L'OLANDA DOPO L'INDIPENDENZA

Per quanto riguarda l'economia, essendo gli olandesi abili marinai ed avendo acquisito grande importanza nel commercio internazionale, strapparono al Portogallo i punti di controllo che possedeva in Oriente e stabilirono alcune basi commerciali, raggiungendo persino il Giappone. Amsterdam divenne così, nel corso del 1600, il centro del commercio mondiale, caratterizzato da un incessante flusso di navi e, naturalmente, anche da un'enorme varietà di merci, in parte provenienti dai territori circostanti la città stessa, che si dimostrarono in grado di sostenere una tale realtà commerciale, e in parte importati dalle numerosissime zone egemonizzate.

Gli Olandesi, tuttavia, si trovarono presto di fronte un pericoloso rivale nel campo del commercio mondiale: l'Inghilterra.

L'Inghilterra, intorno alla metà del sedicesimo secolo, grazie alla politica di Cromwell, espanse la propria potenza marittima e, di conseguenza, la città di Londra acquisiva sempre più importanza a livello mondiale. Tale crescita portò inevitabilmente l'Inghilterra a scontrarsi con quella che, al tempo, rappresentava la nazione più vivace nell'ambito dei commerci marittimi: l'Olanda.

Nel 1561, il governo inglese, desideroso di indebolire la potenza olandese, secondo i principi del mercantilismo, stabilì, con 'Atto di navigazione, che tutto il commercio dei prodotti che entravano e uscivano dal paese doveva avvenire su navi inglesi. Tale disposizione, infatti, colpiva soprattutto le navi olandesi che trasportavano la maggior parte dei prodotti coloniali del tempo, fungendo da importanti mediatrici tra l'Europa e i mercati d'Oltremare. Si arrivò così ad una guerra, sviluppatasi tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e combattuta dalle due marine su diversi mari del mondo: nel Mediterraneo, nelle Antille (dove l'Inghilterra conquistò la Giamaica), nell'oceano Indiano, nella Manica.

La flotta olandese si dimostrò superiore, ma de Witt, ad un certo punto, preoccupato dall'aggressiva politica di Luigi XIV, fu costretto a terminare lo scontro a condizioni favorevoli per l'Inghilterra, che si impadronì di molte colonie, tra cui diverse basi in India e di importanti porti olandesi, come New Amsterdam, che divenne New York.

Un'altra forte minaccia per l'Olanda si verificò nel 1672, quando la Francia, desiderosa di contrastare la concorrenza economica olandese, dopo aver ottenuto l'alleanza dell'Inghilterra in cambio di un'ingente somma di denaro, attaccò le Province Unite. La difesa fu disperata ma vincente: infatti, grazie all'apertura delle dighe della provincia d'Olanda (centro direttivo del paese), rendendola praticamente inaccessibile.

Di fronte ad una tale difficoltà non mancarono conflitti interni. Infatti il partito della borghesia mercantile, pronto a trovare un accordo anche svantaggioso pur di ottenere la ritirata dei francesi, venne sostituito dal partito orangista, sostenitore della guerra. A questo punto, Jan de Witt, che aveva sostenuto l'esclusione degli Orange dal governo, si dimesse nel 1672, mentre Guglielmo III d'Orange veniva proclamato Stadhouder; de Witt venne , in seguito, assassinato dalla folla perché accusato (dal fratello) di aver tramato contro Guglielmo.

In Olanda, poiché l'attacco francese era stato contrastato grazie alle capacità militari di Guglielmo III, venne reintrodotta la carica di stadhouder, al quale, però, non era permesso tentare colpi di stato.

La situazione si placò definitivamente quando, nel 1688, grazie al matrimonio tra Guglielmo III e Maria Stuart, figlia di Giacomo II, Olanda e Inghilterra sottoscrissero una pace separata. Inoltre la Francia, a causa della resistenza dell'Olanda, dell'intervento di Spagna e impero e dell'uscita dal conflitto con l'Inghilterra, fu indotta a firmare la Pace di Nimega (1678), in cambio dell'acquisizione di alcune città.

L'Olanda, al termine di questo convulso intrecciarsi di conflitti, riuscì a mantenere intatto il proprio territorio e a conservare, nonostante la concorrenza, una discreta importanza nei traffici commerciali, che, però, iniziava la propria fase di declino.