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Cos'e' Linux ? - Breve storia di Linu[sx]

informatica



Cos'e' Linux ?


Linux e' un sistema operativo, disponibile per diverse piattaforme hardware tra cui anche i processori Intel o compatibili. Linux appartiene alla famiglia dei sistemi UNIX (come Solaris, AIX, HPUX, SCO, etc.) ma e' stato scritto per essere compatibile con le specifiche POSIX ed include System V e BSD.

Linux in se stesso e' costituito solo dal Kernel, il nucleo centrale del sistema operativo che controlla il funzionamento di tutto il computer. Tutte le altre applicazioni di contorno al sistema sono sviluppate dalla GNU.

Il kernel di Linux e' stato ideato da Linus Torvalds, uno studente finlandese. Attualmente contribuiscono allo sviluppo di Linux migliaia di programmatori sparsi su tutta la terra. Tutto il lavoro viene coordinato tramite l'uso di internet. I sorgenti del kernel sono disponibili in rete sia nella versione stabile (che termina con un numero pari), che nella versione di sviluppo (che termina con numero dispari).

Il primo rilascio del kernel e' avvenuto nel 1991. La prima release del kernel della serie 2.2.x e' stato rilasciata agli inizi di febbraio del 1999. Attualmente gli utenti di Linux sono valutati in 7.000.000, circa il 5% dei computer della terra "girano" con Linux. Queste cifre sono a tutt'oggi (fine 1998) in vertiginosa crescita.



Il kernel di Linux ed i software della GNU sono rilasciati sotto licenza GPL (General Public Licence) o LGPL (Library GPL). Queste licenze garantiscono la tutela dei copyright da parte dell'autore ma al tempo stesso garantiscono all'utente la disponibilita' del codice sorgente e la possibilita' di potervi apportare modifiche.

La licenza GPL e' stata il punto di partenza del movimento per il "Free Software" che vede il suo maggior rappresentante in Richard Stallman presidente della Free Software Foundation. E' grazie all'impegno di Stallman e di altri volontari, in particolare di Eric S. Raymond, se Linux oggi e' diventato cosi' popolare.

Se Linux vi sembra difficile da installare questo e' sopratutto per colpa di Windows, in quanto, installare un Sistema Operativo, ove gia' residente un altro, e' un'impresa molto difficile da automatizzare. Se Linux fosse pre-installato molti problemi che persone inesperte hanno non esisterebbero.

Breve storia di Linu[sx]

di Antonio GALLO

Linux e' stato ideato da Linus Torvalds. Linus, allora 22-enne studente presso l'universita' di Helsinki, propose delle modifiche al sistema operativo MINIX per migliorarne la velocita'. Questo sistema operativo per macchine Intel a scopi didattici aveva una licenza d'uso che non ne permetteva la modifica. L'autore di MINIX (n.d.r., mi sembra fosse proprio un professore di quell'universita') rifiuto le modifiche proposte da Linus.
Linus per dimostrare che si poteva fare qualcosa di molto meglio rispetto a MINIX inizio a scrivere da zero un suo sistema operativo.
Il nome Linux fu attribuito a tale progetto solo in un secondo tempo, da parte (SEMBRA) dell'amministratore di sistema che permisse l'upload del file sorgente del kernel di Linus sul sistema ftp dell'universita'.

Linux in Italia

Come ogni altro paese del mondo, ben presto anche l'Italia ha avuto il suo gruppo di utenti Linux che, piano piano, ha cominciato ad organizzarsi.

I pionieri si ricordano di quando, con un brivido di ebbrezza, nelle facoltà italiane è cominciato a girare Linux: si riusciva a far funzionare il proprio PC esattamente come le blasonate workstation che troneggiavano negli studi dei professori...

Eh, si, tempo di pionieri. Mi ricordo ancora quando, per la prima volta, a una riunione di utenti Linux della mia facoltà, ho chiesto con che dischi di installazione avrei installato Linux. La risposta è stata laconica: "Dischi di installazione? Hei, Beppe, questo crede di infilare un dischetto nel drive e di far partire Linux..." [il campa, ndr].

Era il '92, e da quel momento si è fatto di tutto per rendere più facile l'installazione (sia con programmi che attraverso l'aiuto via email) e per rendere più appetibile Linux al pubblico italiano.

Infatti ora esistono molti gruppi di utenti Linux (Linux User Group o LUG) in Italia, ognuno cerca di promuovere la diffusione di questo sistema operativo nel suo territorio; è ancora molto comune che siano gruppi all'interno dell'università, ma cominciano forme diverse di aggregazione, come una BBS (Bulletin Board System, sistema amatoriale) o un provider che fornisce accessi a internet particlarmente sensibile. Ne cito soprattutto due, sia perché sono gli unici a rilevanza nazionale, sia perché hanno prodotto molte cose interessanti. Sono:

il PLUTO (www.pluto.linux.it) che sta traducendo tutta la documentazione dall'inglese e che organizza un incontro nazionale di utenti linux chiamato Pluto Meeting (nel '97 il 5-8 dicembre a Perugia, nel '98 il 7-9 Ottobre a Roma) e che produce quasi mensilmente una e-zine (rivista telematica) su Linux in Italiano che si chiama PLUTO Journal.

ILS (Italian Linux Society, www.linux.it) che rappresenta la parte "ufficiale" del mondo Linux in Italia, è infatti l'unica associazione riconosciuta del settore (tutti gli altri sono gruppi spontanei senza forma giuridica).

Comunque in ognuno di questi siti troverete la lista dei gruppi locali di utenti Linux, magari ne esiste uno nella vostra città...

Si pur dire che ora Linux h uscito dal "ghetto" delle università, e ora trovare Linux non è più difficile ma ogni buona libreria ha un libro su Linux esposto, completo di CDROM con tutto quello che occorre. Comprare un buon libro è ancora il miglior modo per avvicinarsi a Linux. Ma c'è ancora molto lavoro da fare, per molti aspetti Linux resta ancora un prodotto non per il grande pubblico: a noi un po' piace cosl, ci piacciono le cose che ci fanno pensare, lavorare, arrabbiare magari un po'... piuttosto che un piatto Sistema Operativo che ha anche la presunzione di decidere per noi.

Linux nel Sociale

Uno dei campi in cui l'uso di programmi liberi si rivela più interessante è quello dell'istruzione e delle organizzazioni non-profit. Parlando di "istruzione" mi riferisco a tutti gli istituti di istruzione informatica. Si pensi alle aule di informatica 929b16j nelle scuole: se tali reti di calcolatori si basassero su software libero sarebbero molto più interessanti da utilizzare per gli studenti, che potrebbero analizzare tutte le problematiche di programmazione e di networking avendo accesso diretto al codice sorgente di tutti i programmi, potendo quindi provare a modificarli per capirne meglio il funzionamento (senza parlare qui delle potenzialità aggiuntive offerte da sistemi come Linux, che permettono per esempio configurazioni in cui tutti i calcolatori della rete possono usare Internet usando un solo indirizzo di rete ed un solo modem). Non è un caso che nelle università sistemi operativi e applicativi free siano largamente usato già da anni, in certi casi rimpiazzando applicativi di costosi sistemi commerciali, anche nei server più potenti. L'uso di sistemi gratuiti, tra l'altro porrebbe un freno alla veloce obsolescenza delle aule informatiche, in quanto gli utenti di sistemi commerciali sono praticamente obbligati ad acquistare nuove versioni dei programmi ogni paio d'anni, e di conseguenza ad acquistare nuovi calcolatori per poter fronteggiare il carico computazionale crescente. Questa veloce obsolescenza non si verifica quando si usano programmi liberi, in quanto la compatibilità nei file dei dati delle varie versioni è assicurata da una standardizzazione a livello internazionale dei protocolli di comunicazione e del formato dei dati.

Anche nel campo delle organizzazioni senza fine di lucro il problema dell'obsolescenza è molto sentito. Tutte le piccole associazioni, come per esempio le botteghe de commercio equo e solidale, hanno solitamente un capitale abbastanza limitato da poter investire: per loro l'uso di programmi liberi significherebbe l'indipendenza da qualsiasi futura operazione commerciale dei produttori di software, permettendo al tempo stesso di utilizzare per il proprio sistema informativo vecchi calcolatori (ormai recuperabili a costo limitato o addirittura gratuitamente) senza per questo perdere in funzionalità. Poiché questo tipo di utenza necessita del calcolatore solo per la gestione del proprio magazzino e per la produzione di documenti stampati, una soluzione a "scatola chiusa", strutturata per non richiedere alcuna manutenzione e per non consentire all'utente di fare danni sul sistema stesso, sarebbe forse più efficace di un sistema convenzionale. Si noti che l'aiuto di un programmatore esterno è comunque necessario, indipendentemente dal sistema operativo utilizzato, per la realizzazione di un programma amministrativo adatto agli specifici bisogni. Il vantaggio di un'installazione freeware in questo caso sta nel minor tempo richiesto per lo sviluppo del programma come pure nella possibile futura estensione a costo zero delle potenzialità del sistema informatico. Ogni installazione di Linux è in grado di permettere la manutenzione remota tramite modem (o l'aggiornamento automatico del carico/scarico), come pure il backup automatico giornaliero, l'utilizzo di più di un terminali di immissione dei dati o la spedizione/ricezione automatica dei fax. Lo sviluppo, nel tempo, della capacità di amministrazione del proprio sistema permetterebbe inoltre all'utente di un sistema Linux di svincolarsi ben presto da ogni consulente esterno e di acquisire un completo controllo della propria risorsa informatica. La "bottega del mondo" dell'associazione CAFE di Pavia per esempio fa uso di un sistema informativo ottenuto a costo zero, configurato ed installato da un collaboratore esterno.

alessandro.rubini@linux.it

. Che cos'è il sistema operativo Linux?

