Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

La pena di morte e i diritti dell'uomo

italiano




La pena di morte è la massima forma di pena infliggibile al condannato e consiste nella privazione della vita.

FUNZIONE E SCOPO DELLA PENA

Secondo la concezione retributiva, la pena è un castigo afflittivo e personale, un male che interviene come reazione, sul terreno morale e giuridico, al male che è stato commesso con il reato; insito in questa concezione è il principio della proporzione della pena alla gravità del reato, in quanto diversamente la pena si trasformerebbe da castigo morale e giuridico in mera vendetta.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale della Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 afferma nel suo preambolo "l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà di parola e di credo. L'articolo 3 dice: "Ogni individuo ha diritto ALLA VITA, alla libertà e ALLA SICUREZZA della propria persona."




LA PENA DI MORTE NELLA STORIA

Accenni alla pena di morte erano presenti già nei più antichi testi giuridici, come il codice di Hammurabi e la Bibbia, che puniva con la pena di morte più di 30 differenti crimini, dall'omicidio alla fornicazione. In forme diverse, la pena di morte è stata dunque una costante della maggior parte degli ordinamenti giuridici a partire dall'antichità sin verso la fine del XVIII secolo, quando cominciarono a essere numerosi e importanti gli sforzi per combatterla e per favorirne l'abolizione.


Il concetto di pena nasce con l'istituzione della società.



La pena di morte nelle comunità preistoriche. Presso le comunità preistoriche la pena di morte era sicuramente comminata abbondantemente, le leggi erano tramandate oralmente. La pena capitale era applicata principalmente per crimini come omicidio e furto.



La pena di morte nelle società antic 727i87h he. Il diritto biblico prevede la pena di morte per l'omicidio premeditato, per il rapimento o la vendita di persona, per il delitto di stregoneria, per i sacrifici umani, per l'adulterio e l'idolatria. Nel passaggio dalle forme consuetudinarie del diritto alle codificazioni scritte, la pena di morte viene prevista in tutti i codici delle società antiche.

La pena di morte è prevista nella polis dell'antica Grecia, ad Atene nasce una concezione della pena con finalità educativa, non certo verso il reo, ma verso l'insieme della società.

Nell'antica Roma il diritto penale pubblico prevede la pena di morte per l'alto tradimento e per gli atti sacrileghi. Accanto a questo, si trova un diritto penale privato che lascia spazio a forme di vendetta privata per certi tipi di delitti contro singoli individui. Durante il principato e l'impero, il ricorso alla pena di morte aumenta, soprattutto in funzione persecutoria contro il diffondersi della religione cristiana.

La pena di morte era in vigore anche nelle civiltà precolombiane, presso gli Egizi e i Babilonesi.



Pena di morte e civiltà islamica. Il punto di riferimento per il diritto penale è il Corano. Esso prevede il ricorso alla legge del taglione, quindi alla pena di morte; ma contiene altresì precetti miranti ad umanizzare i rapporti fra gli uomini.



La pena di morte nel medioevo. L'età medioevale si caratterizza, in Europa, per l'accentuato potere della Chiesa. Se l'impero cristiano esercita un'azione relativamente moderatrice nei confronti dell'abuso di supplizi, dall'altra parte, la Chiesa costantina si esprime in favore del ricorso alla pena di morte in nome della lotta contro le eresie.

Il medioevo in Europa è caratterizzato da una grande confusione e sovrapposizione di poteri. Erano molti quindi coloro che potevano comminare pene, anche quella capitale, che veniva applicata per crimini come omicidio, furto, sacrilegio e tradimento, a volte sulle basi di leggi, spesso in modo arbitrario dal potente di turno. Venivano utilizzati la decapitazione, l'impiccagione, l'annegamento e la tortura fino alla morte.


Ci fu un lungo periodo della storia europea in cui torture ed esecuzioni capitali furono particolarmente frequenti e riservate a reati che noi oggi considereremmo di opinione. La commistione tra potere politico e potere religioso ha portato per secoli alla condanna di chi si discostava dalle posizioni della Chiesa, sia sul piano dogmatico che su quello politico e scientifico, senza contare le innumerevoli donne accusate di essersi date al demonio e bruciate come streghe.


