma l'esigenza di rinnovamento si esprime nel Barocco, in tutti i campi dell'arte, nonostante il peso schiacciante della cultura controriformistica (è l'epoca dell'abiura di Galilei). I giochi di pieni e vuoti, colonne e volute nelle facciate delle chiese, i chiaroscuri drammatici e forti di Caravaggio. In letteratura si persegue l'unico scopo di meravigliare e stupire il lettore, lo dice Marino. Si afferma una visione edonistica della poesia, contrapposta a quella pedagogica e didascalica tassesca e controriformistica, del Manierismo che aveva tentato di "miscere utile dulci."

il termine "barocco" viene coniato nel '700 da critici e letterati in riferimento all'arte del '600 per evidenziarne la bizzarria, l'eccesso e l'anomalia con un 'accezione negativa e critica. L'etimologia è incerta, forse dal portoghese "barroco" (una perla non perfettamente sferica ma irregolare), o dalla filosofia scolastica, in cui "varoco" è il sillogismo apparentemente e formalmente perfetto ma sostanzialmente vuoto; comunque si sottolineano l'artificiosità e la stravaganza, il fascino per il diverso dell'arte barocca.



Non c'è ricerca dell'antico ma volontà di creare un'arte nuova e moderna, è un rifiuto dell'antico.

La visione del mondo è la stessa già in nuce nel Manierismo: stanno venendo meno tutte le certezze, nonostante la rigidità che la Chiesa cerca di imporre. Quel che ci sembra realtà non corrisponde al vero: la ragione è insufficiente. In una pagine del "Fu Mattia Pascal" il protagonista dice: "maledetto Copernico", perché ha dato inizio al relativismo, abolendo ogni verità assoluta.

Sul piano della cultura tutto è stantio e normale a forza, ma nel mondo c'è un forte senso dell'instabilità del reale e della precarietà umana.

Il Medioevo ed il Rinascimento avevano forti punti di riferimento (Dio prima, l'uomo poi); invece, l'unica certezza del Barocco è quella di non avere certezze.

Occorre partire dalla consapevolezza che la realtà nel '600 rimanda ad altre verità, è sfuggente, sempre mutevole ed ingannevole. In questo contesto la metafora diventa uno strumento di conoscenza. La relazione tra due cose avviene in maniera alogica ed intuitiva: ecco perché la metafora aiuta a cogliere la realtà in un'epoca di crisi della ragione. In letteratura il '600 è l'età della metafora. Il Tesauro dice che la metafora è "il più meraviglioso strumento di conoscenza a disposizione dell'uomo." La stessa cosa si verificherà con il successo nel Decadentismo di figure retoriche come sinestesia etc. La metafora è una sorta di filosofia di vita del '600.

In campo letterario la novità è il desiderio -in nome di un'arte moderna- di liberarsi delle regole, come reazione alla modificazione dei generi letterari elaborata nel '500 sulla base della Poetica di Aristotele, e poi parzialmente tradita dal Manierismo. il Tassoni critica ogni principio di autorità, e definisce obsoleta la tradizione classica. Nei confronti del mondo classico l'atteggiamento è di netto ripudio o si riprendono (come in Italia) solo le opere minori, o si svuotano e snaturano i modelli classici, senza capirli e senza rispettarne il senso, riducendoli a gioco combinatorio di espressioni e suoni. La poesia barocca abbonda di descrizioni di donne brutte, proprio perché anomale ed estranee alla tradizione letteraria.