Un elemento costante dell'informatica nella scuola è sempre stato ed è tuttora quello di aver a che fare con software strettamente proprietario (non libero) e commerciale (a pagamento), soggetto a licenze restrittive e vessatorie, come il permesso di installare su un solo computer, divieto di copia, ecc.), con carenza di documentazione.

In ciò la scuola è sempre stata ed è tutt'ora in balia delle case produttrici di software, sia prima che dopo l'acquisto dei programmi.

La difficoltà per chi lavora nel settore, perciò, è di due aspetti:

il primo è rappresentato dal fatto che essendo tali programmi software proprietario, i sorgenti non sono, in genere, disponibili e perciò non è possibile metterci su le mani (perché il programma non è intelligibile, ed è possibile solo usarlo. Al contrario, avere libero accesso al software, con la possibilità di modificarlo e distribuirlo senza restrizioni, è da molti considerato un diritto fondamentale;

il secondo aspetto è rappresentato dal fatto che essendo questi programmi commerciali costano parecchio e ciò impedisce agli insegnanti un'eventuale acquisizione per sperimentazione, un'eventuale prova di uso del software stesso, e soprattutto in termini didattici questo porta all'impossibilità di copiare gratuitamente i prodotti su altri elaboratori.

Per quanto riguarda il primo aspetto, la conseguenza della situazione attuale è che spesso il ruolo della scuola da formativo diventa addestrativo, cioè si addestrano gli studenti a certe interfacce, su certi programmi, in maniera subalterna al mercato. Per quanto riguarda il secondo aspetto, la scuola, per questo suo ruolo subalterno, anzichè essere finanziata dalle società produttrici di software, paradossalmente le deve anche pagare.

L'insegnante diventa subalterno al mercato e con esso lo diventano la scuola e il Ministero della Pubblica Istruzione nel settore dell'informatica, limitando e/o perdendo uno dei diritti fondamentali della scuola stessa che è la libertà d'insegnamento. Queste limitazioni alla libertà d'insegnamento si manifestano soprattutto per chi opera nel settore dell'informatica sia direttamente che indirettamente.

Personalmente ho sempre pensato che se nella scuola si insegna l'uso di un determinato prodotto software di tipo commerciale, questo prodotto non solo dovrebbe essere dato a titolo gratuito alla scuola, ma poiché la scuola ``addestra'' su quel prodotto, invece che su un altro, e svolge apertamente una forma di propaganda per quel prodotto, questa propaganda svolta dalla scuola dovrebbe essere remunerata da quella determinata società.

Nella realtà avviene il contrario: non solo la scuola non viene remunerata per l'attività di propaganda, ma anzi paga quel determinato prodotto software, in certi casi profumatamente, generando quindi un vero e proprio paradosso. Ora se per una azienda è comprensibile acquistare software commerciale chiavi in mano, pagando quello che ritiene opportuno ma perdendo qualsiasi tipo di libertà sul prodotto se non quella di usarlo, questo non è altrettanto accettabile per la scuola il cui fine principale è appunto la formazione culturale in un ambiente libero, in un ambiente in cui ogni singolo insegnante dovrebbe scegliere liberamente i contenuti del suo insegnamento (il suo libro di testo, se si stabilisce a grandi linee l'uguaglianza software=libro di testo).

1.1 Sul software libero e/o gratuito: la Free Software Foundation

L'esigenza di libertà nel settore del software è sempre stata sentita e per questo motivo alla fine degli anni '80 è nata negli Stati Uniti, per opera di un ricercatore del MIT chiamato Richard Stallman, la Free Software Foundation con il preciso scopo di creare e diffondere la filosofia del software libero (freeware), cioè per liberare gli utilizzatori di software dalle leggi che permettono restrizioni e vessazioni all'uso dei programmi.

Stallman, nel Manifesto della FSF, dichiara chiaramente quali sono stati i principi che lo hanno ispirato in questa sua iniziativa:

``Penso --scrive nel Manifesto Stallman-- che la regola d'oro richieda che, se a me piace un programma, io debba condividerlo con le altre persone a cui piace. I produttori di software vogliono dividere gli utenti e conquistarli, costringendo l'utente all'accordo di non condivisione con altri. Mi rifiuto di rompere in questo modo la solidarietà con gli utenti.

(...) Per poter continuare ad usare i computer senza disonore, ho deciso di raccogliere un corpus di software libero in modo da poter proseguire senza l'uso di software che non sia libero. Mi sono dimesso dal laboratorio di Intelligenza Artificiale per negare al MIT ogni scusa legale che mi impedisca di distribuire il software liberamente.

(...) Speriamo di poter fornire tutte le cose utili che normalmente si trovano nel sistema operativo Unix e anche di più.

(...) Una volta che il sistema operativo sarà stato scritto, ciascuno potrà ottenere del buon software di sistema liberamente (e gratuitamente), esattamente come l'aria. Questo è molto di più che far risparmiare a ciascuno il costo di una licenza Unix, questo vuol dire evitare l'inutile spreco del replicare ogni volta gli sforzi di programmazione di sistema. Queste energie possono andare invece nella direzione di avanzare lo stato dell'arte.

I sorgenti completi del sistema saranno disponibili per chiunque.

(...) Gli utenti non saranno più in balia di un solo programmatore o di una società, che avendo la proprietà dei sorgenti sia la sola a poter fare delle modifiche.

Le scuole avranno la possibilità di fornire un ambiente molto più educativo, incoraggiando tutti gli studenti a studiare e migliorare il software di sistema. I laboratori di Harvard seguivano la norma per cui nessun programma poteva venir installato nel sistema se i sorgenti non erano pubblicamente visibili, e tennero duro rifiutandosi di installare alcuni programmi. Ciò --continua Stallman-- mi è stato di grande ispirazione.

(...) Disposizioni finalizzate a far sì che la gente paghi per usare un programma, incluse le licenze d'uso per ogni copia, obbligano la comunità a sopportare un costo tremendo attraverso un meccanismo goffo e pesante che decida quanto una persona deve pagare (cioè che programmi comperare). E solo uno stato di polizia può costringere tutti all'obbedienza.

(...) Copiare tutto o parte di un programma è così naturale per un programmatore come lo è respirare. E dovrebbe essere altrettanto libero.

(...) Il software proprietario si basa sulla concorrenza, il software libero si basa sulla cooperazione''.

Questi sono i principi informatori della Free Software Foundation che ritengo molto validi, soprattutto per noi insegnanti.

Lo scopo della Free Software Foundation (ben espresso nel suo Manifesto) è quello di costruire un sistema operativo simile a Unix ma che sia totalmente libero, e su questo sistema operativo implementare utility e programmi applicativi liberi, il tutto a disposizione di chiunque, gratuitamente. Software libero significa sostanzialmente software disponibile sia in forma sia binaria che sorgente, in maniera tale che tutta la conoscenza sia messa a disposizione dell'utente che nel caso potrà metterci su le mani apportando modifiche, miglioramenti, ecc.

Ma per far in modo che il software prodotto fosse effettivamente libero, e non venisse carpito da società che se ne sarebbero potute appropriare con una loro licenza, la Free Software Foundation lo ha messo sotto un suo copyright.

La FSF assoggetta il suo software ad una particolare licenza che si chiama GNU GPL (General Public License): si tratta di un apposito copyright che, al contrario delle licenze del software proprietario, non limita la diffusione del software ma la favorisce, impedendo al tempo stesso speculazioni sul software stesso.

Al riguardo, le prime frasi che si leggono quando si ha a che fare con il software libero e gratuito sono le seguenti: ``Siete incoraggiati a metterne una copia in ogni computer, a scuola o al lavoro. Prestatelo ai vostri amici, ed aiutateli ad installarlo nei loro computer. Potete addirittura fare un migliaio di copie, e venderle, con solo alcune restrizioni''.

La licenza GNU GPL richiede tra l'altro che voi rendiate disponibili i sorgenti dei programmi quando distribuite una copia del programma stesso.

