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L'EVAPORAZIONE DEL MEDITERRANEO
Il Tirreno aveva appena cominciato ad aprirsi, quando un
nuovo evento mutò completamente la fisionomia di questa parte di globo. Occlusa
Il collegamento tra il Mar Mediterraneo e l'Oceano Atlantico, attualmente assicurato dallo stretto di Gibilterra, rimase interrotto per circa un milione di anni tra la fine del Miocene (Messiniano, 6,3 milioni di anni) e l'inizio del Pliocene (Zancheano, 5,3 milioni di anni). Le cause geologiche che produssero l'isolamento del Mediterraneo sono da ricercare nel sollevamento delle catene montuose della Sierra Nevada (Spagna Merid.) e del Rif magrebino (Africa Sett.) che, di fatto, crearono uno sbarramento naturale alla circolazione idrica tra le suddette distese marine. Tale evento geologico ebbe come conseguenza un brusco sbilancio negativo nel ciclo apporti-evaporazione delle acque del Mediterraneo il quale, in conseguenza di ciò, subì un repentino processo di disseccamento. Il bacino marino che ormai assomiglia all'odierno Mediterraneo si trasforma in un basso lago salato, con molte zone prosciugate. Questa condizione, chiamata "crisi di salinità", durerà diverse centinaia di migliaia di anni durante i quali si forma una spessa coltre di sedimenti di tipo salino (gesso, anidrite, salgemma). Da questi sedimenti si formeranno rocce chiamate evaporiti, parte delle quali è attualmente affiorante in Sicilia, Marche e Romagna.
Il fenomeno, secondo il parere di molti autori, si esplicò sino al prosciugamento quasi totale di quel mare. I riscontri oggettivi che testimoniano questa successione di eventi si ritrovano nell'analisi dei rilievi sismici e dei materiali provenienti dai pozzi profondi perforati in diverse riprese dal 1970 al 1995, studi che hanno accertato la presenza di forti spessori di rocce evaporitiche, prodottesi proprio in conseguenza di una prolungata crisi idrica nel bacino del Mediterraneo.
La prima campagna di perforazioni nel Mediterraneo nel 1970, portò alla inaspettata scoperta di evaporiti nel mare profondo: il Mediterraneo, quindi, era profondo prima che si sviluppassero condizioni evaporitiche, era basso durante la crisi di salinità, ma era di nuovo profondo immediatamente dopo la fine delle condizioni evaporitiche (trasgressione pliocenica).
La
seconda campagna di perforazioni nel
Le nuove perforazioni hanno confermato la natura profonda dei sedimenti del Pliocene basale in tutti i sei pozzi che hanno recuperato evaporiti del Messiniano.
Ma la scoperta più importante della seconda campagna di perforazione è la natura profonda dei sedimenti pre-evaporitici. Nei due pozzi che, dopo aver attraversato il Messiniano, sono penetrati in terreni più antichi, questi avevano facies batiale sia nel bacino Balearico che nel bacino Levantino.
La terza campagna di perforazioni profonde in Mediterraneo,
svoltasi all'inizio del
Infine le ultime campagne di perforazione effettuate nel 1995 nel Mediterraneo orientale e in quello occidentale hanno dimostrato al di là di ogni dubbio che:
a) il Bacino di Alboran è privo di evaporiti;
b) l'invasione pliocenica ha la stessa età (5,33 milioni di anni) in tutto il Mediterraneo da un estremo all'altro.
La rapida depressione del livello del Mar
Mediterraneo, causò un generale abbassamento del livello di base ed il
conseguente approfondimento degli alvei di tutti i corsi d'acqua superficiali.
Durante lo svolgersi di quest'evento, la valle del Nilo fu sovraescavata, come
testimonia la presenza di un paleoalveo approfonditosi quasi
E' probabile che il ritorno dell'acqua sia stato rapido e
isocrono in tutto il Mediterraneo, dal momento che si osserva un brusco
cambiamento nei sedimenti, con depositi di argille immediatamente sopra le
evaporiti. Il rapido ritorno alle condizioni iniziali deve essere stato
permesso da collegamenti più vasti e più profondi di quello attuale di
Gibilterra, in quanto nei sedimenti sopra le evaporiti si trovano microfossili
che non sono in grado di sopravvivere sopra i
Le conseguenze immediate della crisi di salinità furono la
distruzione della fauna marina del Mediterraneo e la rapida erosione delle
scarpate dei continenti, non più compresse dalla massa di acqua, soprattutto in
corrispondenza dell'entrata in mare dei fiumi, che vennero a trovarsi mediamente
a
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