Col passare dei secoli, la pena capitale rimase in vigore in quasi tutti i Paesi, e vennero introdotti sempre nuovi strumenti di morte. Per esempio nella Francia dell'Ancienne Regime essa era eseguita con raffinati supplizi differenziati a seconda del regno sociale del condannato o del tipo di reato commesso: l'impiccagione era riservata ai contadini, la decapitazione ai nobili, la ruota ai delitti più atroci, il rogo ai delitti contro la religione, lo squartamento ai delitti contro lo Stato. Con la Rivoluzione, su proposta di Guillotin, furono abolite le differenze di condanna con l'introduzione della ghigliottina.


La pena di morte dall'epoca rinascimentale fino ad oggi. L'epoca rinascimentale vede la progressiva laicizzazione dello Stato. La legittimazione della pena di morte ne esce rafforzata, con motivazioni principalmente utilitaristiche (proteggere e tutelare la civile convivenza); ma d'altro canto si fanno strada le prime voci dissonanti ed inizia il dibattito intorno all'argomento.


La vera svolta si ha nelo1764 con la pubblicazione del libro di Cesare Beccaria: Dei delitti e delle pene. Beccaria afferma che il fine della pena è quello di "impedire il reo dal far nuovi danni e rimuovere gli altri dal farne uguali"; è quindi preferibile comminare pene meno crudeli me intense e prolungate nel tempo (per esempio l'ergastolo ed i lavori forzati). La pena di morte fu in vigore in Italia fino al 1889 (a eccezione della Toscana, nella quale era stata abolita dal codice Leopoldino nel 1786), poi ripristinata dal fascismo nel 1926, e definitamente abolita dalla costituzione del 1948 come disumana e incivile. La costituzione Italiana, ha lasciato in vigore la pena di morte solo per i casi previsti dalle leggi militari di guerra; ma anche questi casi sono caduti nel 1994.

Purtroppo in molti Stati rimane tuttora in vigore, e la popolazione, nella maggior parte dei casi, non è per niente contraria all'applicazione di questa estrema pena. Il fatto preoccupante è che in numerosi Paesi, soprattutto in quelli a regime dittatoriale, la pena capitale è ancora applicata con una certa arbitrarietà da parte dei potenti, sebbene ci siano leggi scritte già da tantissimi secoli.





ARTICOLI DI COSTITUZIONI DEI PAESI DELL'UE CON ESPLICITI RIFERIMENTI ALLA PENA DI MORTE


AUSTRIA

La pena capitale è abolita.


BELGIO

La pena di morte contro i civili è abolita e non può essere reintrodotta.


FINLANDA

Nessuno dovrà essere condannato a morte, torturato o trattato in maniera degradante.


ITALIA

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte.


GERMANIA

La pena capitale è abolita.


LUSSEMBURGO

La pena di morte per motivi politici e per i civili e la marchiatura a ferro sono abolite.


OLANDA

La pena capitale non può essere imposta.


PORTOGALLO

La vita umana è inviolabile.

La pena di morte non è applicabile in alcun caso.


SPAGNA

Le norme relative ai diritti umani e alle libertà che sono riconosciute dalla Costituzione devono essere interpretate in conformità con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dei trattati internazionali e degli accordi su questo argomento ratificati dalla Spagna.


SVEZIA

Non ci saranno esecuzioni capitali.


Stati favorevoli


STATI UNITI D'AMERICA:

Gli standards internazionali mirano di ridurre l'incidenza della pena di morte: ad esempio ne impediscono l'uso contro i bambini, stabiliscono che si tratta di una punizione inaccetabile contro prigionieri affetti da disturbi mentali e impongono il massimo rispetto delle salvaguardie legali nei casi in cui potrebbe essere comminata la pena di morte.,


Gli Stati Uniti non rispettano nessuno di questi punti.


Nell'aprile 1998 il trentottenne Joseph John Cannon è stato giustiziato con inieizione letale nel Texas per un omicidio commesso quando aveva 17 anni. Il primo tentativo di esecuzione non è riuscito poiché l'ago è uscito dalla vena mentre il veleno incominciava a scendere. I presenti sono stati allontanati mentre il personale reintroduceva l'ago.

L'esecuzione di Joseph John Cannon è una palese violazione degli standards internazionali che proibiscono l'esecuzione di chi ha commesso un crimine sotto i 18 anni.


Un imputato che non può permettersi un avvocato competente ed esperto rischia maggiormente la condanna a morte.

Calvin Burdine, omosessuale dichiarato, è stato condannato a morte nel Texas a seguito del processo nel quale il suo avvocato si è riferito agli omosessuali con termini sprezzanti, non ha sentito un solo testimone nella preparazione della linea difensiva e si è addormentato più volte durante le udienze. Calvin Burdine si trova nel braccio della morte e due volte si è giunti a poche ore dall'esecuzione.