Freeware, perciò, non significa che non è soggetto al diritto di autore, e non vuol dire che un CD che comprate con questo software sia distribuito gratuitamente, ma soltanto che le licenze dei programmi non vi richiedono di pagare per il software né per copiarlo. Occorre specificare poi che libero non significa necessariamente gratuito, nel senso che sul software libero un venditore può farsi pagare, ma si deve sapere che l'utente paga il servizio, la manutenzione, l'addestramento ma non il software.

Gratuito di converso non necessariamente significa libero nel senso che potremmo avere un software proprietario dato gratuitamente, ma questo software viene dato senza sorgenti, senza la possibilità di metterci su le mani. Questo, per esempio, è quello che fino ad ora è successo con Netscape.

Il software sotto licenza GNU GPL è libero e gratuito nel senso che per ogni programma vengono forniti i sorgenti (libero) e non si deve pagare nessuno per il programma e per i sorgenti; si paga, eventualmente, il servizio di chi li fornisce. E non si pensi che software libero e gratuito significhi di bassa qualità.

In sostanza, secondo il Manifesto della FSF, ciò che va pagato è il servizio che si svolge sul programma. Molti utenti di software potrebbero non essere in grado o non voler metterci su le mani e allora ecco che la società di servizi interviene e si fa pagare, questi servizi potrebbero essere forniti da aziende che vendono solo la gestione e manutenzione del software (ora ditte di questo tipo esistono realmente, la Caldera in primis, ecc.).

1.2 Il progetto GNU

La FSF si basa sul lavoro volontario di persone che condividono la filosofia espressa da Stallman nel suo Manifesto. Sulla base di questi principi la FSF ha dato origine al progetto GNU. Gnu è un gioco di parole che significa Gnu's Not Unix. In pratica, GNU si propone di creare uno Unix non commerciale compatibile con tutte le specifiche Unix. Unix è un sistema operativo multiutente e multitasking adatto per la gestione delle reti, in particolar modo per lavorare con Internet.

Il progetto iniziale di GNU si basava (e si basa tutt'ora) su un kernel chiamato Hurd; tuttavia mentre le utility e i programmi che venivano sviluppati per essere associati a Hurd si componevano già di un discreto numero di applicazioni, il progetto Hurd stesso si rivelava più difficile del previsto, in quanto la complessità di programmazione del kernel ne rendeva difficile lo sviluppo, e ciò bloccava il progetto.

Nel frattempo ai primi degli anni '90 uno studente di informatica finlandese, Linus Torvalds, si mise a progettare un kernel di Unix che funzionasse sul processore Intel 386. Attraverso la rete Internet, il suo progetto di kernel fu messo a disposizione liberamente di tanti programmatori sparsi nel villaggio globale (in giro per il mondo) che così poterono apportare migliorie, tanto da farlo diventare un vero e proprio kernel di Unix, e secondo molti anche migliore degli Unix commerciali.

Fu così che la FSF decise di utilizzare come kernel del progetto GNU quello progettato da Linus Torvalds, anzichè Hurd, dando origine al sistema operativo GNU/Linux, che si compone del kernel (con copyright di Linus Torvalds e di altri) e di tante altre utility della FSF; il tutto è sotto licenza GNU GPL.

Linus Torvalds oggi dice che la cosa migliore che ha fatto è stata quella di aver reso Linux libero e gratuito. Perciò possiamo dire che Linux è un sistema operativo simile a Unix ma libero e gratuito, grazie all'opera di Richard Stallman, Linus Torvalds, e altre centinaia di progettisti software sparsi in tutto il mondo e che attraverso Internet sviluppano continuamente il sistema.

Linux è progettato dagli utenti e risponde alle esigenze degli utenti e non alle esigenze del mercato: mon è il mercato del software per PC a stabilire la direzione di sviluppo di Linux, ma le esigenze dei suoi utilizzatori, e Linux permette il controllo totale sul sistema da parte degli utenti.

Leggendo la documentazione di Linux spesso incontriamo frasi di questo tipo: ``Quando è necessario l'aggiornamento del software? In generale dovreste prendere in considerazione l'aggiornamento solo quando ne avete una reale necessità. Se la nuova versione del programma offre nuove caratteristiche che ritenete utili, o ha prestazioni nettamente migliori della versione attuale, può essere una buona idea aggiornarsi. E' comunque sciocco aggiornare il software solo per possedere la versione più recente di un particolare programma''. Questo concetto non potrà mai essere espresso da società commerciali, se il loro interesse sta nel vendere il programma invece che aiutare l'utente a risolvere i suoi problemi.

Molti utenti, fra i quali una buona percentuale di sviluppatori, hanno fatto in modo che il sistema divenisse sempre più stabile e che supportasse praticamente tutte le più diffuse periferiche hardware. La compatibilità con altri Unix è assicurata a livello di codice sorgente dalla conformità allo standard POSIX e, a livello di codice eseguibile, dall'uso del formato ELF che assicura una buona compatibilità con altri Unix che girano su Intel.

Linux al giorno d'oggi non è solo per appassionati ma anche per chi usa l'elaboratore per lavoro: parecchie persone si stanno rivolgendo a Linux per utilizzarlo nel proprio lavoro. Oggi anche società commerciali di software stanno prendendo in seria considerazione il sistema operativo Linux, e rendono disponibile il loro software per Linux.

La licenza consente a chiunque di redistribuire o di modificare il software di sisteam (gratuitamente o a scopo di lucro) purchè il risultato di tali attività sia reso disponibile a tutti.

Con Linux è disponibile anche una interfaccia grafica: ``The X Window System'' (chiamato anche più semplicemente X). X originariamente era stato sviluppato dal Project Athena al MIT e dalla Digital Equipment Corporation, ma attualmente è il risultato della collaborazione di un numero molto grande di programmatori. La versione attuale di X è la undicesima, sesta revisione (X11R6), ed è stata distribuita per la prima volta nel mese di aprile del 1994. A partire dalla versione 11, l'interfaccia X ha di fatto assunto il ruolo di standard come ambiente grafico per i sistemi UNIX. Ora il sistema viene sviluppato e distribuito dall'X Consortium, un'associazione composta da molti produttori informatici di grande rilievo. Nonostante il suo uso di tipo commerciale, il sistema X può essere ridistribuito, in base ad una licenza molto libera. Per questo motivo l'implementazione completa di X è disponibile gratuitamente per i sistemi Linux.

1.3 Software applicativo che gira su Linux

Per Linux è disponibile una quantità enorme di software, sia libero che commerciale. Praticamente tutti i programmi scritti per un qualunque Unix possono girare su Linux. Inoltre sono disponibili moltissimi emulatori: Dos, Windows, Macintosh, Amiga, Atari, Vic 20, Spectrum, ecc.; alcuni sono liberi e altri richiedono firmware proprietario. Molto software commerciale disponibile su Linux è gratuito per le istituzioni scolastiche, per gli insegnanti e per chi lo usa a scopi personali (come Netscape, ma anche altri). Il costo di un sistema Linux è abbastanza limitato: basta acquistare un libro su Linux (es. Barkakati o Peterson) e con circa 60 mila lire avete un testo per iniziare e circa 500 megabyte di software di ottima qualità e liberamente ridistribuibile.

Alcuni prodotti software

Linguaggi di programmazione

Tra i linguaggi di programmazione troviamo il C, il C++, Basic, Pascal, Fortran, Perl, Java, Tk/Tcl, e altri (tutti come freeware), il cobol (ACUCobol) è disponibile in versione commerciale.

Office automation

Per quanto riguarda la produttività individuale troviamo un prodotto commerciale della società tedesca Star Division GmbH, che è gratuito per usi non commerciali, come l'uso didattico o di studio, ed è StarOffice. Esso si compone di 6 moduli:

StarWriter, che è un programma di videoscrittura;

StarCalc, che è un foglio elettronico;

StarChart, che è un programma per la costruzione di grafici;

StarImage, che è un programma per il fotoritocco;

StarDraw, che è un programma di disegno vettoriale simile a Corel Draw; StarMath, che è un editor matematico.

Anche la società Corel ha prodotto una suite di office automation dal nome Corel Office scritta in Java che gira sotto Linux. La società Caldera offre il prodotto Internet Office Suite, simile ai precedenti. RedHat commercializza la suite ApplixWare.

Database

Tra i prodotti di database troviamo mSQL (shareware), Ingres, Postgres (freeware); tra quelli commerciali non gratuiti troviamo Oracle.

Prodotti di carattere scientifico, matematico e ingegneristico

Vi sono Matlab, Mathematica, Maple V e altri.

