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IL DIO MERCURIO E IL CONTADINO DISONESTO
Postridie in agricolae casam
venit propinquus. Hic improbus
et inhonestus erat. Probus 
Il giorno dopo un vicino si reca a casa del contadino. Il vicino era disonesto e sleale. Il contadino onesto racconta di bei doni e mostra le sue asce. Immediatamente il vicino corre verso il ruscello con la propria ascia e getta lo strumento nell'acqua. Egli siede sulla riva e con molte lacrime invoca la divinità: "o dio, vieni in aiuto ad un infelice!" Il dio scende dal cielo e gli chiede qualcosa a proposito della sua ascia che serve per il lavoro dei campi. Il disonesto risponde: "Era grande, o dio, e pesante e fatta d'oro puro. Il dio si immerge veloce, successivamente emerge dalle onde senza ascia e dice all'agricoltore: "Nell'acqua c'è un'ascia di ferro: non era certamente la tua. Il mio aiuto per te è stato vano". Gli dei puniscono sempre la stoltezza e l'avidità degli uomini.
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