La lirica barocca

L'espressione più alta del Barocco in Italia è la lirica, di cui è caposcuola il Marino, teorico della poetica della meraviglia: ebbe un successo straordinario e fu ospitato alla corte di Francia. Scrisse un poema mitologico, l'Adone, che trae spunto da un episodio delle Metamorfosi di Ovidio, sull'amore tra Adone e Venere. fa da modello a tutti i lirici barocchi del '600, tutti marinisti. In lui si realizzano tutti i principali caratteri della lirica barocca: la poetica della meraviglia, l'attenzione per gli aspetti esteriori della realtà (che degenera in superficialità), il gusto per la catalogazione di figure e oggetti, quello per la combinazione degli spunti letterari. Riprende la lirica precedente, che scompone in frasi e rimescola al fine di sorprendere il lettore con il proprio virtuosismo. La poesia seicentesca è intellettualistica. E poi il gusto per la metafora, arguta e concettosa. La metafora barocca cera di relazionare cose lontanissime, e tanto più appartengono a sfere semantiche diverse tanto più essa è bella e mostra la bravura del poeta. Il Marino è un exemplum di come venga snaturato il repertorio classico e la letteratura ridotta a mero gioco combinatorio. Nei marinisti compare anche il petrarchismo (non si poteva prescindere dal Petrarca), però si eliminano l'astrattezza e la visione idealizzata e spirituale della donna e dell'amore, con una predilezione, invece, per la fisicità, che a volte scade nell'oscenità. Si introducono temi sorprendenti perché da sempre estranei alla tradizione letteraria: il brutto, deforme, macabro, lugubre, bizzarro, già anticipati dall'amore del Tasso per i notturni (v. anche la descrizione di Clorinda morente "violacea"). Vengono descritte, oltre che donne brune e castane, anche vecchie, zoppe, brutte e sdentante, che rientrano sempre nella poetica della meraviglia. Le donne sono colte in gesti quotidiani e banali, tanto più affascinanti perché bizzarri e inusuali. Molte liriche sono dedicate ad oggetti usati dalla donna: lo specchio, la spazzola, il pettine etc.




L'Arcadia

Convenzionalmente nel 1690 termina il Barocco, con la nascita a Roma dell'Accademia dell'Arcadia, dapprima un circolo di giovani intellettuali presso la regina Cristina di Svezia. Il Gravina ne fu uno dei fondatori. Si richiama ad un romanzo scritto nel '500 da Jacopo Sannazzaro con l'intento di recuperare in Italia la lirica arcadica virgiliana, volutamente semplice, in cui c'era un rapporto diretto tra uomo e natura. Il programma dell'Accademia era di eliminare l'eccess 313h76d o, la bizzarria ed il cattivo gusto di tutta la lirica barocca. Era molto ritualizzata: i poeti iscritti portavano il nome di un pastore arcadico, il protettore era il bambin Gesù, si salutavano con forme rituali, dal punto di vista dei contenuti erano sotto l'egida della Controriforma e produssero poesia pastorale e moralistica. La ritualità quasi da setta ne sottolineava la diversità e il distacco dalle tendenze culturali dominanti. Non ha nessun merito artistico e letterario, ma meriti storici: ripropone come modello di semplicità e naturalezza il Petrarca, mise in evidenza la necessità di un lessico letterario ed una metrica accessibili. Fu un'organizzazione che permise ad alcuni intellettuali esperienze letterarie esterne alle corti, ormai in decadenza, così come la potenza spagnola, a cui si stavano sostituendo Francia Inghilterra, in piena ascesa. unica eccezione fu Il Marino, che rispondeva così tanto al gusto dei tempi e si sapeva adeguare alle esigenze del pubblico di letteratura edonistica ridotta a mero gioco intellettualistico, ricercato sia nelle corti italiane che europee (scrisse l'Adone ospitato nella corte francese.

Già dal Manierismo le Accademie avevano acquisito sempre maggiore importanza, poi decadranno nel '700. L'Arcadia fondò succursali in tutta Italia e creò un fitto scambio culturale a livello nazionale, che nel secolo a venire avrebbe favorito la diffusione delle idee illuministiche. Lirici dell'Arcadia sono il Rolli, il Fugoni, il Mellis etc. Si prevedeva una poesia fondata su temi sentimentali ma sempre basati sulla ragione, in contrasto con la crisi della ragione propria del Barocco: è una poesia ripulita dagli eccessi.








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