Gestione delle reti

Il punto forte di Linux è la gestione delle reti. La gestione delle reti viene implementata con protocollo TCP/IP, lo standard di Internet, per cui è semplice progettarsi delle intranet a scuola. Vi è in Linux il pacchetto Samba per comunicare con reti Microsoft e il software IPX per comunicare con reti Novell. Nella maggior parte delle distribuzioni Linux avete la possibilità di installare un server Web automaticamente, usando il prodotto Apache (freeware) che sta diventando uno standard nei sistemi Unix. Come browser Web avete la possibilità di installare Arena (software libero) o Netscape (prodotto commerciale ma gratuito per le scuole), che sono prodotti ad interfaccia grafica, o Lynx> che è ad interfaccia a carattere. Per quanto concerne la rete, Linux vi mette a disposizione NFS, NIS, ftp, gopher, programmi per la posta elettronica e per le news, ecc. Tutti i prodotti che ho citato per la gestione delle reti sono rigorosamente gratuiti per le scuole, anche se non tutto è software libero.

1.4 Le distribuzioni di Linux

Chiunque può prelevare, attraverso Internet, il software Linux e distribuirlo. Da ciò è nato il concetto di distribuzione. Le distribuzioni sono costituite da una raccolta scelta di freeware (pacchetti liberi e gratuiti), eventualmente da software commerciale in versione demo per il sistema operativo Linux. Inoltre in ogni distribuzione troviamo un programma di setup che consente di installare velocemente tutto il software contenuto in una distribuzione.

Attualmente vi sono parecchie distribuzioni stabili di Linux, le più diffuse sono la RedHat, la Slackware, la Debian. Le distribuzioni sono solitamente accessibili via Internet o attraverso CdRom (in tal caso il costo da pagare non è dovuto a Linux, che è gratuito, ma al servizio di chi si incarica di fornirlo attraverso CdRom), o alla casa editrice che ha stampato il libro con l'allegato CdRom. Alcune distribuzioni Linux comprendono anche software commerciale a pagamento, per rendere il prodotto più completo e appetibile per le aziende.

1.5 La documentazione

La documentazione è sempre stato un problema fondamentale per chi utilizza in vario modo il software. In Linux la documentazione è parte integrante di ogni distribuzione ed è fornita nel software stesso in varie forme: abbiamo le pagine di manuale (man), documenti info, ipertesto a carattere, gli howto, le faq e i libri LDP.

man è un manuale in linea, consultabile solo all'interno di Linux, ma per chi già conosce il sistema operativo, è di grande aiuto! non si può pretendere di ricordare tutto a memoria.

Gli howto sono documenti che insegnano come fare per risolvere un problema. Questi howto sono in lingua inglese, il gruppo Pluto si sta facendo carico di tradurli in italiano e la casa editrice Apogeo li ha recentemente pubblicati.

Pluto è un gruppo nato all'interno dell'Università di Padova nel 1992 con lo scopo di diffondere Linux e il software libero. Attualmente si interessa principalmente della traduzione in italiano della documentazione Linux.

Al riguardo vi è da dire che in Italia stanno sorgendo parecchi gruppi per diffondere Linux tra i quali, oltre al già citato Pluto, si può elencare:

il gruppo di Bari che si chiama LUGBari e che traduce in italiano la Linux Gazette, un mensile dedicato a Linux;

il gruppo ILS (Italian Linux Society) sorto all'interno dell'Università di Genova che diffonde la distribuzione Linux Debian.

Tornando alla documentazione, vi sono poi le cosiddette FAQ (Frequently Asked Questions). Queste sono raccolte di risposte alle domande più frequenti poste attraverso Internet ai vari gruppi di discussione su Linux. Vi è infine il Linux Documentation Project: questi sono dei manuali veri e propri (delle guide) per la conoscenza di Linux, ottenibili, gratuitamente, attraverso Internet. I due principali sono già stati pubblicati in Italia: il primo di Matt Welsh dal titolo Il manuale di Linux, ed. Jackson e l'altro di Olaf Kirch dal titolo Linux: guida per l'amministratore di rete, sempre edito dalla Jackson.

1.6 Limiti del sistema operativo Linux

Linux è un sistema operativo libero e gratuito, ma la libertà si paga e il prezzo da pagare è il seguente:

Linux non è garantito, il software non ha nessuna garanzia nel senso che non potete citare per danni nessuno, ma è abbastanza stabile e le versioni già collaudate si possono considerare più che affidabili. L'affidabilità è garantita dalle migliaia (alcuni dicono 5 milioni circa) di sviluppatori e utenti che continuamente provano il nuovo software, usandolo in vario modo.

Linux è relativamente facile da installare (come Windows95) ma non altrettanto da configurare. La configurazione necessita di un minimo di conoscenze informatiche e di pazienza. Una volta che sapete configurare il sistema, però, siete liberi di personalizzarlo a vostro piacere (cosa che con altri sistemi operativi non è possibile con altrettanta facilità).

Linux è privo di supporto tecnico locale, nel senso che vi dovete arrangiare da soli, eventualmente si può chiedere aiuto via Internet (cosa però sconsigliata). E' anche questo il motivo del nascere di vari gruppi per poter collaborare, e il motivo in parte del presente incontro.

Ma questi che potrebbero essere limiti per una azienda, non lo sono per una scuola che per sua natura può ovviare a questi limiti all'interno di sè stessa, utilizzando le proprie risorse, che in certi casi sono tutt'altro che scarse.

1.7 Sintesi

Linux è un sistema operativo libero e gratuito, compatibile con Unix, sul quale gira software sia libero e gratuito che commerciale per ogni esigenza.

E' un sistema operativo ad interfaccia a carattere con varie utility (abbiamo un programma mc simile alle Norton Utility del dos, ecc.). Fornisce l'interfaccia grafica X, molto simile a Ms Windows e altri prodotti simili (Amiga, Mac, Next).

E' un sistema operativo orientato ad Internet TCP/IP che con il software NFS e NIS diventa un sistema operativo quasi distribuito. La forza di Linux: quasi tutti i provider di Internet utilizzano Linux per tutti i servizi di internet.

2. Ruolo del sistema operativo Linux nella didattica dell'informatica e nella scuola

Oggi assistiamo al monopolio software della Microsoft basato soprattutto su processori Intel, che ha sostituito il monopolio della IBM degli anni '70/'80. Ora da quanto esposto nella prima parte, Linux può svolgere un ruolo importante in quanto è un elemento di libertà, di liberazione da questo monopolio. Ci dobbiamo affrancare da questo monopolio della accoppiata Windows-Intel. Pena lo slittamento, l'appiattimento della cultura informatica nella scuola in una specie di addestramento.

Con Linux, ad esempio, possiamo riutilizzare i vecchi 386 con 4 megabyte di RAM e 40 megabyte di disco fisso, che i nuovi prodotti Microsoft hanno messo fuori mercato (naturalmente non si possono pretendere prestazioni elevate).

Linux dà la possibilità di riutilizzare vecchio materiale hardware (dai processori, agli schermi, alle schede ethernet, ecc.) anche i 286 potrebbero essere usati come terminali per telnet (in questo caso serve ancora il dos) e i 386 per svolgere esercitazioni sui comandi Linux, e-mail, Perl, ecc.

Linux attualmente funziona su macchine con processore Intel 386, 486, Pentium ma è stato adattato anche ad altre architetture, quali Motorola 680x0, DEC Alpha e macchine con processori Mips. Linux offre un ruolo di libertà a tutti i livelli.

L'amministrazione scolastica (Ministero della Pubblica Istruzione, Provveditorati, IRSSAE) incentivando Linux nella scuola si libererebbe da eventuali pressioni e/condizionamenti del mercato. Gli insegnanti e le singole scuole, di converso, decidendo di utilizzare Linux e il software freeware potrebbero liberarsi da impacci burocratici, dalle solite ristrettezze di bilancio e da eventuali pressioni e/o condizionamenti del mercato.

3. Prospettive del sistema operativo Linux nell'insegnamento dell'informatica e nella scuola

L'informatica sta andando verso la comunicazione: dalla elaborazione e trasmissione dei dati degli anni '70/'80 stiamo andando verso l'elaborazione e la trasmissione della comunicazione, intesa come multimedialità (testo/dati, immagini, filmati e suoni). In questo quadro assumono grande importanza le reti. Nelle scuole si stanno implementando le reti attraverso server NT o Novell, che sono entrambe proprietarie e a pagamento. Tutto il software che ci sta sopra è proprietario e/o a pagamento. E la scuola è la vacca da mungere. Gli insegnanti e il loro insegnamento, a vario titolo, servono molto spesso come copertura di questo business. Non importa modificare i programmi scolastici e il quadro orario, non importa aggiornare gli insegnanti, basta che dicano di si, tanto la scuola deve rimanere subalterna ai produttori di software.

Linux è un sistema operativo di rete, è un sistema che implementa la distributività delle risorse, permette di installare, con relativa facilità, delle intranet nelle scuole e dei server web e ftp, e permette la multimedialità attraverso il protocollo http e lo standard html.