Nessuno sa quanti prigionieri siano stati giustiziati negli Stati Uniti per crimini che non hanno commesso. Amnesty International ha documentato numerosi casi di prigionieri giustiziati nonostante sussistessero seri dubbi sulla colpevolezza.

La pena di morte viene applicata in maniera razzista. Bianchi e afroamericani sono vittime di crimini violenti pressappoco in uguale misura, ma dal 1977 l'82% dei prigionieri giustiziati sono stati condannati per l'omicidio di una persona bianca.

Gli afroamericani sono il 12% della popolazione negli Stati Uniti ma costituiscono il 42% dei prigionieri nel braccio della morte. Il sistema giudiziario che li ha processati e condannati rimane prevalentemente bianco.

Non si può negare la crudeltà della pena di morte a prescindere dal metodo usato. Persone rese indifese da uno stato vengono rinchiuse, a volte per anni, sotto la minaccia della morte e spesso in condizioni molto dure. Le esecuzioni non sono indolore come spesso viene sostenuto...

Tommy Smith è stato giustiziato nell'indiana nel 1996. Il personale addetto ha cercato per 16 minuti una vena in cui inserire l'ago prima di chiamare un medico che ha tentato invano di inserirlo nel collo. Dopo 36 minuti il veleno è stato iniettato attraverso una vena del piede. Tommy Smith è rimasto cosciente durante tutte le fasi dell'esecuzione.

Molti condannati a morte sono coinvolti in crimini brutali, ma la pena di morte è una violazione del diritto alla vita e di quello di non essere sottoposto a punizioni crudeli, inumane e degradanti - diritti che appartengono a tutti gli esseri umani a prescindere dai crimini commessi.


CINA:

La Cina è il paese dove si contano il maggior numero di condannati a morte. Tra i circa 65 reati vi sono: l'omicidio, il traffico di droga, alcuni reati economici, politici, d'opinione. Vengono spesso organizzate manifestazioni di massa per la lettura della sentenza di morte, e l'esecuzione viene compiuta subito dopo: i condannati vengono mostrati al pubblico con la testa reclinata, le mani legate dietro  la schiena ed un cartello con il nome e l'indicazione dei crimini commessi.


SINGAPORE:

VI è una nutrita serie di reati per i quali è prevista la pena capitale, soprattutto legati al traffico di droga: per essi la condanna a morte è applicata in maniera obbligatoria, senza alcuna discrezionalità da parte dei tribunali. In particolare, l'impiccagione è certa se si viene trovati in possesso di più di 15 grammi di eroina, 30 grammi di morfina o cocaina.


ARABIA SAUDITA:

In Arabia si viene giudicati in base alla Shâria (la legge sacra dell'islam). La pena di morte viene messa in atto per:  reati sessuali, di droga, sabotaggio, corruzione, assunzione di alcool. Gli imputati possono non essere rappresentati da avvocati difensori e le confessioni sono accettate come prove valide dalle corti e possono addirittura costituire l'unica prova a fondamento della condanna a morte. I metodi usati sono la decapitazione e la lapidazione (per le donne). Le esecuzioni hanno luogo nei principali centri del regno, in una piazza davanti al palazzo del governatore provinciale.


Ex-URSS:

Tutte e 15 le repubbliche ex-sovietiche mantengono la pena capitale nei loro ordinamenti, sebbene l'applicazione vari:  il numero dei reati capitali è stato ridotto in Biellorussia, Estonia, Lettonia, Lituania, Russia e Ucraina; L'Estonia la mantiene solo per reati commessi in tempo di guerra; In Ucraina tutte le informazioni relative sono coperte dal segreto di Stato. In queste repubbliche la necessità di agire contro l'aumento della criminalità comune è la ragione principale per il mantenimento della pena capitale.


I PRINCIPALI METODI CHE VENGONO UTILIZZATI PER LA PENA DI MORTE CON RELATIVE TESTIMONIANZE:


LA SEDIA ELETTRICA Tempo di sopravvivenza: 10 minuti.

La sedia elettrica fu introdotta negli USA nel 1888. La procedura con cui il condannato viene ucciso è la seguente: dopo che i detenuto è stato legato alla sedia, vengono fissati elettrodi di rame inumiditi alla testa e ad una gamba. Potenti scariche elettriche, applicati a brevi intervalli, provocano la morte per arresto cardiaco e paralisi respiratorie: un elettricista, agli ordini del boia (colui che esegue una sentenza capitale), immette la corrente per la durate di 2 minuti e 18 secondi devastanti: il prigioniero a volte balza in avanti. A volte il condannato è solo reso incosciente dalla prima scarica, ma gli organi interni continuano a funzionare, tanto da rendere necessarie ulteriori scariche.

