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Washington - Dalla mattina di martedì 7 dicembre la veglia marziana è finita: la sonda spaziale lanciata su Marte è irrimediabilmente scomparsa dai radar 424h77e della Nasa. Come, dove e perché la sonda abbia incontrato la sua fine probabilmente nessuno lo saprà mai, anche perché non ci sono scatole nere da recuperare a una distanza di circa 250 milioni di chilometri, anche se un privato,sicuramente in vena di scherzi, ha offerto via internet la cifra di due miliardi a chi riuscirà a localizzare il "naufrago" dalla terra.
E così dopo gli ultimi tentativi di recupero dal Politecnico della California, le speranze di recuperare la sonda sono pressoché finite, secondo i protocolli i tentativi di un collegamento continueranno ancora per due settimane, anche se ormai nessuno ci crede più: l'esploratore è morto, e anche la Nasa sta malissimo.
Insieme al disastro di "Globar Orbiter" avvenuto in Settembre,appena quattro mesi fa, la Nasa ha bruciato complessivamente 300 milioni di dollari di denaro pubblico, circa 600 miliardi di lire, tra errori di misurazioni in pollici americani e centimetri decimali.
L'attuale Nasa, non è più amata come quella di alcuni anni fa, la Nasa che ha portato l'uomo sulla luna e che aveva obiettivi grandiosi per il futuro. Ora è appena tollerata,i suoi successi non fanno più notizia, sulla
bocca di tutti si trovano invece solo più i clamorosi insuccessi,
particolarmente gravosi dal punto di vista economico.Il bilancio annuale della Nasa, costantemente sotto la minaccia delle forbici parlamentari, è rimasto immutato dal 1991,a 13,7 miliardi di dollari (circa 26 mila miliardi), che corrisponde a 1/20 dell'intero bilancio militare. La Casa Bianca le chiede di lavorare meglio e spendendo meno, ma a vedere i risultati, c'è un limite al fare di più con sempre meno. Certo, Marte è un cliente ostico, è molto, forse troppo lontano, e questo è testimoniato dal fatto che delle 25 missioni effettuate sul pianeta rosso negli ultimi 30 anni, solo 14 hanno avuto esiti positivi.
La sonda doveva cercare l'acqua sul pianeta, dunque doveva cercare la vita, tracce di alghe, batteri. Avrebbe dovuto funzionare per tre mesi, mediante le sue batterie solari: purtroppo niente di questo è successo, la sonda dovrebbe essere comunque arrivata su Marte, ma avendo perso completamente la comunicazione (circa 12 minuti prima dell'ora prevista per lo sbarco) non si può verificare niente.
Gli errori servono per imparare, dice il direttore del progetto Marte Wayne Zimmermann, ma aggiunge: "Per imparare dobbiamo sapere dove abbiamo sbagliato" e qui sta il dramma.
Intanto la Nasa ha già incominciato a lavorare su
un'altra sonda diretta su
Marte, simile al "Pathfinder che dovrebbe partire all'inizio dell'anno 2001.
Elio Di Cato
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