Una volta installato nelle scuole il software libero e gratuito, le società commerciali dovranno tenere un diverso atteggiamento nei confronti delle scuole stesse, dovendo quanto meno offrire gratuitamente il loro software. Ma nelle scuole dovrebbero essere le società commerciali che, oltre ad offrire gratuitamente i loro prodotti software, dovrebbero finanziare la scuola, in quanto gli insegnati addestrano personale a costo zero per le aziende.

E' ovvio che se uno studente viene formato su un prodotto x rispetto al prodotto y poi nel lavoro cercherà e/o farà acquistare x e non y, e di questo si è ben reso conto anche il Times quando, a proposito dell'accordo tra Toni Blair e Bill Gates per fornire tutte le scuole britanniche entro il 2002 di collegamenti ad Internet tramite la Microsoft, osserva che le scuole inglesi ``sono un settore in cui Gates non ha ancora una posizione di monopolio. Ed è un settore cruciale: se riuscirà ad accaparrarselo, Gates può star certo che una volta che i bambini avranno imparato a lavorare sui sistemi della Microsoft, gli resteranno fedeli tutta la vita'' (La Repubblica, 09/10/1997). Sta qui l'importanza del software freeware e dell'introduzione di una vera cultura informatica che eviti di operare un condizionamento su certi prodotti.

Orbene, se la scuola forma gli studenti su un prodotto freeware:

la ditta commerciale x se vuole introdurre nella scuola il suo prodotto commerciale lo deve dare quantomeno a titolo gratuito;

la scuola potrebbe chiedere una contropartita alla società commerciale x per ``addestrare'' gli studenti su quel prodotto commerciale.

Comunque io penso che scopo dell'informatica nella scuola non sia quella di creare fedeli ad una società di software, ma studenti liberi di orientarsi su qualsiasi tipo di software con cognizione di causa liberandoli da qualsiasi giogo dell'industria monopolistica dell'informatica. In tal modo si riafferma al tempo stesso la libertà d'insegnamento e la centralità dell'uomo sulla macchina.

4. Proposte di lavoro

L'utilizzo di Linux è, a mio avviso, una buona strada da percorrere da chi insegna informatica o materie che implicano l'utilizzo di una cultura informatica e ci tiene alla propria libertà e vuole rivendicare un ruolo non subalterno, rapportandosi correttamente con le società produttrici di software commerciale.

Nell'ipotesi che si parta da zero, per implementare Linux, nella propria scuola, ci vorrà del tempo. Nessuno può aspettarsi di diventare, in una notte, un esperto di sistema Linux, né un esperto di reti, o di database. Ma non ci dobbiamo scoraggiare. Per implementare l'ambiente Linux nelle scuole ed essere operativi didatticamente ci possono voler dai due ai tre anni di lavoro, a seconda del livello di partenza, acquisendo:

per prima cosa dimestichezza con il sistema operativo, la sua installazione, la ricompilazione del kernel, la gestione del file system, ecc.;

in second'ordine padronanza con gli applicativi di vario tipo (Office, Netscape, Lynx, Perl, ecc. a seconda delle esigenze);

successivamente, per chi ne ha necessità, familiarità con la gestione delle reti, gestione del server web, ecc.

Una volta raggiunto un certo grado di confidenza con il sistema si possono trasferire le conoscenze acquisite in termini didattici (a seconda delle materie d'insegnamento). I risultati didattici pieni si potranno vedere solo dopo tre anni circa. Non sono possibili scorciatoie, pena la frustrazione e l'insuccesso. E non dobbiamo inizialmente confrontarci con i risultati didattici che sono stati ottenuti utilizzando il dos o Ms Windows, per il semplice motivo che il dos è nelle scuole da 15 anni circa, con corsi svolti di tutti i tipi, e Ms Windows è nelle scuole da almeno 5 anni. Non dobbiamo dimenticare tutto il tempo passato per familiarizzare con il dos, con l'Ms windows e con i loro applicativi.

Lo scopo di questo incontro organizzativo è proprio quello di non sentirsi soli né di voler far tutto da soli, ma quello di unire gli sforzi promuovendo incontri e varie forme di collaborazione tra insegnanti e scuole interessate a questa filosofia.

La mia proposta perciò è quella di cominciare con l'installazione del sistema operativo Linux su uno o più elaboratori della scuola, sui quali provare i vari tipi di software a seconda delle esigenze delle scuole, per poi passare ad installarlo in un'aula per la didattica, utilizzando in questo modo il software libero, sia nell'insegnamento dell'informatica che nell'insegnamento più in generale.

Non è semplice iniziare né sarà semplice implementare una didattica basata sul software libero e su Linux nella scuola, ma allora perché usare Linux se dobbiamo fare più fatica? E' qui il punto. E' un problema di libertà e di professionalità. Come insegnante posso affermare che un conto è insegnare su un prodotto freeware o su un prodotto commerciale scelto liberamente secondo criteri didattici, un conto è, invece, insegnare su un prodotto commerciale che viene imposto dal mercato e/o dall'amministrazione scolastica (surrettiziamente).

Treviso lì 20 ottobre 1997

Appendix

5. Indicazioni essenziali per cominciare a lavorare con Linux

bibliografia in lingua italiana

N. Barkakati: "I segreti di Linux", ed. Apogeo (cdrom con Linux Slackware);

R. Peterson: "Linux, guida completa", ed. Mc Graw Hill (cdrom con Linux Caldera-Redhat);

M. Welsh, L. Kaufman: "Il manuale di Linux", ed. Jackson;

O. Kirch: "Linux, guida per l'amministratore di rete", ed. Jackson;

riviste in lingua italiana che trattano anche il sistema operativo Linux

ioProgrammo, ed. Master (mensile);

siti internet in Italia

ILDP (Italian Linux Documentation Project): https://ildp.psy.unipd.it/

AppuntiLinux: una serie ricchissima di appunti su Linux: https://ildp.psy.unipd.it/AppuntiLinux ftp://ftp.pluto.linux.it/pub/ildp/AppuntiLinux/

Linux HOWTO tradotti: https://ildp.psy.unipd.it/HOWTO/index.html

principali distribuzioni Linux e indirizzi internet (dove acquistarle)

Le distribuzioni Slackware, Red Hat e Debian si possono acquistare all'indirizzo: https://www.cheapbytes.com

elenco software free e commerciale

Un elenco di software si può trovare al sito: https://www.xnet.com/~blatura/textonly.shtml

la filosofia del software libero

Il progetto GNU: https://www.gnu.org

la versione tradotta della licenza GPL e del manifesto gnu: https://animal.unipv.it/linux/rubini/gpl.txt e https://animal.unipv.it/linux/rubini/manifesto.html

.- Che cos'e' il sistema operativo Linux?

Un elemento costante dell'informatica nella scuola e' sempre stato ed e' tuttora quello di aver a che fare con software strettamente proprietario (non libero) e commerciale ossia a pagamento, soggetto a licenze restrittive e vessatorie (installare su un solo computer, divieto di copia, ecc.), con assoluta carenza di documentazione.
In cio' la scuola e' sempre stata, ed e' tutt'ora, in balia delle case produttrici di software, sia prima che dopo l'acquisto del materiale software.

La difficolta' per chi lavora nel settore, percio', e' di due aspetti:
- il primo e' rappresentato dal fatto che essendo software proprietario, i sorgenti non sono, in genere, disponibili e percio' non e' possibile "metterci su le mani" (non e' intelligibile), e' possibile solo usarlo, mentre avere libero accesso al software, con la possibilita' di modificarlo e distribuirlo senza restrizioni, e' da molti considerato un diritto fondamentale;
- il secondo aspetto e' rappresentato dal fatto che essendo software proprietario (commerciale) e' costoso e cio' impedisce agli insegnanti un'eventuale acquisizione per sperimentazione, un'eventuale prova sul software stesso, e soprattutto in termini didattici non si puo' copiare su altri elaboratori gratuitamente.

Per quanto riguarda il primo aspetto, la conseguenza e' che spesso il ruolo della scuola da formativo diventa addestrativo, cioe' si addestrano gli studenti a certe interfacce, su certi programmi in maniera subalterna al mercato.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, la scuola, per questo suo ruolo subalterno, anziche' essere remunerata dalle societa' produttrici di software, paradossalmente le deve anche pagare.

L'insegnante diventa subalterno al mercato e con esso lo diventano la scuola e il Ministero della Pubblica Istruzione nel settore dell'informatica, limitando e/o perdendo uno dei diritti fondamentali della scuola stessa che e' la liberta' d'insegnamento.
Queste limitazioni alla liberta' d'insegnamento si manifestano sopratutto per chi opera nel settore dell'informatica sia direttamente che indirettamente.


