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IL TEATRO ITALICO E LE ORIGINI DEL TEATRO LATINO
Il mondo greco-italico assiste già dal VI secolo a.C. a una grande fioritura di spettacoli teatrali di genere caricaturale e buffonesco.
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Fra il IV e il III secolo opera a Taranto il poeta
comico Rintone, che si specializza nella farsa iliaca.
FILIACI erano detti gli attori-mimi che recitavano provvisti di buffe maschere
e imbottiture per renderne grottesca la propria figura.
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A una tradizione molto antica doveva risalire
Gli attori recitavano su un canovaccio (TRICA, da cui deriva intrigo),
improvvisando giocose battute in lingua osca. Le maschere di cui si amo a
conoscenza sono MACCUS (lo scimunito ingordo); BUCCO (fanfarone affamato);
PAPPUS (vecchio avaro, vizioso e rimbambito); DOSSENUS (gobbetto furbo e
malizioso).
L'uso delle maschere, la recitazione a soggetto, la comicità basata sugli
aspetti del vivere quotidiano rendono
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Negli ambienti rurali si sviluppano i FESCENNINI. E
sono collegati a feste di nozze, dove gli ospiti improvvisavano motti giocosi e
osceni per gli sposi.
Orazio li definirà ITALICUM ACETUM (mordacità italica)
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Nel
IL TEATRO ROMANO
Anche a Roma il tempo del teatro è quello della festa, come in Grecia, ma non ha carattere religioso bensì di intrattenimento e di evasione.
I LUDI SCAENICI erano uno dei tanti momenti della festa, che comprendeva anche LUDI GLADIATORI e CIRCENSI.
Originariamente erano concentrati in occasione dei LUDI ROMANI a
partire dal
Ad essi col tempo, si aggiunsero altre occasioni, tra cui i LUDI TRIUMPHALES e altri.
Il primo teatro in muratura fu edificato da Pompeo nel
I teatri comprendevano due parti principali:
Sui due lati del palcoscenico, occupate da quinte, si aprivano due strade che portavano convenzionalmente al foro. Al centro del palcoscenico veniva messo un altare, unico elemento fisso.
Le compagnie erano spesso itineranti.
Come in Grecia, anche a Roma gli attori erano solo maschi. E' molto probabile che all'epoca di Plauto e Terenzio l'uso della maschera fosse libero e occasionale
Tutto il teatro romano di età arcaica è un teatro di traduzione. I romani distinguevano tra traduzione letterale (exprimere) e la rielaborazione artistica (vertere) come avviene in Plauto e Terenzio.
La trama della commedia o della tragedia era chiamata FABULA (dal verbo FARI Parlare). Daqui la distinzione tra:
FABULA PALLIATA Commedia di ambientazione greca. Deriva da PALLIUM, costume greco indossato dagli attori. Rari sono i riferimenti alle istituzioni romane. Lo sono tutte le commedie di Plauto e Terenzio.
FABULA TOGATA Commedia di ambientazione italica, gli attori indossavano la toga (abito nazionale romano) e avevano nomi latini.
FABULA COTHURNATA Tragedia di argomento greco. Coturno era il collare alto di foggia greca che gli attori portavano sulla scena. Erano opere di soggetto mitologico ispirate ai grandi cicli.
FABULA PRAETEXTA Tragedia di argomento
romano, di soggetto mitologico o storico, non c'era divisione in atti. Nel 115
un editto bandì da Roma gli spettacoli teatrali di origine greca. Dal 100
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