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Madonna, dir vo voglio
Madonna, dir vo voglio
como l'amor m'à priso,
inver' lo grande orgoglio
che voi, bella, mostrate, e no m'aita.
Oi lasso, lo meo core,
che 'n tante pene è miso
che vive quando more
per bene amare, e teneselo a vita.
Dunque mor'e viv'eo?
No, ma lo core meo
more più spesso e forte
che non faria di morte - naturale,
per voi, donna, cui ama,
più che se stesso brama,
e voi pur lo sdegnate:
Amor, vostra 'mistate - vidi male.
Lo meo 'namoramento
non pò parire in detto,
ma sì com'eo lo sento
cor no lo penseria né diria lingua;
e zo ch'eo dico è nente
inver' ch'eo son distretto
tanto coralemente:
foc'aio al cor non credo mai si stingua,
anzi si pur alluma:
perché non mi consuma?
La salamandra audivi
che 'nfra lo foco vivi - stando sana;
eo sì fo per long'uso,
vivo 'n foc'amoroso
e non saccio ch'eo dica:
lo meo lavoro spica - e non ingrana.
Madonna, sì m'avene
ch'eo non posso avenire
com'eo dicesse bene
la propia cosa ch'eo sento d'amore;
sì com'omo in prudito
lo cor mi fa sentire,
che già mai no 'nd'è quito
mentre non pò toccar lo suo sentore.
Lo non-poter mi turba,
com'on che pinge e sturba,
e pure li dispiace
lo pingere che face, - e sé riprende,
che non fa per natura
la propïa pintura;
e non è da blasmare
omo che cade in mare - a che s'aprende.
Lo vostr'amor che m'ave
in mare tempestoso,
sì como la nave
c'a la fortuna getta ogni pesanti,
e campan per lo getto
di loco periglioso;
similemente eo getto
a voi, bella, li mei sospiri e pianti.
Che s'eo no li gittasse
parria che soffondasse,
e bene soffondara,
lo cor tanto gravara - in suo disio;
che tanto frange a terra
tempesta, che s'aterra,
ed eo così rinfrango,
quando sospiro e piango - posar crio.
Assai mi son mostrato
a voi, donna spietata,
com'eo so' innamorato,
ma crëio ch'e' dispiaceria voi pinto.
Poi c'a me solo, lasso,
cotal ventura è data,
perché no mi 'nde lasso?
Non posso, di tal guisa Amor m'à vinto.
Vorria c'or avenisse
che lo meo core 'scisse
come 'ncarnato tutto,
e non facesse motto - a vo', isdegnosa;
c'amore a tal l'adusse
ca, se vipera i fusse,
natura perderia:
a tal lo vederia, - fora pietosa.
Analisi delle figure foniche, retoriche e di ordine
Prima
stanza
Madonna : apostrofe, appellativo derivante da midons, meus dominus, topos della lirica
trobadorica
Vo voglio: allitterazione
Inver: rispetto a
Bella: epiteto
Vive quando muore: antitesi
No, ma lo core meo more più spesso e forte che non faria di morte - naturale : forma ascendente di climax e concetto iperbolico
'mistate: aferesi
Seconda stanza
Foc'aio al cor: metafora
Alluma: francesismo
La salamandra audivi: similitudine implicita che si esplicita con "eo sì fo per long'uso"
Salamandra: si pensava fosse capace di resistere al fuoco e non bruciarsi
Meo lavoro: per metonimia = frumento
Terza stanza
Avene- avenire : rima grammaticale
sì com'omo in prudito: introduce una similitudine metaforica
sentire, sentore: rima grammaticale
turba, sturba: rima derivativa
com'on che pinge e sturba: introduce una similitudine metaforica
natura, pintura: rima ricca
riprende, aprende: rima derivativa
omo che cade in mare - a che s'aprende: implicita similitudine
blasmare, mare: rima ricca
Quarta stanza
sì como la nave: introduce una similitudine metaforica
sospiri e pianti: dittologia
che tanto frange a terra tempesta: introduce una similitudine metaforica
getto, getto: rima equivoca (il primo sostantivo, il secondo verbo)
getto, gittasse: rima grammaticale
sospiri e pianti - sospiro e piango: variatio
soffondesse, soffondara: rima grammaticale
a terra, aterra: rima equivoca contraffatta
terra, aterra: rima derivativa
Quinta stanza
Mostrato, innamorato: rima ricca
creio: toscano con dieresi, per aumentare il numero di sillabe.
Ventura: vox media
Lasso, lasso: rima equivoca (il primo aggettivo, il secondo verbo)
Amor: personificazione, per la prima volta viene scritto con l'iniziale maiuscola
'scisse: aferesi
Isdegnosa: la i iniziale è una protesi, o prostasi
Vipera: emblema di crudeltà, si diceva che la vipera venisse alla luce divorando il ventre della madre e parimenti i genitali del maschio, dopo l'accoppiamento
Perderia, vederia: rima ricca
Parafrasi non letterale
Madonna, voglio dirvi quanto m'ha preso l'amore, rispetto all'orgoglio che voi mostrate, e he non mi aiuta. O povero il mio cuore, che ha così tante pene che più il dolore è forte più si sente vivo, e lo considera vita. Dunque muoio e vivo contemporaneamente? No, ma il mio cuore muore più spesso e intensamente di quanto non farebbe con la morte naturale, per voi che io bramo più di me stesso, e voi lo sdegnate (il cuore): ho avuto la sfortuna di imbattermi nel vostro amore. Il mio innamoramento è qualcosa che non può essere manifestato a parole, ma nella sua profondità né un animo esterno potrebbe immaginare questo sentimento, né potrebbe esprimerlo e quello che ho dentro è tanto profondo da non essere esprimibile: ho un fuoco nel cuore che non credo si estinguerà mai, anzi aumenta: perché non mi consuma? Ho sentito dire che la salamandra è capace di resistere al fuoco rimanendo sana; io faccio così da molto tempo, vivo un fuoco d'amore e non so cosa dire: il mio oggetto di lavoro fa la spiga e non frumento (non ingrana). Madonna, così succede che non posso riuscire a dire bene quel che sento; così il cuore mi fa sentire come un uomo torturato dal prurito che non si quieta mentre non può toccare la parte che prude. L'impossibilità mi turba, come un pittore che dipinge e cancella e il disegno continua a non piacergli, e si rammarica di non realizzare il modello che deve dipingere; e non è da biasimare l'uomo che cade in mare e si appiglia ad ogni cosa. L'amore per voi che mi tiene in un mare in tempesta, è come la nave che getta ogni oggetto pesante, e i marinai si salvano per aver gettato l'oggetto quando si trovavano in un luogo pericoloso; allo stesso modo io getto a voi, bella, i miei sospiri e i miei pianti. Che se non li gettassi, sembrerei sprofondare e davvero annegherebbe il mio cuore per il desiderio che ho di lei; che la tempesta tanto si infrange a terra che si indebolisce ed io allo stesso mi infrango, ma credo di calmarmi quando sospiro e piango. Mi sono esposto troppo a voi, donna spietata, quanto sono innamorato ma credo che non vi piacerei neppure se fossi un dipinto. Poiché solo a me è stata data questa sorte, perché non me ne distacco? Non posso, a questo punto l'amore ha vinto su di me. Vorrei (mi auguro) che il mio cuore uscisse dal mio petto e si incarnasse come persona e non dicesse nulla a voi, sdegnosa, che avete condotto il mio cuore a tal punto che se fosse una vipera perderebbe la sua crudeltà: a vederlo così, farebbe pietà.
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