Personalmente ho sempre pensato che se nella scuola si insegna un determinato prodotto software di tipo commerciale questo prodotto non solo dovrebbe essere dato a titolo gratuito alla scuola, ma poiche' la scuola "addestra"su quel prodotto, rispetto ad un altro, e svolge apertamente una forma di propaganda per quel prodotto, questa propaganda svolta dalla scuola dovrebbe essere remunerata da quella determinata societa'.
Nella realta' avviene il contrario: non solo la scuola non viene remunerata per l'attivita' di propaganda, ma anzi paga quel determinato prodotto software (e in certi casi profumatamente), generando un vero e proprio paradosso.

Se per una azienda puo' essere comprensibile acquistare un software commerciale (chiavi in mano) pagando quello che ritiene opportuno, perdendo qualsiasi tipo di liberta' sul prodotto se non quella di usarlo, questo non e' altrettanto accettabile per la scuola il cui fine principale e' appunto la formazione culturale in un ambiente libero, in un ambiente in cui ogni singolo insegnante dovrebbe scegliere liberamente i contenuti del suo insegnamento (il suo "libro di testo", se si stabilisce a grandi linee l'uguaglianza software=libro di testo).

1.1.- Sul software libero e/o gratuito: la Free Software Foundation

L'esigenza di liberta' nel settore del software e' sempre stata sentita e per questo motivo alla fine degli anni '80 e' nata negli Stati Uniti, per opera di Richard Stallman ricercatore del MIT, la Free Software Foundation con il preciso scopo di creare e diffondere la filosofia del software libero (software inizialmente chiamato free software e attualmente Open Source), e cio' per liberare gli utilizzatori di software dalle leggi che permettono restrizioni e vessazioni all'uso del software stesso.
La Free Software Foundation si basa sul lavoro volontario di persone che condividono la filosofia espressa da Richard Stallman e su donazioni di software da parte di societa' commerciali e, sulla base dei principi sopraesposti la Free Software Foundation ha dato origine al progetto GNU.
GNU e' un gioco di parole che significa Gnu's not Unix.
In realta' GNU e' un progetto che si e' proposto di creare uno Unix non commerciale compatibile con tutte le specifiche Unix.
E la Free Software Foundation vi e' riuscita utilizzando anche il lavoro di uno studente finlandese, Linus Torvalds, che ha creato il nocciolo di questo sistema: Linux.
Linus Torvalds, successivamente, ebbe modo di dire che la cosa migliore che aveva fatto era stata quella di aver reso Linux libero e gratuito.

Percio' possiamo dire che Linux e' un sistema operativo (inserito nel piu' ampio progetto GNU) libero e gratuito grazie all'opera di Richard Stallman e Linus Torvalds, e all'opera di centinaia di progettisti software sparsi in tutto il mondo che attraverso Internet sviluppano continuamente il sistema Linux.


"Come ciascuno puo' leggere quello che da altri e' stato scritto e rielaborare le idee ivi contenute, come ciascuno puo' utilizzare le dimostrazioni di matematica e le teorie di fisica per i propri scopi, allo stesso modo ognuno dovrebbe essere autorizzato a leggere e rielaborare i programmi esistenti, perche' il patrimonio 'culturale' informatico possa accrescersi a beneficio di tutti gli utenti di calcolatori e, piu' in generale, per un utilizzo proficuo della tecnologia attuale. In effetti, nei primi anni di sviluppo dell'informatica tutto il software era liberamente disponibile a tutti." (Verso un'etica del software ne "Il giornale dell'Ingegnere" https://animal.unipv.it/linux/rubini/italiano.htm).

Forse che un insegnante per spiegare il teorema di Pitagora deve pagare delle royalty agli eredi di Pitagora?
Forse che un alunno, ogni volta che utilizza il teorema di Pitagora per risolvere un problema, deve pagare altrettante royalty?

Il prodotto software secondo la Free Software Foundation deve essere visto come un teorema di matematica o una qualsiasi teoria scientifica.
Per questo motivo la Free Software Foundation assoggetta il suo software ad una particolare licenza che si chiama GNU GPL (General Public License) un apposito copyright che, al contrario delle licenze del software commerciale, non limita la diffusione del software, bensi' la favorisce impedendo al tempo stesso speculazioni sul software stesso.
Questa licenza permette di mettere una copia del software in ogni computer, a scuola o al lavoro, di prestarlo agli amici, ecc.
La licenza consente a chiunque di ridistribuire o di modificare il software (gratuitamente o a scopi di lucro) purche' tali attivita' siano rese disponibili a tutti.

Vi e' da specificare poi che libero non significa necessariamente gratuito, nel senso che sul software libero un venditore puo' farsi pagare, ma si deve sapere che l'utente paga il servizio, la manutenzione, l'addestramento ma non il software (il teorema).

Gratuito, di converso, non necessariamente significa libero, nel senso che potremmo avere un software commerciale dato gratuitamente (come StarOffice ad esempio), ma senza sorgenti e senza la possibilita' di "metterci su le mani".

Il software sotto licenza GNU GPL e' libero e gratuito nel senso che per ogni programma vengono forniti i sorgenti, vengono consentite le modifiche (libero) e per il programma e i sorgenti non si deve pagare nessuno, si paga eventualmente, come detto, il servizio di chi li fornisce.
E non si pensi che software libero e gratuito significhi di bassa qualita'.


Non e' il mercato del software a stabilire la direzione di sviluppo di Linux, ma le esigenze dei suoi utilizzatori, e Linux permette il controllo totale sul sistema, presupposto indispensabile per un insegnamento libero.
Che senso avrebbe insegnare informatica o materie che implicano una cultura informatica se le cose che dobbiamo insegnare non sono totalmente intellegibili? se dobbiamo dipendere culturalmente da chi ci fornisce il software? se dobbiamo diventare ostaggi di un'azienda informatica?

E' semplicemente ridicolo che si debba insegnare con la minaccia della Guardia di Finanza per le copie del software che facciamo a scuola!

L'unico modo per rifiutare queste vessazioni e' quello di utilizzare, nel nostro insegnamento, il software Open Source e Linux in particolare.

1.2.- Software applicativo che gira su Linux

Per Linux e' disponibile una quantita' enorme di software, sia Open Source che commerciale (sia ad interfaccia grafica che ad interfaccia a carattere).
Praticamente tutti i programmi scritti per un qualunque Unix, possono girare su Linux.

Tra i linguaggi di programmazione troviamo il c/c++, Basic, Pascal, Lisp, Fortran, Cobol, Perl, Java, Tk/Tcl, ecc. tutti Open Source, naturalmente vi sono anche dei linguaggi proprietari-commerciali (per esempio AcuCobol) a pagamento.

Per quanto riguarda la produttivita' individuale e l'automazione d'ufficio troviamo StarOffice un prodotto commerciale, che e' gratuito per usi non commerciali, come l'uso didattico o di studio.

Tra i prodotti di database Open Source e gratuiti troviamo PostgreSQL, tra quelli commerciali non gratuiti troviamo Oracle.

Vi sono parecchi prodotti di carattere scientifico, matematico e ingegneristico: Matlab, Mathematica, Maple V e altri.

Per quanto riguarda la gestione delle reti essa viene implementata, in maniera nativa, con protocollo TCP/IP, lo standard di Internet, per cui e' semplice progettarsi delle lan o delle intranet a scuola, e possiamo dire che il punto forte di Linux e' proprio la gestione del networking.
Al riguardo vi e' il software Samba per comunicare con reti Microsoft, il software IPX per comunicare con reti Novell, il software Appletalk per comunicare con reti Mac.

Con Linux avete la possibilita' di installare un server Web automaticamente grazie al prodotto Apache, che sta diventando uno standard nei sistemi Unix.

Come browser Web avete la possibilita' di installare Netscape (Mozilla) che è notoriamente un prodotto ad interfaccia grafica, o lynx che e' ad interfaccia a carattere.
Con Linux avete a disposizione il linguaggio Perl (per programmi CGI) e il linguaggio Java, che e' lo standard di fatto, per programmi multimediali in ambiente di rete.

1.3.- Come reperire Linux?

Chiunque puo' prelevare, attraverso Internet, il software Linux e distribuirlo. Da cio' e' nato il concetto di distribuzione. Le distribuzioni sono costituite da una raccolta scelta di software libero. Inoltre in ogni distribuzione troviamo un programma di setup che consente di installare velocemente tutto il software contenuto in una distribuzione. Attualmente vi sono molte distribuzioni stabili di Linux versione 2.0.x, le piu' diffuse sono la RedHat, la Slackware, la Debian. Il costo e' abbastanza limitato: basta acquistare una rivista (ad esempio IoProgrammo n. 11) e con 14.900 lire avete Linux versione Slakware completo; basta acquistare un libro su Linux (es. Barkakati ed. Apogeo, o Peterson, ed. Mc Graw Hill) e con circa 60 mila lire avete un testo per iniziare e circa 500 mega di software, di ottima qualita' e gratuito tra cui Linux.