TESTIMONIANZE DI CASI DI DETENUTI SOTTOPOSTI ALLA SEDIA ELETTRICA:

Willie Francis: 17enne nero, condannato nel 1946. Un testimone racconta di aver visto il boia accendere l'interruttore e le labbra del prigioniero gonfiarsi, il suo corpo teso e stirato. Ha sentito l'incaricato gridare al suo collega di mandare più elettricità quando ha visto che il ragazzo non moriva, ma il collega rispose che stava mandando tutta l'elettricità che aveva. Ma pochi minuti dopo Willie cessò di vivere.

John Louis Evans: giustiziato nell'aprile 1983, è stato dichiarato morto soltanto dopo tre scariche di 1900 volt ciascuna, per una durata complessiva di 14 minuti.


LA CAMERA A GAS: Tempo di sopravvivenza: 8-10 minuti.

Questo metodo di esecuzione fu introdotto negli USA negli anni 20. Il prigioniero viene fissato ad una sedia in una camera stagna. Uno stetoscopio fissato al suo torace viene collegato a cuffie che si trovano nella stanza adiacente, dove si trovano i testimoni, in maniera tale che un medico possa controllare il progredire dell'esecuzione; nella camera viene quindi liberato gas cianuro che uccide il condannato. La morte avviene per asfissia.

TESTIMONIANZA DI UN PARTICOLARE CASO DI UN DETENUTO CONDANNATO ALLA CAMERA A GAS:

Jimmy Lee Gray: giustiziato nel Missisippi il 2 settembre 1983. Le sue convulsioni sarebbero durate 8 minuti, nel corso del quale il prigioniero avrebbe ripreso fiato 11 volte, sbattendo la testa ripetutamente ad un palo che si trovava dietro di lui.


LA FUCILAZIONE Tempo di sopravvivenza: incerto.

La sentenza viene eseguita da un plotone composta da un numero di fucilieri che varia dai 6 ai 18. Dopo che il condannato ha ricevuto la prima scarica all'ordine dell'ufficiale che comanda il plotone (incaricato all'esecuzione del condannato), gli si avvicina e gli spara alla tempia. Questa esecuzione si compie di mattina all'alba, in un fortino militare, lontano dagli occhi di tutti.


L'INIEZIONE LETALE: Tempo di sopravvivenza: 6-15 minuti.

Introdotta in Oklahoma e Texas nel 1977. Comporta in un'iniezione endovenosa continuata di una dose letale di un barbiturico (farmaco usato come sedativo), che serve per rendere il prigioniero incosciente. C'è chi dice che questo è il metodo più umano, invece possono esserci gravi complicazioni: l'uso prolungato di droghe per via endovenosa può comportare la necessità di andare alla ricerca di una vena più profonda per via chirurgica; se il prigioniero si agita, il veleno può penetrare in un'arteria e provocare dolore; se le componenti non sono ben dosate o si combinano tra loro in anticipo sul tempo previsto, la miscela si può ispessire, ostruire le vene e rallentare il processo.

TESTIMONIANZA DI UN DETENUTO SOTTOPOSTO ALL'INIEZIONE LETALE:

James Autry: Giustiziato il 14 marzo 1948. Autry era già stato legato alla barella e stava subendo la prima fase del procedimento, quando l'esecuzione è stata sospesa. Dopo la seconda esecuzione, un testimone oculare riferì che il condannato impiegò almeno 10 minuti a morire e per buona parte del tempo era cosciente, si muoveva e si lamentava del dolore. Un medico della prigione presente all'esecuzione ha riferito che l'ago si era occluso, rallentando così i tempi dell'esecuzione.


LA GHIGLIOTTINA Tempo di sopravvivenza: 1-2 minuti

Macchina per decapitazione, adottata nel 1789, in quanto veniva considerata come metodo di esecuzione meno doloroso. Essa consiste in 2 travi paralleli issate verticalmente, incavata al centro e unita in alto da una traversa e da una lama obliqua; liberata la fune, la lama scivola lungo le due travi e cade sul collo del prigioniero, tagliandogli di netto la testa, che cade nel cesto posto davanti alla ghigliottina.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 5068
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024