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Infine Nerone salì sulla scena, accordando con molto impegno le corde della cetra e provando il tono giusto con maestri di canto al suo fianco. Erano intervenuti la coorte pretoria 838i88i , i centurioni, i tribuni e Burro, affranto ma prodigo di lodi. Fu allora che, per la prima volta, vennero reclutati tra i cavalieri romani, col nome di Augustiani, dei giovani, selezionati per l'età e il fisico aitante, alcuni di insolente presunzione, altri sperando di acquistare potere. Costoro, in un continuo scrosciare di applausi giorno e notte, davano alla bellezza del principe e alla sua voce epiteti divini: Ma perché sulla scena non brillassero solo le sue doti di recitazione, si dedicò anche alla poesia, raccogliendo attorno a sé quanti, benché non ancora noti, avessero talento nella versificazione. Costoro, dopo una buona cena, si riunivano a ricucire versi già composti o improvvisati da Nerone e ad aggiustare le formulazioni approssimative del medesimo, come dimostra la forma stessa delle sue poesie, che fluiscono senza vigore né ispirazione e in totale assenza di unità stilistica. A conclusione dei banchetti dedicava tempo anche ai filosofi, per divertirsi alle polemiche fra sostenitori di tesi opposte. Non mancava chi si compiaceva di farsi ammirare, tra le frivolezze della corte, con discorsi seri e compassati.
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