1.4.- La documentazione

La documentazione e' sempre stato un problema fondamentale per chi utilizza in vario modo il software.
In Linux la documentazione e' parte integrante di ogni distribuzione ed e' fornita nel software stesso in varie forme: abbiamo le pagine di manuale (man), documenti info, ipertesto a carattere, gli howto, le faq e i libri LDP.
Gli howto per esempio sono documenti che insegnano come fare per risolvere un problema. Questi howto sono in lingua inglese e il gruppo Pluto (ILDP) si sta facendo carico di tradurli in italiano.
Al riguardo la casa editrice Apogeo li ha recentemente pubblicati.
Per chi ha accesso ad Internet suggerisco la consultazione degli Appunti Linux, di Daniele Giacomini, all'indirizzo https://www.pluto.linux.it/ildp/AppuntiLinux/index.html che tratta molti argomenti, dall'installazione di Linux alla gestione di un server web, dalla programmazione in C, in Perl, in Java alla gestione di un dbms con PostgreSQL.
Insomma una ricchissima raccolta di argomenti per la didattica dell'informatica in ambiente Linux.

1.5.- Limiti del sistema operativo Linux

Linux e' un sistema operativo libero e gratuito, ma la liberta' si paga e il prezzo da pagare e' il seguente:

- Linux non e' garantito, il software non ha nessuna garanzia nel senso che non potete citare per danni nessuno.

- Linux e' relativamente facile da installare ma non altrettanto da configurare. La configurazione necessita di un minimo di conoscenze informatiche e di pazienza. Una volta che sapete configurare il sistema, per i vostri scopi, siete liberi di personalizzarlo a vostro piacere.

- Linux e' privo di supporto tecnico locale, nel senso che vi dovete arrangiare da soli, eventualmente si puo' chiedere aiuto via Internet.

Ma questi potrebbero essere limiti per una azienda, non per una scuola che per sua natura puo' ovviare a questi limiti all'interno di se' stessa, utilizzando le proprie risorse, che in certi casi sono tutt'altro che scarse.

2.- Ruolo del sistema operativo Linux nella didattica dell'informatica e nella scuola

Oggi assistiamo al monopolio software della Microsoft basato soprattutto su processori Intel, che ha sostituito il monopolio della IBM degli anni '70/'80.
Da quanto esposto nella prima parte, Linux puo' svolgere un ruolo importante in quanto e' un elemento di liberta' e di liberazione da questo monopolio.

Ci dobbiamo affrancare da questo monopolio, pena lo slittamento, l'appiattimento della cultura informatica nella scuola in una specie di addestramento psicomotorio, pena l'alienazione da ogni processo logico-cognitivo che sottende le operazioni che svolgiamo.

I computer e le tecnologie informatiche in essi incorporate vengono sempre piu' visti come oggetti di culto e di consumo e sempre meno come strumenti di lavoro che devono essere usati, con cognizione di causa, per risolvere i vari problemi.
L'informatica vista come oggetto di consumo si riduce cosi' ad una abilita' psicomotoria vanamente legittimata da coloro che affermano essere il videogioco la piu' grande rivoluzione epistemologica di questo secolo.
Con questa ideologia, che stabilisce "sottobanco" l'equazione computer=informatica, si fa credere che acquistare computer sempre piu' recenti equivalga a possedere una cultura informatica piu' avanzata. Tanto e' vero che nei depliant pubblicitari di molte scuole troviamo "esibito" solo il numero di computer, ultimo modello, posseduti.

Con Linux, invece, possiamo riutilizzare i vecchi 386 con 4 mega di ram e 40 mega di disco fisso, che i nuovi prodotti Microsoft hanno messo fuori mercato (naturalmente non si possono pretendere prestazioni elevate), ma didatticamente vanno benissimo.
Linux da' la possibilita' di riutilizzare vecchio materiale hardware (dai processori, agli schermi, alle schede ethernet, ecc.) anche i 286, con il dos Caldera, potrebbero essere usati come terminali per telnet per svolgere esercitazioni sui comandi Linux, e-mail, Perl, vi, ecc. e, con il programma Arachne, come browser grafici.

Non e' improbabile che proprio la politica della Microsoft, che rende "obsoleto" hardware ancora valido, permettera' a piu' persone di utilizzare e sviluppare Linux, avendo da una parte hardware gratis (computer "obsoleti") e dall'altra il software Open Source in ambiente Linux.

Quindi Linux offre un ruolo di liberta' a tutti i livelli, di cultura informatica ma anche economico.


L'amministrazione scolastica (Ministero della Pubblica Istruzione, Provveditorati, IRSSAE) incentivando Linux nella scuola, si libererebbe da eventuali condizionamenti, sia economici che culturali, del mercato.
Gli insegnanti e le singole scuole, di converso, decidendo di utilizzare Linux e il software Open Source, possono liberarsi dagli impacci burocratici, dalle solite ristrettezze di bilancio e da ogni altra pressione.

3.- Situazione dell'informatica nella scuola e prospettive offerte da Linux

L'informatica sta andando verso la comunicazione: dalla elaborazione e trasmissione dei dati degli anni '70/'80 stiamo andando verso l'elaborazione e la trasmissione della comunicazione, intesa come multimedialita' (testo/dati, immagini, filmati e suoni). In questo quadro assumono grande importanza le reti. Nelle scuole si stanno implementando le reti attraverso server NT o Novell, che sono entrambe proprietarie e a pagamento. Tutto il software che ci sta sopra e' proprietario e/o a pagamento. Linux e' un sistema operativo di rete, e' un sistema che implementa la distributivita' delle risorse, permette di installare, con relativa facilita', delle intranet nelle scuole e dei server web, e permette la multimedialita' attraverso il protocollo http e lo standard html. Una volta installato nelle scuole il software libero e gratuito, le societa' commerciali dovranno tenere un diverso atteggiamento nei confronti delle scuole stesse, dovendo quanto meno offrire gratuitamente il loro software.

Ma nelle scuole dovrebbero essere le societa' commerciali che, oltre ad offrire gratuitamente i loro prodotti software, dovrebbero finanziare la scuola, in quanto gli insegnati addestrano personale a costo zero per le aziende.

E' ovvio che se uno studente viene formato su un prodotto x rispetto al prodotto y poi nel lavoro cerchera' e/o fara' acquistare x e non y, e di questo si e' ben reso conto anche il Times quando, a proposito dell'accordo tra Toni Blair e Bill Gates per fornire tutte le scuole britanniche entro il 2002 di collegamenti ad Internet tramite la Microsoft, osserva che le scuole inglesi "sono un settore in cui Gates non ha ancora una posizione di monopolio. Ed e' un settore cruciale: se riuscira' ad accaparrarselo, Gates puo' star certo che una volta che i bambini avranno imparato a lavorare sui sistemi della Microsoft, gli resteranno fedeli tutta la vita" (9/10/1997 La Repubblica).

Sta qui l'importanza del software Open Source e dell'introduzione di una vera cultura informatica che eviti di operare un condizionamento su certi prodotti. Orbene, se la scuola forma gli studenti su un prodotto Open Source:
1.- la ditta commerciale x se vuole introdurre nella scuola il suo prodotto commerciale lo deve dare quantomeno a titolo gratuito;
2.- la scuola potrebbe chiedere una contropartita alla societa' commerciale x per formare gli studenti su quel prodotto commerciale.


Comunque io penso che scopo dell'informatica nella scuola non sia quella di creare fedeli ad una societa' di software, ma studenti liberi di orientarsi su qualsiasi tipo di software con cognizione di causa liberandoli da qualsiasi giogo dell'industria monopolistica dell'informatica.

In tal modo si riafferma al tempo stesso la liberta' d'insegnamento e la centralita' dell'uomo sulla macchina.

3.1.- La filosofia del M.P.I. nei confronti dell'informatica

Analizzando la politica scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione in questi ultimi anni sembra quasi che la cosa che interessi di piu' sia quella di spendere miliardi per acquistare hardware e software in maniera subalterna all'industria monopolistica dell'informatica piuttosto che quella di investire miliardi in "risorse umane" per sviluppare nella scuola italiana una vera cultura informatica.

- Non sono mai riuscito a capire perche' i programmi scolastici di informatica delle classi V dell'Istituto Professionale per il Commercio, non siano mai stati aggiornati, dal 1971 ad oggi, a fronte di un dichiarato interesse per l'informatica da parte del Ministero in questi ultimi 20 anni.

- Non riesco a capire come mai il programma di informatica, nella scuola professionale ad indirizzo informatico (classi IV e V progetto '92), non preveda l'utilizzo del laboratorio di informatica a fronte di spese per centinaia di miliardi per l'acquisto di computer nelle scuole di ogni ordine e grado.

Chi insegna la disciplina informatica nell'Istituto Professionale per il Commercio non ha diritto di utilizzare i computer.

