![]() | ![]() |
|
|
ALTRI DOCUMENTI
|
||
STRUMENTI ED APPARECCHIETURE UTILIZZATECADET ELICAD02; MULTIMETRO ASITA MD490; INTEGRATO 74LS00; RESISTENZA VARIABILE DA 22 KΩ, 10 KΩ; OSCILLOSCOPIO ELI-OSC-03; GENERATORE DI FUNZIONI ELI-GV-03; PORTA CMOS 4009. RELAZIONE:La relazione si compone in quattro parti, tre di prova effettiva ed una d'esercitazione con l'oscilloscopio, difatti lo scopo della prova è sia l'analisi del comportamento di un integrato 74LS00, sia introdurre l'utilizzo dell'oscilloscopio. La prima parte della prova è
dedicata allo studio della tensione e della corren 323d31d te in rapporto al livello
logico d'entrata o d'uscita che vogliamo analizzare. Nella seconda parte della prova analizzo lo stesso integrato nel primo caso, lavorando in uscita a livello alto, riproducendo il circuito sul CADET come da figura, regolando il trimmer in modo da ottenere la corrente espressa in tabella, misuro la tensione in uscita. Lo stesso nel caso successivo, solo lavorando a livello logico0. La terza parte di prova si avvale
dell'uso dell'oscilloscopio. Nella quarta ed ultima parte
bisognava visualizzare e calcolare il ritardo di propagazione della porta
Cmos4009. possiamo ritenere che la prova è stata effettuata correttamente, e che ha portato ai risultati desiderati, salvo in un'occasione in cui non si può attribuire errore. Per concludere la prova e per capire meglio il significato descriverò il funzionamento dell'oscilloscopio, poiché esso è parte integrante della prova. L'oscilloscopio ci permette di visualizzare l'andamento nel tempo di segnali elettrici, o di qualsiasi grandezza fisica opportunamente convertita in segnale elettrico per mezzo di uno specifico trasduttore. L'elemento fondamentale dell'oscilloscopio è il tubo catodico, detto anche CRT (Catode ray tube = tubo a raggi catodici), costituito da un'ampolla di vetro entro la quale è stato fatto il vuoto spinto, cioè è stata tolta tutta l'aria. Al suo interno è presente, ad un estremo, il cannone elettronico subito seguito dalle lenti di focalizzazione, quindi dalle placche di deflessione verticali e orizzontali, mentre all'altra estremità vi è lo schermo sul quale si formano le immagini. Tra il catodo, che corrisponde al cannone elettronico, e l'anodo che si trova sullo schermo, è applicata una d.d.p. (EAT) di circa 15 KV in continua che è ricavata dalla tensione di rete alternata a 230 V, tramite il trasformatore di alimentazione, raddrizzata ed elevata da un dispositivo moltiplicatore di tensione fatto a diodi e condensatori. Il catodo, costituito da un cilindretto di nickel, coperto esternamente da una vernice in grado di emettere elettroni se riscaldato, è cavo, ed al suo interno c'è un vermiglione di tungsteno, alimentato a 6,3 V dal trasformatore di alimentazione, che diventa incandescente. Il cilindretto, riscaldato indirettamente dal vermiglione, emette elettroni che vengono controllati da un cilindro cavo più grande, detto cilindretto di Wehnelt. Gli elettroni, uscendo sotto forma di fascio da un foro, vengono focalizzati da un sistema di due o tre lenti elettroniche determinando un puntino luminoso sullo schermo dove si trova l'anodo Il pennello elettronico, così venutosi a formare, può essere deflesso da un sistema di placche di deflessione orizzontali e verticali costituite da coppie di superfici metalliche caricate con una d.d.p. bilanciata rispetto a massa dell'ordine delle centinaia di Volt. Il pennello, costituito da elettroni, cioè da cariche elettriche negative, è attratto dalla placca a potenziale positivo e respinto da quella a potenziale negativo e devia dalla traiettoria rettilinea secondo lo schema. Quando il pennello elettronico arriva sullo schermo, attratto dal potenziale positivo dell'anodo, colpisce una superficie interna coperta di sostanze fluorescenti, le quali, emettono luce che appare all'esterno del tubo. Applicando alle placche di deflessione orizzontale un segnale elettrico a dente di sega, il pennello elettronico viene deviato da sinistra a destra lentamente e, una volta arrivato all'estrema destra, ritorna rapidamente a capo e così via, determinando sullo schermo l'immagine di una riga luminosa orizzontale. Per evitare di vedere la traccia di ritorno, l'oscillatore a dente di sega genera anche un segnale impulsivo di valore negativo, detto di blanking, in corrispondenza della discesa improvvisa del dente di sega, che, applicato al cilindro di Wehnelt lo interdice spegnendo la traccia di ritorno. La frequenza dell'oscillatore a dente di sega è regolata a scatti, da una manopola Time/div che consente di visualizzare segnali a frequenza molto diversa fra loro. La manopola intensity agisce sul potenziale negativo del cilindretto di Wehnelt nel senso che rendendolo ancor più negativo interdice il pennello elettronico che riducendosi di intensità rende meno luminoso lo schermo o viceversa. La manopola focus agisce invece sul potenziale della lente elettronica consentendo una migliore messa a fuoco dell'immagine sullo schermo. La formazione dell'immagine sullo schermo è dovuta all'applicazione del segnale all'amplificatore verticale mentre il dente di sega deflette il pennello in orizzontale, ottenendo dalla composizione delle due deflessioni, l'immagine del segnale richiesta. Pur avendo due canali, gli oscilloscopi, di solito hanno un solo cannone elettronico che alternativamente determina le due tracce sullo schermo descrivendone prima una e poi l'altra senza che l'occhio per la rapidità con cui ciò avviene, se ne possa accorgere. Un normale oscilloscopio consente la visione di segnali fino a 30, 50, 60 o, al massimo, 100 MHz. L'impedenza di ingresso degli oscilloscopi è di 1 MΩ. Quelli da 100 MHz prevedono anche un ingresso a Esiste infine un tipo, pochissimo diffuso, detto campionatore, che con la tecnica del campionamento, consente di vedere segnali fino al Gigahertz |
Privacy |
Articolo informazione
Commentare questo articolo:Non sei registratoDevi essere registrato per commentare ISCRIVITI |
Copiare il codice nella pagina web del tuo sito. |
Copyright InfTub.com 2025