La mia impressione e' che l'unico interesse, nel settore dell'informatica, da parte del Ministero sia quello di spendere e basta.

Adesso vi sono da spendere 1.000 miliardi per le "Tecnologie Didattiche" e la cosa piu' buffa alla quale abbiamo recentemente assistito e' stata quella di vedere come molti insegnanti siano stati invitati, dall'amministrazione scolastica, ad aggiornarsi sul tema oggetto dello stanziamento miliardario, a loro spese!

Evidentemente al Ministero non interessa farsi carico di aggiornare gli insegnanti in questo settore, non interessa modificare e/o aggiornare i programmi scolastici e il quadro orario, al Ministero basta che gli insegnanti dicano di si, tanto la scuola deve rimanere subalterna all'oligopolio dell'informatica.

La scuola evidentemente e' la "vacca da mungere".

E le scuole, gli insegnanti e il loro insegnamento, a vario titolo, devono servire solo da copertura a questo business.
Tanto, se poi gli studenti escono dalla scuola privi di preparazione informatica, la colpa e' degli insegnanti!
Il Ministero e i burocrati ministeriali sono a posto, hanno fatto tutto il possibile: hanno fatto spendere 1.000 miliardi a favore dei monopolisti dell'informatica.

3.2.- Proposte di lavoro: Il progetto Linux nella scuola

L'utilizzo di Linux e', a mio avviso, una buona strada da percorrere da chi insegna informatica o materie che implicano l'utilizzo di una cultura informatica e ci tiene alla propria liberta' e vuole rivendicare un ruolo non subalterno, rapportandosi correttamente con le societa' produttrici di software commerciale.
Nell'ipotesi che si parta da zero, per implementare Linux nella propria scuola, ci vorra' del tempo.
Nessuno puo' aspettarsi di diventare, in una notte, un esperto di sistema Linux, ne' un esperto di reti, o di database.

Ma non ci dobbiamo scoraggiare.

Per implementare l'ambiente Linux nelle scuole ed essere operativi didatticamente ci possono voler dai due ai tre anni di lavoro, a seconda del livello di partenza, acquisendo:
- per prima cosa dimestichezza con il sistema operativo, la sua installazione, la ricompilazione del kernel, la gestione del file system, ecc.;
- in second'ordine padronanza con gli applicativi di vario tipo e i vari linguaggi di programmazione (StarOffice, Netscape, Lynx, Perl, Java, c/c++, ecc. a seconda delle esigenze);
- successivamente, per chi ne ha necessita', familiarita' con la gestione delle reti, gestione del server web (Apache), ecc. costruendoci delle intranet a scuola senza la necessita' del collegamento esterno a Internet.

Una volta raggiunto un certo grado di confidenza con il sistema si possono trasferire le conoscenze acquisite in termini didattici (a seconda delle materie d'insegnamento).
I risultati didattici pieni si potranno vedere solo dopo tre anni circa.
Non sono possibili scorciatoie, pena la frustrazione e l'insuccesso.

Dobbiamo unire gli sforzi promuovendo incontri e varie forme di collaborazione tra insegnanti e scuole interessate a questa filosofia, in tutt'Italia.


La mia proposta concreta percio' e' quella di cominciare con l'installazione del sistema operativo Linux su uno o piu' elaboratori della propria scuola, sui quali provare i vari tipi di software a seconda delle esigenze delle scuole, per poi passare ad installarlo in un'aula per la didattica, utilizzando in questo modo il software libero, sia nell'insegnamento dell'informatica che nell'insegnamento piu' in generale.

Per gli insegnanti di matematica ed informatica, la proposta e' quella di utilizzare il linguaggio Perl, su piattaforma Linux, per lo svolgimento degli algoritmi di base.
Per gli insegnanti di trattamento testi di insegnare l'html e l'utilizzo di vari browser (dal lynx al Netscape) su piattaforma Linux;
Per gli insegnanti di informatica la proposta e' quella di utilizzare l'ambiente Linux per tutti gli argomenti del programma da svolgere.
Per chi insegna nelle scuole ad indirizzo commerciale la proposta e' quella di introdurre elementi di commercio elettronico (penso ai programmi CGI in Perl o procedure in Java) su piattaforma Linux.

Nelle scuole ad indirizzo tecnico-scientifico la proposta e' quella di utilizzare i prodotti di cad, di matematica e di tipo scientifico in generale su piattaforma Linux oltre ai linguaggi di programmazione tradizionali.

Non e' semplice iniziare ne' sara' semplice implementare una didattica basata sul software libero e/o gratuito nella scuola, ma allora perche' usare Linux se dobbiamo fare piu' fatica?

E' qui il punto.

E' un problema di liberta' e di professionalita'.

Come insegnante posso affermare che un conto e' insegnare su un prodotto Open Source o su un prodotto commerciale scelto liberamente secondo criteri didattici, un conto e', invece, insegnare su un prodotto commerciale proprietario che viene imposto dal mercato e /o dall'amministrazione scolastica (surrettiziamente).

15 giugno 1998 antonio bernardi brngb+scuola@tin.it

Per informazioni sul progetto "Linux nella scuola": https://www.pluto.linux.it/scuola/

4. Indicazioni essenziali per cominciare a lavorare con Linux

bibliografia in lingua italiana
N. Barkakati: ``I segreti di Linux'', ed. Apogeo (cdrom con Linux Slackware);
R. Peterson: ``Linux, guida completa'', ed. Mc Graw Hill (cdrom con Linux Caldera-Redhat);
M. Welsh, L. Kaufman: ``Il manuale di Linux'', ed. Jackson;
O. Kirch: ``Linux, guida per l'amministratore di rete'', ed. Jackson;

riviste in lingua italiana che trattano anche il sistema operativo Linux
ioProgrammo, ed. Master (mensile);

siti internet in Italia
ILDP (Italian Linux Documentation Project):
https://www.pluto.linux.it/ildp

Appunti Linux:
https://www.pluto.linux.it/ildp/AppuntiLinux/ per la consultazione on-line;
ftp://ftp.pluto.linux.it/pub/pluto/ildp/AppuntiLinux/ per la distribuzione impacchettata.
Appunti Linux e' un documento voluminoso, a questo proposito, la pagina iniziale della versione HTML (on-line) riporta l'elenco dei mirror, e si prega vivamente di utilizzare questi ultimi per non affollare il sito di origine.

Linux HOWTO tradotti:
https://www.pluto.linux.it/ildp/HOWTO/index.html

principali distribuzioni Linux e indirizzi internet (dove acquistarle)
Debian GNU/Linux: https://www.debian.org
RedHat: https://www.redhat.com
Caldera OpenLinux: https://www.caldera.com

Le distribuzioni Slackware, Red Hat e Debian (e altre ancora) si possono acquistare all'indirizzo: https://www.cheapbytes.com

elenco software Open Source e commerciale
Un elenco di software si può trovare al sito: https://www.xnet.com/~blatura/textonly.shtml

la filosofia del software libero
Il progetto GNU: https://www.gnu.org

Linux è stato inventato per caso

Lo spiega Linus Torvalds stesso in un'autobiografia di prossima uscita

In molti sostengono che le grandi rivoluzioni sono successe per caso . Così è stato anche per una piccola grande rivoluzione del mondo del software e dei sistemi operativi: l'introduzione di Linux , il cosiddetto "open source" ("sorgente aperta").

In un libro di prossima uscita intitolato Just for fun.
The Story of an Accidental Revolutionary (Per puro divertimento. Storia di una rivoluzione casuale ), Linus Torvalds spiega che la popolarità e il successo del software open source e del sistema operativo Linux non è nata da un piano a medio-lungo termine né a uno specifico piano strategico. E' semplicemente "successo". Il libro copre tutta la storia dello sviluppo di Linux e racconta la vita del suo creatore, uno studente finlandese di informatica che ora si è trasferito in California. E' tra i fondatori della Transmeta , produttrice del chip Crusoe , che dovrebbe diventare il concorrente numero uno del Pentium Intel e di Athlon della Amd.

La Transmeta ha esordito al Nasdaq tre settimane fa ed è stata una delle poche Ipo degli ultimi sei mesi di grande successo .

Con questo libro, Torvalds va a da aggiungersi ai guru della tecnologia e della new economy che hanno scritto libri per raccontare la loro vita e il loro modo di vedere il mondo del business, o anche il futuro della new economy. Andy Grove, per esempio, presidente di Intel, ha pubblicato Only the Paranoid Survive (Sopravvivono solo i paranoici ), un libro che ha avuto molto successo. Quello di Michael Dell, fondatore della Dell Computer, Direct from Dell ( dove Dell è una curiosa assonanza con Hell, inferno) invece per ora ha venduto poche copie .

Just for Fun, scritto in collaborazione con il giornalista David Diamond, dovrebbe arrivare nelle libreria americane il 1° maggio e naturalmente si potrà acquistare su Amazon.

settembre 2000





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